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Pia Nalaar è un'artefice umana di Avishkar, moglie di Kiran Nalaar e madre di Chandra Nalaar.

Descrizione[]

Inventrice Rinnegata[]

Pia Nalaar è una nota inventrice e famigerata rivoluzionaria dei Rinnegati. Alcuni anni prima della Rivolta dell'Etere viveva una vita tranquilla, creando bellissimi costrutti nel laboratorio che condivideva con suo marito. Sebbene simpatizzassero per la filosofia dei Rinnegati, non si consideravano ribelli o criminali seri. Preferivano definirsi "veicoli per il cambiamento dal basso" mentre si dilettavano nel contrabbando di etere, rubando solo quanto bastava per fornire ad altri inventori dalla mentalità rinnegata il carburante per le loro meravigliose creazioni. I Nalaar credevano che all'inventiva creativa dovesse essere data la possibilità di prosperare senza la repressione del Consolato, e allo stesso modo insegnarono alla figlia Chandra a mettere in discussione l'autorità, a sfidare le regole che non hanno senso e a proteggere i diritti e la libertà degli altri.

Pia era contenta della sua vita, ma poi le venne strappata via. Usando la sua famiglia come esempio per dissuadere altri Rinnegati dall'attività criminale, le forze del Consolato uccisero suo marito e ordinarono l'esecuzione di sua figlia. Prima che l'esecuzione potesse essere eseguita, tuttavia, Chandra scomparve in un'improvvisa esplosione di fuoco, lasciando Pia desolata e sola. Negli anni successivi, il suo profondo dolore si trasformò in una ferma convinzione, consolidando il suo ruolo di rivoluzionaria. Iniziò a indirizzare tutte le sue abilità di artefice verso l'obiettivo di sfidare il Consolato. Aveva giurato di non arrendersi finché non avesse scelto per il suo mondo un percorso migliore rispetto al corso tirannico che l'aveva derubata di suo marito e sua figlia. Ciò la portò a diventare Renegade Prime, la condottiera dei Rinnegati.

Dopo la Rivolta dell'Etere in cui scoprì anche che Chandra fosse in realtà ancora viva, Pia fu eletta "Console della Rinascita" del nuovo Consolato e cercò di portare miglioramenti al piano, accettando di buon grado di abbandonarlo dopo le proteste della Rivoluzione Indaco, anche lei insoddisfatta dalle azioni del Consolato durante la crisi dell'Invasione di Nuova Phyrexia.

Storia[]

Le origini di Chandra: la logica del fuoco[]

La famiglia Nalaar[]

Pia scese la stretta scala a chiocciola e si unì al marito e alla figlia trasportando una bombola d'etere come se fosse una torta di compleanno e disse a Chandra di aiutarla a sigillarla prima che fosse esplosa o che fosse stata lei a esplodere. Pia mise la bombola a terra e, mentre Kiran le diceva di fare attenzione, Chandra la colpì con un calcio facendo ammaccare il coperchio. Pia fece l'occhiolino alla figlia e disse che era sicura che sarebbe stata la migliore trasportatrice di Ghirapur. Chandra sollevò il mento, facendo finta di essere una regina e disse di prepararle le sue medaglie e i suoi trofei quando sarebbe tornata e che avrebbe cercato di ricordarsi di loro quando sarebbe diventata la fuorilegge più ricercata del mondo. Kiran rispose che preferiva la definizione di volontari per la gente comune e che quella era una seria responsabilità, che i consoli avevano aumentato il numero di pattuglie e le persone avevano bisogno di ciò che portavano, ma se li mettevano nei guai, loro non avrebbero più supportato la loro causa e lui e sua madre erano alla ricerca di persone di cui si potevano fidarsi. Chandra rispose che quel giorno si sarebbero fidati della vecchia signora che viveva presso la Fonderia, la signora Oviya Pashiri. Dopo che Pia incoraggiò Chandra e le disse di ricordarsi del segnale, Chandra rispose che lei sapeva che era la migliore trasportatrice del mondo, Kiran le disse di stare attenta a non essere seguita al ritorno.

La fuga[]

Chandra tornò a casa e scese di corsa le scale per andare dai suoi genitori ed entrambi notarono il volto e le estremità bruciate della sua casacca. Chandra disse che doveva dirgli qualcosa e loro la strinsero in un abbraccio e chiesero cosa fosse successo. Chandra rispose che aveva creato il fuoco. Inizialmente i suoi genitori non capirono e Chandra ripetè le sue parole e si liberò dall'abbraccio, raccontò loro del suo scontro contro i soldati dei consoli e spiegò che le sue mani avevano preso fuoco. I suoi genitori le fecero altre domande e Chandra rispose che nessuno era rimasto ferito e che durante la sua fuga aveva distrutto la Fonderia dei Consoli. Kiran e Pia si guardarono tra loro e infine Kiran le fece altre domande sulla natura del suo fuoco a cui Chandra rispose per poi chiedere cosa ci fosse di sbagliato in lei e se era un mostro. Pia le disse che si sbagliava e le spiegò che era una piromante e che la sua abilità era un dono, qualcosa di speciale che non si era più visto da molti anni. Chandra disse che non capiva e sua madre spiegò che il suo fuoco era una forma di magia, di un tipo speciale ma anche qualcosa che spaventava coloro che erano al dominio del loro mondo: poteva creare qualcosa senza usare i macchinari, senza l'etere, come desiderava crearla lei e quindi non era sotto il loro controllo. Kiran spiegò che i consoli per poter controllare la popolazione necessitavano che le persone avessero bisogno di loro e in caso contrario venivano considerate delle minacce; poi chiese se qualcuno l'aveva seguita fino a lì o se l'avessero identificata. Lei rispose che aveva distrutto tutto ciò che poteva seguirla, ma non sapeva se i soldati sapevano chi fosse, poi chiese la conferma che non sarebbe stata la migliore trasportatrice del mondo e Kiran prese le sue mani nelle sue e rispose che lei era la migliore del mondo qualsiasi cosa fosse successa. Chandra annuì e suo padre l'abbracciò mentre sua madre le accarezzava la mano.

Durante la notte Chandra venne svegliata da sua madre che le mise uno zaino tra le braccia e le disse di seguire suo padre e i tre si avventurarono nella notte. Viaggiarono in diversi villaggi senza nome senza mai fermarsi a lungo. Arrivati a Bunarat, dove si sarebbero fermati per un po' Chandra ebbe un piccolo incidente con le bestie dei boschi. Il giorno dopo suo padre volle parlarle e anticipandolo Chandra disse che avevano trovato qualcosa di bruciato e non andava bene. Kiran rispose che usare il suo dono non era mai qualcosa di negativo, che il suo dono era ciò che la rendeva speciale e sarebbe sempre stato un bene, ma non tutti la vedevano in quel modo. Chandra chiese se si trattava delle bestie e suo padre rispose che alcune persone di quel villaggio contavano sugli animali della foresta per sopravvivere e che li stavano aiutando a nascondersi perché non erano in sintonia con i consoli. Chandra chiese se si riferiva alle truppe che li stavano cercando e lui rispose di si, che le persone di quel luogo gli permettevano di rimanere lì al sicuro, che erano loro ospiti e quindi dovevano rispettare le loro leggi. Chandra rispose che sua madre aveva detto che non c'erano regole lì e Kiran rispose che lei non aveva capito l'idea di sua madre e spiegò che loro dovevano essere grati per la generosità degli abitanti e dovevano usare le loro capacità in modo da non danneggiare il loro stile di vita. Chandra replicò che si trattava del fuoco e che senso aveva dire che era un bene se andava contro le regole di tutti e suo padre rispose che doveva solo stare più attenta. Le consegnò un manufatto che aveva costruito insieme a Pia e le spiegò che le avrebbe impedito di generare fiamme, quando non voleva, finchè lo avrebbe indossato e che lei lo avrebbe sempre portato e disse che era per il suo bene e per gli abitanti del villaggio. Chandra sospirò e crollò a terra e chiese se fossero in fuga per colpa sua e Kiran l'abbracciò e rispose che lui e sua madre erano fieri della persona che stava diventando e che per loro nulla al mondo era più importante di lei e voleva che sapesse che qualsiasi azione avessero fatto era per tenerla al sicuro e per rendere il loro mondo migliore per la loro famiglia.

L'incendio[]

Successivamente, quando i soldati guidati da Dhiren Baral arrivarono al villaggio per catturare Chandra, appiccarono il fuoco ai tetti degli edifici di paglia per far ricadere la colpa sulla ragazza. Il corpo di Pia non venne trovato e  la donna venne considerata morta nell'incendio della sua casa.

Prigioniera del Consolato[]

Pia sopravvisse all'incendio ma venne catturata dai soldati di Baral e rinchiusa nella prigione di Dhund. Ricevette la visita di Baral che le comunicò di aver ucciso sua figlia e, per tormentarla, le lanciò lo sfiatatoio che era appartenuto alla giovane, poi disse che non aveva molto da ricordare da quel rottame, però rammentava bene lo sguardo della figlia che la cercava. Le mani di Pia afferrarono la grata cercando di raggiungerlo nonostante si trovasse fuori dalla sua portata, nonostante ciò l'inventrice non si arrese e iniziò a prendere a spallate e pugni la porta della cella. Baral chiese se fosse l'unico a meritare il suo disprezzo, era lei quella che sarebbe dovuta arrivare a salvare sua figlia o a offrirle almeno qualche parola di conforto. Nonostante sapesse di essere imprigionata, Pia non poté fare a meno di chiedersi perché non ci fosse stata. Lui se ne andò senza dire altro, ma tornò nei giorni seguenti. Dopo una settimana Pia chiese se non avesse niente di meglio da fare che assillare una vedova in lutto e lui rispose che la loro città era sempre stata definita dal progresso, tutti loro compivano sacrifici mettendo il benessere comune davanti a loro stessi tranne poche persone egoiste come lei che osavano mettere i propri interessi al di sopra del bene della città: lui era soddisfatto nel consegnare alla giustizia le persone come lei e nel farle rimpiangere ogni brandello di quel suo sciocco atteggiamento ribelle. Pia disse che si sbagliava: aveva ancora qualcosa che non gli sarebbe mai appartenuto. Lui si mise a ridere e si incamminò lungo il corridoio delle celle. Torno dopo un'altra settimana e le disse come al solito che la stava cercando, ma diversamente dalle altre volte, Pia gli scagliò contro le sottili lampade filigranate di etere con sorprendente velocità e precisione, colpendolo al volto e facendogli cadere la maschera che rivelò il volto ustionati. Un intenso bagliore blu circondò il corpo di Baral e Pia chiese se fosse un mago e cosa gli fosse successo. La magia e i suoi utilizzatori erano rari su Kaladesh e tenuti d'occhio più dell'etere stesso. Baral prese la maschera la indossò nuovamente e disse che lui accettava la sua natura, non si nascondeva e non avrebbe permesso ad altri di nascondersi ed evitare la sentenza che è stata loro assegnata; quello era il suo destino: sradicare quei pericoli nascosti, svelarli e poi portarli alla giustizia. Pia replicò chiedendo se era destinato a convivere e lottare contro i suoi stessi demoni dando la caccia ai bambini e l'altro replicò che il passare degli anni modificava solo leggermente la natura criminale delle persone, come lei stessa dimostrava e ciò valeva anche per i bambini. Poi le rivelò che era stata sua figlia a danneggiargli il volto e Pia replicò che una madre non sarebbe potuta essere più fiera. In risposta alle sue parole, Baral sbatté la grata con forza e andò via. Rimasta sola nell'oscurità della cella, Pia chiuse gli occhi e iniziò a tramare.   

Blocco di Kaladesh[]

La condottiera[]

Anni dopo, nuovamente libera e lontana da Dhund, Pia pensò agli anni che aveva trascorso nel radunare un contingente sempre più grande di inventori e altri cittadini di Kaladesh dedicati a protestare contro la stretta sempre più rigida del Consolato sulla città e il suo vitale etere. Il gruppo decise di farsi chiamare col nome con cui venivano chiamati dal Consolato: Rinnegati. Ribelli nati e uniti da una risoluta passione nel difendere e celebrare lo spirito della dimora che avevano costruito insieme e Pia ne era diventata la condottiera. Quel giorno insieme a un piccolo gruppo di Rinnegati stava presentando la loro opera non autorizzata alla Fiera degli Inventori. Dopo che i preparativi furono completati, Pia fece un discorso ai suoi compagni e disse che da quando era stata creata la Fiera aveva sempre messo in prima linea lo spirito di innovazione della loro città, ma per molti di loro la celebrazione di quell'anno rappresentava qualcosa di molto diverso; nella Fiera si trovavano sempre più progetti finanziati dal Consolato: navigazioni, sicurezza, armi. Contemporaneamente erano il bersaglio dello stesso governo che aveva promesso di proteggerli e aveva proibito i cieli per impedire a chiunque ne fosse in grado di raccogliere l'etere da solo o la rimozione di etere da interi isolati di Saldapoli. Continuò che le missioni dei loro condottieri non erano più dedicate ad aiutare i cittadini, ma erano dirette solo ai loro interessi. Ora avrebbero mostrato a loro e al resto della città la loro opera. Diede il segnale e i totteri riempirono i cieli dirigendosi verso la fiera: le macchine volanti prima formarono il simbolo della Guglia Stillante, poi fecero cadere a terra la massa inanimata di automi del Consolato. Dopo che conclusero la loro dimostrazione, Pia disse ai suoi compagni che avrebbero avuto tutto il tempo per tornare a Saldapoli e si separarono. Tuttavia mentre era vicina alla sua destinazione, Pia venne afferrata per il braccio.

Il giudice capo[]

Si voltò e vide che si trattava del giudice capo che le disse se pensava davvero che il suo spettacolo potesse avere effetto sulla sua Fiera. La donna replicò che l'avrebbero fermato, se non quel giorno in un'altra occasione. Poi sentì una voce chiamarla "mamma".

La decisione di Pia[]

Pia vide Chandra. La figlia che aveva creduto morta per tanto tempo si trovava vicino a lei, più adulta ma inconfondibile. I soldati del Consolato si materializzarono tra loro formando una parete di carne e metallo con lei, il giudice capo e Dovin Baan da un lato e Chandra e le sue due amiche dall'altro. Pia pensò che sarebbe potuta fuggire, correre via e scomparire tra le strade familiari; ma si chiese cosa sarebbe accaduto a sua figlia che senza pensare alla sua sicurezza aveva iniziato ad attaccare le macchine con il fuoco per raggiungerla e liberarla. Nonostante gli sforzi i nemici erano troppi e Pia comprese che se avesse continuato, Chandra sarebbe stata catturata e forse stavolta l'avrebbero realmente uccisa. Non poteva permetterlo, così prese la sua decisione: disse che era pronta a essere presa in custodia dal Consolato. Dopo che le manette si chiusero sui suoi polsi, Pia sentì la voce di Chandra più vicina, così per velocizzare il suo allontanamento aggredì i soldati, che iniziarono a trascinarla lontano. Si sentì soddisfatta quando vide sua figlia e le sue amiche fuggire.

Cattura e Grande Esibizione[]

Dopo la sua cattura, Pia venne portata nuovamente nella prigione di Dhund. Osservò le catene che aveva ai polsi, pensò a sua figlia e appoggiò le spalle alla parete alla quale era legata. Si trovava in uno dei tunnel di servizio accanto alla'arena, "dietro le quinte", in attesa che iniziasse la Grande Esibizione a cui sarebbe stata costretta a partecipare contro Tezzeret. I manifesti indicavano che sarebbe stato un duello tra inventori che avrebbero utilizzato materiali improvvisati, ma lei conosceva bene il significato delle menzogne; l'obiettivo di Tezzeret non era solo quello di metterla in mostra per la Fiera degli Inventori: lei era un'esca. Sperò che Chandra non sarebbe venuta e restasse così al sicuro. Sentì attraverso gli altoparlanti la voce del presentatore che diceva che Rashmi aveva vinto il primo premio della Fiera, poi vide Baral avvicinarsi a lei. Lui chiese se fosse pronta a svolgere il suo ruolo e Pia rispose che qualsiasi ossessione lui avesse nei confronti della sua famiglia e qualsiasi angolo marcio nella sua mente gli facesse credere che punirli gli rendesse onore, non contava nulla: non sarebbe mai riuscito a fare niente per ferirla. Baral replicò che non poteva saperlo e spiegò che erano venute a cercarla, ma sfortunatamente nel posto sbagliato: il tentativo di sua figlia era completamente fallito. Lei lo guardò terrorizzata, ma si ricordò che aveva davanti un bugiardo e replicò con una minaccia facendogli capire che non gli credeva. Baral rispose semplicemente che avrebbero visto se sua figlia fosse arrivata ad aiutarla dopo che Tezzeret l'avrebbe umiliata nella Grande Esibizione. Le tolse le manette e continuò che era contento di essere lì per assistere alla sua fine, non si sarebbe mai perso la possibilità di dirle addio. Pia si chiese cosa intendesse con la sua ultima frase, poi venne spinta ed entrò nell'arena.  

Vide Tezzeret dall'altro lato dell'arena e i contenitori per ognuno di loro con dentro i materiali per poter costruire artefatti per la battaglia. Il presentatore dette il via, Pia rimosse il coperchio del suo contenitore, analizzò rapidamente il contenuto e si rese conto che non aveva molto da cui partire. Guardò davanti a sé e vide che Tezzeret aveva iniziato a montare i suoi pezzi con velocità e Pia iniziò a sua volta a costruire. L'inventrice toccò le parti di metallo e il suo intuito inventivo si mise all'opera; si affidò ai suoi punti di forza scattando, adattando e saldando, lasciò che fossero le componenti a dirle ciò che sarebbero volute essere e creò un tottero a quattro ali mentre l'artefice aveva costruito un essere brulicante. Le prime creature meccaniche si scontrarono. Mentre la sfida continuava, Pia scattò in avanti per recuperare dei pezzi dalla creazione distrutta di Tezzeret da un suo servomeccanismo, ma vide che quell'essere era composto da elementi che lei non aveva a disposizione, comprese parti in metallo che l'inventrice non riuscì a identificare. Si impegnò per mettere insieme i suoi componenti e creare progetti completamente nuovi, ma per quanto le invenzioni di Pia fossero astute, Tezzeret riusciva sempre a superarla con qualcosa di più veloce, più forte e duraturo; i suoi dispositivi iniziarono a essere divorati da quelli del nemico, venendo infine sconfitta. Tezzeret si avvicinò a lei e disse che aveva perso e che ora lui avrebbe amministrato la giustizia per i suoi crimini. Pia vide il bagliore nei suoi occhi e capì che l'altro non stava facendo scena per la folla, aveva davvero intenzione di ucciderla. Tezzeret abbassò il braccio e le sue creazioni metalliche si lanciarono all'attacco per finirla. Fortunatamente per lei, Chandra intervenne salvandola. Urlò alla figlia di scappare, quella era una trappola, ma lei rispose che lo sapeva e non intendeva perderla nuovamente.

Protetta dagli amici di Chandra, Pia assistette alla battaglia e osservò gli automi di Tezzeret venire distrutti. Dopo la fuga dell'artefice sulla Sovrana Celeste, madre e figlia si abbracciarono; Pia sussurrò parole confortanti a Chadnra, che si era messa a piangere. Un'inventrice si avvicinò a loro, si presentò come Saheeli Rai e li informò che Tezzeret aveva rapito alcuni inventori e portato via tutti i dispositivi esposti alla Fiera, chiese anche se fossero in grado di aiutarla. Pia disse che era quello il vero piano di Tezzeret e che la sfida era servita solo per distrarre tutti.

Dopo essere stata salvata, Pia lasciò momentaneamente il gruppo di Chandra e dei suoi amici per andare a parlare con gli altri Rinnegati.

Periodo di calma[]

Alcune settimane dopo la Grande Esibizione, Pia pianificò gli attacchi da compiere contro il Consolato.

Successivamente Saheeli disse a tutto il gruppo di aver scoperto che Tezzeret si nascondeva in un laboratorio privato nella Guglia Eterea. Chandra propose di andare a sconfiggerlo, ma Saheeli scosse la testa e rispose che il laboratorio era sicuramente ben sorvegliato, che l'artefice aveva in ostaggio la sua amica Rashmi e spiegò che voleva penetrare nella Guglia, salvarla e uscire: lei non era in grado di farlo da sola, ma insieme a uno o due di loro pensava di riuscirci. Liliana si fece avanti e disse che sarebbe andata lei. Dopo che le due scomparirono in un vicolo laterale, Ajani disse che dovevano aiutarle e Gideon rispose che avrebbero creato un diversivo per attirare le forze di Tezzeret verso di loro. Pia sorrise e disse che potevano fare di meglio e propose di conquistare il Centro dell'Etere in modo da togliere l'alimentazione alla Guglia e a qualsiasi cosa Tezzeret stesse preparando. Se ci fossero riusciti avrebbero potuto anche portare l’etere ai Rinnegati e al popolo: sarebbe stata una vittoria sia simbolica che concreta. Gideon replicò che gli sembrava una buona idea ma, se ci fossero riusciti molto probabilmente Tezzeret e Dovin Baan avrebbero utilizzato senza dubbio le loro armi più potenti per fermarli. Pia sorrise e rispose che il Consolato non era l’unico a possedere armi potenti e che i Rinnegati si erano impegnati su un progetto grandioso a cui mancava solo l’etere per alimentarlo e completarlo. Ajani intervenne e disse che a poche strade di distanza sentiva dei rumori e che probabilmente erano forze del Consolato in grandi quantità. Gideon disse che dovevano muoversi e spiegò il piano: Pia e Chandra avrebbero mobilitato i Rinnegati mentre lui, Nissa, Jace e Ajani si sarebbero occupati di alcuni diversivi finché i ribelli non fossero stati pronti per dare inizio all’assalto. Avrebbero colpito per poi fuggire e scomparire e infine, quando i Rinnegati sarebbero stati pronti, grazie alla telepatia di Jace e ai totteri di Pia, avrebbero coordinato l’attacco contro il Centro dell’Etere. Pia, insieme a Chandra, confermò il piano, si voltò e andò via.

La Rivoluzione ha inizio[]

Seguita da sua figlia, Pia andò in uno dei luoghi di Ghirapur in cui i permessi di ristrutturazione non venivano mai approvati, risultando pericolanti, venendo evitati dalla maggior parte della popolazione. Chandra chiese perchè fossero andate lì e Pia rispose che quel luogo esisteva da decenni, apparteneva a una famiglia di eteridi e Gonti faceva in modo che le pattuglie del Consolato non passassero da quella parte. Le due entrarono e Pia disse alla figlia di guardarsi intorno e spiegò che alcuni dei migliori inventori, piloti e intellettuali di Ghirapur si trovavano lì per riflettere su ciò che era avvenuto alla Fiera e rimanevano in attesa di una scintilla che avrebbe permesso loro di agire. Chandra annuì e chiese se avrebbe fatto un discorso per incitarli. Lei rispose che l'avevano già sentita parlare, ma erano ancora titubanti e pensava che avessero bisogno di sentire qualcosa di diverso. Disse che voleva che fosse lei a parlare. Chandra replicò che non sapeva fare "discorsi di ispirazione" e che quelle persone non la conoscevano e quindi non l'avrebbero ascoltata. Pia rispose che si sbagliava e spiegò che la conoscevano e sapevano ciò che aveva già fatto per loro; doveva solo dire come si sentiva: quelle persone avevano già un numero sufficiente di motivi, avevano solo bisogno di qualcuno che alimentasse la loro fiamma. Chandra salì sul palco e Pia ascoltò il suo discorso. Quando terminò e si riunì a lei, sua figlia disse che era stata una pessima idea, ma lei le mise una mano su una spalla e le disse di attendere. Le persone si alzarono dalle loro sedie, discutendo, poi una ragazza infuriata si avvicinò a Chandra e le disse che avevano preso la sua nave, l'unica cosa con cui avrebbe potuto combatterli, e chiese quindi in che modo avrebbe potuto reagire. La folla espresse con brontolii il proprio supporto alla ragazza: non avevano più nulla. La scintilla aveva preso rapidamente fuoco e in pochi minuti la sala rischiava di dare luogo a una sommossa e si estese fino alla strada. Un eteride vestito in modo stravagante, affiancato da due guardie del corpo armate, entrò nella stanza, fece un gesto con la mano e, quasi immediatamente, la folla si tranquillizzò, con la rabbia spenta da un brivido di paura. Il nuovo arrivato parlò calmo e disse che sapevano che quella struttura aveva un intento di pace e prosperità; normalmente avrebbe chiesto alle persone esagitate di andarsene, tuttavia, non era immune alle loro lamentele e riteneva di poter offrire qualcosa. Fece un cenno a Chandra, Pia e ad alcuni patroni e chiese loro di andare con lui. Pia e gli altri lo seguirono e l'eteride li portò da Gonti.

Quando arrivarono da Gonti, lui chiese loro di sedersi. Pia si sedette ma Chandra lo accusò di averli consegnati al Consolato e chiese perché avrebbero dovuto ascoltarlo. Gonti disse che era raro che dovesse correggere gli umani per la loro miopia e spiegò che l'aveva spinta ad agire ed ora lei si trovava lì. Le chiese di sedersi, poi continuò che loro non avevano strumenti, navi o etere; tutto ciò che poteva diventare un'arma contro il Consolato gli era stato portato via. L'eteride indicò dietro di loro e disse che aveva una certa esperienza nell'impedire che il Consolato portasse via i suoi oggetti di valore. Una guardia spalancò una grande porta rivelando un magazzino scintillante. Gonti si alzò, si inchinò con eleganza e disse che era il più grande collezionista di oggetti speciali di Ghirapur e credeva di avere ciò che serviva per la loro piccola insurrezione. Fece un cenno a Pia e aggiunse che la sua offerta era dovuta a uno spirito di servizio pubblico. Chandra chiese quale fosse il suo prezzo e l'eteride rispose che dipendeva da quanto avrebbero dimostrato di essere utili gli uni agli altri.

Grazie all'aiuto di Gonti, i Rinnegati ottennero i mezzi per attaccare il Centro dell'Etere e dopo una breve battaglia riuscirono a conquistarlo. Dopo che tornarono al magazzino che faceva da base ai ribelli, Pia fece un discorso per celebrare la loro vittoria, poi disse a Rashmi che si era guadagnata il diritto di inaugurare l'aeronave che avrebbe portato Tezzeret alla rovina. La giovane inventrice sorprese Pia dicendo che prima dovevano scegliere un nome e davanti alle proteste degli altri, Rashmi disse che "Rovina di Tezzeret" era un nome adatto per porre fine al regno di quel mostro; loro si trovavano lì per combattere, abbattere e distruggere se volevano proteggere e salvare la loro città. Tuttavia la posta in palio era molto di più: dovevano difendere lo spirito dell’invenzione. Continuò che nessuno incarnava quello spirito più di Kiran Naalar. Lui era vissuto per creare, credeva nel diritto di espressione e aveva costruito quella nave non per distruggere, bensì per scoprire. Aggiunse che sperava che dopo la loro vittoria su Tezzeret, la nave di Kiran avrebbe potuto volare in nome della speranza e dello spirito di invenzione fino a ogni angolo del mondo. Concluse quindi che avrebbe inaugurato l'aeronave con il nome di Cuore di Kiran. Rashmi sollevò una bottiglia, la ruppe sulla prua della nave e la mistica sostanza blu si diffuse sullo splendente metallo dorato. Dopo che la giovane finì, Pia l'afferrò per le spalle le strinse la mano e la ringraziò.

Incendiare[]

Nonostante la loro vittoria, i Rinnegati non riuscirono a mantenere il controllo del Centro dell'Etere e furono costretti a fuggire a bordo del Cuore di Kiran, che li trasportò a Saldapoli, nel territorio controllato dai ribelli. Nella sua stanza, Pia accolse Chandra abbracciandola e le disse che non poteva perderla nuovamente, riferendosi allo scontro della figlia con Baral; la sua morte l'avrebbe distrutta. Madre e figlia rimasero abbracciate piangendo insieme.

Punti di rottura[]

A bordo del Cuore di Kiran, dopo che Gideon informò gli altri che Jace e Kari Zev erano riusciti a rimuovere il blocco aereo formato dalla Sovrana Celeste e delle altre aeronavi, Pia spuntò dalla scala e chiamò gli altri dicendo che c'era qualcosa che avrebbero dovuto vedere. Si recarono tutti nel ventre dell'avionave, una camera massiccia all’interno di una rete di travi di filigrana. Pia spiegò che, con la Sovrana abbattuta, la linea di difesa si era assottigliata e in un paio d'ore sarebbero stati in grado di oltrepassare il perimetro, in modo da avere campo libero sulla Guglia. Mostrò loro un dispositivo volante; Rashmi e Saheeli avevano progettato quel tottero appositamente modificato: Il suo carico era un disturbatore a etere, un dispositivo in grado di inabilitare il Ponte Planare e interrompere il suo funzionamento per sempre. Rashmi disse che il nome del tottero era Speranza di Ghirapur e che era abbastanza veloce da superare le normali difese aeree a patto che fossero riusciti ad avvicinarsi a sufficienza alla Guglia per lanciarla. Pia disse che c'era ancora un problema da oltrepassare: gli artefici del Consolato avevano installato un enorme cannone alimentato a etere alla base della Guglia, con precisione e gittata sufficienti da abbattere ogni dispositivo volante, compresi il tottero o la loro aeronave; conosceva un modo per disfarsi della torretta, ma aveva bisogno di supporto: le serviva una squadra a terra. Chandra disse che sarebbe andata con lei, Gideon le fece notare che avevano bisogno del suo fuoco sulla nave dal momento che avrebbero dovuto affrontare uno sciame di attacchi aerei: dovevano liberare il campo per la Speranza. Pia rispose che aveva pensato di chiedere a Nissa di accompagnarla visto che l'elfa era in grado di guidarli lungo le linee di etere. Chandra replicò che doveva esserci anche lei per essere certa che sua madre fosse stata al sicuro. Ajani intervenne, la chiamò "piccola candela", e disse che sarebbe andato lui con la squadra di terra e li avrebbe tenuti lontano dal pericolo. Chandra lo abbracciò. Gideon disse che anche Tezzeret era un problema, avrebbe potuto inabilitare i dispositivi come la Speranza di Ghirapur in un attimo. Liliana rispose di lasciarlo a lei.

Due ore più tardi Pia, Ajani e Nissa si recarono in un laboratorio dei Rinnegati. Lì si riunirono a Oviya Pashiri che indicò una cassa e disse che al suo interno vi era la loro "arma" contro il Consolato, che avrebbero dovuto usare solo dopo che si sarebbero avvicinati alla torretta della Guglia. Quando uscirono i tre videro che la strada era colma di inventori Rinnegati armati fino ai denti con dispositivi alimentati a etere, in formazione, rivolti verso Pia, pronti per i suoi ordini. Oviya spiegò loro che aveva contattato qualche amico per aiutarli. Quando arrivarono al loro obiettivo Pia vide che la torretta era circondata da automi dotati di ruote, Pacificatori armati che proteggevano le linee di etere e veicoli del Consolato che percorrevano le strade circostanti. Pia gridò degli ordini: Nissa posizionò sulla strada l’enorme contenitore di metallo mentre la condottiera dei Rinnegati preparava delle difese intorno. La torretta roteò verso il terreno, brillò di un calore blu e, appena un ufficiale fece un cenno con la mano, fece fuoco. Il fascio lasciò un cratere contornato da ciottoli, ma i Rinnegati si erano sparpagliati appena prima dell’esplosione. Avanzarono e si trovarono davanti a un immenso pacificatore che venne distrutto da Nissa. Pia ordinò di portare l'arma: con il pacificatore fuori combattimento erano riusciti ad avere campo libero verso la base della torretta, ma anche essa aveva campo libero verso di loro. Mentre il cannone stava ruotando per mirare, gli inventori corsero con il contenitore e lo posarono alla base. Pia ordinò di far fuoco e gli inventori aprirono la cassa: decine di gremlin uscirono con i musi rivolti verso la torretta. L’ufficiale del Consolato urlò di far fuoco, ma era troppo tardi: i gremlin sciamarono verso l’alto, afferrarono le tubature aperte in filigrana e i serbatoi di etere e si fiondarono sulle riserve di etere della torretta. Inizialmente i soldati del Consolato cercarono di respingerli, ma furono costretti a fuggire. L'intera operazione divenne un banchetto per i gremlin: squarciata e risucchiata, la torretta rimase senza luce e il cannone si afflosciò del tutto inutile. I Rinnegati esultarono. Pia sorrise, annuì alla squadra di terra e disse che avevano fatto la loro parte e che ora tutto dipendeva dalla Speranza di Ghirapur.

Rinnovamento[]

Dopo la scomparsa di Tezzeret, il Consolato si arrese ai Rinnegati e Pia Nalaar ne divenne la nuova leader. Iniziò la sua carica rimuovendo dal governo la corruzione, liberando coloro che erano stati imprigionati ingiustamente e riparando i danni provocati dalla rivolta. Andò con Chandra a Dhund per parlare con Baral, arrestato da Dovin Baan prima della fine della guerra. Quando lui le vide chiese se gli ispettori le avessero inviate per scortarlo fino alla sua esecuzione nell’arena: proprio ciò che aveva fatto lui con tutti gli altri maghi. Pia scosse la testa e rispose che non c'era più nessuna arena né ispettori: la sua condanna iniziava e finiva li. Baral replicò che la sicurezza del Consolato e di tutta Ghirapur era in mano agli ispettori; chiese chi altri avrebbe controllato i mostri senza di loro. Pia rispose che non c'era mai stato nessun mostro. Baral chiese se fosse opera di Dovin Baan dal momento che i burocrati senza spina dorsale non avevano idea di chi si nascondesse tra loro: per gli altri era stato facile, mentre lui li aveva tenuti al sicuro in tutti quegli anni; gli era dovuta la morte nell’arena. Con tranquillità Pia rispose che non era una questione di ciò che desiderava lui, ma era una questione di giustizia: ispettori, caccia ai maghi, esecuzioni pubbliche; non vivevano più in quel mondo. Con voce acuta Baral chiese cosa credesse di conoscere lei di quel mondo visto che non era nata ne per essere nascosta, ne come mostro. Chandra intervenne e disse che lei lo sapeva. Baral si rivolse alla piromante e disse che avevano una questione in sospeso loro due: doveva aiutare sua madre ad avere la coscienza pulita e fare qualcosa di giusto. Continuò a provocarla, Pia intervenne e disse alla figlia che non doveva restare ad ascoltarlo: lui non valeva nulla. Sorridendo Baral continuò dicendole di prendersi la rivincita: il suo cadavere per quello di suo padre. Chandra rispose che lei non era un mostro e che non gli doveva nulla. Il sorriso di Baral svanì e disse che lui sapeva come doveva finire. Pia gli disse che quel giorno erano lei e sua figlia ad abbandonare lui; sarebbe rimasto lì e nessuno si sarebbe ricordato più di lui: quella era la sua fine, non la loro. Le due se ne andarono.

Dopo la festa di Yahenni, Pia e Chandra andarono nel luogo dove si trovava il mosaico di Kiran. Il ritratto aveva fori e crepe e le due si misero al lavoro selezionando i tasselli di ceramica che avevano portato: Pia sagomò i tasselli con le pinze, rompendoli per formare le giuste forme, applicò lo stucco nelle fessure con una mano guantata e poi Chandra li premette nelle loro posizioni finali. Lavorarono in silenzio, poi improvvisamente Chandra disse che aveva deciso di rimanere con lei su Kaladesh. Pia non disse nulla per molto tempo e sua figlia si voltò verso di lei. Alla fine l'inventrice disse che lei non sarebbe rimasta. Davanti alla confusione di Chandra, Pia continuò che lei era una figlia che stava facendo visita a sua madre: sarebbe stata felice se fosse rimasta più a lungo, ma sapevano entrambe che ora lei era molto più di quel mondo e non sarebbe riuscita a sopportare che le mentisse riguardo a quella nuova parte della sua vita; sarebbe morta ogni giorno al pensiero di essere la persona che la teneva legata lì. Chandra disse che doveva andare, ma non poteva farlo. Pia puntò le sue pinze verso la figlia e rispose che poteva farlo perché era una viaggiatrice: sarebbe prima partita e poi ritornata, quindi si sarebbero incontrate di nuovo e sarebbero andate nuovamente lì da suo padre: potevano smettere di essere una famiglia che si separava e diventare una famiglia che si ritrovava. Furiosa e in lacrime, Chandra disse che non le avrebbe detto quella parola. Pia replicò alla figlia che doveva dirle addio e togliere potere a quella parola perché lei non l'avrebbe incatenata su quel mondo per la paura di non essere in grado di sentire "addio" e non avrebbe privato del suo dono tutti gli altri mondi che ne avevano bisogno. Le rivelò che oltre a quello di suo padre c'era un altro mosaico che raffigurava la piromante a undici anni. Piangendo, Chandra chiese spiegazioni e Pia disse che era stata lei a realizzarli entrambi, appena era uscita di prigione, per avere un luogo dove dire addio a entrambi. Chandra non fu in grado di dire nulla, si gettò tra le braccia della madre e la strinse. Pia chiese quando sarebbe andata via e Chandra rispose che molto presto sarebbe andata su Amonkhet, un mondo che non aveva mai visitato. Pia disse che al suo ritorno avrebbe dovuto raccontargli com'era. Chandra osservò il mosaico di suo padre che aveva ancora delle parti mancanti e alcune rotte e disse che non era ancora finito. Pia rispose che durante la sua assenza avrebbe realizzato molti altri tasselli e lo avrebbero finito quando sarebbe tornata. Chandra chiese se la prossima volta avrebbero potuto lavorare anche sul suo mosaico. Pia sorrise, si sollevò gli occhialoni, afferrò la mano di Chandra e la guardò dritta negli occhi, in segno di attesa. Con sforzo Chandra pronunciò la parola che sua madre le aveva chiesto di dire.

Dopo la Rivolta[]

Dopo la Guerra della Scintilla[]

Dopo la fine della guerra su Ravnica, Pia ricevette la visita di Chandra. Madre e figlia parlarono: Pia riconobbe la crescita di Chandra capace di fare le sue scelte da sola, ma le fece promettere che avrebbe chiesto aiuto se ne avesse avuto bisogno.

Successivamente, mentre stava lavorando a casa sua, Pia vide Chandra apparire vicino a lei ferita e sfinita. Aiutò la figlia a sdraiarsi nel letto per farla riposare, ma il mattino seguente, Chandra andò via senza dirle nulla.

Alcuni giorni dopo la partenza di Chandra, Pia trovò un'intruso nella sua abitazione: Tibalt. Catturata dal mezzo-diavolo venne legata e torturata. Il suo tormento venne interrotto dall'arrivo di Chandra e Ajani.

Approfittando della distrazione di Tibalt, per via dell'arrivo dei due planeswalker, Pia riuscì a fuggire. Osservò lo scontro finchè i tre non viaggiarono su un altro piano.

Dopo la sconfitta di Tibalt, Pia e Chandra si riunirono. Madre e figlia trovarono pace e comprensione l'una con l'altra. Successivamente, Pia salutò la figlia che partì insieme ad Ajani.

Una pace solo di facciata[]

Nonostante la vittoria ottenuta durante la Rivolta e l'annessione sia di Pia che di altri membri dei Rinnegati all'interno del Consolato, la situazione economica-sociale di Kaladesh non cambiò poi così tanto quanto avevano sperato. Burocrazia, consuetudine e il fatto che diversi membri del vecchio Consolato avevano mantenuto le loro poltrone non permise al piano di rinascere come Pia aveva desiderato. La situazione si fece ancora più palese quando nonostante fossero stati avvisati con largo anticipo da Saheeli, il Consolato non mosse un dito per prevenire l'imminente invasione, timori che non passarono inascoltati alle orecchie di Pia, che decise di agire per suo conto.

L'Avanzata delle Macchine[]

Invasione di Nuova Phyrexia[]

Pia fece evacuare gli abitanti della città di Ghirapur e iniziò insieme ad altri artefici e inventori a creare difese per il suo mondo mentre Saheeli si era concentrata su un progetto che aveva chiamato Scaglia d'Oro affermando che avrebbe tenuto le strade al sicuro. Quando la Legione delle Macchine arrivò, Pia si disse che il tempo della preparazione era terminato e sperò fosse stato abbastanza. Uscì per le strade di Ghirapur e vide paura e disperazione. Osservò mentre le navi in alto nel cielo sparavano con i loro cannoni contro gli invasori facendo piovere frammenti di porcellana sulla strada. Pia andò da Saheeli e durante il cammino potè vedere il risultato del lavoro della planeswalker: una serie di macchine ispirate a delle strane lucertole giganti che attaccarono i soldati phyrexiani. Raggiunta la sua amica, Pia apprese che gli invasori erano attratti dalla zona in cui si trovava il Serbatoio di Eterflusso e, consapevole che se il nemico avesse conquistato quelle risorse non ci sarebbe più stata una Ghirapur da difendere, la leader del Consolato salì su un Ala d'Etere insiema a Baji e partì per difendere il serbatoio, ma durante il viaggio il Rinnegato venne ucciso e lei si ritrovò a pilotare da sola un mezzo su cui non era mai salita prima. Nonostante la difficoltà Pia non si arrese e si disse che doveva proteggere Kaladesh e che sua figlia sarebbe andata a trovarla il prossimo mese prendere il tè e raccontarle le sue avventure e aveva intezione di incontrarla.

Dopo aver difeso a lungo la sua casa, Pia si preparò a venire uccisa dai numerosi nemici, quando improvvisamente crollarono a terra dormienti. Pia si disse che avevano vinto e che sicuramente avrebbe dovuto ringraziare sua figlia, per qualsiasi cosa avesse fatto.

Verso un nuovo futuro[]

Complice la pessima gestione della crisi da parte del Consolato e la messa a nudo di diverse falle nell'intera organizzazione, dopo l'invasione il piano affrontò un'ulteriore rivoluzione, la Rivoluzione Indaco, stavolta per lo più non violenta che chiedeva a gran voce un vero rinnovamento. Pia e i membri sopravvissuti del Consolato accolsero le proteste e cedettero volontariamente i loro seggi, facendo così cadere il Consolato e permettendo la nascita dell'Avishkar Assembly, un nuovo governo che rinominò il piano in Avishkar.

Aetherdrift[]

Ingegnere Capo[]

Dopo la caduta del governo, a Pia fu offerta una nuova posizione, non all'interno dell'assemblea, ma come co-capitano della squadra dei Ranger dell'Etere, la squadra di Avishkar che avrebbe partecipato al secondo Gran Premio di Ghirapur.

Preparativi per la gara[]

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Pia nel garage.

Al garage dei Ranger dell'Etere, Pia fece diverse modifiche alla macchina. Quando finì Spitfire arrivò e si dimostrò soddisfatta ma iniziò a discutere di altri possibili cambiamenti. Tuttavia, Pia smise di ascoltare la pilota perchè vide nello schermo sua figlia Chandra intervistata dalla Ghirapur Gazette che augurava alla madre di arrivare seconda dal momento che lei avrebbe gareggiato con un altra squadra.

Il secondo Gran Premio[]

Il giorno dell'inizio della gara, Pia chiamò Chandra minacciando di mangiare da sola la colazione. Quando venne raggiunta da Chandra e Nissa, la donna commentò la decisione della figlia di gareggiare per un altro mondo dicendo che lo faceva per migliorare le sue possibilità di vittoria. Nissa intervenne e disse che dal momento che gareggiavano tutte e due avevano la doppia possibilità di vincere ottenendo l'approvazione di Pia. Successivamente la co-capitana vide Spitfire arrivare in tempo per l'ultima chiamata. Parlò con lei e le donò una tuta che avrebbe migliorato le sue prestazioni. Dopo che tutti i piloti furono ai loro posti la gara ebbe inizio e alla fine della prima tappa i Ranger dell'Etere si ritrovarono al secondo posto. Nella seconda tappa su Amonkhet Pia offrì il suo supporto a Spitfire che riuscì a mantenere la sua posizione. Durante un periodo di pausa prima dell'inizio della terza tappa su Muraganda, Pia parlò con la squadra di Amonkhet per assicurarsi che Khuru stesse bene dal momento che era stato riportato in vità come zombie dopo che aveva perso la vita durante la corsa. La sua conversazione attirò l'attenzione di Spitfire che chiese spiegazioni. Nel silenzio che seguì tra le due era evidente che Pia stesse pensando al marito che aveva perduto ma l'altra pilota le ricordò di non dimenticarsi il motivo percui erano lì.

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Fuga.

Il percorso su Muraganda era ostacolato dalla vegetazione ma ben presto dei predoni sui dinosauri iniziarono ad attaccare i piloti. Tra i veicoli colpiti vi fu anche quello di Chandra e Pia comunicò alla giovane compagna che la lasciava per andava ad aiutare sua figlia. Riunitosi con Chandra, Pia aiutò a liberare Bottino e Daretti. Il goblin riuscì a rimettere insieme il suo veiocolo e la piromante lo guidò lontano dal villaggio. Inseguiti i quattro riuscirono a malapena a fuggire attraverso una Via verso Amonkhet individuato da Bottino che si chiuse dietro di loro.

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Atterraggio d'emergenza.

Emersi a una certa distanza dal terreno, il loro veicolo fu seriamente danneggiato durante l'atterraggio. Dopo essersi ripresi dalla caduta, Pia e Daretti iniziarono a riparare la macchina col supporto di Chandra. Durante un periodo di pausa madre e figlia parlarono sul perché Chandra avesse scelto di non partecipare con lei e sulla famiglia che la piromante aveva iniziato a crearsi con Nissa. Nel giro di poche ore, in cui attirarono anche le attenzioni di Ketramose, completarono le riparazioni abbastanza da porter rimettersi in pista e terminare la gara. Subito dopo seguirono ancora una volta le indicazioni di Bottino che li portò verso una nuova scorciatoia di una Via temporanea.

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La seconda volta è quella buona.

Tornati su Avishkar durante la fase finale della gara, Pia vide il colpo di stato di Mohar Varma, il caos causato da Jace Beleren per riprendersi Bottino e l'attacco di un drago apparso a causa di una Tempesta Draconica. Dopo che Chandra venne arrestata dalle guardie del Consolato, Pia cercò di liberare la figlia ma durante il suo attacco a sorpresa venne individuata e colpita con forza allo stomaco da una guardia che poi le puntò una lama alla gola. L'artefice venne salvata dall'intervento di Spitfire che, subito dopo, stordì l'altra guardia liberando anche la piromante. Pia sostenne la figlia durante lo scontro contro gli insorti.

I vincitori del secondo Gran Premio[]

Dopo che i membri ribelli del Consolato vennero sconfitti, la partenza di Jace che aveva ottenuto il piccolo e la morte del drago grazie all'intervento di Elspeth Tirel la situazione si risolse. Il giorno dopo Pia, Chandra e Nissa vennero raggiunte da Sita Varma, che venne riconosciuta subito dalla piromante come Spitfire. La pilota era passata per prenderle col suo taxi per portarle alla cerimonia di premiazione dei Campioni di Amonkhet, i vincitori del secondo Gran Premio, mentre i Ranger dell'Etere riuscirono ad aggiudicarsi il secondo posto. Quando la vide, Pia commentò che il suo nuovo lavoro avrebbe potuto turbare suo padre più delle corse e la ragazza replicò con autoironia che dal momento che era in prigione per i suoi crimini aveva altro di cui preoccuparsi. Subito dopo le quattro salirono sul veicolo e andarono ad assistere alla premiazione.

Referenze[]

Rappresentato in:
  • Pia e Kiran Nalaar
  • Pia Nalaar
  • Pia Nalaar, Capo Meccanico
  • Pia Nalaar, Console della Rinascita
Mostrato in:
  • Affidarsi alla Fortuna
  • Cattura dal Consolato
  • Confronto Fatidico
  • Fuga Esplosiva
  • Mettere a Punto
  • Passato in Fiamme
  • Reparto di Ricondizionamento
  • Ricongiungimento Catartico
  • Rivoluzione di Pia
  • Scintille della Saldatura
Testi di colore:
  • Affidarsi alla FortunaAutoma Portatotteri
  • Bruco Caustico
  • Confine del Fiumelavico
  • Liberare i Gremlin
  • Macchina della Salvezza
  • Ornitottero
  • Repressione del Consolato
  • Scintilla di Creatività

Galleria[]

Galleria

Curiosità[]

  • La posizione al secondo posto del secondo Gran Premio di Ghirapur dei Ranger dell'Etere non viene rivelato nella storia ma nella carta Era della Vittoria dove viene mostrato il suo simbolo insieme alla squadra vincitrice.


Espansioni Magic OriginsBlocco di Kaladesh (KaladeshRivolta dell'Etere) • Invenzioni di KaladeshL'Avanzata delle MacchineAetherdrift
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