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Ranar è uno spirito guerriero di Kaldheim.

Descrizione[]

Custode Eterno[]

In vita, Ranar era un onorato guerriero al servizio di un nobile jarl. Durante una collisione di reami, il suo regno fu aggredito da razziatori stranieri. Il jarl in persona scese in campo insieme a una brigata per intercettare i razziatori, lasciando al solo Ranar il compito di proteggere i bambini del regno. Purtroppo, la via dei presagi si chiuse intorno ai guerrieri, intrappolandoli nel regno degli invasori.

Senza una guida a impartire ordini o compagni al proprio fianco, Ranar si rifiutò di abbandonare la posizione di guardia. Respinse razziatori e bestie, andò a caccia di cibo e addestrò i bambini affinché fossero in grado di proteggersi da soli. Una volta che i bambini furono cresciuti, lasciò che le valchirie lo prendessero. Lo nominarono guardiano di Istfell e gli assegnarono il compito di vegliare sui cancelli del reame degli spiriti con la generosità con cui aveva vegliato sui bambini in tutti quegli anni.

Storia[]

Direzione. Scopo. Onore. Gloria[]

Ranar aprì gli occhi in un luogo inglorioso, senza precisa memoria di come ci fosse arrivato, ma quando vide le frecce che puntellavano il suo petto comprese di essere morto e di essere stato reclamato dalle valchirie. Rapide immagini del suo passato gli tornarono alla memoria e ricordò la sensazione di sollievo provata sapendo di morire avendo compiuto li proprio dovere, così come l’eco della voce delle valchirie che gli dicevano qualcosa, ma purtroppo non riusciva a ricordare le parole. Iniziò dunque a estrarre le frecce e si rese conto di non provare dolore e che dai buchi lasciati sul suo pettorale non uscisse sangue ma solo una strana luce verde, che si chiudevano rapidamente. Allora Ranar comprese dove fosse: Istfell, dove giacciono i morti ingloriosi. Ne rimase scioccato, convinto di essersi meritato un posto a Starnheim, ma si riprese in fretta quando notò di avere ancora con sé le sue armi; forse avrebbe potuto cambiare le sue sorti compiendo imprese a Istfell. Si alzò e iniziò a vagare per quella sconfinata tundra, pronto a mostrare il proprio valore ancora una volta.

Nel suo pellegrinare per Istfell, Ranar incontrò diversi individui, incluso un immenso fiume di spiriti che si muovevano all’unisono, un’anima intenta a sacrificarne altre a Egon per ottenere la grazia, alcuni costruivano torri e scale per tentare di fuggire da quel reame desolato. Una volta puntò quelli che gli sembravano due freddi soli oltre l’orizzonte comprendendo però che in realtà erano gli occhi di un colossale lupo del Cosmo che lo osservava da oltre l’aurora. Il guerriero pensò di aver finalmente trovato la sua impresa, ma rapidamente comprese che quello non era un avversario alla sua portata, ma che solo un dio o molti di loro avrebbero potuto trionfare. Allora Ranar proseguì, continuando la propria marcia che si concluse dopo un tempo incalcolabile ai cancelli di Istfell, dove il guerriero si sedette e attese un segno, un’occasione.

Successivamente, il dio Egon si presentò di fronte a Ranar con la falsa identità di Bjorn dei Beskir e lo convinse ad aiutarlo e accompagnarlo nella sua missione per entrare a Starnheim. Desideroso di andarsene, Ranar accettò e l'altro spiegò che dovevano uccidere tre spiriti regnanti conosciuti come Re Alce, Re Corvo e Re Orso e prendere le loro corone. Dopo la morte dei primi due, Ranar sentì che qualcosa non andava, delle voci e dei ricordi confusi facevano capolino nella sua mente, ma la possibilità di lasciare Istfell era troppo vicina per lasciarsi scoraggiare e aveva notato di star lentamente tornando vivo durante la missione. Quindi seguì il suo compagno verso la loro ultima tappa. Giunsero in quello che era il centro di Istfell, dove una grande torre si ergeva verso il cielo. Bjorn affermò che in cima a essa vi era la fenditura per Starnheim e lui e Ranar iniziarono a scalarla. In cima alla torre trovarono il Re Orso che riconobbe Egon. Scoperto, il dio rivelò il suo vero aspetto e poi uccise lo spirito.

Usando le tre corone Egon aprì il portale verso Starnheim ma prima che lui e Ranar potessero attraversarlo comparve Firja che disse alla divinità che non era ancora arrivato il suo momento di essere giudicato. La valchiria venne attaccata da Egon ma lo respinse e poi si rivolse a Ranar che compreso il suo errore l'aiutò a fermare lo Skoti.

Ranar chiese se Egon fosse morto, ma Firja rispose di no, dato che Istfell era il suo regno e che seguiva i suoi ordini. Il guerriero chiese se si fossero già visti e la valchiria rispose che non era la prima volta che lui e Egon giungevano a quella situazione, ma era già accaduto centinaia di volte e ogni volta Ranar accettava il ruolo di guardiano, dato che a causa del potere dell’Istfell col tempo dimenticava. Ranar chiese come fosse possibile che lui potesse adempiere a un simile ruolo senza aver memoria che questo compito gli fosse stato assegnato e lei rispose che il suo stesso spirito lo ricordava, poiché era legato alla sua stessa essenza.

Qualche tempo dopo, Ranar si ritrovò nuovamente solo, ma non si disperò e riprese la sua guardia, fiero del suo ruolo e fermo sulla sua posizione.

Referenze[]

Rappresentato in:
  • Ranar, Custode Eterno

Galleria[]

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Curiosità[]

  • Ranar è basato su Móðguðr, un'entità femminile che sorveglia l'ingresso dell'Hel.

Collegamenti esterni[]

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