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Sottopagine:

Tezzeret è un artefice umano planeswalker che usa il mana blu e nero, originario di Alara.

Descrizione[]

Maestro del Metallo[]

Alla ricerca della perfezione del corpo e della mente, la sua specialità sono le magie da artefice: incantesimi che forgiano e manipolano gli artefatti, a volte persino dando loro la vita. Si unì ai Cercatori del Carmot per poter apprendere gli insegnamenti di Crucius custodite nel codex etherium, ma scoprì che le loro erano solo menzogne. Successivamente, in cambio della sua vita, l'artefice fu costretto ad accettare la schiavitù e a servire Nicol Bolas, ma col tempo riuscì a strappare dalle grinfie del drago antico la sua organizzazione e a separarsi da lui. Ha un temperamento molto aggressivo e una natura priva di scrupoli. La sua forza motrice primaria è una brama di potere e conoscenza, è incline a punire coloro che lo deludono, in modo grave e spesso brutale (se ne ha bisogno in futuro) o addirittura ucciderli se non gli servono più. È sempre alla continua ricerca di un'opportunità per acquisire potere e volgere la situazione a proprio vantaggio. Cadde nuovamente sotto il controllo di Bolas dopo che venne sconfitto da Jace Beleren. Attese pazientemente l'occasione per liberarsi dal suo dominio, e dopo la sconfitta di Bolas nella Guerra della Scintilla fu finalmente libero, ma a causa degli effetti negativi del Ponte Planare si ritrovò costretto ad allearsi con Elesh Norn per sopravvivere. Col suo supporto i phyrexiani di Nuova Phyrexia iniziarono ad essere una minaccia per tutto il multiverso trovando anche il modo di completare i planeswalker. Tuttavia, col passare del tempo, l'artefice capì che la Madre delle Macchine non aveva intenzione di mantenere la sua promessa e ciò lo spinse a iniziare a fare il doppiogioco passando informazioni anonime ai Guardiani. Tuttavia, prima dell'inizio dell'Invasione di Nuova Phyrexia nel Multiverso, i suoi servigi per i phyrexiani spinsero Norn a concedergli la sua ricompensa: un nuovo corpo di Darksteel. L'operazione venne eseguita perfettamente da Jin-Gitaxias che però aveva scoperto il suo tradimento e provò a trasformarlo in phyrexiano, ma l'artefice riuscì a fuggire viaggiando nella cieca eternità.

Storia[]

Primi anni[]

Adolescenza[]

Nacque in una famiglia povera, i suoi genitori non si presero mai cura di lui e non gli diedero nemmeno un nome. Suo padre era un uomo violento e sua madre una prostituta che era diventata troppo vecchia per continuare il suo mestiere. Nonostante l'ambiente tossico in cui crebbe, non era debole rispetto ai suoi coetanei. Furono i suoi "pari" a dargli il nome "Tezzeret" per via di un'arma improvvisata che lui portava sempre con sé. Ha raggiunto questo nome durante il suo primo atto di violenza calcolata, accoltellando un ragazzo più grande che lo aveva maltrattato.

La vita di Tezzeret cambiò a sette anni, il giorno in cui sua madre morì. Mentre si trovava a Bassa Vectis con suo padre, vide un uomo investito dalla carrozza di un mago che proseguì il suo percorso senza curarsi dell'uomo che aveva travolto e ucciso. Fu allora che suo padre pronunciò una frase che avrebbe cambiato la visione del mondo di Tezzeret per sempre "Il forte prende quello che vuole ai deboli, e su Esper non c'è forza superiore ai maghi", Tezzeret giurò che sarebbe diventato un mago un giorno in modo che nessuno potesse prendere mai niente da lui. Il giorno dopo iniziò ad aiutare suo padre a cercare metallo nei pozzi neri. Fu durante quel periodo che scoprì il suo talento naturale per la rabdomanzia che gli dava la capacità di trovare i metalli molto più facilmente rispetto a suo padre che smise di lavorare per poter vendere i reperti che il figlio gli procurava. La mancanza di diligenza dell'uomo permise a Tezzeret di iniziare a rubare etherium all'età di nove anni. A volte si faceva intenzionalmente scoprire da suo padre e riceveva delle violenti punizioni, ma, in cambio riusciva a rubare ancora più metallo quando suo padre lo credeva pacificato.

All'età di undici anni, Tezzeret aveva rubato un totale di 200 grammi di etherium, molti dei quali nascosti nei capelli e sotto la pelle. grazie al suo piccolo investimento poté fuggire da suo padre abbandonandolo a se stesso e iniziare a raggiungere il suo obiettivo.

Istruzione[]

Tezzeret divenne l'apprendista di un artigiano subito dopo aver lasciato la sua casa. Egli assunse un nuovo nome e giurò al suo maestro che sarebbe rimasto a studiare con lui per sette anni, ma, quando dopo soli tre anni apprese tutto quello che il suo maestro aveva da insegnargli fuggì via e si mise a cercare pezzi di etherium nascosti nella città che insieme ai materiali che già possedeva gli permisero di unirsi alla gilda dei meccanici. Egli usò un terzo della sua fortuna per poter studiare un solo anno. Tezzeret ha cercato di essere un maestro nel manipolare artefatti magici in contrapposizione ai semplici artefatti che conosceva già. Risultati che di solito si raggiungevano dopo diciasette anni, Tezzeret li raggiunse dopo soli cinque anni eclissando molti dei suoi compagni ricchi e viziati, avendo sviluppato un apprezzamento nel non sprecare materiale. Questa sua caratteristica gli valse il grado di operaio molto presto e gli permise di guadagnare l'etherium di cui aveva bisogno. A diciannove anni Tezzeret recise il suo braccio destro e lo sostituì con un braccio di etherium di oltre dieci chili di valore del metallo. Un sogno che aveva iniziato a coltivare quando aveva iniziato a rubare a suo padre. Vedendo ciò che aveva fatto, i maestri della gilda lo elevarono al rango di maestro ma a Tezzeret non importava, se ne andò dalla gilda e non tornò più procedendo direttamente verso l'Accademia dei Cercatori.

La Caduta del Cercatore[]

Tezzeret ottenne l'ingresso nell'Accademia di Vectis, il suo obiettivo era diventare un cercatore, ma dopo essere stato sconfitto in un duello da Silas Renn, le sue capacità vennero considerate non idonee e non degno di entrare a far parte nei ranghi dei richiedenti. Suo padre non gli offrì alcun supporto in quanto sperava che il figlio tornasse ad aiutarlo, ma Tezzeret era irremovibile voleva essere ammesso e andò all'Accademia durante la notte per chiarire le qualità delle sue prestazioni al preside Ammalat Pannex. Scoprì cosi che sarebbe stato espulso in parte a causa delle sue origini umili, e per evitare di essere mandato via uccise Pannex staccandogli la testa con il suo braccio di etherium così potè continuare i suoi studi all'Accademia.

Tre anni dopo, Tezzeret diventò un cercatore ma venne ugualmente disprezzato dai suoi colleghi e guardato dall'alto in basso. In quel periodo Renn ottenne un nuovo cuore apparentemente forgiato con nuovo etherium. Questo mandò Tezzeret su tutte le furie e decise di introdursi nella stanza del codex etherium per impadronirsi dei segreti del tomo. Scoprì cosi che il tomo era una truffa, le sue pagine erano vuote, e si sentì tradito. Scoperto dalle guardie, venne brutalmente picchiato e quando fu sul punto di essere ucciso, ascese, viaggiando senza guida nella cieca eternità. Perse i sensi e quando si risvegliò era su Grixis. Miracolosamente riuscì a sopravvivere alle difficoltà e agli attacchi dei mostri di Grixis. Nonostante le sue condizioni raggiunse e incontrò Nicol Bolas che gli offrì il potere in cambio di servitù.

Dopo la sua ascensione Tezzeret costruì segretamente la sua struttura di agenti all'interno del Consorzio Infinito di Bolas e in un colpo solo ha orchestrato l'assassinio di tutti i capi delle cellule di alta posizione che erano direttamente subordinati di Bolas e li sostituì con i suoi fedeli agenti ed effettivamente assunse la guida del Consorzio.

Su Kamigawa[]

Alcuni anni prima degli eventi narrati in Agents of Artifice, Tezzeret si recò su Kamigawa dove creò un prototipo del Chip della Realtà con l'aiuto dei Futuristi Saiba. Successivamente, durante la notte riuscì a infiltrarsi a Eiganjo, dove arrivò senza ostacoli nel Tempio di Kyodai. Cercò di usare il prototipo del Chip per controllare Kyodai ma venne fermato dall'imperatrice che lo attaccò. Durante il loro scontro la scintilla di lei si accese a causa del Chip facendola viaggiare nella cieca eternità. Tuttavia, la presenza del giovane Kaito, arrivato in cerca della sua amica, fece decidere a Tezzeret di andarsene prima dell'arrivo di altri nemici. Balzò verso il balcone aperto e l'altro lo inseguì sui tetti, cercando di catturarlo ma non fu un problema per l'artefice che subito dopo viaggiò su un altro mondo.

Agents of Artifice[]

Tezzeret cercò personalmente Jace Beleren per persuaderlo ad entrare all'interno del Consorzio Infinito. Dopo aver speso molto tempo nell'allenare il mago mentale, Tezzeret rivelò che Jace era la sua arma contro Nicol Bolas, che provava un forte rancore per l'artefice che lo aveva tradito, anche se dal punto di vista di Tezzeret era Bolas il traditore visto che era l'ombra dietro la menzogna dei cercatori. Tezzeret arruolò Jace per via del suo dono della telepatia in modo da impedire a spie di Bolas di infiltrarsi nel Consorzio.

Quando un agente di Nicol Bolas contattò l'artefice per una trattativa su un piano sconosciuto, Tezzeret porta Jace con sè per evitare che Bolas sondi la sua mente. Bolas dialoga con entrambi e alla fine Jace viene distratto dal drago anziano che supera le sue difese mentali e legge molte informazioni della mente di Tezzeret. L'artefice è sconvolto e i due planeswalker sono costretti alla fuga visto che Bolas aveva assoldato dei mercenari barbari per ucciderli.

Dopo questo fallimento, Tezzeret da un ultimatum a Jace, non può più fallire, ma il mago mentale si rifiuta di svolgere una missione che va contro la sua morale e scappa dal consorzio scatenando l'ira dell'artefice, che cominciò a sognare la morte di Jace considerando il tradimento del mago mentale uno spreco di tempo e risorse. Deciso a catturare Jace e a trovare un modo per piegarlo al suo volere, Tezzeret comincia una feroce ricerca su Ravnica per trovare il mago mentale consapevole che Jace non avrebbe abbandonato il piano perchè non avrebbe potuto portare Kallist con se e l'artefice sapeva che Jace non avrebbe mai abbandonato il blademaster che era diventato come un fratello per lui.

In seguito, il santuario dell'artefice su Kamigawa viene attaccato da Jace e dalla sua amante Liliana, durante l'attacco il tradimento di Liliana viene alla luce e Tezzeret riesce a catturare il mago mentale, mentre impiega mesi per costruire un manufatto che gli permetta di dominare la mente di Jace senza distruggere le sue abilità. Ordinò a Baltrice di torturare ripetutamente Jace. Il mago mentale si libera dalla sua prigione e attacca nuovamente il santuario di Tezzeret e nello scontro finale con l'artefice, Jace usa una lama di mana (rubata al suo ex-maestro) per tagliargli il braccio di etherium impedendo a Tezzeret di utilizzare il mana assorbito e memorizzato nel braccio e spezza la sua mente lasciando il Consorzio senza un leader.

Alla fine Nicol Bolas rivela che a mettere Jace contro Tezzeret era stato il piano di Liliana Vess in modo che l'antico drago avesse potuto recuperare il controllo del suo Consorzio che l'artefice aveva rubato dodici anni prima e in cambio avrebbe aiutato la necromante a risolvere il suo problema. Bolas recuperò il corpo martoriato e privo di mente di Tezzeret e portò l'artefice al suo Reame di Meditazione. Impiegò tre anni per rigenerare Tezzeret.

La cripta dei Fomori[]

Nove anni prima degli eventi di Banditi di Crocevia Tonante, quando era ancora il leader del Consorzio Infinito, Tezzeret inviò Jace su Crocevia Tonante, per indagare su una cripta dei Fomori. Secondo le informazioni dell'artefice, Nicol Bolas temeva ciò che era custodito all'interno del caveau le cui difese e sistemi di sicurezza impedivano di entrare all'interno.

Quando il telepate tornò lo informò che nelle profondità della cripta aveva percepito una mente addormentata, infantile e tranquilla. A quelle parole Tezzeret si limitò a ridere e i due non parlarono più della cripta.

Blocco di Cicatrici di Mirrodin[]

Dark Discoveries[]

Nonostante gli ordini di Nicol Bolas, Tezzeret non viaggiò su Mirrodin. L'artefice dopo aver scoperto il segreto dell'eterium, recise nuovamente il suo braccio destro e lo sostituì con un nuovo braccio d'eterium e per diventare ancora più potente, oltre al braccio, sostituì con l'eterium altre parti del suo corpo tra cui le gambe e sulla sua fronte due sottili linee sopra gli occhi.

Mentre stava svolgendo i suoi "affari", Tezzeret venne interotto da un demonietto mandato dal drago anziano per riferirgli nuovamente la sua missione: andare su Mirrodin e infiltrarsi nella città dei vedalken per impedire che i phyrexiani si riunissero sotto un unico leader.

Dopo aver ignorato gli ordini per ben tre volte, Tezzeret ricevette la visita di Nicol Bolas. L'artefice rispose alle domande sarcastiche dell'antico drago affermando che non poteva obbligarlo a fare qualcosa che non avesse voluto fare. Bolas gli rispose tranquillamente divertito, affermando che entrambi sapevano che le sue parole erano false, poi gli mostrò il piano di Mirrodin.

Su Mirrodin, Tezzeret attese la sua guida sulla spiaggia del mare di mercurio e dopo un lungo tempo, sentì una voce che chiese "Tezzeret il cercatore?" L'artefice si voltò e vide il vedalken pensando che fosse trascorso molto tempo dall'ultima volta che qualcuno lo chiamasse con il suo vero nome.

Tezzeret parlò col vedalken che gli iniettò un siero, dicendo che lo avrebbe reso immune all'olio per poi sparire nel nulla lasciando l'artefice col dubbio che fosse solo un'illusione. Tezzeret si gettò nel mare di mercurio e nuotò nelle sue profondità dove venne catturato dai phyrexiani di Jin-Gitaxias. Non si preoccupò in quanto planeswalker, poteva fuggire quando voleva, ma Bolas gli aveva dato ordini precisi e cosi aspettò l'evolversi degli eventi. Venne portato di fronte al pretore, che vedendo il metallo sul corpo dell'artefice, diede l'ordine di portarlo nel suo laboratorio per poter studiare il suo strano materiale e renderlo un vero phyrexiano. Tezzeret reagì a quelle parole rilasciando un getto di mana nero che respinse tutti i phyrexiani, per poi rivolgersi direttamente al pretore dicendogli che lui non era lì per combattere ma per parlare.

Jin-Gitaxians gli disse che gli avrebbe permesso di vedere il padre delle macchine e Tezzeret lo ringraziò. Il pretore però guardandolo negli occhi disse anche all'artefice che se lui avesse osato colpirlo nuovamente, lo avrebbe vivisezionato personalmente. Tezzeret ricambiò lo sguardo in silenzio.

Venne portato nella sala del trono nel nucleo di Mirrodin e sebbene l'artefice non volesse inchinarsi, fu colpito al ginocchio e costretto dai phyrexiani a inginocchiarsi. Pensando a come poter sfruttare meglio la situazione, decise per il momento di fingersi un servitore fedele. Alzò lo sguardo e rimase impressionato quando vide il padre delle macchine: Karn.

La Ricerca di Karn[]

All'interno della gerarchia phyrexiana, Tezzeret si fece strada fino ad arrivare vicino a Karn come uno dei suoi consiglieri, insieme a Glissa e Geth.

Durante una riunione nella sala del trono organizzata da Glissa, l'artefice e Geth ebbero un breve scambio di opinioni e le parole sarcastiche di Tezzeret fecero infuriare Geth, che tentò di colpirlo con una mano artigliata alla gola. Tezzeret, molto più potente del signore della volta, lo allontanò facilmente. Geth si preparò a colpirlo con l'altro braccio, ma l'altro lo fermò dicendo che se avesse utilizzato il suo braccio d'eterium, avrebbe afferrato qualcosa di anatomico. Quando Geth comprese che l'artefice si riferiva alla sua testa, si infuriò ancora di più, ma si tirò indietro. Glissa decise finalmente di comunicare il motivo della riunione: una femmina umana è immune all'olio ed era necessario catturarla per poterla studiare. In quel momento, spinto dalla sua follia, Karn distrusse un muro vicino con un pugno e Tezzeret cercò di immaginare quello che un colpo del genere avrebbe fatto a Glissa o Geth e se uno dei due avesse avuto il coraggio di evitare il colpo. Sapeva che se Karn avesse provato a colpirlo si sarebbe difeso, indipendemente dal rispetto che provava per lui. Tezzeret provava ammirazione per quello che Karn aveva creato, un mondo di metallo e per la sua maestria nella manipolazione e creazione degli artefatti e vedere un magnifico artefice portato a quel livello di sottomissione era molto doloroso per lui.

In seguito l'artefice mandò uno dei suoi myr per guidare Venser, Koth e Elspeth da lui nel nucleo di Mirrodin. Quando Elspeth lo vide lo riconobbe come un mago di Esper e gli parlò con disprezzo. Tezzeret le rispose con sarcasmo guardando la donna in modo strano, come se le stesse leggendo la mente, per poi affermare che non era loro nemico. In quel momento una fazione di phyrexiani opposta a quella controllata dall'artefice attaccò e grazie anche all'aiuto di Tezzeret, vennero sconfitti facilmente. Nonostante ciò, il trio continuò a non fidarsi di lui. Tezzeret affermò che se non volevano restare senza la sua guida, dovevano andare con lui.

I tre decisero di seguirlo e durante il cammino, Venser fece alcune domande a Tezzeret che si fece sfuggire alcune informazioni sulla fazione di Urabrask. Questi erano diversi dagli altri, in quanto stavano iniziando a sviluppare una certa sensibilità limitata. Tezzeret portò i compagni in una sala operatoria e dopo che Elspeth distrusse tutti i phyrexiani, liberarono Melira, una mirran reietta nata senza alcun metallo sul corpo. Tezzeret affermò che lei era il suo dono per loro e che era immune all'olio di phyrexia, poi se ne andò.

Nonostante abbia aiutato il trio, Tezzeret mandò i suoi phyrexiani ad attaccare il campo dei ribelli. Nel nucleo, quando Venser e Elspeth vennero catturati dai phyrexiani, rimasero in vita solo grazie agli ordini dell'artefice, che li voleva consegnare a Glissa vivi. Tezzeret rispose alle loro domande affermando che stava cercando Melira non rivelando il motivo, ma affermando che non era consapevole della sua capacità di guarire gli altri dall'olio. Quando i due planeswalker vennero salvati da Melira e Koth, durante la fuga furono accerchiati dai phyrexiani guidati da Glissa, sopravvissuta all'esplosione provocata da Venser, che però chiuse il passaggio dietro di lei.

Mentre l'elfa scherniva i fuggiaschi, Tezzeret comparve insieme alle sue forze e Glissa gli chiese cosa voleva fare visto che il piano era diverso. L'artefice le rispose che aveva aiutato a far fuggire Melira per fare uscire Glissa allo scoperto, in un luogo dove lei non poteva fuggire per poterla uccidere. Glissa le rispose che senza di lei non sarebbe mai riuscito a controllare il padre delle macchine e Tezzeret le rispose che Karn perdeva olio dal corpo perchè stava cercando di resistere alla corruzione e non voleva diventare leader dei phyrexiani. Le forze di Tezzeret e Glissa iniziarono a scontrarsi dando a Venser e al suo gruppo la possibilità di fuggire verso la sala del trono.

Una nuova missione[]

Dopo il suo scontro con Glissa e l'aumento di potere da parte di Elesh Norn sui suoi fratelli, Tezzeret "partecipò" all'incontro tra i pretori per decidere chi fosse degno di diventare il nuovo padre delle macchine. Riuscì a sopravvivere all'esplosione causata dalla bomba di mana di Koth, ma le sue ambizioni su Nuova Phyrexia ebbero ugualmente fine, venne infatti richiamato da Nicol Bolas per eseguire una nuova missione su un altro piano. 

Blocco di Kaladesh[]

Tezzeret viaggiò su Kaladesh dove riuscì a diventare giudice capo della Fiera degli Inventori.

Fiamma di sfida[]

Tezzeret scivolò attraverso Ghirapur, evitò le strade principali e rimase in disparte con movimenti a zig zag che lo portavano tra un negozio e l'altro. Strinse il cappuccio intorno al volto, mantenendo la sua identità nascosta alle pattuglie e ai totteri. Nessuno incrociò il suo cammino per la Fiera degli Inventori. Arrivato si lasciò avvolgere dal ronzio della Fiera e si mise ad ascoltare, tenne il volto e il braccio nascosti, non più per evitare i soldati del Consolato, bensì per camminare liberamente tra i frequentatori della Fiera. Gli inventori lo avrebbero riconosciuto istantaneamente e avrebbero interrotto il suo lavoro. Non poteva permetterselo, doveva completare la sua missione prima che chiunque riuscisse a individuarlo. Si infilò nel flusso della folla e ascoltò, seguendo le loro parole verso il suo obiettivo. Era già buio nel momento in cui trovò i segni di ciò che stava cercando; una fila di giovani uscì di corsa dai banchi in ombra del Circuito Ovale e l'artefice vide che dagli zaini sulle loro schiene spuntavano le gambe di rame dei loro automi non del tutto legali: inventori rinnegati. Li intercettò, cercando di non dare nell'occhio, e mostrò la sua mano di carne in modo da far vedere il simbolo della Guglia Stillante nascosto all'interno del guanto. Una nana se ne accorse e strinse la mano, mettendo a contatto i loro simboli e gli disse che per quella notte avevano finito. Tezzeret rispose che non era alla ricerca di etere e spiegò che stava cercando una collega e si augurava che lei sapesse dove la sua dimostrazione sarebbe avvenuta l'indomani. Utilizzò una magia discreta per analizzare il contenuto della sacca della nana e scoprì che il suo automa aveva un modulo ascoltatore e soddisfatto si disse che doveva solo continuare a farla parlare. La nana stava iniziando con cautela a cercare un cottatto visivo per intravedere il suo viso, poi rispose che c'erano un sacco di dimostrazioni e chiese di chi stava parlando. Lui rispondeva con informazioni parziali, ma adatte alla figura di un attento rinnegato e rispose che chi stava cercando aveva detto di non fare alcun nome, doveva solo incontrarla e chiese se non avesse sentito nulla. Nel frattempo, la magia successiva di Tezzeret stava facendo il suo dovere: il piccolo modulo ascoltatore obbedì ai suoi ordini e si estrasse dal dispositivo, uscì silenziosamente dallo zaino e si infilò nella tasca della sua giacca. Lei rispose che le dispiaceva, ma non sapeva di chi o cosa stesse parlando. Tezzeret sapeva che la nana era una collega della persona che stava cercando, fece un ampio sorriso come scusa e disse che non le avrebbe fatto perdere altro tempo. L'altra chiese come lo potevano contattare se sentivano qualcosa della sua amica o come si chiamasse, lui si voltò, le augurò semplicemente una buona serata e se ne andò. Tezzeret diede un'occhiata al modulo in rame decorato che aveva in mano. Mentre camminava lo attivò mentalmente, rivelandogli tutto ciò che aveva registrato: conversazioni, orari, date e un luogo.

Si mosse tra la folla, si infilò in un'area riservata e si fermò solo quando raggiunse una signora. Abbassò il cappuccio e puntò verso la donna la sua mano destra di metallo. L'artefice la chiamò condottiera dei rinnegati; finalmente l'aveva trovata e non le avrebbe permesso di danneggiare la sua Fiera. Lei replicò che l'avrebbero fermato, se non quel giorno, in un'altra occasione. Improvvisamente Tezzeret venne afferrato da qualcuno che lo fece voltare. Riconobbe Liliana Vess che lo osservava con disprezzo.

La condottiera dei rinnegati[]

Tezzeret vide la necromante insieme a un'altra donna. L'artefice venne raggiunto dal ministro delle ispezioni, Dovin Baan, arrivato in compagnia di un'elfa. I soldati del Consolato si materializzarono fra loro, formando una parete di carne e metallo con Tezzeret, Dovin e la condottiera dei rinnegati da un lato e le tre donne planeswalkers dall'altro. Tezzeret sentì Dovin dare istruzioni per occuparsi della piromante che aveva iniziato ad attaccare le macchine. Improvvisamente la condottiera parlò e disse di essere Pia Nalaar, era pronta a essere presa in custodia dal Consolato. Imperturbato Tezzeret fece cenno ai soldati di avanzare verso la donna e disse di mostrare alla criminale la sua nuova residenza. Dopo che le manette si chiusero sui polsi di Pia, Dovin chiese speranzoso se potesse effettuare la massima sicurezza e Tezzeret rispose impaziente di fare tutto ciò che riteneva opportuno, poi si concentrò sulle altre tre donne che però fuggirono via.

Nella stessa arena[]

Per favorire i suoi piani, Tezzeret organizzò uno scontro tra lui e Pia Nalaar durante la Grande Esibizione: una battaglia di artefici che avrebbe concluso la Fiera degli Inventori. Dopo che Rashmi venne eletta vincitrice del primo premio, Tezzeret entrò nell'arena e dall'altro lato Pia venne costretta a fare lo stesso. Per ognuno di loro vi era un contenitore con dentro materiali per poter costruire artefatti per la battaglia. Il presentatore dette il via, Tezzeret iniziò con velocità a montare i suoi pezzi e Pia fece altrettanto e le prime creature meccaniche si scontrarono. Continuarono con la loro sfida, ma per quanto le invenzioni di Pia fossero astute, Tezzeret riusciva sempre a superarla con qualcosa di più veloce, più forte e più duraturo; i suoi dispositivi iniziarono a divorare quelli di Pia. La donna venne sconfitta, Tezzeret si avvicinò a lei e le disse che aveva perso e che ora lui avrebbe amministrato la giustizia per i suoi crimini. Abbassò il braccio e le sue creazioni metalliche si lanciarono all'attacco per ucciderla. Fortunatamente per lei, sua figlia Chandra intervenne salvandola. Consapevole dell'identità della piromante, Tezzeret le chiese se volesse unirsi alla sfida che sua madre aveva appena perso e l'altra replicò che era lì per sconfiggerlo. Cinque soldati del Consolato si avvicinarono e la circondarono, pronti ad arrestarla, ma lui alzò una mano e li fermò. Si rivolse a Chandra e disse che avrebbero combattuto, ma non sarebbe stato uno scontro equlibrato. I suoi automi fecero un passo avanti. Chandra divise in due una palla di fuoco che aveva evocato e rispose che nessuno aveva parlato di uno scontro equilibrato. Le guardie dietro di lei cambiarono aspetto mentre l'illusione svaniva rivelando gli amici della piromante. Tezzeret fece un quasi impercettibile passo all'indietro, ma in realtà era tranquillo: era consapevole della loro venuta e aveva già protetto la sua mente dagli attacchi telepatici di Jace.

Dopo che tutti i suoi automi vennero distrutti, la Sovrana Celeste riempì il cielo con la sua forma maestosa, più ampia dell'intera arena. Un'enorme torretta roteò sul lato inferiore crepitando di etere, con il cannone diretto verso il basso senza fare fuoco. Con un ghigno dichiarò all'intera arena che la Fiera degli Inventori si era conclusa e che ringraziava i brillanti inventori di quel mondo; fece un magnanimo inchino, si sollevò e poi salì a bordo dell'aeronave. Il suo vero scopo aveva avuto successo: era riuscito a rapire alcuni inventori tra cui Rashmi e a portare via tutti i dispositivi e i progetti esposti alla Fiera.

Un Consolato riconoscente[]

Ritiratosi nella Guglia Eterea, Tezzeret venne raggiunto da Dovin, che mise una mano sul braccio di metallo dell'artefice per poi ritirarla subito dopo. Chiese cosa stesse succedendo, facendogli comprendere che si riferiva al caos della Fiera degli Inventori, reclamando spiegazioni sulle circostanze che avevano reso necessario quelle misure così aggressive di confisca. Tezzeret accusò Dovin di non aver calcolato la banda di sei planeswalkers che avevano interrotto la Grande Esibizione per poi scomparire insieme a Pia. Dovin chiese nuovamente il perchè della confisca delle invenzioni in modo così impacciato e brutale; quelle azioni erano utili solo a rafforzare chi era contrario al Consolato. Tezzeret disse che non doveva preoccuparsi, non stavano rubando le invenzioni, ma mettendo al sicuro per impedire che venissero danneggiate da un attacco dei Rinnegati. Quei dispositivi non erano stati messi alla prova in modo meticoloso e quindi non erano sicuri; non potevano lasciare che tutta quella tecnologia abusiva rimanesse in circolazione in città. Dovin rispose che non era necessario influenzare la sua opinione a riguardo, aveva ragione, ma sarebbe stato più produttivo spiegare i loro gesti invece di inviare gli esecutori di Ranaj a strappare i dispositivi dalle mani dei loro proprietari. Tezzeret rispose che non c'era tempo per farlo e l'altro disse che utilizzare del tempo per mantenere la pace e la sicurezza pubblica fosse una scelta ragionevole. Entrambi sapevano che quei dispositivi avevano un enorme potenziale distruttivo e gli Inquirium del Consolato potevano prenderlo, svilupparlo, raffinarlo e perfezionarlo. Dovin disse che un tale sviluppo era essenziale al piano della Fiera fin dall'inizio: l'avanzamento della tecnologia per il miglioramento della società sotto l'attenta supervisione del Consolato. Tezzeret disse che non c'era nessuno migliore di lui per quel compito, ma prima di affidargli quel lavoro era necessario che lui gli spiegasse qualcosa e chiese se fosse stato lui a portare lì i sei planeswalkers. Dovin spiegò che aveva invitato alcuni di loro come sicurezza per il problema rappresentato dai Rinnegati, ma loro avevano rifiutato il suo invito; successivamente però Chandra Nalaar era giunta di sua iniziativa e lui aveva quindi portato solo Nissa sul piano che era in cerca dell'amica. Tezzeret appoggiò la sua mano di carne sulla spalla dell'altro e disse che la sua preveggenza era importante per lui e che la sua interazione con quei planeswalkers sembrava un errore non da lui. Dovin si stizzì e rispose che la sua decisione era stata ottima in base alle informazioni che lui gli aveva dato. Tezzeret rispose che l'avevano sfidato nell'arena e ora era costretto ad agire rapidamente e in modo impacciato, come aveva notato correttamente: gli avevano forzato la mano. Flettè il braccio di metallo e l'altro fece un passo indietro. Dovin doveva porre rimedio e i rinnegati dovevano essere fermati. Lui aveva bisogno di essere al sicuro all'interno di un inquirium, senza timore di essere attaccato. Gli ordinò di far immagazzinare e catalogare le invenzioni confiscate per le sue esplorazioni e che il Baluardo doveva essere al massimo livello di allerta, pronto ad affrontare eventuali minacce: dovevano ricordare agli altri chi era al comando. Dovin chiese per quale motivo gli servisse un inquirium e Tezzeret rispose che doveva portare avanti le sue ricerche e che il lavoro di Rashmi per la Fiera aveva delle implicazioni sconcertanti ben maggiori rispetto a quella piccola ribellione; il suo lavoro era su quello mentre il resto delle invenzioni sarebbero state di Dovin dopo che avesse sistemato le altre problematiche. Dovin rispose che lo avrebbe fatto e Tezzeret andò via.

La svolta[]

Alla Guglia Eterea, Tezzeret entrò nella stanza dove gli inventori della Fiera stavano lavorando sulle loro creazioni. Tutti guardarono verso di lui, che chiese di mostrargli i loro progressi. Insoddisfatto mandò via Bhavin, poi disse agli altri che erano ritenuti dei geni, ma doveva ancora averne la prova. Guardò Rashmi e disse di mostrargli dei progressi o di andarsene. Lei mostrò il suo lavoro, Tezzeret annuì e chiese del nucleo modulare. L'altra rispose che aveva iniziato a lavorarci e che non aveva avuto tempo di farlo prima perchè si era concentrata sull'aumento delle dimensioni del trasportatore. Tezzeret disse che le sue erano tutte scuse, lei si comportava come se le sue richieste fossero impossibili, ma lui era il suo patrono e lei era la vincitrice della Fiera degli Inventori, quindi pretendeva il massimo da lei. I due parlarono ancora e alla fine Rashmi comprese che per far funzionare correttamente la sua creazione avrebbe avuto bisogno di più etere per gestire l’aumento di dimensionalità spaziale. Tezzeret rispose che l'alimentazione sarebbe stata triplicata. Un funzionario fece notare che un aumento di tali proporzioni richiedeva un cambio di destinazione di una gran parte dell’alimentazione di etere. Tezzeret congedò l'uomo e quando Rashmi provò a parlare, lui si voltò e disse che avrebbe avuto l’etere che le serviva per operare più rapidamente. Quando lui sarebbe tornato per il prossimo controllo dei progressi, lei avrebbe spostato l’automa di Bhavin dall’altra parte e se non ci fosse riuscita, sarebbe stata terminata. Dopo che finì di parlare uscì seguito dai funzionari rimasti.

Quattro settimane dopo, Tezzeret entrò con un gruppo di funzionari da Rashmi, che era l'unica inventrice rimasta. La trovò sdraiata sul pavimento ricoperta di etere e disse che quella era una scena che non avrebbe voluto vedere quella mattina. Rashmi gli parlò sconclusionatamente di ciò che aveva visto grazie al suo trasportatore, dicendo che esistevano altre realtà e che non era più una questione di trasporto di materia, ma una questione di espandere il loro concetto di esistenza. Tezzeret rise, era divertente vedere il funzionamento delle piccole menti quando si trovavano di fronte a qualcosa che era molto più grande di ciò che potevano comprendere. Scosse allegramente la testa, il suo atteggiamento mutò all'improvviso e i suoi occhi si strinsero. Chiese se avesse terminato il trasportatore. Rashmi rispose di si e Tezzeret disse ai funzionari di iniziare con la prova. Lei disse di aspettare e spiegò che farlo lì era troppo pericoloso, non comprendevano gli sforzi che avrebbero potuto causare nelle dimensioni. Tezzeret rispose che lei aveva completato il suo compito e quella creazione ora era sua. Non aveva più bisogno di lei, quindi poteva andare via. Rashmi disse all'improvviso che il trasportatore non era ancora pronto e spiegò che un fusibile di etere era saltato appena prima del suo arrivo e mostrò le sue braccia macchiate di etere. L'artefice disse che gli aveva detto che l'aveva terminato, quindi aveva mentito. Lei rispose che aveva solo bisogno di installare un pezzo di ricambio. Tezzeret disse che nessuno poteva mentirgli e Rashmi replicò che non l'aveva fatto, il trasportatore era terminato e aveva solo bisogno di una piccola riparazione. Tezzeret disse che lei non l'aveva compreso; spiegò che nessuno gli mentiva perché poneva fine alla vita di chiunque osasse farlo. Era stato più paziente del solito con lei, ma ora la sua pazienza era terminata e ciò significava che anche la sua vita era giunta al termine. Alzò un dito e due funzionari afferrarono le braccia di Rashmi e la bloccarono. Le disse di sistemare il trasportatore e, se ci fosse riuscita, le avrebbe permesso di continuare a vivere. Rashmi disse che le servivano i suoi strumenti. Tezzeret aveva compreso le sue intenzioni e che, se voleva, poteva anche distruggere il trasportatore, ma l'avvertì che l'avrebbe uccisa, poi avrebbe portato lì Mitul e avrebbe fatto completare a lui il lavoro, poi lo avrebbe ucciso. Ordinò a due funzionari di andare a prendere Mitul. Dopo che i due uomini uscirono per eseguire l'ordine, lui disse che se non avesse terminato prima che fossero tornati con il suo amico, sarebbero morti entrambi. Rashmi barcollò verso la sala degli attrezzi e tornò con il fusibile di cui aveva bisogno, lo portò al suo banco da lavoro e aprì il registro per riportarne il numero di identificazione. Tezzeret chiese cosa stesse facendo e l'altra rispose che stava confermando dei calcoli. Inconsapevole delle vere intenzioni dell'elfa, Tezzeret disse che aveva detto che doveva solo sostituire un elemento e chiese se gli avesse mentito nuovamente. Rashmi rispose che doveva essere sicura che il fusibile non avesse creato altri problemi visto che lui gli aveva spiegato chiaramente che non poteva permettersi che la prova fallisse. Tezzeret si spazientì, era il momento della dimostrazione e Rashmi rispose che sarebbe stata lei a decidere quando iniziare visto che era l'inventrice. Infuriato Tezzeret la fece voltare e disse che lei non contava nulla; si trovava lì solo perché l’aveva voluto lui ed era viva solo perché lui lo aveva permesso. Avrebbe fatto ciò che diceva o l'avrebbe uccisa. La trascinò fino al trasportatore, dove l’automa di Bhavin era posizionato sotto l’arcata, pronto per la dimostrazione. Rashmi inserì il fusibile di etere e disse che il trasportatore era pronto. Tezzeret la spinse di lato e disse che lo avrebbe fatto funzionare lui. L'artefice abbassò la leva e il fusibile all’interno del nucleo modulare si ruppe e creò un corto circuito; contemporaneamente, l’automa riapparve sopra alla scatola di metallo che l'elfa aveva utilizzato tante volte come destinazione. Troppo grande per essere contenuto, l’opera di Bhavin ruppe la scatola, crollò sul vicino banco da lavoro e frantumò il vetro dell’enorme finestra sottostante. La variazione di pressione e la folata di vento di etere fecero volar via fogli e strumenti. Furibondo, Tezzeret corse verso di lei, ma Rashmi balzò nel foro appena creato riuscendo a fuggire e Tezzeret potè solo urlare la sua rabbia.

Incendiare[]

Tezzeret, a cui era stato dato il titolo di Gran Console Speciale sostenuto dai consoli per tutta la durata dell'attuale crisi, si trovava all'interno della Sovrana Celeste per studiare un piano per riprendere il controllo del Centro dell'Etere conquistato dai Rinnegati. Negli ultimi giorni si era adirato molte volte e nessuno poteva mettere in discussione l'efficacia delle sue sfuriate. Dopo che ricevette un altro messaggio negativo, minacciò la messaggera affermando che le sue parole erano solo scuse. Dovin intervenne e disse che quello era il rischio di una distribuzione di etere centralizzata e gli ricordò che Kambal aveva garantito che la struttura sarebbe stata protetta in modo che fosse impossibile da conquistare. Tezzeret si adirò e Dovin attirò nuovamente la sua attenzione con discrezione in modo che nessun altro potesse udirlo, dicendo che comprendeva l'efficacia del suo comportamento per mantenere il personale attento e ubbidiente, ma era dubbioso. Il furore di Tezzeret svanì tanto rapidamente quanto era apparso e i suoi occhi, freddi e calcolatori, si strinsero e scintillarono come un diamante. Con voce normale replicò che era necessario che il Centro dell'Etere tornasse sotto il loro controllo; Dovin era pagato per individuare i punti deboli e quindi gli chiese di svolgere il suo compito e trovare un modo per riconquistare la struttura. L'altro si avvicinò al tavolo strategico e spiegò il suo piano. Dopo averlo ascoltato, Tezzeret afferrò e tirò un condotto di comunicazione e ordinò a Baral di presentarsi sul ponte di comando, poi si rivolse a Dovin e spiegò che stava migliorando leggermente il suo piano: le due Nalaar avevano altri punti deboli. Mentre aspettavano l'arrivo del capitano, Dovin chiese il significato dei tatuaggi sulla sua fronte e Tezzeret rispose che il loro compito era di ricordargli un debito. L'artefice chiese quali punti deboli vedesse quando lo osservava e l'altro planeswalker rispose che riteneva che fosse più prudente che tenesse le sue conclusioni per sè. Tezzeret rise riconoscendogli che non era uno stupido.

Quando Baral arrivò, Tezzeret gli ordinò di distrarre i loro nemici: doveva infastidire le due Nalaar e attirarle lontano dal Centro dell'Etere insieme a chiunque altro dei loro amici fosse andato in loro aiuto. Dopo avrebbe potuto fare di loro quello che desiderava. Il capitano chiese se intendesse realmente l'ultima parte, Tezzeret sbatté tra loro gli artigli della mano di metallo e rispose che si trattava di traditori per il Consolato, se non si fossero arresi sarebbero andati incontro alla loro fine. Baral sogghigno e rispose che non potevano lasciare che dei maghi pericolosi fossero liberi di circolare. Si voltò per andarsene, ma Tezzeret lo richiamò e gli disse di portare la sua squadra: il ministro Dovin sarebbe andato col lui. Il capitano annuì e disse che sarebbero partiti dopo dieci minuti. Dopo che andò via il vedalken chiese spiegazioni e l'artefice disse che Baral era un mastino da assalto e lui sarebbe stato il suo guinzaglio: doveva lasciare che li mordesse, ma senza permettergli di lanciarsi al loro inseguimento. Dovin chiese del suo piano e Tezzeret rispose che ne avrebbe verificato l'esecuzione e che i riconoscimenti sarebbero stati di Dovin sia in caso di successo che di fallimento.

Marionette[]

Dopo che il Consolato riconquistò il Centro dell'Etere, alla Guglia Eterea Tezzeret si mise al lavoro per riparare il Ponte Planare. Si trovava tra gli anelli interni del portale, girato di spalle, intento a manipolare un macchinario. Un'ondata di fumosa oscurità attraversò la stanza, trasformandosi in un artiglio spettrale che gli avrebbe strappato l’anima e lo avrebbe ucciso. Poco prima di assestare il colpo, un ammasso di metallo si mise tra Tezzeret e la morte che lo stava per assalire; la magia necromantica si infranse su di esso e si consumò. Tezzeret si voltò, mentre la sua mano umana terminava di sistemare qualcosa nel suo braccio di eterium. Non apparve stupito di vedere Liliana Vess, né del suo attacco e chiese se "lui" l'avesse mandata a controllarlo. L'altra sembrò confusa dalla domanda e chiese di chi stesse parlando. Lui scosse la testa, si sistemò la manica delle vesti per coprire di nuovo la maggior parte del suo braccio di eterium, nascondendo uno strano bagliore che sembrava riprendere la turbinante luce del portale e solo dopo quel gesto le concesse la sua piena attenzione. Davanti al suo silenzio, Liliana rispose che era arrivata insieme agli altri planeswalkers. Tezzeret sogghignò, Dovin Baan si era riferito a loro come "I Guardiani". Chiese se fossero arrivati lì per vedere il suo sontuoso portale e, con un ampio movimento della mano metallica, indicò l’anello intorno a sé. Liliana si spostò lentamente verso sinistra, lasciando una certa distanza tra sé e il costrutto che aveva salvato l'artefice. Rispose che il Ponte Planare era opera di Rashmi. Tezzeret rispose irato che l'elfa non aveva compreso ciò che aveva scoperto nè il suoo potenziale; era stato lui a guidare la sua mente, senza il suo aiuto l'inventrice avrebbe continuato a spedire vasi in tutta Ghirapur senza mai comprendere la verità sul portale. Si avvicinò a Liliana per tenerla lontana dal portale, lei scagliò un’ondata di luce oscura, ma lui sollevò la mano metallica e bloccò l’attacco, disperdendone l’energia. Come se non fosse successo nulla, continuò chiedendole se i suoi nuovi amici fossero consapevoli di chi fosse davvero lei e se li controllasse tutti. Lanciò una cascata di metallo che si schiantò a terra, percuotendo la guardia del corpo zombie della necromante, ma lasciandola indenne. Lo zombie barcollò verso l’ammasso di rottami, mentre Tezzeret continuò ad avanzare. Liliana sorrise, puntò verso di lui un dito brillante e scagliò un altro proiettile di indebolimento. Lui fece un gesto e un flusso di frammenti di metallo saettò in aria e intercettò l’attacco. Tezzeret chiese se controllasse anche Jace dal momento che gli sembrava difficile immaginare che il telepate si fosse dimenticato ciò che lei gli aveva fatto. Liliana replicò che Jace non si era dimenticato ciò che lui gli aveva fatto. Tezzeret spalancò le braccia e due ondate di frammenti di metallo si sollevarono dietro di lui, muovendosi come se fossero serpenti. in quel modo però offrì un'apertura alla necromante che lanciò la sua magia e lo afferrò al petto con una nera mano spettrale; tuttavia la forza dell'attacco era stata ridotta dalla velocità e lui non cadde. Con voce rauca Tezzeret chiese se fosse sicura che non fosse lei a essere manipolata da Jace dal momento che era lì a combattere le sue battaglie e realizzare la vendetta del telepate. Liliana replioò che non era stata inviata da nessuno e che di fronte a lei Jace diventava un ragazzino. Tezzeret disse che Jace l'aveva ammorbidita: la necromante che aveva conosciuto quattro anni fa sarebbe entrata lì con un esercito di zombie e sarebbe sopravvissuta per raccontarlo. Fece un gesto verso un ammasso di materiali da costruzione e qualcosa prese vita. Liliana scagliò un’ondata di energia oscura dal suo corpo; il raggio rimbalzò su Tezzeret e tornò verso di lei, risucchiando energia vitale dal corpo dell'altro. Tezzeret si afferrò la gola e cadde in ginocchio venendo subito aggredito dallo zombie. L'artefice ricambiò inviando un tottero che colpì Liliana al volto, facendola cadere a terra, poi scagliò lontano lo zombie e si alzò. Impiegò alcuni istanti per riprendere fiato e lei ebbe il tempo di rialzarsi a sua volta. Tezzeret chiese perchè stavano combattendo tra loro e se il suo amore per Jace la stesse illudendo di essere una specie di eroina. Liliana replicò che il suo rapporto con il telepate non aveva nulla a che fare con il romanticismo o i sentimenti e che nessuna eroina avrebbe mai usato una magia come la sua. Lo zombie aggredì nuovamente Tezzeret, ma l’enorme artiglio di metallo lo trafisse. Chiese se realmente non era stata inviata da "lui". Inizialmente Liliana non capì, ma infine comprese e disse che lui si trovava su Kaladesh per conto di Bolas e che era sotto il controllo dell'antico drago. Tezzeret scattò: lui agiva per saldare un debito causato da Jace. Notando un'ambizione familiare negli occhi dell'artefice, la necromante rise e disse che lui aveva intenzione di ribaltare la situazione contro Bolas. Tezzeret rispose che se anche avesse avuto un piano di quel tipo, non lo avrebbe rivelato a lei: era sono una questione di tempo prima che Bolas si impossessasse della sua mente. Continuarono a combattere e Liliana, grazie al potere del Velo, vinse.

Liliana si avvicinò a Tezzeret, appoggiò il tacco dello stivale alla sua gola e chiese quale fosse il piano di Bolas. Tezzeret, a fiato corto, la osservò con furore e paura evidenti e replicò che anche lei sapeva che l'antico drago non rivelava mai più dello stretto indispensabile: non lo avrebbe mai reso partecipe dei suoi piani completi. Liliana chiese in quale mondo si trovasse Bolas e Tezzeret disse che non era sicuro che l'antico drago avrebbe gradito che lui rivelasse la sua posizione. Liliana aumentò il peso sul tacco, provocandogli un rauco colpo di tosse. Tezzeret ansimò, incapace di parlare; l'altra alleggerì la pressione quanto bastava per permettergli di respirare e alla fine lui pronunciò un nome: Razaketh. Liliana comprese e disse che Bolas si trovava su Amonkhet. Tezzeret deglutì a fatica e con evidente dolore; Liliana disse che era giunta la sua fine. L'artefice guardò dietro di lei e seguando il suo sguardo anche lei vide il tottero che stava arrivando verso il Ponte Planare. Liliana si mise al sicuro. Approfittando della situazione, Tezzeret fuggì viaggiando nella cieca eternità.

Il messaggero[]

Tezzeret arrivò su Amonkhet dopo che Bolas sconfisse i Guardiani. Il drago disse che era in ritardo e chiese se avesse avuto dei dubbi sulla sua vittoria. L'artefice lo aveva servito sufficientemente a lungo da aver imparato la risposta giusta, lo chiamò "maestro", spiegò che era stato ritardato e commentò che li aveva sconfitti facilmente come il drago aveva previsto. Osservò la piazza delle rovine di Naktamun alla ricerca dei corpi dei planeswalkers, ma non li vide e chiese se poteva cercarli. Bolas replicò che non aveva importanza e che era stato "meglio del sangue". Tezzeret lo osservò dubbioso, ma sapeva che non avrebbe ricevuto altre spiegazioni. Disse che lo doveva aggiornare, ma il drago replicò che lo avrebbe fatto più tardi e gli ordinò di dire a Ral Zarek di andare da lui: i progressi del mago Izzet erano troppo lenti. Tezzeret detestava essere utilizzato come messaggero, ma si inchinò e viaggiò nella cieca eternità.

Recupero del Sole Immortale[]

Prima della sua battaglia contro Liliana su Kaladesh, Tezzeret aveva assorbito il nucleo del Ponte Planare dentro il suo braccio di eterium ottenendo la capacità di aprire portali su altri mondi.

Seguendo gli ordini di Bolas, Tezzeret attese il segnale di Vraska per aprire un portale su Ixalan e recuperare il Sole Immortale.

Prima della Guerra della Scintilla[]

Su ordine di Bolas, Tezzeret inviò un messaggio anonimo a Ral Zarek in modo che l'altro andasse da lui al Sipario d’Argento. Quando arrivò, Tezzeret gli disse che aveva un debito con Bolas: poteva saldarlo e ottenere i benefici del suo servizio, o bruciare insieme a tutti gli altri. Ral rifiutò di tradire Niv-Mizzet e Tezzeret lo attaccò. Dopo un breve scontro, l'artefice mandò contro il mago Izzet i suoi costrutti e poi andò via. La sua missione aveva avuto successo: il suo vero scopo non era quello di uccidere Ral, ma di allontanarlo da Nivix.

Tezzeret rimase su Ravnica a coordinare le spie di Bolas. Inoltre contribuì ad aiutare il suo padrone a prendere il controllo mentale di varie persone dalla forte volontà, come Garo dei Selesnya, attraverso un suo dispositivo sul collo.

Tezzeret si lasciò trovare da Lavinia. Si presentò e disse che lei non aveva più l'autorità per arrestare nessuno. L'altra rispose che le autorità sarebbero arrivate presto e gli fece diverse domande. Tezzeret replicò con una dimostrazione: mosse leggermente le dita della sua mano metallica, dei costrutti si attivarono e iniziarono ad avvicinarsi a lei. Lavinia venne sconfitta, ma disse che non sarebbe riuscito a fuggire: gli Azorius lo avrebbero trovato. Tezzeret replicò che lei non riusciva a comprendere la situazione: ucciderla sarebbe stato uno spreco. Le mise uno dei suoi dispositivi sul collo avvertendola che il processo sarebbe stato molto doloroso.

Dopo la morte di Niv-Mizzet, Tezzeret fece rapporto a Bolas e confermò ciò che il suo padrone sapeva già: Ral era riuscito ad attivare il Faro.

La Guerra della Scintilla[]

Dal momento che aveva incorporato il Ponte Planare nel suo corpo, Tezzeret creò un portale che collegava Amonkhet a Ravnica per ordine di Bolas, permettendo così agli Eterni dell'Orda Atroce guidati da Liliana di invadere il piano dando iniziao alla Guerra della Scintilla.

Successivamente, Dack Fayden, Ob Nixilis, Karn e Samut riuscirono a raggiungere l'artefice su Amonkhet. Mentre Samut e Ob Nixilis combatterono contro gli Eterni, Dack riuscì a distrarre Tezzeret dando a Karn un'apertura per far volare uno dei micro-droni esplosivi di Saheeli nel meccanismo di controllo del Ponte nel torace di Tezzeret, che esplose. Ciò fece implodere e collassare su se stesso il portale più grande che gli Eterni stavano usando per arrivare su Ravnica. Sebbene ferito, Tezzeret rivelò di essere felice di essere stato sconfitto: sperava che riuscissero a sconfiggere Bolas in modo da essere liberato dalla sua schiavitù. Aggiunse che senza il drago antico non ci sarebbe stato nessuno con il potere di contrastarlo. Dopo che finì di parlare fuggì nella cieca eternità.

Dopo la Guerra della Scintilla[]

Con il Ponte Planare danneggiato nel petto, che perdeva energia e bruciava lentamente la carne circostante, Tezzeret fuggì a Esper, su Alara. Lì fu informato da un gongolante Tibalt che Bolas era morto. Il mezzo-diavolo aveva sperato di nutrirsi del suo dolore per la morte del suo padrone, ma Tezzeret non poteva essere più felice: con Bolas sparito, non c'era più nessuno che potesse ostacolarlo. Tezzeret si riunì con i suoi servitori, il gargoyle Brokk e l'omuncolo Krzntch, rioccupando la sua fortezza: il Santuario dei Cercatori. La sua mente andò a quando aveva ottenuto la sua vendetta sui Cercatori del Carmot: approfittando del fatto che Bolas era impegnato in faccende che richiedevano tutta la sua attenzione, era tornato dai Cercatori e li aveva uccisi tutti tranne Silas Renn. Non temeva i planeswalker che sarebbero arrivati per cercare di ucciderlo, era pronto anche per loro.

Venne individuato da Ral Zarek e La Viandante. Accolse i due inviando contro di loro uno squadrone di gargoyle di eterium che vennero distrutti tutti tranne il leader, Brokk. I due entrarono nella base di Tezzeret, combatterono contro i suoi servitori e riuscirono anche a superare diverse trappole. Raggiunto l'artefice, La Viandante perse i sensi a causa del gargoyle e si allontanò automaticamente dal piano. Tezzeret affrontò Ral e si ritrovò in vantaggio grazie al Ponte Planare che assorbì e reindirizzò i fulmini dell'Izzet. Tuttavia Tezzeret venne sfidato da Ral a continuare a combattere, ma nel combattimento corpo a corpo, fu l'artefice ad avere la meglio. Non volendo essere cacciato ulteriormente da altri assassini, Tezzeret mostrò pietà, risparmiò Ral e gli diede il suo braccio di eterium danneggiato come prova della sua morte. Subito dopo, Brokk e Krzntch gli "installarono" un nuovo braccio di eterium.

Successivamente, Tezzeret tornò su Ravnica per incontrare Lazav con il quale aveva stretto un'alleanza segreta. Il capogilda Dimir lo informò che Ral aveva inaspettatamente detto la verità sulla sua sconfitta, ciò gli impedì di ricattarlo. Tezzeret ascoltò anche notizie migliori: i piani per ricattare Vraska avevano avuto successo, potevano sfruttare la nuova struttura di comando degli Orzhov grazie a Teysa Karlov e infine, Lazav rivelò di essersi infiltrato anche nei Simic. Nonostante le buone notizie, Tezzeret disse che la confessione di Ral aveva reso la perdita della sua fortezza su Esper uno spreco, ma Lazav rispose che dal momento che gli altri planeswalker credevano che avesse abbandonato quel luogo poteva tornarci tranquillamente.

Kamigawa: Dinastia Neon[]

Alleato di Nuova Phyrexia[]

Dopo la fine della Guerra della Scintilla, il danneggiamento del Ponte Planare iniziò a causare dei problemi nel corpo di Tezzeret, e così andò alla ricerca di un nuovo e più forte metallo in grado di permettergli di sopravvivere. Lo individuò nel Darksteel e questo lo costrinse ad allearsi con i phyrexiani, venendogli promesso da Elesh Norn di esaudire il suo desiderio di un nuovo corpo e di liberarlo dal fardello del Ponte in cambio della sua assistenza.

Tezzert usò il Ponte Planare, per portare prima Vorinclex su Kaldheim per recuperare un campione dell'Elisir del Cosmo e successivamente Jin-Gitaxias su Kamigawa e permettere al Pretore di fare esperimenti sui kami per la sua ricerca: creare un planeswalker phyrexiano. L'artefice coinvolse Tameshi per sviluppare un Chip della Realtà migliore del prototipo che aveva provato a usare in passato su Kyodai. Tuttavia, durante un incontro nella Città Sepolta i due non si accorsero di essere stati visti dalle spie di Eiko Shizuki che informò suo fratello Kaito del suo ritorno.

Kaito e Tamiyo[]

Successivamente, dopo che Kaito rubò il Chip permettendo il ritorno della Viandante su Kamigawa, Tezzeret e Jin-Gitaxias prepararono una trappola per i loro nemici. Quando il ninja e la sua alleata Tamiyo tornarono nel laboratorio di Tameshi per distruggere la macchina legata al Chip che aveva causato la morte di numerosi kami, Tezzeret si fece avanti. L'artefice riconobbe in Kaito il ragazzino che dieci anni prima aveva cercato di catturarlo durante la sua fuga dal Tempio di Kyodai e lo schernì, poi spiegò loro che i kami non erano il vero obiettivo della loro ricerca, ma erano molto più facili da trovare per testare ciò che serviva realmente a Nuova Phyrexia: studiare il legame tra gli aspetti materiali e immateriali dell'esistenza ovvero il corpo e l'anima. Jin-Gitaxias si unì a loro e aggiunse che grazie alla loro presenza la ricerca sarebbe avanzata togliendo ai due ogni dubbio: il loro vero obiettivo erano i planeswalker. Usando la sua telecinesi, Kaito divise la sua spada in numerose lame a forma di stella e le inviò velocemente contro Tezzeret che però le fermò facilmente per poi rimandarle contro i suoi nemici non per colpirli ma per impedir loro di muoversi. Tamiyo prese una pergamena, ma una striscia di metallo si staccò dal soffitto e si avvolse intorno alla sua mano come un mostruoso vincolo. La lunantropa usò la sua magia per sollevare mentalmente un'altra delle sue pergamene dalla sua borsa ma comprendendo le sue intenzioni Tezzeret la fermò minacciando di uccidere Kaito. In quel momento, il ninja riuscì a creare una distrazione per fuggire ma Tamiyo venne bloccata dal metallo dell'artefice che le coprì anche gli occhi per impedirle di leggere le sue pergamene. Kaito decise di usare una carica esplosiva per distruggere il laboratorio consapevole che nessuno di loro sarebbe sopravvissuto ma che così avrebbe protetto Kamigawa. Tuttavia, Tezzeret intervenne e fece fluttuare la carica verso la sua mano per poi smontarne il detonatore fino a renderlo un mucchio di metallo e microchip inutile. L'artefice disse al ninja che il suo problema era che dipendeva troppo dalla tecnologia. Dopo che anche Kaito venne catturato i due planeswalker vennero legati a tavoli chirurgici, ma furono salvati dall'arrivo della Viandante che con un colpo solo della sua spada sconfisse Jin-Gitaxias ferendolo gravemente per poi liberare i suoi amici.

Battaglia a Eiganjo[]

Mentre i suoi mercenari Ineluttabili affrontavano Kaito e la Viandante, Tezzeret combattè con Tamiyo, ma la lunantropa ebbe la meglio riuscendo a paralizzarlo con una delle sue pergamene. Dopo che tutti i suoi alleati furono sconfitti, l'artefice ascoltò in silenzio i suoi nemici decidere di portarlo con loro a Eiganjo. Approfittando del fatto che avessero abbassato la guardia, Tezzeret riuscì a prendere mentalmente il controllo sul Chip della Realtà grazie al suo potere sulla tecnologia, causando grande dolore alla Viandante. Kaito intervenne facendogli perdere i sensi, ma l'artefice aveva raggiunto il suo scopo: il Chip divenne instabile e l'imperatrice fu costretta a rimuoverlo.

Quando i quattro planeswalker arrivarono nella sede degli Imperiali su un mech volante, Tezzeret si svegliò e prima che qualcuno potesse fermarlo strattonò ogni dispositivo di fumo dalla cintura di Kaito, facendoli sparpagliare sulla schiena del mech e poi esplosero, lasciando gli altri tre a tossire violentemente, ma riuscirono ad abbandonare il loro mezzo di trasporto prima che si schiantasse a terra proprio come lui. Intenzionato a recuperare il Chip, l'artefice inseguì la Viandante diretta al tempio di Kyodai per proteggere il kami indebolito dai Rivoltosi Asari che avevano attaccato gli Imperiali dopo che Jin-Gitaxias aveva informato Risona del ritorno dell'imperatrice. Improvvisamente, una lanterna di pietra mandatagli telecineticamente contro da Kaito lo colpì alla spalla, facendolo oscillare sulle tegole del tetto in cui si trovava. Tezzeret si girò infuriato, ma prima del ninja vide Tamiyo e notò che il Chip era nella sua mano. L'artefice riuscì ad accecare temporaneamente la lunantropa per impedirle di leggere la sua pergamena, ma Kaito lo ostacolò e i due si affrontarono fisicamente. Lo scontro si fermò con la comparsa di Tamiyo, pronta a leggere la sua pergamena di paralisi. La lunantropa disse a Kaito di far preparare agli Imperiali una cella senza tecnologia, ma Tezzeret replicò che non c'era bisogno di tenerlo a Eiganjo dal momento che aveva ottenuto quello che voleva Phyrexia: manipolando il Chip della Realtà, l'artefice riuscì a interrompere il legame dell'altra con la sua magia per poi afferrarla e portarla con sè oltre il portale del Ponte Planare che si chiuse subito dopo che l'attraversarono.

La prima planeswalker phyrexiana[]

Dopo che recuperò anche Jin-Gitaxias, Tezzeret tornò su Nuova Phyrexia e lasciò Tamiyo nelle mani del Pretore che, usando il Chip della Realtà, la completò nella prima planeswalker phyrexiana. Quando l'artefice entrò nel laboratorio del suo alleato, l'altro osservò che la sua presenza era stata scarsa negli ultimi giorni. Tezzeret respinse la velata accusa spiegando che l'uso del Ponte Planare aveva un costo e che stava semplicemente recuperando le sue energie. Guardò la "nuova" Tamiyo con disgusto, l'altra se ne accorse e disse che aveva capito di non piacergli. L'artefice replicò che lei e i suoi amici avevano tentato di interferire con i piani di Phyrexia e di conseguenza non si fidava di lei. Jin-Gitaxias intervenne e disse che il suo dubbio sulla vecchia Tamiyo era comprensibile, ma la lunantropa si era dimostrata una degna candidata: fidarsi di lei adesso significava fidarsi di Phyrexia. Tezzeret chiese se Elesh Norn fosse stata informata del suo successo e il pretore rispose che l'altra era stata adeguatamente rimproverata per aver sottovalutato la sua intelligenza.

Strade di Nuova Capenna[]

Il pretore eretico[]

Non avendo ricevuto ciò che gli era stato promesso da Elesh Norn per il suo aiuto, Tezzeret iniziò a fare il doppio gioco. L'artefice portò Urabrask, che non condivideva la visione dell'altra, nella città di Nuova Capenna dove lo lasciò nell'anello di Caldaia a recuperare le forze mentre lui esplorava Capenna.

Incontro con Vivien[]

Mentre esplorava altre parti della Caldaia, Tezzeret notò Vivien Reid e si avvicinò facendole capire che era un planeswalker come lei e le chiese di seguirlo in modo da parlare in privato. L'arciera iniziò a seguirlo e mentre camminavano lui le parlò del Nimbo spiegandole che quel mondo prosperava grazie ad esso e che l'uomo per cui stava attualmente lavorando era in procinto di acquisirlo, ma i suoi veri obiettivi erano altrove. L'altra chiese altre informazioni e Tezzeret rispose che Urabrask sarebbe stato ansioso di conoscerla. Improvvisamente Vivien si fermò e chiese il suo nome. L'artefice si presentò e lei gli disse che doveva mettere in chiaro una cosa: non prendeva ordini da lui. Tezzeret fu divertito dalle sue parole ma rispose che aveva capito. Lei chiese di parlargli di Urabrask ma lui rispose che era complicato da spiegare, che avrebbe avuto più senso una volta che l'avrebbe incontrato di persona e che era dalla loro parte.

Fare il doppio gioco[]

I due planeswalker proseguirono nelle profondità della Caldaia arrivando alle rovine della prima Capenna attraverso dirupi e caverne. Quando la luce svanì completamente, Tezzeret si tolse il cappotto permettendo così al bagliore del Ponte Planare di illuminare il sentiero. Vivien commentò che aveva sentito dire che il portale non era stato distrutto e l'artefice sorrise nell'essere stato riconosciuto per via della sua reputazione poi replicò che era innocuo per lei ma che il Ponte era cambiato, forse corrotto, dopo che aveva trasportato i suoi alleati attraverso i piani del multiverso. L'arciera chiese di chi stesse parlando e lui rispose che si riferiva ai Pretori di Nuova Phyrexia e spiegò che era gravato da colei che voleva vedere tutta la vita inchinarsi e diventare Phyrexia con la forza: Elesh Norn. Nel sentire quelle parole Vivien gli puntò contro una delle sue frecce ma l'artefice si limitò a chiamarla per nome e le chiese divertito come facesse a farsi degli amici vista la sua continua ostilità. L'altra replicò che non voleva essere amica dei suoi nemici e Tezzeret disse che era necessario dal momento che non aveva ancora ottenuto da Norn ciò che gli era stato promesso. Lei insistette che niente di ciò che gli era stato promesso giustificava la distruzione della vita e lui la sorprese dichiarandosi d'accordo e spiegò che non poteva usare la sua "ricompensa" se la vita cessava di esistere o se veniva trasformato in phyrexiano facendole capire che stava facendo il doppio gioco. Notando la sua esitazione, Tezzeret chiese se voleva ucciderlo o seguirlo e Vivien rispose di portarla da Urabrask.

Una prova di fiducia[]

Quando arrivarono dal pretore ferito lui si rivolse a Tezzeret e disse che l'aveva tradito, ma l'artefice rispose che aveva portato una nuova alleata. Vivien urlò che non aveva fatto nessuna promessa, ma l'altro planeswalker replicò che visto che si considerava nemica di Nuova Phyrexia, erano tutti dalla stessa parte. Urabrask spiegò che Elesh Norn aveva ottenuto il dominio sui phyrexiani: Jin-Gitaxias, Vorinclex e molti dei Thane d'Acciaio si erano impegnati per aiutarla nella sua grande visione; ma lui non serviva nessuno e, così come i membri della sua fazione, non condivideva la visione di Norn di rendere il multiverso una singolarità che trasformasse tutta la vita in phyrexiana, sotto il controllo del pretore bianco. Vivien chiese quale fosse il suo piano per vincere, ma il phyrexiano disse che prima doveva dimostrarsi degna di fiducia. Tezzeret intervenne e disse che doveva fargli un favore: dal momento che era limitato a dove poteva andare e cosa fare senza destare sospetti visto che Elesh Norn gli stava ancora chiedendo di spostare le sue truppe non poteva rischiare di assentarsi troppo a lungo e quindi sarebbe stata lei a restare con Urabrask durante la sua guarigione su Nuova Capenna.

Dominaria Unita[]

Come nuova missione, Tezzeret usò il Ponte Planare per portare Sheoldred su Dominaria.

Successivamente riattivò il portale per permettere alla pretore di tornare su Nuova Phyrexia dopo che completò la sua missione.

La Guerra dei Fratelli[]

Spia[]

Da dopo la sua alleanza con Urabrask, consapevole che Norn avrebbe potuto mentirgli così come aveva sempre fatto Nicol Bolas, Tezzeret inviò un messaggio anonimo a Jace informandolo che Koth e i mirran sopravvissuti stavano preparando un assalto al nucleo di Nuova Phyrexia per eliminare la leadership phyrexiana e mettere fine ai loro piani. L'artefice pensò che agendo nell'ombra aveva assunto Kaya per dare la caccia a Vorinclex, ma l'assassina di fantasmi non era riuscita a ucciderlo e il pretore aveva portato a termine la sua missione con successo.

Karn e Ajani[]

Dopo gli eventi di Dominaria Unita, nella Settima Sfera su Nuova Phyrexia, Tezzeret osservò un Sacerdote della Sutura smontare il corpo di Karn. Sapeva che Sheoldred aveva scoperto un modo per impedire al golem d'argento di viaggiare tra i piani e supponeva si trattasse della lastra a cui era legato, ma non capiva perchè dal momento che l'altro era ancora vivo e cosciente, rimanesse in silenzio. Tezzeret non gradiva trovarsi lì, odiava tutto ciò che era legato all'Ortodossia delle Macchine la cui religione gli faceva pensare alle menzogne dei Cercatori del Carmot ed era convinto che allo stesso modo la promessa di "illuminazione" di Elesh Norn servisse solo a farle mantenere il potere. Oltre a Karn, era presente un altro volto familiare: Ajani Criniera d'Oro, trasformato in un Agente Dormiente e intento a recitare passaggi provenienti dalle Incisioni d'Argento. La vista del leonid causò inquietudine nell'artefice: durante il periodo in cui aveva servito Nicol Bolas si era accorto dell'ossessione dell'antico drago verso Ajani che più di una volta aveva escogitato stratagemmi per tenere occupato il leonid mentre faceva progredire il suo piano per tornare al potere. Non aveva mai scoperto cosa fosse successo nella battaglia tra i due durante il Conflux su Alara, ma il risultato aveva ispirato un'esitazione in Bolas che aveva avuto per pochi altri. Valutò che i phyrexiani avevano spezzato facilmente l'ex guardiano, così come avevano fatto con Tamiyo e che lo stesso destino sarebbe toccato agli altri planeswalker che erano stati catturati.

Consumato dal Ponte Planare[]

Stanco di assistere, Tezzeret decise di andarsene, ma l'angelo di guardia lo bloccò dicendogli che il rituale non era ancora finito e che doveva esserne testimone se voleva ricevere ciò che gli era stato promesso. Le sue parole spinsero l'artefice a mettere una mano sul petto, nel punto in cui si trovava il Ponte Planare. Riusciva a sentire il manufatto che lo stava lentamente divorando dall'interno del suo corpo, ciò lo aveva costretto a fare delle cauterizzazioni periodiche nelle fucine di Kuldotha per evitare la morte. Tuttavia, era consapevole che il suo fosse solo un rimedio temporaneo e che la sua vita dipendeva dall'ottenere ciò che la Madre delle Macchine gli aveva promesso come ricompensa per il suo aiuto: un nuovo corpo fatto di Darksteel, un metallo più forte dell'eterium che lo avrebbe anche liberato dal manufatto presente dentro di lui. Valutò che dopo aver ricevuto la sua ricompensa avrebbe potuto abbandonare Nuova Phyrexia per sempre. Chiese cosa doveva fare per ottenere la sua ricompensa e l'angelo spiegò che doveva portare i pezzi del Padre da Elesh Norn. Furioso per aver ricevuto un altro compito umile da svolgere, Tezzeret cercò di evitare la missione facendo notare che il suo abbigliamento era inadeguato per quell'onore dopo aver accompagnato Sheoldred nelle Fosse di Dross. Ajani gli passò il suo mantello per pulirsi e lui riconobbe che si trattava di quello indossato in passato da Elspeth Tirel. Il gesto del leonid fece internamente sussultare Tezzeret: sapeva che nel profondo di quel corpo completato esisteva ancora lo spirito del vero Ajani e si chiese se il mantello fosse una criptica richiesta di aiuto. Si disse di non commettere errori e accettò il suo compito.

Entrare nel Panopticon[]

Dopo che Karn venne smontato, Tezzeret lo prese con sé e andò verso il punto in cui la Settima Sfera si collegava con la successiva, i Giardini di Micosinti, dove un tempo si trovava il Nucleo di Mirrodin. Lungo la strada incontrò un phyrexiano che avrebbe dovuto accompagnarlo da Norn, ma quando furono soli Tezzeret lo eliminò e decise di avventurarsi da solo nel labirinto per cercare il Panopticon. Lo trovò ma non riuscì ad aprire la porta di Darksteel. In quel momento Karn commentò che quello era un vestigio della follia e nel sentirlo parlare l'artefice replicò che era stranamente contento che la sua morte fosse stata sopravvalutata. Il golem d'argento disse che non era contento della sua attuale situazione e Tezzeret gli suggerì di fuggire e di ricostruire il suo corpo su un altro mondo ma l'altro spiegò che ci aveva già provato e aveva fallito confermandogli la sua teoria sulla lastra. La possibilità che Elesh Norn potesse smorzare la sua capacità di fuggire dal piano, non piaceva a Tezzeret anche se dubitava che lei potesse ostacolare sia le sue abilità di planeswalker che la funzione del Ponte Planare allo stesso tempo. Karn gli chiese perchè volesse entrare nel Panopticon ma l'artefice si rifiutò di rispondere a meno che lui non volesse dirgli come fare. L'altro rimase in silenzio per un pò, poi disse che in passato quello era stato il suo regno e poteva aiutarlo a entrare ma doveva portare con sè la sua testa. Tezzeret si chinò, individuò il meccanismo e lo sbloccò. Karn mantenne la sua parola e aprì la porta.

L'Occhio di Darksteel[]

Una volta dentro, Tezzeret localizzò l'Occhio di Darksteel e spiegò che in passato aveva usato il manufatto, prima che venisse riparato da Elesh Norn, per spiare i phyrexiani per volere di Bolas e si era rivelato utile nonostante il suo stato. Karn rispose che se l'Occhio era stato completamente ripristinato dalla Madre delle Macchine gli avrebbe mostrato solo ciò che lei desiderava. Tezzeret replicò che avrebbe giudicato lui stesso e usò il manufatto. Vide legioni di phyrexiani pronti e in attesa di partire alla conquista del multiverso e si chiese come un tale esercito sarebbe stato schierato su altri piani. Aveva pensato che il Ponte Planare sarebbe stato la chiave per gli sforzi di invasione di Elesh Norn, ma lui non avrebbe mai potuto trasportare una forza così enorme, che superava persino di eterni di Bolas. Cercò di scoprire altre informazioni e notò che sia il dominio di Urabrask che il santuario di Elesh Norn non erano visibili.

Il dubbio[]

Dopo che finì di usare il manufatto Karn gli chiese se avesse visto ciò che desiderava e Tezzeret rispose che aveva visto l'annientamento che attendeva tutti loro. Il golem d'argento replicò che lui aveva contribuito a creare quel destino. L'artefice gli ricordò che era stato presente durante la sua follia e gli rivelò che dopo che era stato salvato e aveva lasciato Mirrodin, lui era tornato da Bolas e lo aveva avvertito che se i phyrexiani fossero riusciti a riscoprire come viaggiare tra i piani sarebbero stati una minaccia troppo grande per chiunque volesse governare il multiverso. Aveva suggerito di eliminare il suo mondo e, con sua sorpresa, l'antico drago aveva acconsentito dicendogli che il suo primo atto come divinità sarebbe stato quello di cancellare dall'esistenza Nuova Phyrexia. Karn disse che il prezzo da pagare sarebbe stato morte e schiavitù. Tezzeret rispose che era sempre facile per loro che fingevano di avere le mani pulite, gli eroi che sradicavano il male: visto che parlava di responsabilità avrebbe potuto assumersi quella delle sue scelte accettando la sua posizione di Padre delle Macchine e signore di Nuova Phyrexia. Continuò che voleva solo essere libero ma non terminò la frase dato che la sua mente voleva dire quella parola, ma ve ne era un'altra che stava per uscirgli dalle labbra: Completato. Ricordò che sin dal suo primo arrivo su Nuova Phyrexia era stato protetto dagli efetti dell'Olio grazie a un siero fornitogli da Bolas ma si chiese se la protezione fosse svanita senza il drago vivo a sostenerla o se i trattamenti nelle fucine di Kuldotha avessero introdotto qualcosa di peggio del Ponte Planare nel suo corpo. Karn comprese il suo problema e disse che aveva iniziato a sentire le stesse voci che lui sentiva quando l'Olio aveva preso il comando del suo cuore. Tezzeret preferì non pensarci, mise al suo posto la testa del golem e si avviò nuovamente per incontrare Norn.

La Madre delle Macchine[]

Arrivato a destinazione Tezzeret consegnò Karn a Norn e ascoltò in silenzio le parole della Madre delle Macchine a cui il golem d'argento rispose fingendo di avere la mente annebbiata. Tezzeret si intromise chiedendo la sua ricompensa e Norn lo ringraziò per il Frangireami dicendogli che non l'avrebbe mai ottenuto senza il suo aiuto e l'artefice capì che adesso i phyrexiani avevano la loro versione dell'Albero del Mondo di Kaldheim. L'altra continuò che lui sarebbe stato il suo araldo su Dominaria per guidare le truppe di Sheoldred nell'attacco finale contro i loro nemici. La sua nuova missione confermò i suoi sospetti: Norn non aveva intenzione di mantenere la sua promessa; voleva usarlo fino a quando era ancora utile per poi metterlo da parte o completarlo. L'artefice si disse che nessuno che lo avesse tradito in quel modo sarebbe mai stato risparmiato dalla sua ira. Poi si congedò.

Su Dominaria[]

Arrivato su Dominaria, Tezzeret andò al Cometia Crater dove incontrò Rona e ciò che restava delle loro forze nascoste a Shiv. L'artefice chiese un rapporto sulla situazione attuale ma l'altra si rifiutò di rispondergli affermando che Sheoldred aveva lasciato lei al comando. Col la pazienza ormai esaurita, Tezzeret decise in risposta di attaccarla. L'altra non era all'altezza e chiamò i suoi luogotenenti in suoi aiuto ma loro non interferirono, come il planeswalker era consapevole che sarebbero rimasti in disparte: per i phyrexiani che seguivano i Thane d'Acciaio la forza e il potere erano la legge. Dopo averla sconfitta, il planeswalker chiese se voleva essere portata nella cieca eternità. Comprendendo la minaccia, Rona si decise a collaborare e lo informò che avevano subito delle perdite, che gli eserciti dei loro nemici si erano riuniti a Benalia, Corondor e Krosa e che avevano bisogno di almeno un mese per recuperare le forze. Lieto del ritardo, Tezzeret chiese informazioni suoi planeswalker e l'altra rispose che si stavano nascondendo a Nuova Argiva. Ciò lo incuriosì dal momento che quel luogo era infestato dai phyrexiani e più che un rifugio era un modo sicuro per suicidarsi a meno che non stessero cercando l'aiuto dei loro ex alleati. L'artefice chiese se le truppe speciali fossero ancora disponibili e lei confermò che erano in attesa dei loro ordini.

Attacco alla Torre[]

Tezzeret rimase in disparte durante l'andamento della battaglia tra i phyrexiani e i difensori della Torre, indebolendo di nascosto i primi e sperando di aiutare i secondi. Osservò mentre Elspeth Tirel e il mago di Dominaria abbattevano un enorme phyrexiano e come successivamente affrontarono Rona, riuscendo a fatica a sconfiggerla. Con la sua collega priva di sensi, rivelò la sua presenza e la cavaliera lo riconobbe subito. Tezzeret ignorò le sue provocazioni e le disse che qualsiasi resistenza da parte del suo gruppo sarebbe stata inutile e distrutta prima del mattino, ma non era necessario che lei condividesse il loro destino e le consigliò di fuggire. Elspeth rispose che prima avrebbe fermato i suoi padroni phyrexiani e poi lo avrebbe ucciso. L'artefice si issò Rona sulle spalle e le sconsigliò di provare a colpirlo, visto che nelle sue attuali condizioni l'avrebbe sconfitta facilmente e che invece di inutili minacce avrebbe dovuto prendersi cura del suo compagno in fin di vita. La cavaliera chiese perchè la stava risparmiando e lui rispose che dalle piccole crepe anche l'edificio più imponente cominciava a sgretolarsi, chinò la testa in un contorto gesto di rispetto per poi concludere che sperava che quella fosse l'ultima volta che le loro strade si incrociavano. Poi se ne andò con il corpo in fin di vita di Rona.

Phyrexia: Tutto Diverrà Uno[]

La ricompensa di Tezzeret[]

Tezzeret's ReckoningART1

Tezzeret torna da Elesh Norn.

Tornato nella Basilica Pallida su Nuova Phyrexia con l’endoscheletro carbonizzato di Rona, Tezzeret chiese alla guardie dell'Armata di Alabastro di vedere Elesh Norn. Sentì la voce della Madre della Macchine ordinare di farlo passare e di portare l'altra a Jin-Gitaxias per il ricondizionamento. Tezzeret entrò nella sala e si inginocchiò. Norn chiese perchè avesse abbandonato Dominaria e l'artefice spiegò che erano stati sconfitti a causa del tradimento di Sheoldred. Dal momento che l'altra pretore si era unita alla ribellione guidata da Urabrask, lei credette alle sue parole, ma chiese perchè non avesse inseguito i planeswalker nemici. Tezzeret rispose che avrebbe voluto farlo ma che la presenza di traditori tra loro lo preoccupava e voleva anche avvertirla del pericolo rappresentato da Elspeth Tirel e la sua potente arma. Norn disse che sarebbero stati pronti all'arrivo dei loro nemici su Nuova Phyrexia, ma il planeswalker replicò che con un corpo di Darksteel poteva essere il suo scudo invincibile. La vista di Tezzeret si offuscò, consapevole che era rimasto troppo a lungo senza le sue cure a Kuldotha, e ora vacillava sul filo del rasoio tra la vita e la morte, alla mercé della misericordia, e dell’ingenuità, dell’essere che odiava di più nel multiverso.L'artefice crollò sul pavimento incapace di concentrarsi oltre il dolore del Ponte Planare che si impossessava del suo corpo. La Madre delle Macchine gli accarezzò la guancia con il suo artiglio e rispose che era tempo di ricompensare la sua fede.

Un nuovo corpo[]

Tezzeret fu portato, sofferente e svenuto, nel laboratorio di Jin-Gitaxias nella Baia Chirurgica dove il pretore pose il corpo dell'artefice sul tavolo chirurgico e iniziò i preparativi. Dopo che il planeswalker si svegliò, il pretore gli spiegò la situazione e fece entrare il Darksteel dando inizio alla procedura di separazione delle parti organiche di Tezzeret dall'eterium, che sarebbe stato riciclato in seguito, e all'installazione del nuovo metallo. Tezzeret pensò che finalmente stava per ricevere un nuovo corpo di Darksteel ma che sarebbe stato più felice se non fosse stato legato dove Tamiyo era stata trasformata in phyrexiana. Ricordò che aveva giurato a se stesso che quel destino non sarebbe mai toccato a lui, che avrebbe preferito morire piuttosto che sottomettersi agli esperimenti folli di Jin-Gitaxias; valutò che riflettere sulla morte non era la stessa cosa che affrontarla a viso aperto. L'operazione venne completata con successo e Tezzeret sentì una forza fisica grezza che non aveva mai conosciuto, ma ancora più importante, il bruciore causato dal Ponte Planare era sparito e la sua mente era più acuta di quanto non fosse da mesi, come se un pezzo malato del suo corpo fosse stato asportato. Si congratulò con il pretore poi si preparò a viaggiare nella cieca eternità, da uomo riforgiato, assaporando l’idea di ripagare con la stessa moneta tutti coloro che gli avevano fatto un torto, per poi accumulare potere e prendersi il posto che gli spettava nel multiverso, ma fallì rimanendo su Nuova Phyrexia.

Fuga da Nuova Phyrexia[]

Osservando il metallo su cui era stato legato, Tezzeret riconobbe la lastra che impediva di viaggiare nella cieca eternità e si rese conto di essere finito nella stessa trappola che aveva impedito a Karn di fuggire. Furioso l'artefice disse a Jin-Gitaxias di liberarlo, ma lui senza scomporsi gli disse che sarebbero state necessarie settimane di esposizione all'olio scintillante per convertire il Darksteel in Blightsteel, ma che grazie al Chip della Realtà quel procedimento era stato reso estremamente più rapido. Comprendendo che ciò l'avrebbe completato Tezzeret rispose che non erano quelli gli accordi, ma il pretore rispose dicendogli che non si poteva violare un accordo già infranto, rivelando un secondo paziente nella stanza: un caporottami della Fornace Silente che aveva detto tutto sul tradimento di Tezzeret e Urabrask. Jin-Gitaxias aggiunse che quegli sviluppi non gli dispiacevano in quanto introducevano possibilità abbastanza intriganti da lasciarle evolvere. L'artefice pensò che quella era la mossa del pretore per il trono e con disperazione lanciò diverse magie per cercare di liberarsi ma i suoi incantesimi vennero tutti annullati dalla lastra. Jin-Gitaxias si preparò a procedere a trasformarlo ma proprio in quel momento Tezzeret riuscì a raggiungere la mente del phyrexiano della Fornace che gli consentì di prendere il controllo del suo corpo. Il phyrexiano si risvegliò e attaccò il pretore allontanando dall'artefice per poi colpire con forza la lastra. Jin-Gitaxias contrattaccò e perforò il petto del caporottami uccidendolo, ma il danno fatto alla lastra fu sufficiente e Tezzeret si liberò e fuggì nella cieca eternità prima che l'altro potesse nuovamente catturarlo.

L'inizio dell'invasione[]

Tornato a Mareacava, su Alara, Tezzeret venne attaccato da una banda di giovani che volevano derubarlo. Si occupò rapidamente di loro lasciandoli scappare. Si accorse di essere arrivato fin sulla soglia della casa in cui aveva trascorso la sua infanzia e vedendo lo stato dell'edificio chiese al giovane che si era nascosto lì vicino, Estel, informazioni su suo padre. L'altro rispose che da quello che sapeva lui nessuno aveva mai vissuto in quella casa. La sua risposta spinse Tezzeret a chiedersi se suo padre fosse morto e iniziò a ricordare il suo passato, la morte di sua madre e di come avesse cercato il suo assassino solo per scoprire che era morto anni prima, in pace, circondato dall’amore della sua famiglia; negandogli la sua vendetta. Luminosi crepitii di energia lo riportarono alla realtà giusto in tempo per vedere un ramo del Frangireami collegarsi a Esper e comprese che l'Invasione di Nuova Phyrexia nel multiverso era iniziata. Per guadagnare tempo, Tezzeret inviò Estel a Bant per avvertire Rafiq di organizzare le forze angeliche contro i phyrexiani. Mentre osservava il ragazzo partire pensò che se Alara avesse rallentato l'invasione lui avrebbe avuto il tempo per ristabilire i suoi contatti, ottenere risorse e mettere in atto i suoi piani. Indossò il mantello di suo padre per usarlo come travestimento e viaggiò nuovamente nella cieca eternità.

Attraverso i pochi frammenti di ricordi che Jace gli aveva lasciato dopo averlo sconfitto su Kamigawa, Tezzeret iniziò a viaggiare su vari piani in cui Baltrice aveva allestito dei rifugi ai tempi del Consorzio Infinito. Nei suoi viaggi vide la Legione delle Macchine invadere e conquistare diversi piani per poi trasformare gli abitanti sconfitti in nuove unità tutt'uno con la Legione stessa. Continuò a muoversi per sopravvivere e alla fine, dopo aver esaurito tutte le alternative, si vide costretto a tornare su Kamigawa.

Incontro con Nashi[]

Arrivato a Towashi Tezzeret vide che la situazione si era stabilizzata dopo la tensione alimentata dalla recente aggressione dei Rivoltosi agli Imperiali. Tezzeret pensò che gli abitanti vivevano ignari di essere bestiame destinato alla macellazione ma valutò che ciò non aveva importanza per lui, il suo scopo era trovare il rifugio. Si mise in cammino e arrivò a Nido del Drago, una zona della Città Sepolta e cercò una porta con l’impronta magica del Consorzio. Improvvisamente venne colpito da uno scossa elettrica lanciatagli contro dal drone di un nezumi che gli ordinò di rivelargli dove fosse sua madre o l'avrebbe ucciso. Comprendendo dalle sue parole che si trattava del figlio adottivo di Tamiyo, l'artefice replicò di ucciderlo, ma il giovane esitò e ciò gli permise di contrattaccare distruggendo il drone e di sottomettere facilmente il nezumi. In suo aiuto intervennero gli Ineluttabili Okiba che gli dissero di lasciare andare il loro compagno. In risposta Tezzeret usò la sua magia e li uccise facilmente. Tuttavia, l'artefice risparmiò Nashi e gli rivelò che Tamiyo era ancora viva ma, davanti alla sua gioia, aggiunse che quando l'avrebbe rincontrata avrebbe rimpianto il fatto che lui non l'avesse ucciso. Poi se ne andò lasciando il nezumi da solo e proseguì nella sua ricerca.

Ritorno alla Torre di Ferro[]

Indiviò il rifugio dietro una falsa parete in una sala da gioco. Entrò all’interno e finalmente trovò dei rifornimenti: una nuova armatura leggera rinforzata magicamente; denaro di molti piani diversi; una lama di mana e infine un piccolo cristallo che, tenuto in mano, proiettava sulla parete uno schema di luci puntiformi, una telemetria esoterica che riaccense in Tezzeret un ricordo. Viaggiò da Kamigawa e arrivò su un piano così desolato che nemmeno lui ne conosceva il nome ma quando la vide riconobbe la Torre di Ferro, la sede principale del suo potere quand'era a capo del Consorzio Infinito. Mentre iniziava a camminare verso di essa, Tezzeret decise che sarebbe rimasto al sicuro al suo interno per recuperare le forze e aspettare la fine della guerra tra la Legione delle Macchine di Elesh Norn e le forze riunite dai Guardiani per poi fare la sua mossa contro la fazione vincente, ma indebolita.

Ai Confini dell'Eternità[]

Oltre due anni dopo l'Invasione, Tezzeret giunse ai Confini per esplorare le possibilità delle armi del Sistema Sothera.

Nei Videogame[]

In ManaStrike[]

Tezzeret è uno dei planeswalker che può essere sbloccato solo dal negozio del gioco con gold o gemme. Usa il mana blu e nero e attacca solo le unità di terra. Quando scende in campo crea una carta unità aerea artefatto. La sua abilità gli permette di creare una sfera di gravità nella posizione bersaglio che tira e stordisce continuamente tutte le unità nemiche vicine.

Referenze[]

Rappresentato in:
  • Tezzeret il Cercatore
  • Tezzeret il Manipolatore
  • Tezzeret, Agente di Bolas
  • Tezzeret, Macchinatore Crudele
  • Tezzeret, Maestro Artefice
  • Tezzeret, Maestro del Metallo
  • Tezzeret, Signore del Ponte
  • Tezzeret, Traditore della Carne
Mostrato in:
  • Ambizione di Tezzeret
  • Battaglia al Ponte
  • Cammino del Cospiratore
  • Comunione con la Macchina
  • Inseguimento di Kaito
  • Macchina del Paradosso
  • Mossa di Tezzeret
  • Ponte Planare
  • Resa dei Conti di Tezzeret
  • Riparatrice
  • Risposta Metallica
  • Sete di Conoscenza
  • Stretta del Pretore
  • Tocco di Tezzeret
  • Tradimento di Tezzeret
Carte associate:
  • Errante di Tezzeret
  • Sfondaportali di Tezzeret
  • Simulacro di Tezzeret
  • Ultimatum Geniale
Testi di colore:
  • Abile Rimozione
  • Azione di Confisca
  • Barriera Psichica
  • Cattura del Consolato
  • Confronto Fatidico
  • Esibizione di Servomeccanismi
  • Fonderia di Totteri
  • Gargoyle della Torre
  • Geyser del Mare di Mercurio
  • Globo del Torpore
  • Grandiose Proporzioni
  • Lich d'Eterium Sprezzante
  • Maledizione dell'Inerzia
  • Risolvere l'Equazione
  • Ruggito Ispiratore
  • Speranza di Ghirapur
  • Torre Dinavolt
  • Tottero Spinato

Galleria[]

Galleria

Curiosità[]

  • Molti fan sono rimasti delusi dall'assenza del dottor Jest dal libro The Quest for Karn.
  • Molti fan si sono irritati nello scoprire che il vincitore della battaglia tra Tezzeret e Glissa alla fine del libro The Quest for Karn non viene rivelato.
  • Quando Tezzeret viaggia tra i piani del multiverso, scompare in un ronzio di scintille blu-argento.

Collegamenti esterni[]

Espansioni Blocco di Alara (Frammenti di AlaraConfluxRinascita di Alara) • Magic OriginsL'Avanzata delle Macchine
Luoghi BantEsperGrixisJundNaya
Storia ScissioneMaelstromConflux
Nativi Ajani Criniera d'OroCruciusSifa GrentTezzeret
Pubblicazioni Planeswalker's GuideAlara Unbroken
Approfondimenti AltroEventiGruppiLuoghiPersonaggiRazzeVisitatori
Attuali Ajani Criniera d'OroAngrathArlinn KordAshiokBasri KetChandra NalaarDavriel CaneElspeth TirelEstridGarrukGeyadrone DihadaGristJace BelerenJared CarthalionJiang YangguKaito ShizukiKasminaKayaLiliana VessMu YanlingOkoQuintorius KandRal ZarekSorin MarkovTacenda VerlasenTeyo VeradaTezzeretUginVivien ReidIl Più Sfortunato
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