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La versione testuale di Roreca's Tale presente in questa pagina è una traduzione della trascrizione delle immagini all'interno dell'articolo ufficiale di Wizards of the Coast riferito a questo racconto e pubblicato sul sito in formato immagine il 19 marzo 2008.
Storia[]
Il piano di Ergamon non la impressionò con i suoi picchi colossali e la sua fauna esotica. Naturalmente "colossale" ed "esotico" sono sono parole vuote per Worzel, perché presumono che tutto in Dominia sia "medio" o "normale" che non è un'affermazione che Worzel farebbe mai. Quindi suppongo che non fosse né sorpresa, né impressionata. Io però, lo ero.
Ergamon era un piccolo piano nascosto. O almeno, questo è quello che Worzel mi disse, anche se a me sembrava vasto come qualsiasi altro mondo che avevo visitato. Non avevo idea di cosa intendesse per nascosto. Per me un posto nascosto è un buco nel muro di una taverna dove posso sfuggire all'attenzione, o una caverna nel bosco occultata dalla foresta. Per chi è capace di vedere e viaggiare attraverso i mondi come Worzel, forse i piani sono nascosti allo stesso modo. Ma cosa può oscurare la vista di un mago che può vedere da un piano all'altro? Una sorta di piano-foresta? Pensare a cosa volesse intedere Worzel normalmente mi fa venire il mal di testa, quindi ho imparato a non preoccuparmene.
Eravamo vicino al fondo di un burrone tra due monti di Ergamon. La brezza era secca e leggermente profumata. La base della montagna incontrava il burrone in una scogliera nera e scoscesa, resa scivolosa dai ruscelli. a circa trenta metri di distanza, sul fondo del burrone, potevamo vedere quello che sembrava il letto asciutto di un fiume.
Worzel esaminò le rovine di una struttura costruita su della roccia nera lucida. Ogni pietra era larga quanto un cavallo. Occasionalmente mormorava qualche incantesimo o tirava fuori dal nulla qualche strano strumento che passava sulla roccia. Quando era soddisfatta, lo strumento scompariva. I planeswalker possono viaggiare leggeri.
Siamo venute su Ergamon per cercare le linee. I maghi usano le linee per connettersi con terre di altri piani, da cui prendono gran parte del loro potere. Quando troviamo una linea Worzel stabilisce un legame con essa e quindi può attingere a quel legame per ottenere mana. Trovare le linee è il mio compito. Sono brava in questo; Penso che sia perché sono molto a contatto con il suolo.
Di tanto in tanto ci imbattiamo in qualcosa che lei trova interessante, come un artefatto o un posto o una creatura di qualche tipo. O una pila di pietre nere. Non posso prevedere cosa la interesserà e cosa ignorerà. Alcune volte passa giorni interi esaminando qualcosa e poi va via senza nessun commento. Altre volte lancia un urlo e mi mostra un caleidoscopio di colori emesso dalla sua mano, o una pozza di liquido scintillante o, alle volte, qualcosa che non avevo visto. Lei dice che queste cose hanno linee come le linee terrene, e che lei si lega anche a loro. Normalmente non le chiedo più cosa fanno queste linee. Alle volte capisco le sue risposte, ma molto spesso annuisco e scodinzolo mentre cerca di spiegarmi qualcosa che non riesco a comprendere. A volte arrossisce un po' mentre spiega; credo che anche lei non sia proprio sicura di cosa facciano quelle linee.
Stavo riposando, mezzo sonnecchiando, accanto al mucchio di pietre. Worzel era seduta accanto a me e leggeva una pergamena che aveva tirato fuori dal nulla, quando iniziò a rizzarmi il pelo. Mi alzai sorpresa, il suo campo di allerta si era già attivato. Questo normalmente voleva dire che un altro mago era vicino, il che significava problemi.
Ho una teoria sul perché i maghi combattano tanto. Quando i cuccioli sono insieme, combattono. Noi lo chiamiamo combattimento per gioco, ma può diventare piuttosto serio. Il fatto è che non possono farsi veramente male a vicenda. La seconda linea di denti non è ancora cresciuta, il sacco acido dei maschi contiene ancora acqua e le femmine non hanno avuto lo scatto di crescita. Penso che i maghi combattano molto perché non possono realmente ferirsi a vicenda. Con infiniti posti in cui fuggire e la loro magia personale a proteggerli, i maghi non possono subire molti danni diretti.
Worzel, però, probabilmente direbbe che combatte per proteggere i suoi domini. Le sue preziose linee sono minacciate da altri planeswalker. Lei direbbe anche che combatte perché l'attaccano. È vero e lei attacca loro in anticipo, prevedendoli. I Planeswalker diventano amici a volte, ma i sentieri dell'amicizia sono come i percorsi tra i piani: instabili e spesso violenti. I migliori amici di Worzel sono i suoi vecchi avversari.
Avevo affrontato solo pochi duelli allora e Worzel mi disse che se non fossi rimasta vicino a lei non sarebbe stata in grado di tenermi al sicuro o portarmi con lei se fosse stata costretta a scappare. Mi disse anche che se le fossi stata costantemente tra i piedi mi avrebbe cacciato lei stessa, anche se ero tre volte lei. Quindi non ero sicura di quanto dovessi esserle lontana in un momento come quello.
Fece un gesto e tirò fuori dal nulla una manciata di terra ricoperta di licheni. La zolla di terra gocciolava acqua e i licheni sembravano alberi in miniatura, su cui si ergeva un piccolo arcobaleno. Alzai lo sguardo e vidi in lontananza un vero arcobaleno. Girai la testa per vedere più chiaramente: era mappa grande quanto la sua mano che mostrava fiumi scorrerle sulle dita e piccoli laghi di montagna che riflettevano le nuvole. Sospirò. "Thomil". Il suo sospiro mi fece rabbrividire. Sapevo che Thomil era un altro planeswalker, uno potente, da quello che diceva Worzel.
Scrutai più da vicino la sua zolla di terra, cercando di vedere Thomil. Worzel mi guardò male e soffiò sulla parte superiore della mappa, sollevando una nuvola di polvere che mi fece indietreggiare, starnutendo.
Lasciando la zolla, allungò le mani davanti a lei, come se si stesse preparando a suonare un'arpa invisibile. L'avevo già visto prima, stava radunando le sue linee per la battaglia. Lo si capiva da come le sue mani sparivano e riapparivano rapidamente, come un tremolio. Ben presto vidi alcune delle linee terrene tra le sue mani. Prese alcune di queste e iniziò a intrecciarle. Capisco perché i maghi non tengono le proprie linee intrecciate tutto il tempo, così da poter sempre attingere al loro potere. L'energia che crepitava tra le linee era immensa, anche per quelle vicine, per non parlare del mago che le stringeva tra le mani. Era come lasciare la teiera sempre in ebollizione per preparare il thè in qualsiasi momento. Solo che il mago era la teiera.
Worzel tirò l'aria con una mano come se stesse tirando una corda invisibile. Si sentì un crack e dall'aria arrivarono una dozzina di piccoli omini volanti. "Scryb," pensai e indietreggiai. Caddero al suolo e si tolsero la terra di dosso, ronzando rabbiosamente tra loro. L'odore stucchevole delle calendule leggermente invecchiate aleggiava nell'aria. Uno degli Scryb mi indicò e disse "Kawa buje nor Ro-ree-ka Kamf," arrotolando la "r" come fanno gli Scryb, e tutti risero. Non sono sicura di cosa significasse, ma è così che mi chiamano: "Roreca Kamf," che significa "Roreca Coperta". Una volta alcuni di loro mi rubarono mezzo metro quadrato di pelliccia per farne una coperta. Worzel mi sistemò, ma faceva male come mille lame di ferro, e visto che la sua magia curativa non è così buona come potrebbe sembrare, ho un tatuaggio lì invece della pelliccia. Worzel schioccò le dita e apparve una lucciola. Gli Scryb stavano ancora ridendo rumorosamente, ma lei li guardò attentamente e quelli tacquero. Worzel ondeggiò le mani e la lucciola partì a tutta velocità seguita dagli Scryb. La lucciola avrebbe guidato gli Scryb dove Worzel avrebbe voluto che andassero. Speravo che non sarebbero tornati, gli Scryb di solito non lo fanno.
Worzel tirò ancora e un enorme orso apparve dal nulla, portando con sé l'odore fresco di muschio ammuffito della foresta. Si issò su due zampe e tornò giù, poi allargò le narici verso di noi. Poco dopo apparve un altro orso. Gli orsi seguirono le loro lucciole. Non ci sono orsi o Scryb originari di Ergamon, ma poiché Worzel non aveva alcun legame con le creature locali, usò le creature di altri piani.
Notai che Worzel aveva in mano una linea terrena blu che non aveva usato. Speravo che non la intrecciasse. Nell'ultimo duello siamo state assediate da grossi serpenti marini che secondo Worzel erano arrivati sul piano dalla linea terrena stessa che stava usando. Tutto quello che so è che lei stava intrecciando la linea e improvvisamente il mondo divenne denti titanici e scaglie, e un freddo grosso occhio nero. Guardai le linee terrene che aveva tessuto: diverse linee verdi e una rossa. Le linee verdi erano quelle da cui venivano gli Scryb e gli orsi. La linea rossa poteva spiegare i lampi e il rombo di tuono in lontananza. Vidi la linea sfumare in un rosso scuro e lentamente divenne più luminosa al suono del fulmine, come un arteria piena di sangue.
Mi chiedevo cosa stesse facendo Thomil, quando Worzel inspirò profondamente. "Magia nera," la sentìi mormorare con sorpresa e delusione. Poi un suono esplose in lontananza, dietro il crepaccio vicino, un lamento che mi fece rannicchiare e rabbrividire: il grido di un orso terrorizzato a morte. Mi ritrovai a urlare prima di potermi trattenere. Worzel sembrava cupa, ma non disse nulla, concentrata sulle sue linee.
Ne potevo sentire l'odore prima che apparisse alla vista del burrone, qualcosa di marcio. Perfino Worzel sembrò soffocare per il fetore per un momento. Alcune creature iniziarono a risalire il pendio verso la radura in cui eravamo. Non avrei saputo dire se fossero state a due o quattro zampe o, addirittura a tre; Potevo dire solamente che quelle bestie non erano più vive, ma si muovevano. Le vidi vacillare e fermarsi. I morti viventi digrignavano i denti e colpivano con gli artigli la barriera invisibile che li teneva a bada. Worzel tradì dei segnali di dolore, mentre lottava per colmare il divario; Le costava molto respingere da sola quelle cose in decomposizione.
"Dove sei, Contea di Cabralin?" la sentìi sussurrare, mentre tesseva. Cabralin era dove eravamo prima di Ergamon, un piano tranquillo con molte colline dolci e campi. La contea era l'area in cui trovai una linea bianca. Notai che era intrecciata con una linea blu, e mi guardai nervosamente intorno nel caso ci fossero serpenti. Gesticolò verso il cielo e delle nuvole nere iniziarono a radunarsi e il vento a soffiare. Indicò i morti che ancora lottavano su per la collina, e questi volarono in aria lasciando cadere vestiti strappati e denti. Li vidi risucchiati nella tempesta che infuriava in cielo. "Mi dispiace miei piccoli spiritelli," mormorò Worzel. Immagino che anche loro siano stati risucchiati nella tempesta.
La tempesta cominciò a calmarsi e mi rilassai un po'. Il vento spazzò via il fetore di tomba e il sole tornò a splendere. Mi chiesi se entrambi gli orsi erano morti o solo quello di cui ne sentì il lamento. Worzel stava ancora borbottando della sua linea bianca mancante e della protezione che avrebbe avuto se l'avesse trovata, quando improvvisamente si immobilizzò. Guardò a distanza e divenne pallida. Guardò con ansia la zolla fluttuante e tornò a tessere con vigore. Ero terrorizzata. Guardai la mappa e vidi un'ombra scura arrivare da un lato. L'aria iniziò a puzzare di nuovo: non forte come con i morti, ma era più corrotta. Sospettai che la fonte di quella puzza fosse ancora lontana.
Un selvaggio borbottio echeggiò dal fondo del crepaccio, e su per la collina arrivò un coso umanoide allampanato e saltellante. Worzel non sembrava nemmeno prestarci attenzione. Inizialmente ero sollevata dal fatto che la minaccia fosse così piccola. Ma l'odore del coso umanoide non era lo stesso della puzza di corruzione che veniva da oltre le montagne. In effetti, il fetore era in quel momento così forte che riuscivo a malapena a distinguere l'odore della creatura che si faceva strada tra le barriere di Worzel. Lei tirò un'altra corda invisibile e altri spiritelli arrivarono dal nulla. Non nascosi la mia delusione. Creò un'altra lucciola per loro da seguire, e li mandò oltre la montagna, confermando la mia paura che la reale minaccia non fosse ancora arrivata.
Il sole venne oscurato, mentre una solida e dilagante oscurità si propagava dalle montagne. Il fetore era opprimente. Le grida del coso umanoide furono soffocate dal battito di enormi ali. Quando scese l'oscurità, il terreno tremò così forte che le rocce si ruppero e caddero vicino a noi. Nonostante la creatura poggiasse i piedi sul letto asciutto del fiume, la sua testa era alla nostra altezza. Era come un demone, con la pelle annerita e infuocata in alcuni punti. Dai suoi grossi pugni, con unghie grandi come chiodi di aratri, cadevano i resti carbonizzati degli spiritelli.
Il calore mi colpì, mentre il demone risaliva la collina; Piccoli alberi e cespugli sul pendio presero fuoco al suo passaggio. Il coso umanoide ancora artigliava e urlava, intimorito da quel nuovo terrore. Schiacciando la bestia nella sua mano sinistra, il demone ne strappò il corpo inerte con i denti. "Bene, un problema è risolto," pensai, istericamente. "Thomil, sei un pazzo, sei un pazzo!" urlò Worzel. "Il Singore dell'Abisso! Non posso credere che tu possa essere così stupido!" il demone alzò entrambi i pugni sopra la sua testa, i resti del coso umanoide penzolavano dalla sua bocca. I suoi pugni caddero su di noi con tale forza che Worzel fu scaraventata a terra anche se eravamo sotto lo scudo protettivo. Sentì le sue urla di dolore. Gridai. Ansimando si mise in ginocchio iniziando a gesticolare freneticamente. Chiusi gli occhi e mi appiattii contro il terreno. Forse il Signore dell'Abisso non mi aveva notato. Non che avesse importanza; Se Worzel fosse morta, sarei stata spacciata ugualmente. Mi chiedevo chi di noi il Signore dell'Abisso avesse mangiato per prima.
Potevo sentire Worzel accanto a me, mormorando qualcosa, in un disperato ultimo tentativo di respingere il demone. I passi del Signore dell'Abisso fecero tremare il terreno, e il fetore era paralizzante. Worzel gridò; volevo scappare, ma la paura mi immobilizzava. Mi ci volle un momento per realizzare che stava ridendo. "Thomil, pazzo, meraviglioso pazzo!" Aprìi gli occhi e la vidi sorridere alle sue mani. Alcune delle linee terrene stavano cambiando colore, passando dal rosa al bianco. "Intrometterti per negarmi le forze della montagna, Thomil? Immagino che tu non sappia che ho rispolverato la mia magia bianca." Girò su sé stessa mentre il Signore dell'Abisso abbassò di nuovo i pugni. Questa volta incontrarono uno scudo di fiamme bianche che si formò sopra le nostre teste. Il Signore dell'Abisso urlò per la sorpresa e il dolore. Il calore si placò, il suono si attenuò e il fetore svanì, mentre una membrana di luce ci circondava. All'esterno il Signore dell'Abisso infuriava, ma non avvertivo neanche un tremore mentre artigliava la nostra sfera di luce. Ovunque toccasse la sfera di luce volavano scintille e sfrigolavano fiamme bianche.
Il Signore dell'Abisso urlò, ma sembrava distante. Worzel lo guardò attentamente, toccando le linee terrene. Frustrato dall'impenetrabile luce che ci circondava, il Signore dell'Abisso rinunciò al suo attacco. Allargando le grandi ali, il demone si lanciò verso l'alto e volò oltre le montagne. Worzel sembrò soddisfatta di sé stessa. Ritornò alla zolla fluttuante e vide che la zona oscura si era mossa dal centro verso il lato. "Povero Thomil. Dovresti stare attento a quello con cui giochi."
Immaginai che il duello fosse finito e che Worzel avesse vinto. Il bagliore svanì e Worzel uscì dal crepaccio. La seguì, riluttante; Senza la sfera che ci proteggeva, non ero sicura che il Signore dell'Abisso non sarebbe ritornato. Worzel notò che ero rimasta indietro e sorrise. "Non preoccuparti, Roreca," sorrise. "Non ci vorrà molto prima che Thomil sia costretto ad abbandonare il piano e sono sicura che passerà ere intere a curarsi. Nel frattempo, è arrivato il momento di reclamare il bottino della vittoria." Sapevo cosa volesse dire. Spesso quando un mago sparisce da un piano nel mezzo di una battaglia, lascia le sue linee incustodite. Ci dirigemmo oltre le montagne verso l'ultima posizione di Thomil. Saremmo potute arrivare più velocemente se Worzel avesse usato la magia, ma sembrava apprezzare la scalata. Stava pensando a qualcosa, qualcosa di eccitante.
Il Signore dell'Abisso infuriò ancora per un po', ma poi si annoiò di sfogare la sua rabbia sulla natura selvaggia di Ergamon: quando vidi la mappa di Worzel qualche ora più tardi, l'oscurità era svanita. Un fumo denso e oleoso aleggiò nell'aria per il resto della giornata. Quando arrivammo all'ultima posizione di Thomil vedemmo solo un cratere fumante e sibilante. Non trovai nessuna linea terrena. Tuttavia, nel duello con Thomil doveva essere successo qualcosa di più della sua sconfitta, perché Worzel non sembrò delusa. "Penso sia il momento di fare un altro viaggio su Cabralin, Roreca," disse.