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Taigam è un monaco Jeskai di Tarkir. Nel vecchio presente abbandonò il clan dopo non essere riuscito a divenire Khan, unendosi ai Sultai e divenendo un mago di Sidisi. Nel nuovo presente di Tarkir vive sotto il dominio di Ojutai ed è il maestro del Santuario dell'Occhio di Drago.

I Khan di Tarkir[]

Membro dei Jeskai[]

Taigam desiderava ottenere sempre di più. Da giovane non afferrò mai il significato del suo desiderio. Cresciuto in un piccolo villaggio di pescatori all'ombra delle fortezze Jeskai, aveva sempre creduto che la base di tutto fosse la conoscenza. Suo padre lo aveva condizionato in questo modo: la saggezza avrebbe generato rispetto che a sua volta avrebbe portato una vita stabile e sicura. Taigam aveva creduto a quella favola almeno per breve tempo, poi scoprì di non essere un combattente fisico come gli altri monaci; il suo potere era nella mente. Mentre i suoi compagni imparavano a combattere, lui assimilava le pergamene e le lezioni dei maestri, era comunque un combattente, ma le sue armi preferite erano le pergamene. Ebbe anche l'onore di ricevere gli addestramenti dal Khan dei Jeskai, Narset, e un giorno lei dichiarò che lo riteneva uno dei suoi più abili studenti. Taigam provò orgoglio per quel commento, ma comprese che sarebbe stato il massimo ottenibile dai Jeskai. 

Taigam disse a Narset e agli altri monaci che aveva deciso di seguire la via del guerriero errante, che quello era stato il percorso del suo addestramento. In realtà, sperava di scoprire diverse discipline di magia ed eventualmente imparare diverse forme di combattimento. Viaggiò verso Purugir, la stazione commerciale vicino alla Via del Sale, nella speranza di trovare un'occupazione come docente o guardia del corpo. Lì incontrò alcuni dei nobili Sultai e sebbene avesse sempre sentito parlare di loro come mostri decadenti, Taigam concordava su questo solo per il loro aspetto, per il resto avevano stimolato il suo interesse e senza rendersene conto lui aveva fatto altrettanto con loro: un Jeskai alla ricerca di un'occupazione era sicuramente insolito.

Mano di Sidisi[]

Quella notte, un rakshasa andò a fargli visita. Gli disse il suo nome, Ebirri, e volle proporgli un patto: in cambio del privilegio di essere il più umile dei suoi servitori, gli avrebbe donato grandi fortune e potere tra i Sultai. Taigam sapeva che dietro quella proposta si celava un inganno, ma l'immediata promessa di potere ebbe la meglio sul buon senso. Il patto fu stretto e, in cambio del potere, Taigam offrì la sua vita al servizio dei rakshasa.

Taigam ottenne il grado di consigliere supremo di Sidisi, la Khan dei Sultai, che gli diede il compito di far rispettare i suoi decreti all'esterno del suo palazzo, un grande onore per lui, dato che lei era nota per tenere vicino a sé le persone malfidate, in modo da poter essere lei stessa a porre fine alle loro vite. Taigam applicò la legge di Sidisi come sua Mano su tutto il territorio Sultai, sempre sotto l'occhio attento del suo vero maestro, Ibirri, che aveva legato la propria esistenza a lui.

Gli intrighi di Taigam[]

Insieme alle sue guardie, Taigam si recò all'interno della giungla nella piccola cittadina di Kishla dove i suoi abitanti, contadini e pescatori erano sempre in debito nei confronti dei Sultai. La gente della città non ricordava se la causa del debito fosse dovuta alle tasse o a una vera e propria estorsione; sapevano solo che la Mano di Sidisi si recava da loro per raccogliere le poche ricchezze che avevano e gli uomini e le donne che formavano l'autorità della città venivano semplicemente obbligati a radunarsi, la loro vita non aveva alcun valore per Sidisi, vivevano nel territorio dei Sultai ma non erano membri del clan. Un uomo anziano, una rarità in quella zona, fece un passo avanti per parlare, stupendo Taigam e gli disse abbassando la testa e avvicinandosi che la loro prossima spedizione sarebbe stata superiore alla quota attuale in modo da bilanciare la carenza dell'ultima. Taigam fu deluso dalla risposta equilibrata, voleva divertirsi e con un sorrisetto chiese perché non si inginocchiava di fronte ai suoi superiori. L'uomo si inginocchiò fino a toccare il pavimento con la fronte e nascosto nell'ombra Ebirri scoppiò a ridere e gli disse che se voleva che si inchinasse di più, doveva farlo scendere al ponte inferiore. Taigam nascose l'irritazione a quel commento e chiese all'uomo quanti figli avesse, l'anziano non si sollevò e rispose di averne tre, Taigam gli disse che ora ne sarebbero rimasti due e fece un cenno a una guardia umana.

Mentre la guardia usciva dalla nave per eseguire i suoi ordini, una decina di piccoli pugnali lo trafissero e lui cadde morto prima di capire cosa gli fosse successo. Taigam non avrebbe avuto tempo per gioire della sua crudeltà, tre figure confuse entrarono nella stanza e Taigam si ritrovò davanti tre monaci Jeskai umani che si scagliarono su di lui mentre i contadini fuggivano nella direzione opposta. Taigam si mise in posizione, riuscì a schivare il primo colpo, ma il secondo lo mandò a terra. Arrugginito ma non del tutto fuori esercizio, usò lo slancio della caduta per colpire con un calcio il primo monaco poco sotto il ginocchio, piegandogli la gamba nella direzione opposta, il monaco urlò dal dolore e crollò a terra. Ibirri uscì dall'ombra mentre uno dei monaci rimanenti lanciò i suoi pugnali verso Taigam, il rakshasa ringhiò nella loro direzione e li arrestò come se avessero colpito un muro invisibile. Taigam si rissolevò e intravide l'occasione di liberarsi dal demone, approfittando della confusione mentre il rakshasa usava la sua magia oscura verso uno dei monaci, estrasse uno stiletto dalla caviglia e si scagliò contro Ebirri. Nonostante gli assassini avessero l'obiettivo di ucciderlo, Taigam sapeva che la più grande minaccia per la sua vita era sempre stato il rakshasa. Lo stiletto si conficcò nel fianco di Ebirri che ruggì e colpì sia Taigam che l'ultimo monaco uccidendo il Jeskai. Taigam recuperò il respiro mentre il gigantesco rakshasa lo sollevò per le vesti e lo attirò a sé, finchè il volto del Sultai non si trovò di fronte alle sue fauci, con un ringhio gli disse che apparteneva a lui e poi lo lasciò andare. Taigam si rimise in piedi e si avvicinò all'unico monaco ancora vivo che non era in grado di muoversi a causa della ferita alla gamba. Taigam gli chiese chi li avesse mandati e lui rispose che era stata Narset. Taigam rispose che non era da lei e chiese se agivano solo in suo nome, il monaco non rispose, Taigam fece un cenno a Ibirri che uccise il Jeskai. Il rakshasa chiese se pensasse che Narset volesse la sua morte e Taigam rispose di no, che molto probabilmente quei monaci stavano agendo senza che lei ne fosse consapevole e che erano molti tra i Jeskai coloro che avrebbero festeggiato l'eliminazione di un errore come lui. Continuò dicendo che la situazione era diventata più tesa ultimamente e che quindi non poteva essere sicuro che Narset non fosse diventata qualcosa più di una semplice minaccia. Infine terminò dicendo che se ne sarebbe occupato lui. Ebirri ringhiò e Taigam ripetè le sue ultime parole con maggiore convinzione, il rakshasa non rispose e tornò nell'ombra mentre Taigam iniziava a prendere le misure dei corpi intatti dei monaci defunti per delle uniformi dorate.

Draghi di Tarkir[]

La discepola del grande maestro[]

Nel nuovo passato alterato da Sarkhan Vol, Taigam divenne un allievo di Ojutai e per molti anni si addestrò al Santuario dell'Occhio Saggio per realizzare la sua ambizione di diventare un maestro per soddisfare la sua ricerca di potere. Tuttavia venne superato da Narset, che lo sconfisse in una prova pratica e con sguardo ardente vide il grande maestro assegnare a lei il titolo che tanto bramava. Taigam non si diede per vinto e quando Narset uscì dagli archivi sotto il santuario, le disse che era sicuro che si trovava laggiù e quando lei rispose di farla passare, lui replicò che sapevano bene entrambi che laggiù si trovava qualcosa di non adatto ai seguaci di Ojutai, in particolare per coloro che venivano chiamati maestri. Narset rispose di togliersi di mezzo e che doveva andare e Taigam disse che non aveva altra scelta se non denunciare la sua blasfemia, che aveva tradito Ojutai, scegliendo di seguire un cammino oscuro e avrebbe subito la punizione del grande maestro. Narset replicò rabbiosa di lasciare che la punisse, poi lo superò ignorando le sue urla.

Dopo la scomparsa di Narset, Taigam divenne il nuovo maestro del santuario.

Il piano di Tarkir dei Draghi[]

All'interno del Santuario dell'Occhio di Drago Taigam ricevette la visita di uno straniero. Lui si presentò e chiese chi fosse, credendo di aver davanti uno studente venuto alla ricerca della conoscenza e della saggezza, che aveva percorso un lungo cammino. Lo straniero rispose che non era uno studente ma che cercava lei e chiese se ci fosse un luogo più elevato, Taigam rise e disse che non c'era niente di più elevato di Ojutai e lui chiese dove si trovasse Narset. Gli occhi di Taigam si spalancarono leggermente e si chiusero per un lungo momento e lo straniero insistette per avere notizie della sua amica. Taigam riaprì gli occhi e disse che Narset non era la benvenuta lì, era un'eretica che aveva subito il massimo della pena prevista dalla legge e che cercarla era inutile, perché non esisteva più. Lo straniero vacillò e disse che era impossibile, le labbra di Taigam si contrassero e rispose che Narset era andata incontro al suo destino, uguale a tutti coloro che erano colpevoli di eresia. Lo straniero replicò che lei non era un'eretica e che era tutto e Taigam disse che non avrebbe ascoltato altro, sollevò la mano e fece un gesto così forte che lo spinse fino alla porta. Lo straniero cercò di opporsi e disse che lui non comprendeva, che Narset doveva essere lì e che quel mondo di draghi era per lei. Taigam lo chiamò eretico, gli disse di andarsene e con un altro gesto della mano lo scagliò attraverso la porta facendolo rotolare dalle scale.

Referenze[]

Rappresentato in:
  • Taigam, Maestro Ojutai
  • Taigam, Mano di Sidisi
Mostrato in:
  • Colpo di Taigam
  • Intrighi di Taigam
  • Studioso di Ojutai
Testi di colore:
  • Custode della Lente
  • Ritorno Diligente
  • Servitori Barcollanti

Galleria[]

Galleria
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Clan Abzan/Clan DromokaJeskai/Clan OjutaiSultai/Clan SilumgarMardu/Clan KolaghanTemur/Clan Atarka
Nativi NarsetSarkhan Vol
Pubblicazioni A Planeswalker's Guide to Khans of TarkirA Planeswalker's Guide to Fate ReforgedLa guida per i planeswalkers a Draghi di Tarkir
Approfondimenti GruppiLuoghiPersonaggiRazze
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