Tyvar Kell è un guerriero elfo che usa il mana verde e nero, originario di Kaldheim. In passato era anche una potente planeswalker.
Descrizione[]
Lottatore Esultante[]
Principe degli elfi di Skemfar, Tyvar è un irrecuperabile spaccone che sogna la gloria e che le sue storie siano raccontate insieme alle saghe del passato. Formidabile combattente da mischia, possiede la capacità di trasmutare il proprio corpo in base all'ambiente circostante. È in grado di trasformare le sostanze naturali, incluso se stesso, in materiali diversi, a patto che si trovino nelle vicinanze. Ciò lo rende molto attento al mondo intorno a sé, che sfrutta con piacere per ottenere vantaggi. Può ricoprirsi con un'armatura in pietra per proteggersi, far crescere spine per sfuggire a una situazione difficile e addirittura circondarsi di lava fusa e può anche far raffreddare quella lava e creare una via in ossidiana per superare un terreno infido o far emergere spuntoni sotto i piedi dei suoi avversari. Le sue abilità sono molto flessibili, limitate solo dal tipo di terreno a sua disposizione, ma le sue capacità lo rendono un campione di improvvisazione. I suoi poteri non danno vantaggi solo a lui, in quanto può condividerne gli effetti con i suoi alleati. In combattimento, utilizza una spada a doppia lama creata da un antico metallo simile al bronzo oltre ai suoi poteri, presentandosi come un astuto e flessibile avversario. È in grado di aprire le Vie dei Presagi che gli permettono di viaggiare tra i reami di Kaldheim. Insieme a Kaya, contribuì a fermare la Collisione dei Reami causata da Tibalt nel suo mondo e successivamente si unì alla squadra di planeswalker pronti a sferrare un attacco su Nuova Phyrexia. Sfortunatamente la missione fallì e come conseguenza l'invasione di Elesh Norn nel multiverso ebbe inizio e lui tornò su Kaldheim per lottare al fianco del fratello e degli altri guerrieri dei dieci reami. Sopravvisse alla guerra, ma persa la sua scintilla nella Grande Mietitura.
Due anni dopo la fine dell'invasione si unì al gruppo della Viandante per salvare Nashi da Duskmourn.
Storia[]
Il principe elfo[]
Fratello minore del re Harald Kell, Tyvar ha vissuto la maggior parte della sua vita nell'ombra del fratello. Nonostante un fratello famoso possa generare gelosia e rancore, l'esempio di Harald è stato invece una ispirazione per la ricerca di gloria da parte di Tyvar, donandogli un'irrazionale convinzione di poter raggiungere qualsiasi obiettivo. È deciso a scrivere una storia che sia in grado di rivaleggiare, o addirittura superare, quella dei più grandi eroi di Kaldheim e racconta con passione le proprie gesta eroiche a chiunque sia interessato ad ascoltarle. Ha un grande carisma e anche una grande impertinenza, tanto da sembrare arrogante, ma nel profondo ha un cuore puro e uno spirito generoso. Sebbene il suo interesse sia per la costruzione della propria leggenda, Tyvar ha un rapporto insolito con la fama: ha una grande capacità di condividerla con gli altri. Dopo un'epica battaglia, è frequente sentirlo narrare le gesta dei suoi alleati tanto quanto le proprie. Ha un carattere molto estroverso e sa come godersi i momenti di festa insieme agli altri guerrieri. Cerca continuamente alleati che combattano al suo fianco e condividano una bevuta per celebrare le conseguenti vittorie.
La stirpe di Tyvar discende dagli elfi dei boschi che hanno una corporatura più possente e muscolosa; ossessionato dal desiderio di diventare un rinomato, ha dedicato molto tempo all'addestramento. Ciò lo ha quindi reso decisamente imponente. Gli piace molto mettersi in mostra è stare praticamente sempre a torso nudo, una dimostrazione di forza e di perseveranza nei confronti del gelido clima di Kaldheim, ma anche un modo per mettere in mostra i suoi tatuaggi che sono un riferimento a Koma: le forme delle lame gemelle del suo tatuaggio in aggiunta alla spada a doppia lama con cui combatte sono un riferimento alle zanne della serpe e alla capacità di balzare e colpire.
Kaldheim[]
L'incontro e la rivelazione[]
Dopo che Valki (in realtà Tibalt) parlò con Harald, gli elfi iniziarono a prepararsi per la guerra. Anche se non sapeva che cosa il dio delle menzogne avesse detto a suo fratello, Tyvar si insospettì e iniziò a seguire la divinità attraverso i reami. Quando arrivò su Gnottvold, trovò Kaya che stava combattendo contro sei grandi troll, la vide perdere entrambi i suoi pugnali e le chiese se le serviva aiuto. Lei replicò di non intromettersi ma lui non l'ascoltò e si incamminò verso i troll. Venne attaccato ma schivò facilmente tutti gli attacchi e, nel frattempo, la mano in cui teneva stretta una pietra divenne dello stesso colore grigio e quando colpì un troll con la sua "nuova" mano lo trasformò in pietra per poi fare lo stesso con tutti gli altri. Dopo aver sconfitto tutti gli avversari, l'elfo si mise le mani ai fianchi e osservò con orgoglio le enormi statue. Finito lo scontro, i due si presentarono. Tyvar disse che stava pedinando Valki e Kaya spiegò che quello che aveva visto fuggire non era una divinità e che si chiamava Tibalt. L'elfo la ringraziò per avergli svelato la sua identità, le parlò dell'incontro tra il mezzo-diavolo e suo fratello e che alcuni elfi dicevano che intendevano marciare contro gli dei, anche se lui non aveva idea di come pensavano di raggiungere il loro reame. Kaya lo informò che secondo Alrund presto ci sarebbe stata una Collisione dei Reami; non sapeva quali fossero i piani di Tibalt ma avrebbe creato sicuramente problemi. Tyvar disse che l'avrebbero inseguito insieme dal momento che era evidente che a lei serviva il suo aiuto. Kaya replicò che stava già dando la caccia a un mostro: non poteva inseguire ogni singolo malvagio che incontrava, Tibalt era scomparso dentro un portale che mostrava fiamme e un terreno carbonizzato e non aveva nessuna idea su come raggiungerlo. Tyvar disse che si trattava di Immersturm e la sorprese aprendo un portale verso quel reame. In quel momento Kaya notò che tra i monili intorno al collo dell'elfo c'era un ottaedro di pietra scura che riconobbe provenire da Zendikar e gli disse che lui era un planeswalker. Tyvar chiese cosa fosse facendole capire che non era consapevole della sua natura di viaggiatore di mondi.
Demoni e Diavoli[]
Arrivati nel reame dei demoni, Tyvar fece molte domande a Kaya sui planeswalker e alla fine disse che, anche se affascinato, non era interessato a viaggiare in altri mondi perché se lo avesse fatto gli abitanti di Kaldheim non sarebbero stati in grado di raccontare le sue gesta. Improvvisamente, vennero attaccati da tre demoni. Anche se disarmata, Kaya riuscì a ucciderne due mentre Tyvar si occupò del terzo. L'elfo la elogiò per la sua vittoria e lei lo ringraziò ma commentò che avrebbe preferito avere un'arma a sua disposizione per le prossime battaglia. Usando la sua abilità di trasmutatore, Tyvar l'accontentò creando due asce "coltivando" il metallo presente nel terreno di Immersturm. Kaya accettò le armi e i due proseguirono. Arrivati alla Rupe di Sangue videro numerose navi con a bordo centinai di demoni guidati da Varragoth in attesa di attraversare un portale per un altro reame. Comprendendo, Kaya disse a Tyvar che la spada di Tibalt era in grado di aprire dei portali tra i regni e che il suo scopo era dare inizio a una Collisione dei Reami. In quel momento sentirono la voce del mezzo-diavolo dire che la Collisione era già iniziata e poi vennero attaccati da un fulmine di fiamma che riuscirono a schivare, ma che costrinse Tyvar ad allontanarsi da Kaya che si lanciò contro Tibalt senza di lui. La sua amica però venne colpita da un'ondata improvvisa di fumo che spingeva a dubitare di sé stessi e subì l'attacco empatico di Tibalt che l'indebolì e si preparò a ucciderla con la sua spada. Fortunatamente per lei, Tyvar, immune alla magia del mezzo-diavolo perché troppo giovane a arrogante per dubitare di sé stesso, intercettò la traiettoria dell'arma con il suo pugnale fissato al suo parabraccio e con un gesto rapido ed esperto, tolse la lama dalle mani di Tibalt riuscendo a sconfiggerlo ma l'altro fuggì nella cieca eternità viaggiando su un altro piano. Nonostante la vittoria, i due poterono solo osservare la partenza dei demoni. Dal momento che Kaldheim stava per essere devastato e loro non potevano evitarlo, Kaya disse a che dovevano abbandonare il piano per sopravvivere. Tyvar replicò che se essere un planeswalker significava scappare appena la situazione diventava difficile allora non voleva esserlo. Le sue parole colpirono Kaya e la spinsero a seguirlo nel portale che aveva aperto.
La Battaglia per Bretagaard[]
Su Bretagard Tyvar e Kaya parlarono con i leader dei clan degli umani: anche se avevano la Spada dei Reami, non possedevano la conoscenza per usarla e metter fine alla Collisione. In quel momento, Alrund rivelò la sua presenza e disse che dovevano consegnare la spada all'unico in grado di usarla: Halvar. Il dio del Cosmo rivelò che suo figlio si trovava nelle vicinanze della fortezza dei Beskir e per aiutarli a raggiungerlo mise a disposizione del gruppo due corvi giganteschi ognuno in grado di portare in volo fino a tre persone. Montati su uno di essi, Tyvar, Kaya e Arni volarono verso Halvar. Arrivati quasi a destinazione i tre vennero attaccati a mezz'aria da Varragoth che voleva la Spada dei Reami per sé. Il demone colpì il corvo a un'ala facendo precipitare i suoi passeggeri che però si salvarono grazie all'abilità di Kaya che li rese spettrali. Il trio venne però attaccato dall'Armata dei Defunti, l'esercito di Karfell. Arni disse ai due planeswalker di proseguire senza di lui e rimase indietro per rallentare gli zombie. Durante il cammino i due sentirono il suono di un corno e videro in lontananza l'esercito degli elfi di Skemfar. Kaya disse che dovevano andare ma Tyvar rispose che non poteva permettere al suo popolo di combattere e morire a causa delle menzogne di Tibalt: era sicuro di riuscire a far ragionare suo fratello.
Successivamente, l'elfo tornò in tempo per salvarla: insieme a Harald guidò gli elfi che si abbatterono su demoni e zombie formando un muro tra la planeswalker e i suoi nemici. Con l'aiuto di Harald, Kaya proseguì verso Halvar. Tyvar rimase invece a combattere col suo popolo. Appoggiò le sue mani sulle armature degli elfi e le piastre si ingrandirono e si unirono in una perfetta copertura dei loro corpi, con uno spessore più che raddoppiato, che offriva una notevole difesa. L'elfo si lanciò contro Varragoth che però, nonostante le numerose ferite e con lo stesso Tyvar appeso alla sua schiena, iniziò a farsi strada verso Kaya. Sia Harald che Niko Aris provarono a fermare il demone con la loro magia ma senza risultato, Tyvar però riuscì a conficcare la sua lama in una delle ali del demone facendolo ruggire di dolore e spingendolo a concentrarsi su di lui dando a Kaya l'occasione per colpirlo e ucciderlo.
Subito dopo la morte del demone, Halvar mise fine alla Collisione dei Reami. Tyvar raggiunse Kaya e la lodò per la sua impresa e le disse che sarebbero nati molti racconti su di lei, ma che lui non sarebbe rimasto per raccontarli di persona perché aveva deciso di esplorare il multiverso e aiutare le persone che avevano bisogno del suo aiuto su altri mondi. I due si riunirono a Inga, Arni, Sigrid, Fynn, Niko e Harald. Il gruppo parlò della fine della guerra e Tyvar ascoltò in silenzio. Nonostante la vittoria, le fratture erano rimaste aperte per un lungo periodo e nessuno era in grado di dire chi le avesse attraversate: ogni reame era stato modificato da ciò che era avvenuto quel giorno.
La Guerra dei Fratelli[]
Verso Nuova Phyrexia[]
Tyvar Kell rispose alla richiesta di aiuto di Jace Beleren per combattere contro i phyrexiani di Elesh Norn. Successivamente, l'elfo raggiunse i suoi compagni alla Torre di Urza e si unì al gruppo di planeswalker guidato dal telepate e, dopo gli ultimi preparativi, viaggiò con loro verso Nuova Phyrexia per supportare i Mirran nell'attacco al nucleo del loro mondo per eliminare la leadership phyrexiana.
Phyrexia: Tutto Diverrà Uno[]
Discesa incontrollata[]
Quando Tyvar e i suoi compagni arrivarono su Nuova Phyrexia finirono contro una barriera difensiva che, nonostante li permise di entrare nel piano, li divise e spezzò il legame mentale creato tra loro da Jace. Usando la sua magia l'elfo trasmutò il suo corpo in una statua di pietra attraverso l'edro che portava con sè e, subito dopo, venne sospeso tra due pilastri di ferro avvolti da cavi di metallo lucidi dei phyrexiani. Fortunatamente per lui venne trovato e salvato da Kaito Shizuki, la Viandante e Nahiri. Disorientato dalla caduta e confuso dalla situazione, Tyvar attaccò la Viandante quando lei si avvicinò a lui per aiutarlo, ma il suo pugno attraversò il corpo della donna dai capelli bianchi come se fosse un fantasma. Tornato normale l'elfo venne aggiornato sulla situazione e commentò che anche se si erano persi in un mondo ostile, alcune cose non cambiavano mai: tra eroi il primo incontro era sempre uno scontro. I quattro si misero in viaggio per raggiungere lo Strato della Fornace e, durante il cammino, individuarono un accampamento Mirran, ma prima di arrivarci la Viandante svanì a causa della sua scintilla instabile. Giunti a destinazione i tre incontrarono Melira che li guidò più velocemente verso la loro destinazione, affermando che se i loro compagni erano sopravvissuti sarebbero stati lì.
Nella Fornace[]
Tyvar e il suo gruppo furono i primi planeswalker della squadra d'assalto ad arrivare nella Fornace. Dopo di loro arrivò anche Jace da solo, ma con il Sylex, e infine giunsero anche Kaya e Elspeth Tirel. Quando vide l'elfo, l'assassina di fantasmi andò verso di lui mentre la cavaliera corse verso Koth. Sebbene la maggior parte di loro era arrivata a destinazione la Viandante, Lukka, Nissa Revane e Vraska erano ancora dispersi. Il gruppo di planeswalker si riunì e vennero aggiornati sullo stato del piano da Melira e Koth. Le nuove informazioni fecero capire che per via delle modifiche fatte dai phyrexiani, distruggere il Frangireami prima che collegasse Nuova Phyrexia al resto del multiverso con l'attivazione del loro Sylex avrebbe potuto avere le conseguenze già calcolate: contenere la minaccia phyrexiana solo su quel mondo finché non poteva essere eliminata. Tuttavia c'era anche la possibilità che l'onda d'urto non distruggesse solo la Germessenza, ma tutto il piano. Dal momento che le risorse per la sopravvivenza dei Mirran erano quasi esaurite e anche perchè non volevano che nessun altro mondo subisse la stessa condanna del loro, Koth e Melira si unirono a loro. Dopo aver appreso che l'esaoro, un raro metallo ottenuto dal Nulla Scintillante, offriva un certo livello di protezione dalla phyresis e rendeva più potenti le armi contro le creature completate, Tyvar chiese e ottenne un frammento del prezioso metallo. Consapevoli di non avere tempo da perdere, il gruppo decise di non aspettare i loro compagni e di proseguire. Tyvar salì sul carretto che li avrebbe condotti attraverso un tunnel che gli avrebbe evitato sia il Labirinto del Cacciatore che la Baia Chirurgica.
Perdite insopportabili[]
Arrivati alle Fosse di Dross, Tyvar e i suoi compagni usarono il Nimbo di Elspeth per proteggersi dalla phyresis, tuttavia, dopo che Jace bevve iniziò a sentire mentalmente il dolore di Vraska e decise di andare a salvarla. Gli altri erano dubbiosi, ma dal momento che il telepate aveva con sè il Sylex furono costretti a seguirlo. Entrati nel Colosseo di Sheoldred sconfissero i phyrexiani, ma quando raggiunsero la gorgone videro che era stata ferita gravemente e, non potendo salvarla, solo Jace scelse di restare con lei mentre Tyvar e gli altri decisero di proseguire portandosi il Sylex. Subito dopo però vennero raggiunti dal telepate che era stato ferito e infettato a un braccio da Vraska completata. I planeswalker vennero attaccati in massa dai phyrexiani e, vista la situazione disperata, Nahiri usò il suo potere, rivelando di essere stata infettata, e si sacrificò facendo sprofondare il Colosseo di Sheoldred nella Basilica Pallida. I phyrexiani fedeli ai Thane d'Acciaio cominciarono a scendere dallo squarcio, ma vennero intercettati da Atraxa che iniziò a lottare contro di loro considerandoli invasori nel dominio di Elesh Norn. Approfittando della situazione, il gruppo proseguì senza essere notato.
Speranza remota[]
Dalla Basilica arrivarono alla Germessenza dove trovarono il corpo smontato di Karn. I planeswalker informarono il golem d'argento che avevano creato un altro Sylex e potevano ancora mettere fine ai piani di Elesh Norn. Karn spiegò che dovevano raggiungere la fonte del Frangireami e farlo esplodere. Tyvar e gli altri proseguirono, mentre Koth e Melira rimasero indietro per aiutare Karn. A un passo dal loro obbiettivo i cinque planeswalker vennero ostacolati da Ajani e Tibalt, costringendo Tyvar ed Elspeth a restare a combattere contro i due phyrexiani per far avanzare gli altri tre.
Scontro con Tibalt[]
Usando l'Esaoro Tyvar trasmutò il suo corpo col metallo del Nulla Scintillante per proteggersi dall'olio scintillante rilasciato come veleno dal corpo di Tibalt, mentre con la spada cercava di fermare i pungiglioni del suo nemico. Il mezzo diavolo lo scherni e l'elfo replicò che nulla di ciò che diceva era reale. Tibalt rispose che era troppo stupido per capire quando doveva aver paura, poi liberò una coda dalla presa di Tyvar e lo infilzò con il pungiglione che rimbalzò sul metallo della spalla. Tyvar emise un sibilo di dolore e, con grande soddisfazione, Tibalt disse che lui poteva resistere ai suoi incantesimi, ma solo perché aveva la testa troppo vuota per capire quando mettere in dubbio le sue convinzioni; tuttavia non tutti erano privi di preoccupazione come lui. L'elfo lo vide distogliere lo sguardo, il peggior insulto per un guerriero durante uno scontro, e concentrarsi sorridendo verso Elspeth che stava lottando contro Ajani. Il mezzo diavolo continuò che il dubbio era l'arma più potente di tutte e colpì la cavaliera con la sua magia. Vedendo l'amica in difficoltà, Tyvar non perse tempo e l'attaccò. Tibalt gli puntò contro i pungiglioni, ma l'elfo lasciò cadere uno dei suoi pugnali, afferrò la coda da dietro l'aculeo e la piegò all'indietro: il metallo del Nulla Scintillante che ricopriva il suo corpo si diffuse nella carne di Tibalt trasmutandolo e neutralizzando la magia del mezzo diavolo.
Vedendo la preoccupazione sul volto del suo nemico, Tyvar sorrise e spiegò che la sua magia soffocava tutto ciò che divorava e che il suo dubbio non poteva toccare ciò che non riusciva a raggiungere. Grazie all'elfo, Elspeth si riprese, ritrovando fiducia in sé stessa, e riuscì ad avere la meglio su Ajani facendogli perdere i sensi. La cavaliera iniziò ad andare verso di lui per aiutarlo, ma Tyvar la fermò dicendole che ci avrebbe pensato lui a quel nemico, che gli doveva la sua morte dopo quello che aveva fatto al suo mondo e la esortò a raggiungere i loro compagni. Fidandosi di lui, lei andò via. Le risorse magiche di Tyvar iniziarono a esaurirsi e il metallo protettivo iniziò a svanire. Notando ciò Tibalt usò la coda libera per attaccarlo, ma Tyvar l'afferrò e usò entrambi i pungiglioni spingendoli dove sarebbe dovuto essere il cuore del phyrexiano. Tibalt urlò, agonizzante, e continuò a urlare anche dopo che Tyvar lo spinse nel vuoto.
L'inizio dell'invasione[]
Dopo la vittoria Tyver raggiunse Kaya e Kaito, subito dopo la scomparsa di Elspeth con il Sylex, e vide il corpo di Jace trafitto da Luxior. I tre videro i rami del Frangireami aprire numerose Vie dei Presagi su vari mondi e i passaggi vennero attraversati dalle navi da guerra phyrexiane. L'assassina di fantasmi disse che avevano fallito, ma l'elfo replicò che quel giorno aveva visto speranza. Sentirono dei passi e subito dopo videro Elesh Norn seguita da numerosi guerrieri phyrexiani e tra essi Tamiyo, Nahiri e Nissa completate. Nel vedere un altro elfo così mutilato e maltrattato fu doloroso per Tyvar, nonostante fossero quasi sconosciuti. Pensò che quella era un'offesa, digrignò i denti e impugnò il pugnale pronto a combattere. La Madre delle Macchine diede loro il benvenuto, poi il suo sorriso si spostò su Jace che sussultò e si alzò unendosi ai loro nemici, liberandosi della spada di Elspeth. Elesh Norn offrì a Tyvar, Kaya e Kaito la "scelta" di unirsi ai loro compagni, ma i tre rifiutarono e lei replicò che sarebbero stati la loro nemesi e poi ordinò l'inizio dell'invasione phyrexiana nel multiverso.
L'Avanzata delle Macchine[]
Messaggeri di Nuova Phyrexia[]
Dopo che Tyvar, Kaya e Kaito rifiutarono l'offerta di Elesh Norn, la Madre delle Macchine disse loro che li avrebbe lasciati andare in modo che raccontassero ai loro alleati quello che avevano visto quel giorno: che il loro destino era inevitabile. I tre vennero imprigionati nella pietra da Nahiri che lasciò libere solo le loro teste, poi nello stesso istante in cui la kor partì per conquistare Zendikar, Tyvar e i suoi amici viaggiarono su Dominaria.
La sconfitta della squadra d'assalto[]
Durante il viaggio nella cieca eternità i tre planeswalker si liberarono dalla loro prigione e arrivarono feriti nel rifugio di Liliana Vess che curò le loro ferite. Tyvar, Kaya e Kaito iniziarono a raccontare della loro sconfitta e del destino degli altri membri della squadra d'assalto alla necromante, Chandra Nalaar, Vivien Reid e Wrenn. Chandra propose di contrattaccare e tornare su Nuova Phyrexia per distruggere il Frangireami, ma Tyvar e gli altri furono contrari a ripetere un piano già fallito decidendo di dare la priorità a difendere i mondi dall'invasione dei phyrexiani di Elesh Norn. La piromante replicò che sarebbe andata da sola e uscì dal rifugio seguita subito dopo dalla driade.
Difendere Kaldheim[]
Tornato a Skemfar Tyvar vide Harald e gli altri elfi combattere contro la Legione delle Macchine che aveva invaso Kaldheim e si unì alla battaglia. Suo fratello chiese se sapesse qualcosa dei loro nemici e lui rispose che si chiamavano phyrexiani, gli spiegò del pericolo rappresentato dall'Olio Scintillante e che il loro obiettivo era rendere il loro mondo come il loro: non erano nemici che gli elfi potevano vincere da soli. Quando finì di parlare ci fu una Collisione dei Reami e sia gli elfi che i phyrexiani precipitarono in una nuova zona, reclamati dal Cosmo. Tyvar creò una piattaforma per lui e il suo popolo, poi vide le navi nell'acqua e sentì un Cercapresagi dire che la fine di ogni cosa era arrivata per poi chiedere se gli elfi si sarebbero uniti alla lotta. Harald rispose con orgoglio che gli elfi avrebbero combattuto e salirono sulle navi. Tyvar guardò i suoi nuovi compagni e rimase sorpreso: tutti i popoli dei dieci reami si erano uniti per difendere il loro mondo. Ascoltò il discorso di Harald, poi le navi presero velocità portandoli sul campo di battaglia dove trovarono decine di migliaia di phyrexiani. Tyvar valutò che le probabilità non erano a loro favore consapevole che coloro che sarebbero morti si sarebbero rialzati per distruggere la loro casa. Improvvisamente, un serpente phyrexiano emerse dall'acqua e distrusse una delle imbarcazioni uccidendo i guerrieri su di essa. Tyvar pensò che Nuova Phyrexia aveva piantato dei semi di dubbio e paura dentro di lui, alimentati da ciò che era successo ai suoi compagni planeswalker. Si disse che non gli piaceva avere paura e balzò dalla nave contro il serpente: comunque sarebbe andata a finire quella battaglia, le saghe avrebbero narrato che lui non era un codardo. Dopo uno scontro sott'acqua di cinque minuti, l'elfo emerse vittorioso con la testa del suo nemico.
Perdita della scintilla[]
Dopo la sconfitta dei phyrexiani, Tyvar fu uno dei numerosi planeswalker che persero la scintilla, ma la cosa non lo fermò, anzi gli diede una nuova carica e motivazione per raggiungere i suoi sogni di gloria.
Duskmourn: La Casa degli Orrori[]
Verso Duskmourn[]
Due anni dopo la fine dell'invasione, Tyvar venne raggiunto da Kaito che chiese il suo aiuto per salvare Nashi, il figlio adottivo di Tamiyo. Sentendo dei pericoli presenti nella missione l'elfo accettò subito, ma chiese anche di arruolare Niko Aris. I due andarono a parlare col mago degli specchi che accettò di aiutarli.
Arrivati su Ravnica attraverso una Via dei Presagi i tre incontrarono Zimone Wola che si unì a loro e li portò da Niv-Mizzet. Oltre al Mentefiamma incontrarono Etrata e Alquist Proft che avrebbero monitorato la situazione della porta ricoperta di strani simboli su Ravnica e si riunirono alla Viandante, Yoshimaru e Aminatou. Tuttavia, la bambina si rifiutò di andare con loro dicendo che quello che li aspettava dall'altra parte sarebbe stato infinitamente più pericoloso se fosse riuscito a catturarla. Davanti alla confusione degli altri Aminatou spiegò che la sua magia e quella della Casa si deviavano a vicenda e ciò le permetteva di dargli dei gettoni del destino che avrebbero permesso loro di vedere visioni del futuro quando avessero preso una decisione che avrebbe portato alla loro morte, ma avvertì che funzionavano solo una volta per ogni singola persona. Le sue parole fecero infuriare sia Tyvar che Niko che l'accusarono per non aver dato prima quell'aiuto durante l'invasione permettendo le numerose morti e l'inizio della guerra. La bambina replicò che anche quando era ancora una planeswalker il suo potere non funzionava in quel mondo, che lei non privava le persone delle scelte, ma avvertì Niko che se non avesse preso il suo dono uno di loro sarebbe sicuramente morto. Dopo che gli ultimi preparativi vennero completati Tyvar, Kaito, Himoto, la Viandante, Niko e Zimone attraversarono la porta ed entrarono nella Casa.
Dentro la Casa[]
Una volta entrati il gruppo scoprì che la porta era svanita e che l'interno della Casa era diverso rispetto ai filmati dei droni di Nashi. Decisero di esplorare restando uniti, ma un urlo di aiuto spinse Tyvar ad allontanarsi e Zimone lo seguì per fermarlo solo per scoprire che il loro percorso era stato bloccato da un muro dove prima c'era una porta. Separati dal resto del gruppo, i due si ritrovarono in un'enorme biblioteca che sembrava spostarsi ogni volta che distoglievano lo sguardo. Nonostante l'ambiente disorientante e gli avvertimenti di Zimone sull'inganno del labirinto, Tyvar usò la forza e fece breccia in un muro trovando una scala. Dal momento che lui voleva salire per esplorare, mentre lei voleva raccogliere informazioni dai libri, Zimone usò la sua magia per creare un filo che li avrebbe permesso di restare in contatto. Successivamente i due si riunirono ed avanzarono insieme verso alcuni livelli più in alto. Mentre Zimone comtinuava a leggere i libri con entusiasmo, Tyvar si sentiva fuori posto ma rimase in biblioteca continuando a vegliare su di lei. Improvvisamente l'ambiente della biblioteca iniziò a deformarsi e una creatura grottesca, simile a un ragno, emerse dallo spazio contorto e attaccò Tyvar. Grazie alla sua magia l'elfo sconfisse il nemico ma la creatura iniziò a rigenerarsi costringendo i due a fuggire.
Dopo che la creatura smise di inseguirli, Tyvar e Zimone si fermarono: lei aveva bisogno di riposare. In quel momento il muro di fronte a loro cominciò a pulsare e da esso uscì Kianne. Quando la vide, Tyvar rimase in silenzio, mentre Zimone riconobbbe subito l'insegnante, ma disse che era morta durante l'invasione dopo che era stata completata. L'altra replicò che aveva lasciato che i phyrexiani la prendessero per dimostrare le sue teorie sulla trasformazione e le sue ricerche, che aveva finalmente compreso tutto e le chiese di avvicinarsi a lei in modo da poterle insegnare. La giovane fece un passo nella sua direzione, ma Tyvar la bloccò ricordandole che l'aveva vista morire e chiedendole perchè stesse cercando di convincerla ad andare da lei. L'ombra di Kianne lo guardò con ostilità e disse che si stava intromettendo in affari che non lo riguardavano. L'elfo rispose che senza la sua amica non sarebbe riuscito a uscire da quella Casa e non aveva nessun intenzione di lasciare che la sua storia finisse in quel luogo incompiuta e non raccontata. L'altra replicò che agiva per egoismo e Tyvar rispose che stava interferendo perchè lei era un inganno, una trappola della Casa. Le sue ultime parole fecero tornare in sè Zimone e l'Illusione di Kianne gettò la sua maschera di gentilezza e poi l'attaccò. Tyvar protesse la giovane, ma appena scelse di combattere vide la sua morte attraverso il gettone del destino di Aminatou, che si consumò. Il ricordo rimasto fece capire all'elfo ciò che doveva fare: usò la sua magia per camuffare temporaneamente se stesso e Zimone come parte del tessuto della Casa, permettendo loro di eludere le sue minacce. Tuttavia, mentre proseguivano la trasformazione iniziò a consumare i loro corpi e le loro menti, fondendoli nella Casa stessa. Fortunatamente per i due, il gettone del destino di Zimone le permise di rendersi conto che si sarebbero fusi nella Casa stessa e convinse Tyvar a farli tornare normali. Con entrambi i gettoni del destino consumati, i due continuarono la loro fuga.
Incontro con Marina[]
Per evitare gli orrori della Casa, Tyvar e Zimone continuarono a camuffarsi con la magia di trasmutazione dell'elfo, tornando normali appena uno dei due iniziava a sentire i pensieri oscuri della Casa. Proseguendo, i due videro una giovane ragazza e notarono che intorno a lei l'ambiente della Casa era normale. Zimone disse che l'aveva già vista in una vecchia foto, ma era impossibile che fosse ancora così giovane e Tyvar suggerì che forse era un fantasma. Decisero di tornare normali rivelando la loro presenza e l'altra si spaventò, ma dopo essersi calmata si presentò come Marina Vendrell, proprietaria della Casa. I tre iniziarono una discussione, ma Marina non riuscì ad accettare le loro parole considerandoli scherzi della sua mente. Fuggì e la sua reazione spinse la Casa ad attaccare Tyvar e Zimone costringendoli a nascondersi, ma prima recuperarono il suo diario e leggendolo scoprirono che le azioni della ragazza avevano permesso a Valgavoth di consumare tutto ciò che lo circondava, trasformando la Casa in un'entità vivente, prendendo il controllo dell'intero piano.
Fine dell'orrore[]
Successivamente trovarono Nashi, la Viandante e Niko imprigionati daL Culto di Valgavoth e ad un passo dall'essere consumati dal demone. Usando il loro camuffamento riuscirono a liberare i compagni.
Mentre i quattro iniziarono uno scontro con i cultisti e il loro signore, il nezumi recuperò la peramena di sua madre. Anche se ebbero la meglio sui servitori non riuscirono a sconfiggere Valgavoth che stava per colpire la Viandante. In quel momento arrivò Kaito che ferì il demone con un attacco a sorpresa. Approfittando del vantaggio, Tyvar e i suoi compagni riuscirono a fuggire dalla Casa grazie ad una Via dei Presagi artificiale temporanea creata da Alquist Proft.
Dopo il salvataggio di Nashi, Tyvar e Niko decisero di andare a Strixhaven con Zimone perchè interessati a partecipare a Torre del mago.
Referenze[]
- Rappresentato in:
- Tyvar il Bellicoso
- Tyvar Kell
- Tyvar, il Distruttore
- Tyvar, Lottatore Esultante
- Mostrato in:
- Assalto di Valgavoth
- Caduta dell'Impostore
- Colpo Coordinato
- Compagnia a Raccolta
- Lotta per Skemfar
- Opposizione di Tyvar
- Riunire la Squadra
- Rottura della Scintilla
- Testi di colore:
- Crescendo Fiammeggiante
- Rinascita Nociva
- Viminide dell'Incendio Indomabile
Galleria[]
Galleria
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Curiosità[]
- Tyvar è solo l'ultimo figlio adolescente di Hraldir Kell, mentre Harald è molto più anziano.
- Tyvar porta con sé dei souvenir dai piani che visita, dato che credeva fossero dei reami perduti.
- Tyvar è il primo elfo maschio planeswalker ad essere stato introdotto.
Collegamenti esterni[]
Espansioni | Kaldheim • L'Avanzata delle Macchine
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Luoghi | Axgard • Bretagard • Gnottvold • Immersturm • Istfell • Karfell • Littjara • Skemfar • Starnheim • Surtland • Reame degli Dei
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Storia | Battaglia per Bretagard • Invasione di Nuova Phyrexia
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Nativi | Tyvar Kell
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Pubblicazioni | La guida per i planeswalker a Kaldheim • Le leggende di Kaldheim
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Approfondimenti | Altro • Gruppi • Luoghi • Personaggi • Razze • Visitatori |