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Rhonas era il dio della forza, una delle otto divinità di Amonkhet.

Descrizione[]

L'Indomabile[]

Rhonas, dal volto di cobra, rappresentava la forza intesa sia come superiorità fisica, sia come dote mentale che forgia volontà e risolutezza. Sfidare le proprie paure, affrontare le battaglie con spirito indomabile e fare affidamento solo su se stessi: sono queste le virtù che assicuravano il successo nella sua ordalia. Si considerava il più degno tra gli dei e credeva che il suo ruolo sarebbe stato quello di comandante degli eterni al fianco del Dio Faraone.

Tra tutti gli dei, Rhonas era quello che più di tutti passava del tempo all'esterno dell'Hekma a combattere mostri enormi per testare le sue abilità dando sempre il massimo, non temendo cicatrici o ferite, e per il resto addestrandosi e lottando assieme ai suoi visir e sia con gli iniziati che con gli accoliti. Chiunque fosse in grado di mettere in piedi una sfida degna di questo nome, avrebbe guadagnato l'eterno rispetto del dio. Rhonas più di tutti gli dei credeva nelle forze specifiche dei singoli iniziati, spronandoli al perfezionale le loro abilità e caratteristiche personali piuttosto che tentare di imitare uno stile non appropriato a loro.

Dopo la sua morte venne trasformato per ordine di Nicol Bolas in uno degli Eterni e usato come arma durante la Guerra della Scintilla, venendo infine ucciso da Gideon Jura.

Storia[]

Contro Nicol Bolas[]

Insieme alle altre divinità, Rhonas vide il drago volteggiare all’esterno della protezione dell’Hekma. Salì nelle posizioni più alte e si preparò alla battaglia: le divinità erano determinate a non fallire, nessun mostro avrebbe potuto sconfiggere tutti e otto gli dei di Amonkhet; non quando Naktamun era tutto ciò che rimaneva. Vide Oketra scagliare una freccia, che attraversò la barriera senza difficoltà e colpì al fianco il drago, che si mise a ridere per poi scendere verso l’Hekma e valutarne la resistenza con un artiglio. Un’altra freccia venne lanciata, ma si divise e si dissolse in aria prima di colpirlo. Le divinità rimasero sbalordite: Il drago possedeva un potere tale da sfidare le leggi della natura. Hazoret sollevò la sua lancia e invitò le divinità ad attaccare. In risposta il drago fece un movimento con il capo e frantumò la mente di Kefnet, che cadde a terra, accasciandosi immobile. Il drago sorrise, stese un artiglio e un fascio di luce attraversò la barriera. Le divinità impugnarono le armi e ringhiarono in segno di sfida: nessuna bestia poteva ferire un essere immortale senza subire la loro vendetta. L’Hekma vacillò e il foro si allargò a sufficienza da permettere al drago di passare. Rhonas attaccò insieme agli altri dei ma il nemico divenne immateriale. Le divinità di Amonkhet ruggirono e imprecarono, ma nessun colpo delle loro armi riuscì ad andare a segno: il potere dell’intruso era almeno pari al loro. Il drago atterrò sulla cima della torre più alta, chiuse gli occhi e iniziò a preparare una magia. Rhonas e le altre divinità percepirono un’ondata di mana turbinare intorno al drago e cercarono di difendersi disperatamente con la loro magia. Furono però troppo lente e, quando il loro nemico riaprì gli occhi, ogni mortale sufficientemente cresciuto da camminare si dissipò in aria. Una brillante luce bianca avvolse Naktamun e le sette divinità caddero in ginocchio dal tormento per le innumerevoli anime che erano appena svanite. La luce si interruppe e cadde il silenzio, interrotto solo dai lontani pianti di migliaia di bambini orfani. Le divinità gridarono orripilate: le preghiere dei bambini non avevano forma nelle loro menti, sconfinate suppliche le investirono, ondate di paura e confusione senza parole concrete, visioni parziali di madri e padri che venivano ridotti in polvere. L’improvvisa perdita di vite rese inermi tutte le divinità tranne Hazoret e Oketra. Diversamente dalle sue sorelle, Rhonas si ritrovò paralizzato, come se avesse perso le membra.

Dopo la vittoria il drago prese tre divinità per sé e le ripose lontano, poi corruppe e manipolò le leyline che attraversavano le rimanenti divinità, tra cui Rhonas, costringendole a dimenticare le loro origini, legando la loro esistenza a lui e obbligandole a cancellare ogni altro ricordo.

Blocco di Amonketh[]

La sentenza[]

Insieme alle altre divinità, Rhonas assistette alla sfida finale dell'Ordalia dello Zelo nel Monumento dello Zelo. Quando il Conto delle Ere iniziò, l'ordalia si concluse e il dio andò via.

L'Era della Gloria[]

Rhonas si portò di fronte ai Cancelli dell'Aldilà per accogliere il Dio Faraone, ma ciò che trovò non fu ciò che si aspettava. Si unì a suo fratello e alle sue sorelle sull'argine del Luxa. Erano trascorsi molti anni dall’ultima volta in cui tutti e cinque si erano riuniti in un unico luogo; ogni divinità aveva un determinato ruolo nel grande piano del Dio Faraone, intenta a guidare i mortali attraverso la propria ordalia e a vegliare sulla città a modo proprio. Rhonas era colui che collaborava più da vicino con Hazoret, a volte uscendo dalla città e recandosi nel deserto per abbattere le minacce che osavano avvicinarsi troppo. Non si era trovato in presenza degli altri per molto tempo. Quel giorno erano di nuovo insieme, tutti e cinque di fronte ai Cancelli, ma il Dio Faraone non era ancora giunto. Rhonas cercò qualche segno normale o magico: l'era della rivelazione era giunta ed era trascorsa, ma nessuna risposta era stata fornita. Notò che la magia del demone che aveva trasformato l'acqua del Luxa in sangue era ancora aleggiante nell’aria e il suo effetto era turbolento; ciò spinse il dio della forza a sollevare il suo bastone, mentre il suo istinto gli indicava pericolo. Hazoret disse di gurdare il Luxa: il sangue filtrò all’interno delle fondamenta di pietra della Necropoli, tre enormi sarcofagi si aprirono e tre enormi figure si risvegliarono dal loro riposo. Erano più alte delle stesse divinità e i loro corpi umanoidi terminavano con teste mostruose dalla forma di insetti: uno scorpione, una locusta e uno scarabeo. Rhonas comprese che erano tre creature immortali, ma mentre la presenza degli dei di Naktamun brillava come una calda fiamma, quelle divinità emanavano ombra, un imponente peso di oscurità e disperazione che si riversava su tutti i presenti. Per la prima volta nella sua intera esistenza, Rhonas si sentì insicuro: nulla nelle profezie o nei suoi ricordi del Dio Faraone accennavano a quelle tre creature. I mortali ai suoi piedi mormorarono e alcuni si lasciarono sfuggire grida di panico nel momento in cui lo Scorpione Divino si mosse pesantemente attraverso i Cancelli. Hazoret fece un passo in avanti, con la lancia pronta, ma Rhonas la fermò chiedendo se quello fosse un nemico o una prova. Si presentò alla creatura in arrivo e chiese perchè si erano destati durante l'era della gloria. L'altro non rispose, ma un basso rumore simile a un cinguettio iniziò a crescere di volume. Rhonas strinse il suo bastone mentre la coda dello scorpione tracciava un arco sopra la testa della divinità. Un’ondata di panico di diffuse tra i mortali con un aumento improvviso delle loro preghiere e suppliche. Rispondendo alla sua dimostrazione di aggressività, Rhonas diresse il bastone verso lo Scorpione Divino e disse che sia che fosse un araldo del ritorno del Dio Faraone o un intruso che cospirava contro le Ere, gli avrebbe impedito di avanzare. Proteggeva quella città e il suo popolo: se lui era la sua ordalia, l'avrebbe sconfitto e dimostrato il suo valore. I due si affrontarono. Rhonas sentì le ginocchia piegarsi e i piedi penetrare nel terreno sotto la forza del colpo dell'altro, si sforzò di respingere l’assalto; combattere contro un avversario più grande di lui era insolito, ma non completamente nuovo: nel deserto aveva affrontato un nemico dalle dimensioni maggiori delle sue, ma non aveva mai affrontato un nemico più forte di lui. Tuonò dalla furia e respinse lo Scorpione; sfruttò la sua perdita di equilibrio, attinse mana e incanalò una magia di rinforzo che lanciò contro il suo nemico colpendolo nel petto e facendolo atterare con uno schianto appena oltre i Cancelli. Rhonas udì i mortali esultare, mentre lo Scorpione Divino si rialzava lentamente in piedi. L’espressione stoica di Rhonas nascose ai mortali gioiosi il terrore crescente nel suo cuore: quella magia aveva sempre portato alla fine degli scontri, ma non in quel caso. L'altra divinità attraversò nuovamente i Cancelli avvicinandosi a Rhonas che cercò di bloccarlo con una magia. Toccò il suo bastone e pronunciò le parole finali: un nauseante bagliore verde iniziò a pulsare, provenendo dall’interno del metallo, scintillò su tutta la lunghezza del bastone e poi prese la forma di una lama all’estremità dell’arma. Rhonas iniziò a muoversi in modo simmetrico alla traiettoria circolare dello Scorpione Divino, lo attaccò e riuscì a ferirlo e il veleno magico penetrò attraverso la ferita, trasformandosi in una nebbiolina e consumando il suo nemico da dentro. Estrasse il bastone e lo Scorpione Divino cadde in ginocchio, Il ruggito delle persone risuonò nelle sue orecchie, mentre lui percepiva un’ondata di sollievo e calore provenire dalle altre divinità. Osservò la mostruosità a terra e poi si voltò per parlare, ma proprio in quel momento lo Scorpione Divino lo afferrò da dietro e lo colpì col la coda perforandogli il cranio. Rhonas percepì l’icore dello Scorpione Divino diffondersi lungo la sua colonna vertebrale, penetrare nella sua mente e nella sua anima, recidere i legami fisici al suo stato divino e corrodere la magia che teneva il suo corpo collegato alla sua immortalità. Mentre il veleno distruggeva i legami che lo ancoravano al mondo, sciolse anche i fili magici che erano stati posizionati da Nicol Bolas: Rhonas ricordò il suo vero passato, i tre fratelli perduti, i mortali trucidati, tutti coloro che aveva guidato in una vita di falsità.

Si appoggiò al proprio bastone, lo utilizzò come supporto per rialzarsi e si mise in ginocchio, con la ferita sanguinante nel cranio. Un’energia verdeggiante si propagò dal suo corpo e si concentrò nel suo bastone. Con le sue ultime forze, Rhonas tese le leyline che si intrecciavano ancora dentro di lui e deformò l’aria intorno a sé e urlò: "morte al Dio Faraone, intruso e distruttore!" Con un ruggito gutturale e uno sforzo finale, scagliò il bastone in aria, infondendolo di ogni potere rimasto, poi crollò a terra e la sua vita si spense. Gli invisibili fili delle leyline e del mana a lui collegati si ruppero e inviarono ondate di forza su tutti gli esseri viventi di Naktamun.

La Guerra della Scintilla[]

Dopo la sua morte, Rhonas venne trasformato per ordine di Nicol Bolas in uno degli Eterni. Durante la Guerra della Scintilla, il dio non morto attraversò il portale che lo portò su Ravnica insieme a Bontu, Kefnet e Oketra. I Quattro distrussero rapidamente Vitu-Ghazi, facendolo a pezzi.

Durante la guerra, Rhonas era al comando di un battaglione di Eterni e affrontò in battaglia le forze militari di Ravnica guidate da Gideon Jura, Aurelia, Angrath e Huatli. Durante lo scontro, Rhonas venne ucciso da Gideon grazie alla Blackblade, che prosciugò completamente l’essenza del dio.

Referenze[]

Rappresentato in:
  • Rhonas l'Indomabile
  • Rhonas, Dio Eterno
Mostrato in:
  • Era della Gloria
  • Impulso del Maelstrom
  • Munificenza di Rhonas
  • Ordalia della Forza
Carte associate:
  • Campionessa di Rhonas
  • Deserto dell'Indomabile
  • Devoto della Forza
  • Dono della Forza
  • Fanatico di Rhonas
  • Monumento a Rhonas
  • Temeraria di Rhonas
  • Ultima Resistenza di Rhonas
Testi di colore:
  • Coccodrillo del Guado
  • Colossipede
  • Ghepardo Scattante
  • Jessie Zane, Zannifera
  • Lottatore dal Cappuccio
  • Serpopardo in Agguato
  • Squartacorno

Galleria[]

Galleria
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