Tasigur era uno sciamano umano di Tarkir, khan dei Sultai nel periodo della Battaglia degli Antichi.
Descrizione[]
La Zanna D'Oro[]
Il pallido ed esile, Tasigur era l'erede giovane e viziato della fortuna dei Sultai, un edonista che indulgeva in piaceri crudeli e non mostrava il benché minimo interesse verso le sue responsabilità di regnante. Si faceva trasportare in giro nel suo palazzo su una piattaforma decorata, sorretta da zombie. Tasigur indossava elaborati ornamenti d'oro e usava senza remore la sua frusta lunga e appuntita su chi gli sta intorno, quando era contrariato o semplicemente annoiato. Traeva estrema soddisfazione aizzando contro i suoi nemici i non morti che un tempo appartenevano alla loro stessa stirpe.
Storia[]
Blocco di Tarkir[]
La leggenda di Tasigur[]
Nella Prima Linea Temporale, Tasigur era passato alla storia per aver formato il più grande esercito di sibsig che la nidiata avesse mai visto, nonché per essere stato colui che diede il colpo di grazia al drago Silumgar, dopo che fu abbattuto nei pressi delle Cascate della Zanna di Molder e fatto cadere nel Fiume Marang.
Riforgiare il Destino[]
Il destino della Zanna d'Oro[]
Premi e favori[]
Alcuni anni dopo la Battaglia degli Antichi, nella Seconda Linea Temporale, Tasigur sedeva ancora sul trono dei Sultai e dovette accogliere in udienza una misera guerriera del clan di nome Yala e suo marito. La donna, stando alle parole del messaggero, aveva abbattuto un drago con un dardo avvelenato, ma a Tasigur non importava nulla di quella donna e così la mandò via facendole le congratulazioni di rito, cosa che fece infuriare il marito, ma nessuno fece nulla e si congedarono con rispetto. Il giorno dopo, Tasigur attendeva che il suo assaggiatore personale verificasse che il suo cibo fosse adatto al suo nobile palato, ma quando questi lo mise in bocca morì immediatamente. Capendo dovesse trattarsi di veleno e che era destinato a lui, il khan ordinò alla sua servitrice naga Ikra Shidiqi di convocare Khudal, il rakshasa di fiducia per chiedergli chi fosse stato il responsabile.
La naga compì il rituale di evocazione e Khudal gli disse che sapeva chi fosse il responsabile, ma che per quell'informazione chiedeva che Tasigur non lo uccidesse ma lo consegnasse a lui. Tasigur non sopportava che qualcuno ordinasse a lui che era il khan cosa fare, ma decise che fosse un piccolo prezzo da pagare per la vendetta e accettò. Khudal allora gli disse che il responsabile era proprio Yala, la donna che aveva incontrato il giorno prima, e si congedò, mentre Tasigur ordinava che lei, suo marito e quel messaggero fossero portati al suo cospetto.
Traditori[]
Alcune ore dopo, Tasigur consentì udienza alla donna e le disse che si scusava con lei, che il giorno prima a causa della sua impazienza non l'aveva ricompensata come la sua impresa meritava e fece entrare un sibsig offrendoglielo in dono. In verità quello zombie non era altri che suo marito e quando la Yala lo vide, privato della vita e della libertà sbiancò, senza nemmeno pensare di lottare o fuggire neanche quando quello stesso sibsig le mise una catena al collo. Al che Tasigur le si avvicinò e le disse che sarebbe stata punita per aver tentato di avvelenarlo, ma la donna disse che non sapeva di cosa parlasse e il khan la colpì con la sua frusta, per poi avvicinarsi a lei. Non poteva ucciderla per via dell'accordo con Khudal, ma poteva torturarla e sondare la sua mente e così fece, ma quello che vide lo lasciò sbigottito. Non vide intrighi o piani di morte in lei, solo una festa che aveva fatto con la sua famiglia. Furioso, la uccise e in quel momento Khudal si rimaterializzò nella sala, furioso anch'egli per aver perduto il suo premio.
Tasigur lo accusò di avergli mentito e il rakshasa confermò, dicendogli che il veleno era stata una sua idea e che quello era stato solo un piano votato ad avere l'anima dell'ammazzadraghi. Tasigur ebbe un sussulto e Khudal rise della sua debolezza, della sua infantilità e dei suoi capricci, che gli aveva semplicemente dato qualcuno da punire ma che non aveva rispettato il loro accordo e se ne sarebbe pentito. Tasigur allora ordinò di catturarlo, ma il rakshasa gli ricordò che se lui sedeva sul trono e gli umani erano sempre stati alla guida del clan era solo perché la sua specie e i naga lo permettevano e che senza di loro i Sultai erano destinati a divenire polvere. Tasigur allora schioccò la sua frusta vicino al demone e Khudal si smaterializzò, affermando che presto i Sultai sarebbero caduti. Tasigur urlò a Shidiki di rievocarlo, ma anche la naga se ne andò, sibilando le medesime parole di Khudal.
Tasigur e i draghi[]
Mesi dopo, i Sultai si trovarono in una posizione di svantaggio rispetto agli altri clan. Sia i naga che i rakshasa se ne erano andati, e senza di loro nessuno aveva la conoscenza di controllare i sibsig, costringendo i deboli umani a riempire il vuoto lasciato da loro. Ad un certo punto, il palazzo di Tasigur subì un agguato da parte della Stirpe di Silumgar e il khan, nella disperazione, ordinò che venisse messo al sicuro, ma sapeva che non potevano continuare così, che presto sarebbero morti tutti e prese una decisione.
Tasigur si fece scortare nei pressi del fiume Marang, dove trovarono Silumgar in persona e per la prima volta nella sua vita Tasigur vide un drago dal vivo. Per la prima volta, i suoi piedi dovettero toccare la nuda terra mentre si avvicinava all'immensa bestia per parlarle e offrirle in dono oro e gioielli. Per la pima volta, si inginocchiò dinnanzi a qualcuno, affondando le mani nel fango, mentre offriva il suo clan al drago dominante.
La caduta dei Khan[]
La convocazione[]
Ancora in vita, ma sotto il controllo di Silumgar, Tasigur ricevette una convocazione da parte di Shu Yun, il khan dei Jeskai, a un incontro con tutti gli altri khan per discutere del problema dell'aumento delle tempeste draconiche. Tasigur informò Silumgar, che gli ordinò di andare all'incontro, volendo approfittare della situazione per eliminare i khan una volta per tutte.
Rivelazioni e speranze[]
Tasigur fu l'ultimo dei khan a giungere alla Fortezza di Dirgur, venendo accolto con disprezzo da Alesha dei Mardu e Reyhan degli Abzan e non poté trattenersi dal commentare quanto assurda fosse quella situazione. Inizialmente offese la "khan degli Abzan", ma poi si scusò dicendo che in quella stanza erano tutti allo stesso piano e così l'incontro ebbe inizio. Shu Yun inizialmente prese la parola ma poi Yasova Artiglio di Drago iniziò a raccontare una storia su Ugin e un altro drago, di un uomo-drago che diceva di essere il sar-khan e del bozzolo di pietra che avvolgeva il corpo di Ugin.
Tasigur ascoltò la storia della khan dei Temur, soffermandosi sulla parte in cui diceva che se Ugin dovesse morire, le tempeste cesserebbero di esistere e i draghi si sarebbero indeboliti fino a morire e così, sapendo quello stava per accadere, tentò di convincere gli altri khan nell'impresa di liberare Ugin dal bozzolo e abbatterlo, ma quando le campane suonarono capì che era troppo tardi.
L'assedio del monastero[]
Mentre gli altri khan osservavano l'arrivo sia della stirpe di Silumgar che di quella di Ojutai, con tanto di draghi dominanti, Tasigur e metà della sua scorta sgattaiolarono fuori dalla sala, allontanandosi dall'imminente massacro che li attendeva. Non è chiaro cosa accadde, ma al termine dell'assedio fu preso tra gli artigli di uno dei draghi e portato lontano da Dirgur.
La ricompensa[]
Tornati nel palazzo, Tasigur tentò di lamentarsi con Silumgar per il modo in cui era stato trattato nonostante la sua fedeltà e le sue informazioni, ma soprattutto per il fatto che il drago si fosse bellamente piazzato sul suo trono a dormire. Ikra Shidiqi, la sua dracofona che aveva abbandonato Tasigur per Silumgar, parlò al signore dei draghi e questi si svegliò dicendo che effettivamente aveva promesso al giovane una posizione di prestigio una volta schiacciati i clan.
Tasigur notò che la naga stesse sorridendo e si rese conto di essere stato accerchiato da dei sibsig che lo bloccarono mentre gli mettevano una catena al collo, la cui estremità fu consegnato a Shidiki, por poi passarlo a Silumgar. Il dragò allora strattonò e portò Tasigur vicino alla sua bocca, mentre la naga diceva che avrebbe avuto il posto che meritava al fianco del loro signore, come trofei più prezioso. Quel giorno, i Sultai cessarono di esistere.
Referenze[]
- Rappresentato in:
- Tasigur, la Zanna d'Oro
- Mostrato in:
- Crudeltà di Tasigur
- Testi di colore:
- Immergere nell'Oscurità
- Masnada Sibsig
- Ratti del Tifo
- Silumgar, la Morte Vagante
Galleria[]
Galleria
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Curiosità[]
- Nel nuovo presente di Tarkir, dopo la sua morte, il corpo di Tasigur è stato imbalsamato e viene utilizzato come ciondolo da Silumgar.
Espansioni | Blocco Tarkir (I Khan di Tarkir - Riforgiare il Destino - Draghi di Tarkir) • Set Base 2019 • L'Avanzata delle Macchine • Tarkir: La Dracotempesta
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Clan | Casate Abzan/Clan Dromoka • Via Jeskai/Clan Ojutai • Nidiata Sultai/Clan Silumgar • Orda Mardu/Clan Kolaghan • Frontiera Temur/Clan Atarka
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Nativi | Narset • Sarkhan Vol
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Eventi | Battaglia degli Antichi • Caduta dei Khan • Prima Linea Temporale • Seconda Linea Temporale
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Pubblicazioni | Guida per i planeswalkers ai Khan di Tarkir • La Guida per i Planeswalker a Riforgiare il Destino • La guida per i planeswalkers a Draghi di Tarkir • Planeswalker's Guide to Tarkir: Dragonstorm
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