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Tazri è una guerriera umana di Zendikar, la seconda in comando al servizio di Vorik e successivamente di Gideon Jura. Successivamente divenne la nuova generale dell'esercito di Zendikar.

Storia[]

Prima della liberazione degli eldrazi[]

Tazri sollevò la mano e i carri della carovana dei mercanti si arrestarono. Mahir avrebbe voluto che si affrettassero, ma c'era qualcosa che non quadrava. Quello era il suo settimo viaggio con lui, che l'aveva nominata capitano della sua guardia due viaggi prima, nonostante lei non avesse nemmeno vent'anni. Tazri era consapevole di essere il capitano più giovane che avesse mai avuto, anche se lui non glielo avrebbe mai detto, così come sapeva quando rallentare e prestare attenzione: qualcosa non quadrava. Tazri diede ordini a Golamin e a Rillem di andare a esplorare a nord e a sud, mentre lei andava in esplorazione con Romoe. Dopo che superarono una grande collina, Tazri vide il cadavere di un vampiro e capì che era stato ucciso da una spada infuocata. Lei e Romoe proseguirono e trovarono i cadaveri di altri cinque vampiri, Tazri pensò che aveva combattuto solo una volta contro un solo vampiro e sarebbe stata facilmente sopraffatta se fossero stati quattro contro uno. Udirono una voce femminile mormorare una strana melodia e la seguirono fino a trovare l'angelo che la cantava. Era ferita gravemente. Quella si voltò verso di loro. Tazri notò che nonostante le sue condizioni la sua aureola brillava ancora, non aveva mai visto un angelo e la osservò con stupore. Lei tossì sangue e chiese se potesse aiutarla e con le lacrime agli occhi Tazri rispose che non avevano guaritori con loro. I corni della carovana suonarono e Romoe disse che dovevano tornare indietro. L'angelo disse che i vampiri sarebbero tornati e l'avrebbero tenuta in vita più a lungo per farla soffrire e la pregò di ucciderla. Tazri si asciugò le lacrime e sguainò la spada. Romoe le disse di non farlo, non bisognava mai uccidere un angelo perchè causava una maledizione. La creatura rispose che lui diceva il vero, uccidendola avrebbe dovuto pagare un prezzo e lei non poteva evitarlo; le dispiaceva, ma la pregò di non abbandonarla. Tazri sollevò la spada e colpì, udì una voce di serenità nella sua mente, ma non riuscì a comprendere nessuna parola, poi ci fu solo silenzio, ma capì che era svanito qualcos'altro che non riusciva ancora a identificare. Tazri si abbassò e raccolse l'aureola, poi insieme a Romoe tornò verso la carovana.   

Vorik[]

Tazri teneva la testa bassa aspettando di essere chiamata. Si era ridotta a chiedere una posizione come soldato semplice; un tempo si sarebbe infuriata al solo pensiero, ora poteva rimanere seduta e aspettare. Sentì chiamare il suo nome, sollevò la testa e disse che era lì per incontrare Vorik; odiò la disperazione che sentiva nella propria voce così come il desiderio di unirsi a un gruppo di burocrati per cui la maggior avventura era probabilmente il loro programma di pranzo, ma odiava ancora di più il pensiero di non ottenere il lavoro e di rimanere sola. L'uomo sorrise e disse che lui era Vorik, la chiamò per nome e chiese perchè fosse lì. Lei esitò insicura su dove iniziare e rimase in silenzio. Vorik disse che quattro anni fa lei era il più giovane capitano di carovana sulle strade di Tazeem, il gioiello di Mahir ed era spettacolare con la spada, anche se ora portava una mazza. Una scintilla avvampò in Tazri, che si alzò per guardare Vorik dritto negli occhi e rispose che era spettacolare anche con la sua nuova arma e se lo desiderava poteva scoprirlo lui stesso; lei non usava più la spada. Vorik sorrise nuovamente e disse che Mahir l'aveva mandata via così come i cinque mercanti dopo di lui e le chiese nuovamente perché si trovasse lì. Tazri avrebbe voluto rispondergli, dirgli che per lei ora c'era solo un vuoto tra il momento in cui si addormentava e quando si svegliava e che quel vuoto persisteva anche da sveglia. Lo sentiva anche in quel momento. era sempre dentro di lei e non aveva idea di come colmarlo; si chiese come si potesse sostituire qualcosa di cui non si conosce più il nome. Avrebbe voluto dirgli tutto quello che pensava, ma non ci riuscì e rimase in silenzio. Dopo aver atteso un po', Vorik disse che gli piacevano i soldati di poche parole, comprendeva i soldati che avevano bisogno di tempo per affrontare le situazioni e in fondo era così per tutti loro. Continuò che una come lei poteva essergli utile, lui era conscio delle sue capacità e le chiese se sarebbe stata in grado di tornare a essere il condottiero di un tempo. Tazri annuì silenziosamente, se ne fosse stata in grado avrebbe urlato, invece continuò ad annuire, sperando disperatamente di tornare a essere quella persona, nonostante una parte di lei sapesse che quella Tazri era andata perduta per sempre.

Passarono gli anni e quando gli Eldrazi si risvegliarono e iniziarono ad attaccare Zendikar, Tazri li affrontò come seconda in comando di Vorik.

Limiti[]

Tazri venne inviata insieme alla sua banda per scortare i sopravvissuti di Bala Ged a Portale Marino e ci riuscì grazie all'aiuto di Gideon Jura, che gli fece guadagnare tempo rallentando la progenie eldrazi.

Il massacro del rifugio[]

Si presentò a Gideon dopo che lui la raggiunse. Era contraria alla proposta di Gideon di salire su un edro per essere al sicuro dagli eldrazi, ma alla fine eseguì gli ordini di Vorik.

I superstiti di Rocca Celeste[]

Dopo che Gideon e altri sei riuscirono a riposizionare la cascata dalla roccia fluttuante più vicina a Rocca Celeste, in modo che l'acqua cadesse nelle vicinanze dell'accampamento, Tazri si avvicinò a Gideon e disse con freddezza che Vorik non voleva che lui perdesse tempo in quel modo. Gideon si voltò verso di lei e con un sorriso chiese se volesse un po' d'acqua. Tazri replicò che sarebbe stato meglio se avessero impiegato il loro tempo per preparare la fuga e Gideon ribatté che si stavano preparando, che l'acqua sarebbe stata di aiuto e così era più facile riempire le borracce. Tazri rispose che avrebbero potuto riempirle al fiume e che sarebbe stato meglio se avesse utilizzato l'aiuto delle sei persone per andare a caccia, procurarsi il cibo era un ordine del comandante Vorik. Gideon rispose che avevano anche bisogno d'acqua e Tazri replicò che serviva per bere, non per giocare. Fece un cenno verso gli abitanti di Zendikar che stavano ballando sotto il flusso d'acqua e aggiunse che quello era una perdita di tempo. Gideon rispose che sollevare il morale non era mai una perdita di tempo. Tazri ribatté che capiva il suo obiettivo: stava cercando di rendere accogliente quel luogo, cercava scuse per rimanere all'accampamento, perché stava aspettando il ritorno dell'altro straniero simile a lui e continuò che li aveva sentiti discutere e che alla fine il suo amico aveva vinto ed era partito verso Akoum, ma lui non poteva costringere i sopravvissuti a rimanere lì in attesa del suo ritorno. Era troppo pericoloso. Lui non era di Zenidkar e nemmeno il suo amico, conosceva quelli come loro, non appartenevano al suo mondo e non avevano alcun diritto di arrivare e mettere il suo popolo in pericolo. Gideon alzò le mani in segno di pace e rispose che non apparteneva a quel mondo, però conosceva Zendikar, aveva viaggiato e combattuto in quasi tutti i suoi continenti e avrebbe continuato a combattere. Aveva a cuore quelle terre e ancora di più i loro popoli e si trovava lì solo per aiutarli. Tazri lo analizzò come se lo stesse comprendendo per la prima volta, inspirò bruscamente e disse che allora non doveva più interferire. Vorik sapeva cos'era meglio per loro e anche lei. Spiegò che stava dando alle persone un falso senso di sicurezza, che faceva pensare loro di poter considerare "casa" quel luogo, ma non era possibile: le orde eldrazi potevano piombare su di loro da Portale Marino in qualsiasi momento, potevano dover combattere per le loro vite in qualsiasi momento, ricordò che la prima volta erano sopravvissuti in pochissimi e chiese quanti pensava che sarebbero sopravvissuti a un secondo assalto. Continuò che se desiderava il meglio per quelle persone, allora avrebbe dovuto aiutarle a procurarsi il cibo e a essere pronti per la fuga. Quella era la loro unica possibilità di sopravvivenza ed era ciò che desiderava il comandante. Un colpo di tosse proveniente dalla tenda di Vorik attirò l'attenzione di entrambi e Tazri si voltò rapidamente e si affrettò a tornare alla tenda.

Dopo che altri sopravvissuti arrivarono verso l'accampamento, Tazri li informò della caduta di Portale Marino, ma che potevano andare con loro a Ondu. Una dei profughi spiegò con disperazione che si era sparsa la voce: Portale Marino era l'unica speranza di Zendikar e altri profughi di altri continenti si stavano dirigendo lì. Prima che Tazri o Gideon potessero dire qualcosa, comparve Abeena che disse che Vorik li voleva vedere entrambi nella tenda. Quando i due entrarono, Gideon si inginocchiò accanto al letto, mentre Tazri rimase in piedi dietro di lui e disse al comandante che erano arrivati. Vorik aprì gli occhi e disse che aveva saputo che c'erano stati nuovi arrivi. Tazri rispose che si trattava di un piccolo gruppo e Gideon aggiunse che erano profughi e che arrivavano ogni giorno, si stavano recando a Portale Marino e giungevano lì da ogni parte del mondo, da ogni luogo che era caduto per mano degli eldrazi: Akoum, Guul Draz e Ondu. Vorik disse che Portale Marino non sarebbe mai dovuto cadere, scosse il capo, perso nei suoi pensieri. Non sembrava aver udito il resto delle parole del suo amico. Il comandante guardò verso Tazri e chiese come procedevano i preparativi per la fuga e lei rispose che se tutti davano il loro contributo, potevano partire entro una settimana e aveva studiato un percorso verso Tazeem. Gideon la interruppe e disse che sarebbe stato un percorso pieno di eldrazi. Tazri controbatté che era il percorso più sicuro che potevano trovare. Gideon alzò la voce e replicò che non c'erano più posti sicuri su Zendikar. Dimenticandosi di Vorik, i due discussero e alla fine infuriata, Tazri disse che tutti loro sapevano che lui era contrario alla fuga e chiese se volesse che rimanessero lì ad aspettare la morte. Gideon rispose di no, guardò Vorik e disse che dovevano tornare a Portale Marino. Vorik tossì e gli ricordò che quel luogo era stato conquistato ed era ormai perduto. Gideon rispose che Portale Marino poteva risorgere, che potevano riconquistarlo; disse di radunare un esercito lì, a Rocca Celeste, che erano già a buon punto con i profughi e che una volta che avrebbero avuto abbastanza soldati, lo avrebbero circondato come avevano fatto le progenie e si sarebbero ripresi ciò che gli apparteneva. Ricordò a Vorik che era stato lui a dire che Portale Marino era il luogo più strategico di tutta Zendikar. Tazri interruppe Gideon e disse che era un folle, lui era stato là e aveva visto sia la caduta del loro popolo che le orde eldrazi e chiese come poteva pensare che avrebbero avuto una possibilità. Gideon rispose che gli eldrazi non sarebbero rimasti lì a lungo, non si comportavano come un esercito normale e quindi non avevano interesse a occupare Portale Marino. Si erano nutriti di ciò che avevano trovato e avrebbero proseguito oltre. Tazri replicò che sarebbero arrivati dritti verso di loro. I due continuarono a discutere e alla fine Vorik urlò di smetterla, tossì e poi disse a entrambi di calmarsi. Allontanò i guaritori e disse a entrambi di avvicinarsi e quando loro lo fecero, Vorik disse che lui stava morendo e loro litigavano, che quello non era il momento per litigare ma di ascoltare: dovevano ascoltarsi a vicenda perché erano la risorsa più importante l'uno per l'altra. Si sollevò e disse che doveva dire a entrambi una cosa importante: quando l'eldrazi l'aveva trafitto con la sua essenza corrotta sul campo di battaglia, aveva vissuto l'esperienza più terribile della sua vita, ma allo stesso tempo non aveva provato né terrore né rimorso, ma sollievo; disse che si era sentito sollevato perché avrebbe seguito la via più semplice: non sarebbe rimasto vivo per vedere la fine del mondo. Fece una pausa, deglutì e aggiunse con la voce soffocata, che ora aveva una speranza che ciò non sarebbe stato vero. Zendikar aveva ancora una possibilità e ciò grazie a Gideon che gli aveva dato nuovamente la speranza. Parlò direttamente al suo amico e gli disse che le persone avevano bisogno di un'ispirazione, la stessa che aveva dato a lui, che avevano bisogno di speranza, la stessa che provava lui in quel momento. Avevano bisogno di un condottiero che vedeva la via verso la vittoria in ogni situazione. Terminò che dopo la sua morte, lui avrebbe guidato quelle persone, avrebbe riconquistato Portale Marino e sarebbe stato il nuovo comandante. Tazri iniziò a protestare, ma Vorik disse alla donna che era forte e coraggiosa e che era stata la sua più fedele consigliera, ma era troppo simile a lui e alle sue idee e che Zendikar aveva bisogno di un nuovo punto di vista, che le persone che li seguivano avevano bisogno di un nuovo motivo per credere e le chiese di assistere Gideon come aveva fatto con lui. Tazri replicò che l'altro non era nemmeno un abitante di Zendikar e Vorik rispose che non importava da dove fosse venuto, perché aveva lo stesso spirito testardo di Zendikar. Dopo la promessa di Gideon, Vorik morì.

Durante il funerale di Vorik, dopo che Gideon finì il suo discorso e gli abitanti decisero di seguirlo alla riconquista di Portale Marino, lo ieromante guardò Tazri e promise che non se ne sarebbe andato, ma che sarebbe rimasto fino alla fine e che sarebbe stato con loro nella battaglia per Zendikar. Tazri annuì con le lacrime agli occhi, lo chiamò comandante e rispose che avrebbe combattuto per Zendikar.

La liberazione di Portale Marino[]

Dopo la ritirata nell'attacco iniziale per riconquistare Portale Marino, Tazri suonò un corno per dare all'esercito una direzione da seguire e raggiungere un buon punto in cui stabilirsi per un accampamento. Quando Gideon e Munda si unirono a lei, Tazri disse al suo comandante che era stato un disastro, spiegando che all'esercito serviva un comandante che dava gli ordini durante la battaglia e non si limitasse solo a combattere in prima linea. Ogni razza di Zendikar aveva il suo modo di combattere e lui aveva la capacità di ispirarli a dare il massimo però doveva permettere loro di farlo e quindi serviva una strategia.

Insieme a Gideon e agli altri comandanti, elaborarono una strategia, riorganizzarono l'esercito e si lanciarono alla riconquista della città. Una volta liberatala dagli eldrazi, si unì ai suoi colleghi al grande faro per osservare la città dall'alto.

Allineamento di Edri[]

Dopo che Jori En avverti Gideon e gli altri dell'arrivo di Ulamog, Tazri propose di evacuare, scontrandosi con la decisione di Kiora che voleva invece attaccare e uccidere il titano. Gideon decise di restare a combattere e Tazri dovette acconsentire a malincuore. In quel momento arrivò Jace e dopo che il mago mentale raccontò a tutti loro le sue scoperte, Gideon decise di seguire il suo consiglio e di creare una trappola per imprigionare Ulamog. Subito dopo, Tazri ascoltò i suoi nuovi ordini e si preparò a eseguirli.

La sventura per cui siamo nati[]

Kozilek[]

"La tua speranza non può essere tradita, se non hai nient'altro da perdere". Quel pensiero era stato la consolazione di Tazri per tutti quegli anni, soprattutto durante l'ascesa degli eldrazi: ogni incidente e ogni cataclisma della lunga e lenta sconfitta era stato accolto senza angoscia. A cosa serviva soffrire in una guerra che non si pensa di poter vincere? Poi era arrivato Gideon su cui Tazri non aveva mai contato e, durante la battaglia a Portale Marino, lei e le sue truppe avevano assistito con meraviglia mentre Gideon riusciva nell'impresa impossibile: imprigionare e fermare Ulamog. Vedendo il titano imprigionato Tazri pensò che Vorik aveva avuto ragione a scegliere Gideon al posto suo, era un pensiero doloroso, ma ora la vittoria era nelle loro mani; Zendikar sarebbe sopravvissuto, Gideon li aveva portati alla vittoria. Pochi minuti dopo un demone apparve e causò la liberazione di Ulamog; subito dopo Kozilek apparve e si unì alla battaglia. Entrambi i titani iniziarono a seminare morte nell'esercito degli abitanti di Zendikar. Tazri radunò i suoi soldati lontano da Portale Marino in rovina, una reazione dettata più dall'istinto che dalla strategia; pensò che sarebbero tutti morti. I preparativi, le vittorie, i racconti di speranza e redenzione che i soldati avevano udito, tutto era stato ridotto alla tetra verità: Kozilek si era sollevato e nella sua scia seguivano molte orribili morti. I soldati erano fuggiti all'esterno di Portale Marino, mantenendo una vaga disciplina in quell'insieme di devastazione e paura. Tazri li aveva guidati verso il riparo delle colline circondati da una fitta foresta, per radunarsi e pianificare la mossa successiva. Orde di eldrazi li circondavano, ma le minacce principali erano i due titani. Vide che Kozilek si stava muovendo in diagonale rispetto a loro e fu sollevata dal fatto che li avrebbe evitati di poche centinaia di metri. Mentre il titano si muoveva, un'onda scintillante vagava sulla terra, un campo di distorsione che li travolse. Il tempo rallentò, alcuni soldati morirono in modo assurdo, anche Tazri venne colpita e l'aureola angelica che portava brillò di una luce dorata, mentre il tempo precedentemente rallentato si accelerò. Gli eventi del suo passato e del suo futuro scorsero nella sua mente diventando il suo presente, il tempo e lo spazio si allungarono, tendendosi e allungandosi fino a spezzarsi, la realtà si interruppe. Tazri rivide il suo passato quando era al servizio di Mahir in cui uccise l'angelo per mettere fine al suo tormento; rivide quando aveva incontrato Vorik per la prima volta e lui le aveva permesso di entrare nel suo esercito e poi la morte del suo comandante. Era stata al suo servizio per quindici anni in cui si era guadagnata il ruolo di sua seconda in comando, non sarebbe mai più stata il condottiero che era da giovane, ma con l'aiuto, la pazienza e la fiducia di Vorik, aveva trovato altri modi per dimostrare il suo valore e per essere utile. Ricordò come si era sentita tradita da lui e da sé stessa quando Gideon era stato scelto come nuovo generale e quando infine Vorik era morto aveva pensato che presto su Zendikar tutto sarebbe diventato un grande vuoto come quello che sentiva lei. La realtà si sgretolò e Tazri urlò mentre l'aureola intorno al suo collo era diventata incandescente. La sua mente cercava rifugio dal passato, ma venne assalita dal futuro: vide immagini dove era al servizio di Kozilek, dove il titano uccideva i planeswalkers che avevano osato opporsi a lui, Zendikar consumato e i titani che avevano abbandonato il piano e dove lei attendeva il suo ritorno. La mente di Tazri si stava disintegrando per la pressione, si chiese quale mortale sarebbe riuscito a sopportare la visione dell'infinito e come avesse fatto a non sgretolarsi e ad arrendersi all'enorme vuoto.

L'angelo[]

L'aureola intorno al suo collo pulsò e divenne più spessa, la luce bianca la inondò e il resto del mondo scomparve. Tazri vide l'angelo che aveva ucciso che le sorrideva e udì la sua voce dirle che si trovavano al di fuori del tempo, del dominio di Kozilek, che quello era il movimento più breve per uscire da quel "presente" e che lì era al sicuro; continuò che per molti anni lei era stata ferita, ma ora era arrivato il momento di guarire. Tazri replicò che il sacrificio era stato suo, aveva deciso di compiere quel gesto e aveva pagato consapevolmente il prezzo. Non voleva il suo perdono. L'altra replicò che non le stava offrendo il suo perdono, ma quello di Tazri stessa. La donna pensò che erano passati vent'anni da quando qualcosa dentro di lei si era spezzato e ora ciò che aveva perso si stava ricomponendo: il desiderio, la sicurezza, la gioia e la speranza. L'angelo disse che il campo di Kozilek le stava passando attraverso, il tempo sarebbe tornato a scorrere e lei sarebbe tornata a essere sé stessa. Mentre la realtà stava tornando, Tazri si chiese come avrebbe potuto Zendikar vincere o sopravvivere e l'angelo rispose che Kozilek era in grado di influenzare il tempo e lo spazio, ma nonostante tutto il suo potere non sarebbe mai stato in grado di compiere il gesto che aveva compiuto lei vent'anni prima. Kozilek e la sua stirpe non erano in grado di padroneggiare quelle dimensioni mentre lei si, perché aveva amato, perché aveva sacrificato così tanto per un essere che non aveva mai conosciuto, perché aveva avuto pietà di un angelo morente ed era stata disposta a pagare il prezzo necessario: il tempo e lo spazio erano domini esigui in confronto al regno dell'amore e della pietà. La voce dell'angelo divenne un debole sussurro, ma prima di svanire completamente disse a Tazri che non avrebbe ricordato molto di quell'intermezzo, ma sarebbe rimasta comunque intatta: lei poteva vincere; avrebbe vinto perché non aveva altra scelta.

Il generale[]

Tazri tornò alla realtà e vide Munda arrivare con le sue truppe contemporaneamente a Drana e ai suoi vampiri. Grazie a loro le sorti della battaglia si invertirono temporaneamente, dando agli abitanti di Zendikar un po' di respiro. Per la prima volta dalla liberazione di Ulamog l'esercito non veniva assalito dagli eldrazi, ma la situazione era comunque disperata: erano stati decimati e quasi circondati. Con Gideon disperso, Tazri prese il comando e chiese a Drana quante truppe avesse ancora a disposizione. Inizialmente la vampira rimase in silenzio, ma quando l'altra insistette rispose che aveva ancora mille guerrieri forti, ma che combattere contro le progenie di Kozilek non era facile, potere e forza da soli non erano sufficienti. Tazri si rivolse a Noyan Dar e chiese quanti maghi del Torbido fossero ancora vivi e con le lacrime agli occhi Noyan rispose che erano quasi tutti morti e che quelli sopravvissuti non potevano fare molto. Sebbene comprendesse il suo dolore, Tazri gli disse che non poteva fare nulla per loro e che gli prometteva vendetta per i caduti e speranza per i vivi. L'afflizione di Noyan venne sostituita prima dalla rabbia e dalla determinazione e chiese cosa volesse da lui. Tazri spiegò il suo piano: aveva bisogno di un'enorme spaccatura tra loro e gli eldrazi che sciamavano a Portale Marino; chi era rimasto bloccato nel faro o era caduto o stava morendo, non potevano fare più nulla per loro, mentre da quel lato erano migliaia i vivi. Noyan rispose che poteva creare la spaccatura, ma avrebbe avuto bisogno di tempo perchè avrebbe dovuto farlo da solo. Tazri replicò che non sarebbe stato solo e gli chiese di iniziare subito, poi si rivolse a Munda e gli ordinò di preparare le truppe per partire e disse che chi non era in grado di viaggiare sarebbe stato lasciato indietro. Il kor non nascose la sua rabbia e il suo tormento e iniziò a replicare che non poteva farlo, ma Tazri rispose che lo avrebbe fatto e spiegò che se fossero rimasti, sarebbero morti tutti e chi era ferito gravemente sarebbe morto indipendentemente dalle loro scelte: loro dovevano sopravvivere perché erano l'ultima speranza di Zendikar. Munda annuì e si incamminò per preparare gli altri. Tazri chiese poi a Drana di mandare degli esploratori volanti per scoprire se c'erano altri gruppi di combattenti e per cercare Gideon, perché avevano bisogno di lui. La vampira replicò con disprezzo che Gideon era sicuramente morto, ma l'altra era sicura che fosse vivo e che lo avrebbero trovato. Drana la chiamò ironicamente generale e le chiese perché avrebbe dovuto seguire i suoi ordini. Tazri rispose che sapeva che lei era la più potente tra loro, che il suo popolo aveva narrato racconti sulle sue gesta e sapevano cos'era in grado di fare; tuttavia erano entrambe consapevoli che, nonostante i vampiri di Guul Draz, gli altri sopravvissuti delle altre razze non avrebbero mai seguito una vampira. Continuò che per quel motivo prendeva lei il comando e poteva pensare a lei come a un comandante di facciata, se proprio voleva avrebbero potuto uccidersi dopo la sconfitta degli eldrazi, ma non prima di quel momento. Concluse che aveva bisogno del suo aiuto così come anche Zendikar. Le due si guardarono negli occhi e Drana fu la prima a distogliere lo sguardo. Tazri le disse che voleva che facesse un'altra cosa: avrebbe dovuto incanalare la sua energia in Noyan Dar per aiutarlo; visto che non aveva altri maghi del Torbido, era necessario che fosse la vampira la sua fonte di energia. Poté percepire la rabbia di Drana che però rispose semplicemente che lo avrebbe fatto. Tazri pensò che la battaglia per Zendikar non era ancora perduta, ma stava appena iniziando e che Zendikar avrebbe vinto. Udì la splendida voce di un angelo che cantava e sorrise.

Fuoco e fiamme[]

Insieme a un piccolo gruppo di esploratori e soldati, tra cui molti feriti, Tazri vide una maga del fuoco raccogliere uno scudo abbandonato a terra e le chiese se era quello del loro generale. La maga confermò e chiese se avesse visto cosa gli fosse successo. Tazri rispose che Gideon stava combattendo contro un demone e che lo aveva visto crollare duramente al suolo sconfitto, ma ancora vivo. Un esploratore la chiamò per nome, ma la sua attenzione si concentrò nuovamente sulla maga quando lei disse che era fondamentale trovare Gideon. Tazri rispose che anche loro avevano bisogno di lui e che il demone aveva portato via il generale e altri due. Un vampiro disse che lo aveva visto dirigersi verso una caverna e le spiegò come arrivarci. La piromante disse che sarebbe andata da sola a riprenderlo e di rimanere lì. Tazri chiese dello sciame eldrazi e l'altra rispose che li avrebbe portati via. Tazri la ringraziò e disse che avrebbero coperto la sua uscita.

Pianificazione e Sconfitta dei titani[]

Insieme a altri, Tazri fu presente quando Gideon e i suoi amici tornarono. Salutò il suo generale e dopo aver ascoltato in silenzio i planeswalkers parlare tra loro, chiese quale fosse il piano e disse che i soldati erano sparpagliati, stava cercando di raggrupparli, ma gli eldrazi erano ovunque. Quando Jace spiegò che per attirare i titani era necessario che i sopravvissuti facessero da esca, Gideon si oppose e Jace gli chiese quale differenza c'era tra un'esca e un'imboscata, ma Tazri a rispose dicendo che un'esca non aveva scelta. Il telepate disse che aveva ragione e che Gideon aveva detto che le persone erano pronte a mettere in gioco le loro vite e quello era il momento di farlo. Tazri parlò a Gideon e disse che lei poteva radunarli e spiegare il loro piano, ma solo lui era in grado di convincerli, di offrire loro una scelta e che detto da lui non sarebbe stata una decisione difficile. Il generale le rispose di radunare le truppe, avrebbe scoperto i dettagli e poi si sarebbe unito a loro. Tazri si allontanò in cerca dei suoi soldati e contribuì a fare da esca per i titani, assistendo alla sconfitta di Ulamog e Kozilek.

Prima della Guerra della Scintilla[]

Dopo la morte dei due titani, Tazri divenne la nuova generale dell'esercito di Zendikar. Alcuni giorni dopo la vittoria fece un gara di corsa con Gideon e, senza fermarsi, i due parlarono dell'esercito e dei vari gruppi in partenza per combattere contro le progenie rimaste di Ulamog e Kozilek. Sorridendo Gideon le disse di darsi da fare col suo discorso e l'altra chiese se lui sarebbe rimasto. il suo ex-generale rispose che l'avrebbe aiutata a distruggere gli eldrazi sopravvissuti e le fece capire che poi avrebbe lasciato il piano. Tazri scattò in avanti e rispose che era contenta che lui fosse con loro.

La ricostruzione di Portale Marino[]

Successivamente alla vittoria sui due titani eldrazi, gli abitanti di Zendikar decisero di ricostruire Portale Marino. Sfortunatamente il progetto di ricostruzione si ritrovò di fronte un ostacolo: le cinque case di spedizioni che finanziavano i lavori presentarono progetti diversi, senza riuscire a trovare un accordo. Stanca di quella situazione, Tazri propose un progetto che oscurò tutte le altre offerte e ottenne rapidamente il consenso di gran parte della popolazione. Supportata da Linvala, che convinse le case di spedizioni a finanziare la guerriera, la città venne ricostruita in pochi anni.

Successivamente Tazri andò a Guul Draz per dare la caccia a qualche bestia terribile presente nel continente.

L'Avanzata delle Macchine[]

Difendere Zendikar[]

Dopo che la Legione delle Macchine invase Zendikar, Tazri ebbe una visione che la spinse a mandare Linvala, Akiri, Kaza e Orah a Emeria mentre lei rimase a Portale Marino guidando i difensori combattendo contro gli invasori phyrexiani. Nonostante i loro sforzi alla fine gli abitanti del piano vennero sopraffatti dal numero del nemico che conquistò la città. Tazri venne salvata da Linvala, tornata per avvertirla del ritorno di Nahiri completata per poi portarla in volo da Akiri e gli altri. Il gruppo entrò attraverso un passaggio non contaminato dall'Olio Scintillante. Tazri e gli altri trovarono e attaccarono la litomante che all'inizio ebbe la meglio, ma lo scontro cambiò dopo che angeli di Nuova Capenna avevano reso disponibile il Nimbo a tutti quelli della loro razza. A causa della ritrovata forza di Linvala e dell'aureola angelica di Tazri, il gruppo di avventurieri riuscì a separare Nahiri dalla rete di edri. Subito dopo l'Enclave si ruppe e si schiantò al suolo con la litomante ancora al suo interno mentre Tazri e i suoi amici riuscirono a mettersi in salvo.

Referenze[]

Rappresentato in:
  • Generale Tazri
  • Tazri, Esempio di Unità
  • Tazri, Sopravvissuta Temeraria
Mostrato in:
  • Spalla a Spalla
Testi di colore:
  • Aggressione Eldrazi
  • Bandire dall'Esistenza
  • Colosso di Portale Marino
  • Colui che Proclama la Fine
  • Edro Brulicante
  • Rapace di Tazeem
  • Riparazione di Portale Marino - Portale Marino Rinato
  • Vampira dei Legami di Sangue

Galleria[]

Galleria

Curiosità[]

Collegamenti esterni[]

Espansioni Blocco di Zendikar (ZendikarWorldwakeAscesa degli Eldrazi) • Magic OriginsBlocco di Battaglia per Zendikar (Battaglia per ZendikarGiuramento dei Guardiani) • Rinascita di ZendikarL'Avanzata delle Macchine
Luoghi AkoumBala GedGuul DrazMurasaTazeemOnduSejiri
Storia Ascesa degli EldraziCullingPrimo Risveglio
Nativi KioraNahiriNissa Revane
Pubblicazioni A Planeswalker's Guide to ZendikarZendikar: In the Teeth of AkoumThe Art of Magic the Gathering: ZendikarZendikar: la situazione è cambiata
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