Slobad (Planeswalker)

Slobad
Dettagli
Originario di	Mirrodin - Oxidda
Razza	Goblin Phyrexiano
Colori
Centrale
Titoli
Titoli	Riparatore Goblin Goblin di Ferro
Status
Stato	Sconosciuto
Scintilla	Sacrificata

Slobad è un artefice goblin che usa il mana rosso, originario di Mirrodin. In passato, per breve tempo, fu un antico e potente planeswalker.

Descrizione

Artefice Goblin

Al contrario della maggior parte dei goblin di Mirrodin, Slobad era estremamente portato nell'utilizzo degli artefatti e nella creazione di automi. Nato infaustamente sotto il Sole Blu, in giovane età venne venduto come schiavo a Raksha che nel tempo tuttavia iniziò a vederlo come un compagno e un amico. Aiutò Glissa nella sua lotta contro Memnarch, ereditando la scintilla dell'elfa e sacrificandola per porre rimedio alle atrocità del golem, ma venne travolto da un'orda di goblin terrorizzati a causa della Scomparsa e dato per morto. In verità Slobad cadde nel Nucleo come Glissa e come lei venne completato in un phyrexiano, intento a riplasmare la superficie di Mirrodin e trasformarla in Nuova Phyrexia. Non è noto se sia sopravvissuto dopo la fine dell'Invasione di Nuova Phyrexia.

Storia

Primi Anni

La vita di Slobad non è mai stata felice, nemmeno il giorno in cui è nato. Sfortunatamente per il povero lui, la sua nascita coincise con lo zenith dell'Occhio del Fato, un tabù che di norma sarebbe stato punito con la morte. Tuttavia, la madre di Slobad non seguì la tradizione e lo nascose nei condotti dell'aria piuttosto che gettarlo nella Grande Fornace. Passò un po' di tempo, ma alla fine il piccolo fu trovato da un altro goblin di nome Dwugget, capo un gruppo di emarginati noto come Culto di Krark, che lo crebbe come se fosse suo figlio. Solo perché Slobad avesse trovato un posto non significava che si sentisse a suo agio con la setta. Anche tra gli emarginati, Slobad si sentiva solo e se ne andò il prima possibile.

Vagò per la superficie di Mirrodin, sopravvivendo grazie al suo ingegno e alla sua intraprendenza finché non fu catturato dai leonid e trasformato in un servitore. Qui si creò uno strano legame con il loro giovane leader Raksha e cercò di aiutare il suo amico come meglio poteva. Sebbene Raksha abbia mostrato affetto al giovane goblin, non c'erano dubbi sulla loro relazione. Slobad potrebbe essere stato uno schiavo prediletto, ma non aveva alcuna libertà.

Dopo un catastrofico fallimento di una delle sue invenzioni meccaniche, Slobad decise che fosse meglio fuggire prima che potesse arrivare una punizione e, ancora una volta, si ritrovò solo. Tornò alla sua vita nomade fino a quando non trovò una caverna a lungo nascosta ai piedi dei Monti Oxidda al cui interno trovò le orribili macchine assassine conosciute come livellatori. Sembrava l'ideale per una vita di solitudine e così ha trovato un posto dove stare.

Blocco di Mirrodin

L'incontro con Glissa

La vita proseguì nella solita routine di sopravvivenza, quando un giorno i Livellatori tornarono portando con loro qualcosa di inaspettato. Un'elfa di nome Glissa era stata catturata dalle terribili lame dei costrutti e con il suo aiuto riuscì a liberarsi. La sua gamba era stata gravemente maciullata e Slobad, a suo malgrado, la condusse a Taj-Nar sapendo che i leonid avrebbero potuto curarla. Nella capitale leonin, la sua ferita venne curata e Glissa strinse amicizia con Raksha, che raccontò alla coppia che anche lui era stato attaccato nello stesso istante in cui era avvenuto a lei. Desiderosi di comprendere la situazione, Glissa, Slobad e Raksha partirono per scoprire chi fosse il loro misterioso nemico. Questa ricerca li ha condotti nelle profondità del Mephidross dove si imbatterono nei resti di un antico golem fatiscente. Slobad decise di rianimarlo e questi una volta svegliaosi si presentò col nome di Bosh, dimostrando una certa intelligenza e con il suo aiuto, il trio riuscì a penetrare nel cuore della palude, sino a una struttura chiamata Ish Sah che era governata dal negromante Moriok Geth. Lo affrontarono e dopo averlo sconfitto, Geth barattò la sua vita per le informazioni per cui il gruppo era venuto, conducendoli alla tappa successiva del loro viaggio, verso il Mare di Mercurio e la città vedalken di Lumengrid. Nascondendosi all'interno di Bosh che propose di raggiungere la città camminando sul fondo, il gruppo raggiunse Lumengrid e Glissa affrontò il misterioso individuo che orchestrava gli attacchi, Pontifex e con l'aiuto dei suoi compagni riuscì ad ucciderlo, solo per scoprire il vero colpevole e la verità sul mondo.

Il gruppo scese in profondità sino al Nucleo di Mirrodin stesso per scoprire il segreto più ben custodito di tutta la storia: l'antico e mitologico essere conosciuto come Memnarch era il vero responsabile degli attacchi. Era ossessionato da Glissa e il gruppo decise di fuggire in superficie per paura delle loro vite. L'unica cosa a cui il gruppo riusciva a pensare che potesse resistere al tiranno erano gli altrettanto leggendari artefatti di Kaldra. Insieme raccolsero gli artefatti ed evocarono il Guerriero di Kaldra, ma quando cercarono di affrontare la loro nemesi, il golem prese il controllo dell'avatar e lo sguinzagliò contro di l'elfa che fu costretta a fuggire. Memnarch rivelò dunque che la scintilla latente di Glissa fosse il suo obiettivo finale, ma il gruppo fuggì quando il Sole Verde eruttò dal nucleo. Bosh, temendo di venire controllato da Memnarch decise di rimanere indietro, sacrificandosi per salvare i suoi compagni.

Imprigionamento

Slobad fu catturato facilmente e Memnarch cercò di trovare un modo per utilizzare la genialità del goblin. Fu torturato orribilmente finché la sua volontà non fu infranta, i suoi arti furono amputati e fu agganciato all'ultima macchina di Memnarch. Gli fu assegnato un compito: trasformare la struttura stessa dell'intero pianeta in un'enorme macchina per il trasferimento di scintille. L'unica fonte di energia abbastanza forte da portare a termine il compito erano le anime di tutti quelli che abiavano la superficie. La sua mente era collegata a una moltitudine di minuscoli memniti che avrebbero agito come le sue mani mentre costruiva il dispositivo.

Trascorse i successivi cinque anni realizzando la visione contorta di Memnarch, finché Glissa non giunse per salvarlo e fermare il folle golem, arrivando giusto in tempo per impedire al suo scellerato piano di realizzarsi. Infuriata, Glissa si scagliò contro il golem pazzo, facendoli cadere entrambi nel nucleo. In quel momento, con grande sorpresa di Slobad, la scintilla di Glissa venne accidentalmente trasferita alla sua forma malconcia, che venne ristabilita dopo anni di torture e soprusi. Si ritrovò con i poteri divini per i quali Memnarch aveva sacrificato così tanto, ma con suo shock ancora maggiore, si trovò faccia a faccia con il planeswalker che aveva creato lo stesso Mirrodin: Karn.

Karn si offrì di fare di Slobad il suo apprendista, ma senza Glissa non vedeva il senso di andare avanti. Invece, il goblin rinunciò alla scintilla per resuscitare tutte le persone uccise su Mirrodin e rimandarle a casa, compresa Glissa. Alla fine, Karn lasciò Glissa, Slobad e Geth come nuovi guardiani di Argentum, il vero nome del piano e del Mirari, che era la vera forma di Memnarch.

La fine di Slobad

Sfortunatamente, sembra che la vita di Slobad fosse davvero maledetta. Fu tragicamente ucciso poco dopo che lui e Glissa tornarono in superficie, travolti da orde di goblin in preda al panico i cui anziani erano appena scomparsi senza alcuna spiegazione. O almeno questo è quello che in molti credettero.

Goblin di Ferro

Molti lo credevano morto quando fu calpestato sulla terra, ma il suo corpo spezzato affondò nel nucleo del piano, dove attendeva Phyrexia. Mantenendo la speranza di rivedere la sua amica Glissa, Slobad accettò con riluttanza mentre l'olio di Phyrexia rimodellava il suo corpo. Alla fine guarito dalle ferite causategli da Memnarch, emerse con la consapevolezza che anche Glissa aveva accettato l'onore di unirsi a Phyrexia. Ancora influenzato dai ricordi della sua vita precedente, Slobad modificò il suo corpo phyrexiano per assomigliare al suo defunto amico, il golem Bosh.

Slobad ora lavora per il completamento del Multiverso, convinto che Phyrexia lo abbia riunito con i suoi amici.

Phyrexia: Tutto Diverrà Uno

Ceneri

A capo del Complesso di Recupero, Slobad gestisce con i suoi phyrexiani lo smaltimento dei rifiuti ed Urabrask gli invia i phyrexiani obsoleti per il riutilizzo. Quando Reyana andò da lui chiedendogli di essere trasformata lui acconsentì ma prima la usò come esca per attirare Neyali e i suoi compagni in una trappola e riuscì a catturare la Vulshok e tre suoi compagni. Il goblin phyrexiano si fece avanti e disse a Neyali che le offriva una scelta: loro quattro in cambio di tutti gli altri Mirran che si nascondono lì. Lei replicò che Urabrask aveva ordinato di non far loro del male e Slobad rispose che non aveva intenzione di far loro del male, ma voleva solo aiutarli. Neyali chiese allora il rilascio anche dei suoi tre compagni e lui acconsentì.

Subito dopo Slobad trasformò Reyana ma prima di poter fare altrettando con Neyali la vulshok venne salvata dai suoi compagni che non avevano intenzione di abbandonarla.

Referenze

Rappresentato in:

• Slobad, Goblin di Ferro
• Slobad, Riparatore Goblin

Mostrato in:

• Livellatore

Testi di colore:

• Ogre Sbavante
• Pollice di Krark

Galleria

Galleria 1/2 1/1

Collegamenti esterni

• Slobad's tinkering project
• Ask Wizards - January, 2007
• Leveler art secret
• The Legends of Phyrexia: All Will be One