Nissa Revane è una sciamana esploratrice elfa specializzata nel mana verde, ma è in grado di usare anche quello blu e nero, originaria di Zendikar. In passato era anche una potente planeswalker.
Descrizione[]
L'elfa Animista[]
Motivata, devota e profondamente legata alla terra, Nissa Revane padroneggia la magia elementale e usa il proprio potere per evocare giganteschi elementali, dando vita alla terra per difendere il mondo della natura e le sue creature. È anche capace di incanalare le linee di mana di un piano. Un tempo bellicosa elfa Joraga, ha abbandonato le vecchie tradizioni della sua tribù per tornare alle sue radici di elementalista e druida. Sa che il multiverso ha bisogno del suo potere per diventare un luogo sicuro in cui possa fiorire la vita. La minaccia al suo piano causata dagli Eldrazi, l'hanno portata alla sua nuova consapevolezza e ora usa la sua magia per mettere in guardia, proteggere e difendere ciò che le sta a cuore. È una dei quattro fondatori dei Guardiani ma dopo la sconfitta su Amonkhet contro Nicol Bolas, lasciò i suoi compagni a causa di Liliana Vess. Tornò nuovamente a far parte dei Guardiani durante la Guerra della Scintilla, ma i rapporti coi suoi vecchi compagni si incrinarono a causa degli eventi dopo la fine della Guerra e quelli che portarono alla guarigione di Zendikar. Accettò di aiutare a distruggere i phyrexiani di Elesh Norn e viaggiò su Nuova Phyrexia dopo aver incanalato il potere di Gea su Dominaria, dove tuttavia cadde nelle mani del nemico e fu completata e resa una phyrexiana al servizio di Norn. Dopo la fine dell'Invasione di Nuova Phyrexia venne guarita grazie a Melira e Karn, ma perse la sua scintilla.
Storia[]
Le origini di Nissa: Casa[]
Vedi Nissa Revane (Planeswalker)/Origini.
Ritorno a casa[]
Tornata su Zendikar, Nissa trovò una nuova tribù di Joraga che l'accolse. Con la sua nuova occasione di vivere fra la sua gente, decise di tenere i suoi doni di planeswalker dormienti, trovando più appagante adattarsi con i suoi "parenti" ed esplorare le sue capacità. Poco dopo la sua ricongiunzione con la tribù, compì la cerimonia di Joraga che l'avrebbe resa adulta: mangiò un fungo estremamente velenoso. Sopravvissuta al rituale, ottenne la sua spada e un posto tra la sua gente. Cercò di vivere la sua vita rispettando le regole della tribù e in pochissimo tempo ottenne un riconoscimento per la sua conoscenza sulla cultura. Così grande era il suo contributo alla tribù, che le venne offerta la possibilità di eseguire il rito per diventare una leader del consiglio di Joraga. Il rito la costrinse ad abbandonare la casa che amava per andare a vivere e a imparare dalle altre nazioni elfiche di Zendikar. Scelse di andare oltre e decise di esplorare le nazioni elfiche di altri piani.
I Viaggi di Nissa[]
Nissa giunse su Ravnica, un piano che la spaventò e su Mirrodin, dove venne fatta prigioniera, riuscendo però a fuggire poco dopo tornando su Zendikar. Le sue ultime esperienze la convinsero a cessare i suoi viaggi e a cercare consiglio a Legnotorto a Ondu, dove incontrò gli elfi della tribù Tajuru. Qui studiò assieme a Sutina. Era vista con sospetto dai Tajuru ma non le importava, fece tuttavia amicizia con uno di loro, Hiba e imparò ad amare la musica, un lusso che sapeva le sarebbe mancato quando sarebbe tornata nella sua tribù, che proibiva tali cose poiché viste come debolezze.
Zendikar: In the Teeth of Akoum[]
La sua pace andò in frantumi quando iniziarono a cessare le notizie dai villaggi elfi vicini. Venne riunito un consiglio di emergenza per capirne la causa. Una covata di progenie eldrazi attaccò la riunione ed uccise Sutina. Senza il loro leader, gli elfi iniziarono a farsi prendere dal panico, ma Nissa assunse il ruolo di Sutina e velocemente organizzò una squadra per indagare. Ben presto incontrò un confuso vampiro, Anowon, e lo fece prigioniero per avere delle risposte, ma prima di ottenerle lei e la sua squadra furono attaccati nuovamente dalla progenie eldrazi e in quell'attacco, tutta la squadra venne massacrata, anche il suo amico Hiba morì e lo stesso destino sarebbe toccato a lei se non fosse stato per il tempestivo intervento di Sorin Markov, che con un solo incantesimo distrusse tutta la covata, per poi liberare Anowon e chiedere a lui e all'elfa di portarlo all'Occhio di Ugin. Nissa accettò, anche perchè non poteva sopportare di tornare indietro ad affrontare la vergogna per la morte dei membri della sua squadra.
Viaggiano verso il Rifugio di Pellegrigia, per incontrare un tritone amico, Khalled, che diede loro tutto ciò che gli serviva per il viaggio verso Akoum, compreso un pezzo della torre puzzle Tal Terig, in modo che potessero trovare la loro strada senza perdersi. Dopo aver evitato il Torbido diverse volte, il trio incontra un enorme gruppo di rifugiati kor. Poco dopo incontrarono un kor di un altro genere, una donna circondata da un nutrito gruppo di goblin. Nissa e il suo gruppo divisero il loro fuoco con la donna che però parlava solo a tratti e con una strana lingua antica che affascinava sia Sorin che Anowon. I goblin dissero loro che la donna era stata soprannominata Smara e che lei era il "Vascello" per uno spirito che portava in grembo. Erano sulla stessa strada per l'Occhio di Ugin e Sorin suggerì di viaggiare insieme.
Il trio voleva attraversare l'oceano al mattino, ma una morte attribuita a loro gruppo, li spinse a fuggire velocemente verso il mare. Nissa rubò una nave ed evocò un Baloth, per tirare la barca e aiutarla a spingerla nell'oceano. Ben presto il cibo sulla barca si esaurì ed i goblin che viaggiavano con loro iniziarono misteriosamente a sparire. Nissa non poteva congedare il baloth e senza cibo e niente riposo, fu costretta a ripetersi il mantra di digiuno imparato a Joraga per poter sopravvivere. Durante questo periodo, Sorin rivelò a Nissa di essere un planeswalker e le svelò la natura della loro missione. Sorin le disse che i grandi dei del passato e progenitori della covata, i titani eldrazi, furono imprigionati sotto Tal Tering molti anni prima. Era la sua missione quella di assicurarsi che rimanessero imprigionati. La mattina dopo, il gruppo arrivò alla spiaggia di Akoum.
Le baie di Akoum erano disseminate di relitti e barriere coralline di cristallo, ma,la minaccia più grave era l'enorme kraken Brinelin, che chiese un tributo dalla loro barca per farli passare. Sorin uccise a caso due dei pochi goblin rimasti ma Brunelin non fu soddisfatto, e Sorin dovette rivelare alla creatura un po' di più sulla sua reale natura. Il kraken si ricordava di Sorin e aveva paura di lui ma decise di non farli passare. Visto che l'intimidazione di Sorin era fallita, Nissa decise di usare la diplomazia. Parlò al kraken della morte di Sutina e della covata degli eldrazi e Brunelin, che conosceva e considerava Sutina un'amica, fù molto triste della notizia e decise di aiutare il gruppo ad attraversare la barriera di cristallo in modo sicuro.
Il gruppo si avvicinò presto a Tel Tering, che era circondato dalla covata eldrazi e furono catturati da degli strani elfi che Nissa non aveva mai visto. Erano i custodi di Ora Ondar e volevano sacrificare il gruppo in modo che i loro frutti sacri crescessero, nella loro follia sottovalutarono la covata, che assediò Ora Ondar. Nissa, Smara, Sorin, Anowon e il goblin Muddhel, riuscirono a fuggire e a proseguire il viaggio ma ben presto vennero attaccati da un gruppo di vampiri nulli, guidati da due vampiri che riuscirono a catturare Nissa. L'elfa non capiva perchè i vampiri non l'avessero uccisa, ma capì che i due stavano cercando quello che lei sospettava fosse Anowon. Quando l'elfa fu salvata dai suoi alleati, parlò con lui, ma il vampiro le disse che si sbagliava e la reale natura di Sorin venne alla luce.
Arrivati all'interno dell'Occhio, i piani di Nissa cambiarono. Invece di aiutare Sorin a rafforzare l'incantesimo che imprigionava gli eldrazi, distrusse l'edro principale liberandoli. Nissa pensava che in questo modo gli eldrazi avrebbero abbandonato il suo mondo, ma si sbagliava e dal momento che aveva tradito Sorin, l'antico vampiro si lavò le mani del suo mondo e decise di andarsene da Zendikar.
Settimane dopo, Nissa tornò a Bala Ged, raccontò al consiglio ciò che era successo e rivelò loro la sua natura di planeswalker per poi giurare di trovare Sorin e trascinarlo indietro su Zendikar per aiutarla con la minaccia degli eldrazi. Dopo la sua dichiarazione abbandonò il suo amato piano nella speranza che ci sarebbe stato qualcosa da salvare al suo ritorno.
Del mondo risvegliato[]
Dopo non essere riuscita a trovare Sorin, Nissa tornò sul suo mondo, nella sua tribù di elfi di Joraga proprio mentre era sotto attacco da parte di Ulamog e della sua progenie. Scoppiò il caos, gli elfi cercarono di resistere, ma molti di loro morirono. La planeswalker cercò di usare il suo mana per evocare qualche forma di aiuto, ma era sfinita e viaggiare tra i piani era fuori questione. Riuscì a radunare un pò di energie per un incantesimo di guarigione per allieviare il dolore, ma lo sforzo la sfinì completamente. Ci fu un'esplosione di energia di Ulamog, Nissa cercò di muoversi consapevole che altrimenti sarebbe morta, ma le sue gambe erano rimaste intrappolate in un albero spaccato a metà. Tentò di liberarsi ma non ci riuscì così come non riuscì nemmeno a incanalare il mana. Poi vide la massiccia sagoma di Ulamog crescere come una nuvola scura sopra gli alberi spezzati fino a oscurare il sole di Zendikar e iniziò a consumare la vita del piano lasciando solo distruzione e terra morta dove prima c'era la sua casa. Le lacrime rigarono le guance di Nissa, guardò l'aria piena di fumo e aspettò la morte. Un umano apparve improvvisamente davanti all'elfa insieme ad altri due e le disse che l'avrebbero portata fuori di lì, Nissa era troppo debole per muoversi, benedì l'umano e poi svenne.
Si svegliò in una grande tenda, le gambe le facevano ancora male ma sentiva che le forze le stavano tornando. Il suo salvatore entrò e sorrise nel vederla sveglia. Nonostante l'avesse salvata la sfiducia verso tutti i non elfi instillata in lei dalla cultura della sua tribù la spinse a chiedere dove fosse. L'umano rispose che si trovava a un giorno di viaggio da Jalesh, le disse che lui era Hamadi e che si trovava al sicuro. Nissa si fece forza e chiese se avesse visto cosa fosse successo alla sua tribù. Hamadi rispose che Ulamog era stato presente e che della valle e della foresta ormai restava solo cenere. L'elfa si alzò in piedi e uscì dalla tenda, Hamadi la seguì e le indicò uno sperone di roccia dove potevano sedersi. Mentre camminava Nissa fece un commento sull'abilità curativa del druido e lui rispose che molto della sua guarigione dipendeva dalla sua forza di volontà e poi la chiamò Shaya. Si sedettero e Nissa chiese cosa significasse quella parola e lui rispose che glielo avrebbe spiegato dopo. Nissa lo ringraziò per averle salvato la vita e lui le disse che adesso vivevano in tempi diversi e che erano finiti i giorni in cui combattevano l'un l'altro per la supremazia su Zendikar, le diede qualcosa da mangiare e continuò tristemente che c'erano voluti creature come gli Eldrazi per insegnare loro a vivere insieme in pace. Nissa gli disse che il tribalismo e la necessità di isolamento facevano parte della cultura di ognuno di loro da sempre. Ricordava che la sua tribù le aveva insegnato da subito a non fidarsi di nessuno che non facesse parte di essa. Disse che aveva percorso una lunga strada da allora e che la sua vista era più ampia, adesso vedeva oltre, non era più miope come un tempo. Hamadi sorrise e poi disse che un tempo faceva parte del Rifugio di Pellegrigia, appena fuori dalla grande foresta di Legnotorto. Nissa disse che era dispiaciuta per ciò che era successo, aveva saputo del suo popolo e in passato aveva viaggiato attraverso le sue terre. Hamadi spiegò che avevano sentito le voci di devastazione sui tre titani Eldrazi ma che non credevano fossero vere e poi quando arrivarono da loro capirono di essersi sbagliati ma che anche se fossero stati pronti, come avrebbero fatto a combattere simili esseri? Guardò Nissa ma l'elfa non riuscì a sostenere il suo sguardo, mentre ascoltava la sua storia sentì un forte dolore crescerle dentro. Lei era la responsabile di tutto: delle sue perdite, della devastazione di Zendikar e di tutti coloro che erano già morti. Ricordi oscuri affiorarono nella sua mente, tutti i suoi fallimenti, le sue scelte prive di senso, il suo egoismo e la sua arroganza. I suoi sbagli l'avvolsero come una ragnatela mentre pensava a tutte le migliaia di vite innocenti che avrebbe potuto salvare. Si strinse nelle ginocchia e ripetè che le dispiaceva.
Hamadi portò Nissa dai suoi compagni: Bahkut e Alira che avevano aiutato il druido a salvarla insieme ai gemelli kor Khali e Sha'heel. La planeswalker sentiva la terra inquieta sotto i suoi piedi, come se una grande bestia si stesse muovendo al suo interno. Vide i grossi pezzi di montagna galleggiare davanti a sé e Khali spiegò che dovevano arrampicarsi mentre suo fratello tirava fuori dailo zaino corde, ganci e fibie e li distribuiva a tutti. La kor chiese all'elfa se fosse mai stata sul cielo della sua casa e Nissa rispose che odiava non essere a terra ma che odiava ancora di più gli eldrazi. Dopo che tutti furono pronti, Khali li condusse attraverso il labirinto di massi galleggianti. Quando il sole raggiunse il suo apice, si fermarono, sospesi sulle corde tra tre massi e sentirono un urlo. Nissa si voltò e vide una progenie di Ulamog attaccare dei viaggiatori, alcuni di loro vennero consumati. Dalla loro posizione, Sha'heel lanciò dei pugnali con delle corde contro la creatura per immobilizzarla, ma la progenie iniziò velocemente a liberarsi. Seguendo il kor, Nissa colpì il suolo e sentì un pozzo di energia crescerle dentro, sorrise selvaggiamente e evocò un'enorme elementale, infuse in esso tutte le sue energie e lo mandò contro la progenie eldrazi poi ne ecovò altri due che si unirono al primo aiutandolo a distruggere la progenie. I suoi compagni la raggiunsero e Hamadi sorridendo disse che sapeva che la terra le aveva parlato ma non pensava che ruggisse dentro di lei. Nissa disse che usare quel potere l'aveva fatta sentire bene e il druido rispose che Zendikar voleva essere libera da quei mostri e le concedeva il suo potere come nessun altro che lui avesse mai visto, le battè una mano sulla spalla e la chiamò nuovamente Shaya. Nissa chiese nuovamente il significato di quella parola e il druido sorridendo rispose che significava del mondo risvegliato.
Blocco di Battaglia per Zendikar[]
Vedi Nissa Revane (Planeswalker)/Battaglia per Zendikar.
Blocco di Ombre su Innistrad[]
La battaglia di Thraben[]
Dopo che Jace informò gli altri Guardiani di aver trovato Emrakul su Innistrad, Nissa viaggiò sul piano insieme ai suoi amici. L'elfa si inginocchiò, appoggiò il palmo a terra e disse che il mana di quel luogo era oscuro e contorto, sia nel terreno che negli alberi e che Emrakul era solo una delle cause. Jace rispose a Nissa che "oscuro e contorto" erano la normalità lì, poi spiegò a tutti che si trovavano nella stessa situazione dell'ultima volta, con qualche piccolo sviluppo inaspettato: Emrakul si stava dirigendo verso Thraben e loro dovevano arrivarci per primi. Una volta in posizione, Nissa avrebbe dovuto utilizzare il suo glifo planare per entrare in contatto con la rete di leyline, Gideon avrebbe liberato la strada per farli avvicinare in modo che avrebbero potuto incanalare l'energia del piano attraverso Chandra, che avrebbe fatto ciò che sapeva fare. Nissa scosse la testa e disse che non avrebbe funzionato perché le leyline erano già state ridirette e indicò una delle numerose pietre del piano. Jace rispose che si trattava della rete di criptoliti e che stava convogliando le leyline verso Thraben, inoltre dal momento che la città aveva la più alta densità di vita di Innistrad, Emrakul sarebbe stata sicuramente attirata laggiù. Spiegò che quel fulcro avrebbe dovuto amplificare gli effetti del glifo, che in realtà era simile alla rete di edri. Nissa replicò che sarebbero dovuti riuscire ad avvicinarsi a sufficienza e spiegò che se si fossero avvicinati troppo, Emrakul li avrebbe distrutti, ma se non si fossero avvicinati abbastanza, lei sarebbe riuscita a stabilire un contatto con al massimo tre leyline e non sarebbero state sufficienti. Jace non replicò, Chandra mise una mano sulla spalla dell'elfa e disse che se fosse stata solo una o venti leyline, se l'avesse messa in connessione, se la sarebbe fatta bastare; Gideon intervenne e chiese a Nissa se riteneva di riuscire a farcela dal momento che non valeva la pena tentare un piano se non erano tutti convinti. Nissa raccolse una manciata di polvere e se la fece passare tra le mani, diede un'occhiata alle espressioni dei suoi compagni: Gideon era preoccupato, Jace era imperturbabile e Chandra emozionata. Chiuse gli occhi e ascoltò per un lungo momento il proprio battito del cuore, il terreno avvizzito sotto di lei e i suoi ricordi; poi rispose di si. I Guardiani si diressero a Thraben.
I quattro combatterono contro gli orrori alterati, si trovavano in quella che sembrava una piazza, la via da cui erano entrati venne bloccata dalle legioni di Emrakul, così come quella per proseguire. Dietro gli abomini, nel cielo, incombeva minacciosamente la tempesta: il corpo del titano era quasi completamente nascosto alla vista, ma la sua presenza era evidente in ogni luogo; i tentacoli di Emrakul emersero dalle nubi graffiando il terreno e rombando, mentre riducevano interi isolati della città in polvere. Gideon chiese a Nissa se potesse evocare degli elementali, l'elfa scosse la testa e rispose che poteva provare a chiamarli, ma temeva che ciò che avrebbe risposto non sarebbe stato di loro gradimento; si rivolse a Chandra chiedendole se fosse pronta per un altro attacco e la piromante confermò che si stava preparando; infine a Jace chiese cosa vedesse. Il telepate rispose che non stavano avanzando, ma si trovavano in uno spazio aperto, facile da difendere, e consigliò di utilizzare il glifo. Gideon disse a Nissa di procedere: loro tre avrebbero dovuto proteggerla; la resistenza che avevano affrontato finora era stata accidentale e non era neanche sicuro che fossero stati notati. La piazza si riempì di vita quando Nissa completò il suo complesso glifo. Dalle orde intorno a loro provenne un suono acuto, gli orrori si voltarono e caricarono l'elfa, ma Gideon li intercettò e cercò di infliggere più danni possibile per attirare maggiore attenzione su di lui. Nissa disse ai suoi amici di tenersi pronti e iniziò a stabilire un contatto con le leyline di Innistrad: l'elfa si immerse nel terreno e sollevò quello che sembrava uno spinoso rampicante spettrale, faticò per sollevarlo dal terreno e ansimò sorpresa quando le sue spine le ferirono le braccia, sollevò un secondo rampicante che si dimenò avanti e indietro nella sua presa come se fosse un serpente, ma con uno sforzo doloroso, riuscì ad avvolgerlo intorno alla vita; si piegò per estrarre un terzo rampicante che però era più scuro degli altri due, aveva le lame più taglienti e il movimento più sinuoso e caotico. Nissa cercò di prenderne il controllo, ma il rampicante si strinse intorno al suo collo e sembrò volerla trascinare nel terreno. Cercò di resistere e disse che la vita non poteva interrompersi anche quando era conscia di doverlo fare, anche quando era conscia che fosse sbagliata, sola e stridente. I suoi occhi brillarono di un color viola e poi crollò a terra svenuta e dopo che perse conoscenza, i rampicanti svanirono e il glifo si spense instantaneamente. Nel frattempo le orde di creature alterate continuarono ad avvicinarsi. Gli altre tre planeswalkers raggiunsero l'elfa mentre l'orda della follia si avvicinava lentamente. Gideon disse a Chandra e Jace di mettersi in un punto più sicuro mentre lui avrebbe difeso Nissa fino a quando non si fosse ripresa, ma la piromante replicò che se ne sarebbero andati insieme e il telepate terminò dicendo "o tutti o nessuno".
Quando Nissa si svegliò vide che lei e i suoi amici erano stati salvati da un esercito di non morti che stava combattendo contro le creature mutate, sotto il controllo di una necromante. Vide il Velo che l'altra portava e disse che quell'oggetto era un abominio. La necromante sorrise e disse che avevano uno strano modo di ringraziare e Gideon, che era ancora in posizione da battaglia, abbassò le sue lame. Jace chiamò la necromante Liliana e disse che credeva che non l'avrebbe più rivista, ma ora era lì. La necromante rispose che aveva salvato le loro vite, erano in debito con lei e ora dovevano andare su un piano più sicuro. Jace scosse la testa e disse che non potevano farlo, dovevano portare a termine il loro compito e con la sua protezione potevano farcela. Liliana replicò che restare era sciocco e che dovevano andarsene. Nissa intervenne e disse che era lei a dover andare via, non avrebbe combattuto al suo fianco. Gideon sollevò una mano in segno di avvertimento e replicò che a Portale Marino aveva combattuto al fianco dei vampiri, pirati e molto peggio e che, se potevano fidarsi, ogni alleato era benvenuto. Nissa ascoltò in silenzio mentre lo ieromante si rivolse a Liliana e disse che non sapeva se poteva fidarsi di lei, l'istinto di Nissa raramente si sbagliava ed era d'accordo con l'elfa: il manufatto che portava era un problema. Continuò che lui non la conosceva, si voltò verso Jace e disse al suo amico che la scelta spettava a lui e chiese se si potessero fidare. Prima che il telepate potesse rispondere, Liliana rise sonoramente e disse che la sua era una domanda ridicola: le bastava schioccare le dita per sopraffarli, in quel momento si stavano già fidando di lei, ma se non volevano andarsene, non poteva obbligarli. Chiese quale fosse il loro piano e quando nessuno dei quattro rispose, la necromante commentò con un sorriso che era sicura che tutto sarebbe andato a finire per il meglio.
La fine promessa[]
Durante la tregua offerta dagli zombie di Liliana, Nissa vide Tamiyo atterrare accanto a Jace. Improvvisamente ci fu un cambiamento nell'aria, come un giorno di primavera prima di una tempesta ed Emrakul si aprì: le sue nubi fiorirono, i suoi lunghi e colorati tentacoli si allungarono e si moltiplicarono, da centinaia a migliaia, a decine di migliaia. Una sfera invisibile di potere si diffuse da Emrakul, inondando ogni planeswalkers. Come tutti gli altri tranne Liliana, Nissa venne protetta dalla magia di Jace. Salda nella sua posizione, Nissa urlò parole incomprensibili, mentre energia verde e viola la contornava, si scontrava, svaniva e fluiva di nuovo. Era agonizzante, ma oltre al dolore fisico c'era anche quello mentale: nelle sue mani stavano crescendo decine di piccole dite che si moltiplicavano a loro volta e nei suoi occhi stavano spuntando e moltiplicandosi altri occhi; pronunciò altre parole incompresibili, poi altre più chiare, ma il cui significato era altrettanto oscuro. Nissa sentì Jace, che si era messo in contatto con la sua mente, chiedergli di aiutarlo a comprendere cosa stesse dicendo. L'elfa spostò lo sguardo verso il telepate, i suoi occhi erano di un brillante e oscuro viola, rispose ma non sembrava che fosse lei a farlo e disse: "io posso fare tutto ciò che voglio. Qualsiasi cosa. Ricordatelo. L'unica cosa in grado di salvarti... è che io non voglio nulla". Dopo che finì di parlare, il loro contatto mentale si spezzò.
Dopo che Jace dissolse la sua magia, Nissa e gli altri planeswalkers ripresero conoscenza confusi e disorientati. Nissa preparò una cura per Liliana e l'applicò alle sue ferite, la necromante era in fin di vita per aver usato troppo il potere del Velo. Sentì Jace dire mentalmente a Gideon e a Chandra di andare ad aiutare gli zombie, dal momento che non potevano permettere che venissero sconfitti dai servitori di Emrakul. Gideon si mosse subito, Chandra invece esitò e chiese se poteva provare a incenerire il titano. Jace inviò i suoi pensieri a tutto il gruppo, attraverso la magia di protezione che manteneva le loro menti collegate. Emrakul era troppo grande e potente, non sarebbero riusciti a sconfiggerla come avevano fatto con gli altri due titani e non era neanche sicuro che potesse essere distrutta. Nissa intervenne e disse che aveva ragione; cercare di incenerire Emrakul sarebbe stato come gettare una torcia nell'oceano, non avrebbe funzionato nemmeno se fossero state disponibili tutte le leyline di Innistrad. Terminò dicendo che Emrakul era stata presente nel momento dell'accensione della sua scintilla e forse era giusto che fosse presente anche alla fine. Chandra le disse di smetterla di essere così pessimista e andò ad aiutare Gideon. Mentre i due combattevano contro le creature alterate, Tamiyo ricordò a Jace le parole di Avacyn: "ciò che non può essere distrutto sarà costretto in schiavitù" e disse che quella era la risposta. Jace disse che la Tomba Infernale era stata distrutta, ma l'altra disse che si riferiva al luogo di provenienza della prigione d'argento: la luna. Spiegò agli altri che lei possedeva una magia vincolante potente che poteva applicare alla luna, ma la magia doveva essere collegata a Emrakul. Jace poteva creare il collegamento, tuttavia avevano bisogno di potere per alimentare l'incantesimo e chiese a Nissa se poteva generare il mana per la magia. Con voce tranquilla l'elfa rispose che il numero di leyline con cui poteva entrare in contatto era ridotto, ed erano ancora meno quelle con cui lei voleva entrare in contatto, ma visto che era in debito con lui ci avrebbe provato. Jace chiese cosa intendesse e Nissa spiegò che la sua mente non era sotto il suo controllo; era stata intrappolata in un'oscurità causata dall'ascesa di Emrakul che l'aveva facilmente inglobata: lui l'aveva salvata da quell'orrore. Concluse dicendogli che aveva il dono di rendere facili le questioni difficili. Lei avrebbe fatto del suo meglio. Jace replicò che aveva lanciato la sua magia di riflesso e iniziò a dare spiegazioni, l'elfa lo interruppe e disse che aveva anche il dono di rendere difficili le questioni facili e che un "grazie" era sufficiente. Affermò che era pronta. Mentre Gideon e Chandra tenevano a distanza i servitori di Emrakul da soli, gli altri tre iniziarono il loro piano. Tamiyo e Jace fecero la loro parte e Nissa si concentrò sulla terra, cercando di mettere insieme gli inquinati frammenti di mana in qualcosa che il telepate potesse utilizzare, ma non fu abbastanza e alla fine l'elfa crollò a terra. Nonostante ciò, alla fine il loro piano riuscì e Emrakul venne imprigionata sulla luna.
Dopo che la battaglia contro Emrakul fu vinta, i Guardiani aiutarono spegnendo alcuni incendi, consolando alcuni sopravvissuti e curando le loro ferite. Al termine di quella lunghissima giornata, a Tamiyo e Liliana venne offerto di entrare a far parte dei Guardiani: la prima rifiutò, mentre la seconda accettò e pronunciò il suo giuramento.
Blocco di Kaladesh[]
Vedi Nissa Revane (Planeswalker)/Kaladesh.
Blocco di Amonkhet[]
Vedi Nissa Revane (Planeswalker)/Amonkhet.
Su Dominaria[]
Dopo essere stata sconfitta da Nicol Bolas su Amonkhet, Nissa arrivò su Dominaria insieme agli altri Guardiani. Notarono l'assenza di Jace e lei disse che non sarebbe arrivato: si era arreso. Liliana disse che su Amonkhet avevano comunque ottenuto qualcosa: avevano ucciso Razaketh. Nissa urlò che lei aveva ottenuto quello che voleva e poi era andata via. Liliana protestò che anche lei voleva fermare Nicol Bolas e spiegò che era fuggita per sopravvivere. Nissa non le credette e chiese perchè si trovava su Dominaria. L'altra replicò che era stato Ajani a scegliere di incontrarsi su quel mondo. Chandra intervenne e disse a Liliana che il suo ultimo demone si trovava lì. L'altra esitò, poi confermò la presenza di Belzenlok. Liliana si rivolse a Nissa e disse che aveva bisogno del suo aiuto per avvicinarsi a lui e ucciderlo con il Velo. Nissa rispose che non l'avrebbe aiutata: non si sarebbero lasciati usare di nuovo da lei. Gideon disse che avevano bisogno dell'aiuto di Liliana per distruggere Bolas, e non avrebbe potuto farlo finché il suo ultimo demone non fosse morto. Incredula per le sue parole, Nissa disse che una volta libera dal suo patto Liliana sarebbe diventata una minaccia interplanare come Bolas. Lui non era della stessa idea e disse che Liliana non li stava usando, ma era la migliore possibilità che avevano contro Bolas; inoltre non potevano lasciare che Belzenlok devastasse Dominaria. Liliana intervenne e le ricordò che le aveva salvato la vita. Nissa replicò che non le doveva niente, nessuno di loro era in debito con lei. Nissa si allontanò, ma Chandra la chiamò. Capiva il non voler aiutare Liliana, ma rimaneva sempre la questione di Bolas. Gideon intervenne e le ricordò che lei aveva fatto un giuramento. Nissa rispose che non poteva sopportare di vedere un altro piano spezzato, che le dispiaceva, ma non sarebbe stata più una guardiana. Subito dopo viaggiò nella cieca eternità.
La Guerra della Scintilla[]
Su Zendikar, Nissa ricevette la visita di Jace che tentò di convincerla a riunirsi ai Guardiani, ma l'elfa rifiutò e l'altro andò via. Nonostante la sua decisione, finì per essere costretta a combattere al fianco dei suoi ex compagni: venne attirata su Ravnica dal Faro Interplanare e rimase intrappolata dal Sole Immortale di Nicol Bolas. Accanto a molti altri planeswalker e abitanti del piano, Nissa combatté contro gli Eterni dell'Orda Atroce di Bolas guidati da Liliana.
Nissa animò Vitu-Ghazi per combattere l'Orda Atroce. L'enorme elementale distrusse la statua di Bolas, aumentando notevolmente il morale delle forze della resistenza di Ravnica. In risposta, il drago antico fece attraversare il portale ai suoi quattro dei Eterni: Rhonas, Kefnet, Oketra e Bontu. Gli dei non morti distrussero rapidamente Vitu-Ghazi, facendolo a pezzi.
Durante l'invasione del piano, fu presente alla riunione dove i leader della difesa di Ravnica si riunirono per mettere a punto una strategia. Durante l'incontro, Nissa si riunì ai Guardiani rinnovando il suo giuramento. Sotto raccomandazione di Jace, decisero di dividersi in team per concentrarsi su compiti specifici: Nissa, Kaya, Teyo Verada e Araithia Shokta vennero mandati a persuadere le gilde ancora neutrali (Selesnya, Gruul, Golgari e Rakdos) ad unirsi alla lotta contro Bolas. Si credeva che Nissa sarebbe stata utile nelle trattative con i Selesnya, ma non fu così: erano infuriati con lei per aver causato inavvertitamente la distruzione di Vitu-Ghazi. Per permettere al gruppo di Kaya di entrare nel territorio del Conclave, Nissa fu costretta ad andarsene.
Dopo la morte di Rhonas e l'arrivo di alleati di altre gilde, Nissa combattè insieme a Angrath e Arlinn Kord alla testa di una modesta armata di Golgari e Gruul. Rischiò di venire uccisa da un Eterno ma venne salvata da Davriel Cane.
Successivamente, verso la fase finale della guerra, Nissa eseguì un rituale presso le rovine del Seggio del Patto delle Gilde: con l'aiuto di un rappresentante di ogni gilda, l'elfa fu in grado di riparare le Leyline che conferivano potere al patto delle gilde vivente, che erano state distrutte quanto il Ponte Planare si aprì su Ravnica riducendo in macerie il Seggio. Il rituale ebbe successo facendo rinascere Niv-Mizzet e rendendolo il nuovo patto delle gilde vivente. Il Mentefiamma tornò in vita giusto in tempo per salvare gli altri da Kefnet.
Nissa, Chandra e Jace osservarono i planeswalker che erano rimasti a lottare con loro nella battaglia finale andarsene via da Ravnica. Chandra ruppe il silenzio dicendo a voce alta che Gideon era morto e confesso i sentimenti che aveva provato per lui ma che non aveva mai rivelato allo ieromante. Jace replicò che Gideon lo sapeva e che anche se l'aveva amata solo come una sorella minore si trattava sempre di amore. Chandra si rivolse a Nissa e disse che teneva anche a lei. L'elfa rispose che valeva lo stesso per lei.
Dopo la fine della guerra, Nissa fu una dei planeswalker sopravvissuti alla battaglia e fu presente durante la celebrazione della vittoria.
Dopo la Guerra della Scintilla[]
Insieme ad altri planeswalker, Nissa partecipò al funerale di Gideon su Theros. Successivamente ascoltò Ajani raccontare la storia di Elspeth Tirel. Invitò Chandra ad andare con lei su Zendikar, ma l'altra rifiutò e il saluto tra le due fu piuttosto freddo.
Successivamente, Nissa andò incontro a Chandra quando la piromante tornò su Zendikar. A Ravnica sulla scia della morte di Gideon avevano ammesso di amarsi ma sapevano entrambe che il loro era un amore platonico. Chandra ruppe il silenzio per prima dicendo che poteva correggerla se si sbagliava ma la verità era che la sfiniva. Nissa ammise che non riusciva a tenere il passo con le emozione della piromante. Chandra aggiunse che nessuna delle due sarebbe cambiata per l'altra. Nissa annuì. Si dissero addio in silenzio. Subito dopo, Chandra partì nuovamente mentre Nissa rimase sul suo mondo.
Rinascita di Zendikar[]
Nissa ricevette un messaggio da parte di Nahiri che voleva incontrarla ad Akoum. Si presentò all'incontro e la litomante la convinse ad andare con lei sull'Enclave Celeste presente in quel continente con la promessa che avrebbero trovato un manufatto in grado di guarire Zendikar. Arrivate dentro l'Enclave, Nissa temette di infastidire Nahiri con le sue domande, infrangendo così ogni possibilità di creare un legame con l'altra. Si chiese cosa avrebbe fatto Gideon e si rispose che se voleva essere com'era stato lo ieromante in vita doveva iniziare a comportarsi come lui. Si fece coraggio, fece le sue domande e Nahiri spiegò che stavano cercando un Nucleo Litoforme. Dopo alcune avventure le due trovarono una "chiave" grazie alla guida di un elementale evocato da Nissa. Leggendo le rune scritte intorno a loro, Nahiri disse che dovevano andare a Murasa. Mentre parlava il Torbido fece sentire la sua presenza. Infuriata, Nahiri usò la chiave riattivando l'Enclave, che con la sua magia placò il Torbido sotto di loro, ma uccise anche l'elementale.
Nissa percepì il dolore dell’elementale ancor prima di comprendere ciò che stava accadendo. Cercò di impedire la sua morte, ma si ritrovò tra le mani solo cenere. Si disse che gli elementali erano Zendikar e che un pezzo di esso era morto: se domare il Torbido con il nucleo significava la loro morte, allora Zendikar era di fronte a un pericolo mortale. Sentì la rabbia e il dolore crescere dentro di lei e chiese a Nahiri se quella fosse la sua soluzione. La kor rispose che l'Enclave stava guarendo, il Torbido sotto di loro si era interrotto e la terra si stava tranquillizzando: le persone sarebbero state in grado di ricostruire qualcosa lì. L'elfa replicò che l'avrebbero fatto a discapito della vita di Zendikar: ogni forma di vita naturale all'interno dell'Enclave era morto. Con rabbia Nahiri disse che lei non sapeva com'era il loro mondo in passato e come fossero sorprendenti e floridi i loro popoli. Nissa replicò che lei non capiva quanto fosse splendido "adesso" il loro mondo e le chiese di darle la chiave. La litomante si rifiutò. Le due iniziarono a combattere, ma consapevole del suo svantaggio, Nissa viaggiò nella cieca eternità.
Nissa viaggiò su Ravnica dove chiese aiuto a Jace, a cui raccontò ciò che era successo e spiegò che voleva distruggere il Nucleo Litoforme che Nahiri stava cercando. Jace valutò la possibilità di studiarlo, ma l'elfa si infuriò visti i danni che il potere di una semplice chiave legata al manufatto poteva causare. Il telepate spiegò le sue teorie, ma Nissa non si lasciò convincere e andò via, decisa a proteggere il suo mondo da sola. Arrivò a Murasa e vide l'Enclave Celeste sopra di lei. Dal suo punto di osservazione individuò anche Jace che era stato attaccato da una bestia. Evocò un elementale e lo mandò in suo aiuto, poi lo raggiunse. I due parlarono e Nissa spiegò che gli elementali erano molto importanti per lei, erano stati presenti nella sua vita prima di chiunque altro e non poteva permettere che Nahiri facesse loro del male. Jace decise di aiutarla. Usando i rampicanti evocati da Nissa, i due salirono verso l'Enclave.
Mentre si arrampicavano sulla scala di rami videro Akiri cadere dall'Enclave e l'elfa la salvò. La guerriera li informò che Nahiri aveva preso il Nucleo proprio mentre la videro scendere di corsa su una rampa di scale create con la sua magia. Nissa l'attaccò lanciandole contro una decine di frecce spinate, ma l'altra le bloccò facilmente e poi sparì dalla loro vista. Jace aveva però scoperto la sua destinazione quando era entrato nella sua mente: la Città Canora. Dal momento che da sola poteva arrivarci più velocemente, Nissa lasciò indietro gli altri due.
All'interno della città, nel mezzo di un antico giardino, Nissa trovò il magico punto focale da cui Nahiri poteva incanalare l'energia del Nucleo in tutta Zendikar attraverso le leyline e lo distrusse con l'aiuto di Ashaya e degli altri elementali. Poco dopo Nahiri e Jace arrivarono insieme e scoprirono ciò che aveva fatto. Jace cercò di risolvere la situazione pacificamente, ma Nissa non l'ascoltò perchè non si fidava della litomante e si sentì tradita da lui. Nahiri diede inizio alla battaglia, ma i suoi attacchi furono inutili e non raggiunsero mai Nissa. I due furono costretti a fuggire, ma Nissa, Ashaya e decine di altri elementali arrivarono all’ingresso della città prima di loro. Lei apparteneva a Zendikar, che era il cuore del suo potere e della sua forza, e conosceva tutti i passaggi e il modo per utilizzarli rapidamente. L'elfa disse ai due di andarsene dalla sua casa, ma Nahiri replicò che Zendikar era la sua casa da migliaia di anni e non l'avrebbe lasciata vincere.
Nissa disse agli elementali di proteggere Zendikar e loro attaccarono gli altri due planeswalker che inizialmente si difesero ma poi si ritirarono dentro la Città Canora. Dopo che Jace uscì dalla città venne catturato da Ashaya che prese il Nucleo e lo consegnò a Nissa. Telepaticamente, lui le disse che il manufatto poteva essere utile ai Guardiani e che avevano altre battaglie da affrontare ma lei replicò che il loro compito era proteggere ciò che amavano ma non erano riusciti a proteggersi l’un l’altro. Mentre parlavano Nahiri tornò per riprendersi il Nucleo e iniziò ad abbattere gli elementali che cercavano di fermarla. Nissa sentì una voce proveniente dal Nucleo e comprese che era un antico pezzo dell'anima di Zendikar che disse che poteva usare il suo potere per guarire i danni. Un istante dopo, Nissa percepì dei filamenti di potere farsi strada nella sua mente, comprese che Jace stava cercando di prendere il controllo della sua mente e recise il legame mentale tra loro. Subito dopo parlò con Nahiri e capì che l'altra avrebbe preferito distruggere tutto pur di non ammettere di essere in torto. La litomante manipolò una moltitudine di edri fluttuanti che iniziarono a roteare e muoversi secondo uno schema complesso, con flussi di energia tra loro, come una tempesta un istante prima di scatenare la propria furia. Nissa si chiese se avrebbe portato la distruzione alla sua casa e la voce di Zendikar le disse di fidarsi della sua forza. Nissa usò il Nucleo e il potere del manufatto si scontrò con quello degli edri generando una pioggia di scintille e di energia, poi ci fu silenzio: la Città Canora venne ridotta in cenere. Inizialmente sembrò che anche gli elementali fossero morti ma poi si ripresero così come la terra intorno a loro, facendo germogliare nuova vita in crescente abbondanza. Il manufatto aveva annullato il danno e Zendikar stava guarendo, trasformandosi in qualcosa di più sano, più forte di quanto non fosse prima della battaglia con gli Eldrazi. Anche se le cicatrici erano ancora lì, adesso erano solo ricordi, non i suoi tratti distintivi. Percepì Bala Ged rifiorire e, per la prima volta dopo moltissimo tempo, Nissa si lasciò andare a una risata spontanea e udì Zendikar ridere insieme a lei. Muovendosi velocemente, Nissa seguì le leyline della terra e viaggiò verso la sua casa.
La Guerra dei Fratelli[]
Preparativi contro Nuova Phyrexia[]
Alcuni mesi dopo, Nissa ricevette la visita di Chandra che la informò della minaccia dei phyrexiani di Nuova Phyrexia ottenendo l'aiuto dell'elfa. Le due viaggiarono su Ravnica dove rimasero alcuni giorni e la piromante le diede numerose informazioni sui loro nemici. Durante quel periodo, Nissa venne contattata da Jace che le chiese di incontrarlo per parlare, ma lei lasciò il piano senza rispondere al suo invito.
Nella Torre di Urza[]
Nissa e Chandra viaggiarono nella Torre di Urza su Dominaria dove incontrarono Wrenn e Elspeth Tirel e la cavaliera le portò da Kaya e Saheeli. La piromante le informò che Sorin e Arlinn stavano lavorando insieme per rafforzare le difese di Innistrad; che Samut, Hazoret e i sopravvissuti di Amonkhet si erano nascosti; che altri planeswalker stavano rispondendo alla richiesta di aiuto di Jace e che una volta terminati i preparativi su Ravnica il mago mentale e il suo gruppo sarebbero arrivati alla Torre per incontrarsi con Teferi e che poi la squadra d'assalto sarebbe partita per Nuova Phyrexia mentre lei e Liliana, una volta arrivata, avrebbero aspettato lì come rinforzi. Saheeli chiese quanto tempo avevano prima dell'attacco e Chandra rispose che non lo sapeva con certezza ma che mancava poco e che lei era pronta all'azione anche subito. Nissa pensò che saltare prima di guardare era da sempre il modo di fare dell'altra, ma lei voleva saperne di più; aveva passato gli ultimi mesi ad adempiere ai suoi obblighi nei confronti di Zendikar e gli avvenimenti nel vasto multiverso non l'avevano preoccupata tanto quanto la guarigione del suo stesso piano. Intervenne e chiese quale fosse la loro missione su Dominaria e Saheeli spiegò che stavano aiutando Teferi a scoprire il segreto dell'attivazione del Sylex. Chandra commentò che intendeva il manufatto per cui Jaya era morta, sorprendendo l'elfa con le sue parole: nei giorni trascorsi su Ravnica, la sua amica non le aveva mai parlato della morte della vecchia piromante. Kaya spiegò che erano vicini a scoprirlo ma avevano bisogno di un altro pò di tempo e la piromante rispose che ne avevano fino all'arrivo di Jace. L'assassina di fantasmi informò le due che i phyrexiani stavano creando la loro versione dell'Albero del Mondo di Kaldheim e tramite esso Nuova Phyrexia poteva unirsi ad altri mondi e far marciare direttamente i loro eserciti per conquistarli: serviva il potere del Sylex per distruggere il loro Albero e senza di esso non avevano possibilità di vittoria. Chandra insistette che la loro migliore possibilità di distruggere i phyrexiani era di allearsi ai Mirran e che non potevano perdere quell'opportunità. Nissa chiese cosa sarebbe successo a Nuova Phyrexia una volta attivato il manufatto e Kaya rispose che non ne era certa, ma c'era la possiblità che la distruzione dell'Albero facesse collassare il piano distruggendolo. La piromante disse che quella era un'ottima notizia e l'elfa replicò che i Mirran stavano combattendo per la loro casa. Saheeli disse che non avevano prove che il Sylex potesse far esplodere un intero piano: era già stato usato su Dominaria millenni fa, e loro erano su quel mondo adesso; dovevano avere fiducia in Teferi. Chandra rispose che si fidava del suo amico, ma che distruggere i phyrexiani era la cosa più importante e che nessun costo era troppo alto per raggiungere quell'obiettivo. Saheeli replicò che aveva già accettato la possibilità di perdere i suoi cari ma che non si sarebbe arresa alla sete di vendetta. La piromante obiettò che non intendeva dire quello e Nissa le chiese duramente il significato delle sue parole, ma prima che Chandra potesse rispondere, arrivò Teferi che disse di essere pronto. Kaya e Saheeli andarono col mago del tempo lasciando le altre due da sole. La piromante distolse lo sguardo da Nissa e disse che forse le sue parole la facevano sembrare un mostro ma voleva che i phyrexiani morissero tutti, così come qualsiasi cosa avesse a che fare con loro: non meritavano nessuna pietà. L'elfa rispose che non era un mostro ma nemmeno qualcuno che si divertiva con la morte. Chandra replicò che voleva che soffrissero perchè avevano ucciso Jaya. Nissa le ricordò che adesso anche Ajani era uno di loro e chiese se doveva condividere il destino dei loro nemici. Chandra replicò che tutto ciò era ingiusto, poi lasciò la stanza lasciando Nissa da sola.
Attacco alla Torre[]
Quando i phyrexiani individuarono e attaccarono la Torre, Nissa, Wrenn e Jodah vennero raggiunti da Elspeth che chiese alle prime due di proteggere Teferi che stava usando l'Ancora Temporale per scoprire il segreto del Sylex mentre all'arcimago eterno di andare con lei. La cavaliera guidò i soldati di metallo, creati da Saheeli, in battaglia dando inizio al contrattacco e respingendo la prima ondata. Nissa vide un pilastro di luce nel cielo fuori dalla Torre e quando l'incantesimo terminò lasciò un'ondata di vapore che ricoprì sia alleati che nemici. Preoccupata per Elspeth e Jodah, Nissa disse che sarebbe andata a cercarli ma venne fermata da Wrenn che le ricordò che il loro compito era proteggere Teferi. In quel momento, una seconda ondata di phyrexiani attaccò la Torre. Osservando l'avanzata dell'esercito nemico l'elfa si ritrovò a pensare agli altre tre fondatori dei Guardiani: alla fiducia che Gideon riusciva a infondere negli altri e al fervore in battaglia di Chandra bilanciato dalla calma di Jace; ma ormai lo ieromante era morto, mentre la piromante era partita per raggiungere il mago mentale su Ravnica. Si disse che lei era lì, poi informò Wrenn che i nemici in arrivo erano troppo numerosi e se si fossero avvicinati troppo non sarebbero riuscite a impedirgli di entrare nella Torre. La driade rispose che allora li avrebbero fermati prima. Le due avanzarono verso l'esterno e Nissa attivò i soldati di metallo rimasti in difesa. L'elfa estese la sua coscienza alla terra e all'aria, invitando gli spiriti della natura a manifestarsi per proteggere Dominaria, ma non ottenne risposta. Guardò Wrenn e l'altra confermò che le leyline erano aggrovigliate intenzionalmente. Dal momento che la natura non ascoltava il suo richiamo, Nissa sguainò la sua spada e si lanciò all'attacco con Wrenn che la supportava incanalando il suo fuoco interno in un labirinto ardente di tortuosi corridoi fiammeggianti costringendo i phyrexiani a dividersi rendendoli vulnerabili. Con l'aiuto della driade, l'elfa riuscì a raggiungere e distruggere il generale nemico ma la situazione non migliorò.
L'anima di Dominaria[]
Nissa provò a mettersi in contatto con l'anima del mondo di Dominaria. Gli spiriti della natura che l'avevano inizialmente ignorata risposero insieme che lei non era una dei figli di Gea. Comprendendo che quello era il nome che l'anima aveva scelto per sé stessa e percependo la sua presenza, Nissa implorò il suo aiuto dicendole che c'erano degli invasori sul suo mondo e che avevano bisogno del suo aiuto per sconfiggerli. In risposta la sua mente venne invasa da visioni che le mostrarono centinaia di altre battaglie che si stavano svolgendo in quello stesso momento su tutto il piano: la Seconda Invasione di Phyrexia era ricominciata. Gli spiriti l'accusarono di voler prosciugare le forze di Gea quando i suoi figli ne avevano bisogno e l'elfa replicò che lei era una protettrice e aprì completamente la sua mente mostrando i suoi ricodi dal suo primo incontro con l'anima di Zendikar fino alla guarigione del suo mondo attraverso l'uso del Nucleo Litoforme. Ottenne solo altro silenzio, ma all'interno di esso, Nissa decise che se sarebbe dovuta morire quel giorno l'avrebbe fatto in nome della vita su tutti i piani. Si rivolse un ultima volta all'anima e disse che se non voleva donare il suo aiuto si sarebbe aiutata da sola. Improvvisamente, gli spiriti proclamarono che Gea l'aveva giudicata: Nissa incanalò il potere dell'anima di Dominaria e numerosi guerrieri elementali avanzarono sul campo di battaglia pronti a combattere per la sopravvivenza del loro mondo. Nello scontro che seguì le domande di Nissa sui phyrexiani ottennero risposta: vide lampi di storia che le mostrarono com'erano nati, i loro tentativi di conquistare Dominaria e i loro obiettivi che andavano contro tutto ciò che era naturale. Sentì un'angoscia che non aveva mai provato prima seguita da un odio che non avrebbe mai creduto possibile emanare dal suo cuore. Desiderò che il terreno sotto di lei si agitasse e colpisse i suoi nemici e gli elementi si piegarono immediatamente al suo comando come se fossero estensioni del suo stesso corpo. Tentacoli di terra esplosero verso l'alto, allontanando i phyrexiani che si affollavano intorno a lei. Nissa si alzò in piedi in tempo per vedere i protettori di Gea ingaggiare i restanti nemici. L'elfa venne raggiunta da Wrenn che le disse che sentiva un canto funebre arrivare dalle montagne e che dovevano tornare da Teferi. Gli spiriti della natura comunicarono nuovamente con Nissa dicendo che avevano visto che i phyrexiani avevano già reclamato alcuni di coloro che amava; ormai erano persi per sempre e l'avvertirono che la vittoria su Phyrexia avrebbe richiesto che le sue mani si sporcassero del sangue sia degli amici che dei nemici allo stesso modo. Dopo che finirono di parlarle andarono via e con loro anche l'ira di Gea, ma ciò che aveva appreso sui phyrexiani rimase con lei e si disse che quando fosse arrivato il momento di fare ciò che era necessario per proteggere il multiverso, sarebbe stata la mano che si muoveva per coloro che non potevano.
Verso Nuova Phyrexia[]
Tornate all'interno della Torre le due planeswalker andarono nella stanza dell'Ancora Temporale e, appena entrata, Nissa vide Nahiri. Si preparò ad attaccarla ma prima le chiese perchè si trovasse lì. A risponderle fu Jace che rivelò la sua presenza e le disse che era stato lui a chiedere il suo aiuto e che non potevano permettersi di respingere nessun alleato in quella guerra. Saheeli spiegò che la pietra del potere dell'Ancora era implosa sovraccaricando la macchina del tempo. I sei planeswalker si fecero strada verso il Sarcofago di Stasi per controllare che Teferi stesse bene ma prima che potessero aprire la bara vennero fermati da Wrenn che disse che sentiva che la melodia del loro amico era legata a quel dispositivo e non dovevano disturbarla. Jace usò la sua telepatia e aggiunse che la mente di Teferi era ancora lì ma alla stesso tempo era come se stesse attraversasse luoghi lontani o tempi diversi. Saheeli disse che poteva provare a riparare il danno ma il telepate rispose che non c'era più tempo e senza l'altro non sapevano come attivare il Sylex. Kaya replicò che era convinta di poter far funzionare il manufatto, ma Nissa protestò che non potevano lasciare Teferi da solo: con i phyrexiani ovunque su Dominaria era solo questione di tempo prima che attaccassero nuovamente la Torre. Nahiri replicò che l'attacco dei Mirran stava per iniziare ed era quello il motivo della loro presenza lì: radunarsi per poi partire verso Nuova Phyrexia. Nissa insistette che non potevano lasciare il loro amico a morire da solo e Jodah, arrivato in quel momento insieme a Elspeth, rispose che non sarebbe stato solo e che non l'avrebbe lasciato morire: avrebbe lavorato per liberare Teferi mentre loro andavano nel mondo più orribile del multiverso. Rassicurata, l'elfa chiese di Chandra e Jace spiegò che era andata a visitare sua madre su Kaladesh e che poi sarebbe tornata su Dominaria. Nissa annuì, ma pensò che aveva sperato di rivedere l'amica prima di marciare verso l'inferno, per sistemare le cose tra loro dopo la loro ultima conversazione e dirle che aveva ragione lei. Altri planeswalker arrivarono nella Torre: Vraska, La Viandante, Kaito Shizuki, Tyvar Kell e Lukka. Elspeth si presentò informandoli su cosa potevano aspettarsi su Nuova Phyrexia e Jace tesse un incantesimo stabilendo un collegamento telepatico tra tutti i membri che avrebbero fatto parte della squadra d'assalto, in modo che potessero localizzarsi a vicenda, anche a distanza. Durante i vari preparativi Nissa si mantenne a distanza girovagando tra i rottami dell'Ancora Temporale ricordando come i Guardiani avessero rinnovato i loro giuramenti l'ultima volta che erano stati insieme durante la Guerra della Scintilla su Ravnica, ma adesso tutto era diverso: i silenziosi scismi tra lei e Jace o le sue incompressioni con Chandra, erano come ferite riaperte e non sarebbe bastato pronunciare delle frasi a memoria per sanarle. Osservò gli altri planeswalker con lei nella stanza, amici, nemici e sconosciuti provenienti da più piani riuniti proprio come le diverse persone di Dominaria, superando le loro divisioni e forgiando un fronte unito. Si disse che la lotta contro i phyrexiani non consisteva semplicemente nel respingere i piani perversi messi in atto da un singolare megalomane come Nicol Bolas, né era un compito da intraprendere da soli per i planeswalker; tutti gli esseri che speravano in un qualsiasi tipo di futuro si trovavano di fronte a una scelta: permettere ai phyrexiani di trasformare ogni piano nelle terre desolate e carbonizzate che lei aveva visto attraverso gli occhi di Gea, o combattere al fianco di altri che un tempo potevano essere stati nemici. Jace annunciò che era giunto il momento di andare e Nissa si diresse verso i suoi compagni sussurando il suo giuramento da guardiana.
Phyrexia: Tutto Diverrà Uno[]
La trappola[]
Quando Nissa e i suoi compagni arrivarono su Nuova Phyrexia finirono contro una barriera difensiva che, nonostante li permise di entrare nel piano, li divise e spezzò il legame mentale creato tra loro da Jace. L'elfa si ritrovò insieme al telepate ma, mentre stavano per partire per raggiungere lo Strato della Fornace, una trappola si attivò portandola via costringendola a viaggiare nuovamente tra i piani.
Nel Labirinto del Cacciatore[]
Arrivata nel Labirinto del Cacciatore Nissa incontrò la Viandante, la cui scintilla instabile la stava facendo svanire e apparire in continuazione in diversi luoghi del piano. Le due vennero attaccate da un phyrexiano e, mentre la sua alleata lo manteneva a distanza con la sua spada, Nissa preparò un incantesimo che poi usò per distruggere il nemico. Le planeswalker non si accorsero di una seconda bestia phyrexiana che stava per attaccarle, ma questa venne fermata da Lukka, arrivato in quel momento, che la legò a sè. Dopo la vittoria la Viandante svanì nuovamente e Nissa consigliò a Lukka di distruggere il suo compagno perchè considerava una pessima idea che l'altro si legasse ad un loro nemico. Il Vincolatore la rassicurò di essere lui ad avere il controllo e disse che voleva usare la conoscenza della bestia per uscire dal Labirinto del Cacciatore. Valutando che sarebbe stato più difficile sopravvivere da sola, l'elfa non ebbe altra scelta che accettare la sua decisione.
In cerca di Vorinclex[]
Dopo che i tre si riunirono, Nissa propose di viaggiare nella cieca eternità dal momento che sembrava si fossero persi. Lukka rispose che avevano quasi raggiunto il centro del Labirinto e l'elfa non gradì quella rivelazione, ricordandogli che il loro obbiettivo era quello di cercare un'uscita verso la superficie. Il Vincolatore si rivolse alla Viandante e le chiese se fosse riuscita a mettersi in contatto con gli altri planeswalker e se dovevano ritirarsi. L'altra rispose che non aveva visto i loro compagni ma Vorinclex e, prima di svanire nuovamente, consigliò di ucciderlo. Inizialmente gli altri due furono contrari, ma poi valutarono che la morte di uno degli alleati di Norn avrebbe potuto rendere più semplice la missione agli altri planeswalker e decisero di cercare il Pretore.
Il tradimento di Lukka[]
I due trovarono Vorinclex mentre si allenava con Glissa. La presenza dell'altra phyrexiana fece esitare Nissa, ma dal momento che Lukka si lanciò all'attacco non ebbe altra scelta che combattere. Mentre il Vincolatore combatteva contro l'elfa phyrexiana, Nissa affrontò Vorinclex e riuscì a ferirlo. Improvvisamente il Pretore si rivolse a Lukka e gli ordinò di catturarla. Nissa guardò il suo alleato e, con orrore e disgusto, vide che si era trasformato in un phyrexiano a causa del suo legame. Consapevole di non poter vincere, l'elfa iniziò a ritirarsi e Lukka avanzò rapidamente verso di lei. Tra i due apparve la Viandante che sollevò istintivamente la spada e parò l'attacco dandole l'opportunità per fuggire, ma poi fu costretta nuovamente a lasciare il piano.
L'elfa phyrexiana[]
Nonostante l'aiuto della sua alleata, Nissa venne catturata e completata in una phyrexiana. Successivamente, dopo che gli altri planeswalker fallirono nel distruggere il Frangireami, Nissa seguì Elesh Norn insieme a Tamiyo e Nahiri completate quando la Madre delle Macchine si rivelò a Kaya, Kaito e Tyvar. L'elfa rimase in silenzio mentre un Jace completato si alzò per unirsi a loro e ascoltò Norn offrire ai suoi ex alleati la "scelta" di unirsi a loro. I tre rifiutarono ed Elesh Norn ordinò l'inizio dell'invasione phyrexiana nel multiverso.
L'Avanzata delle Macchine[]
Animista del Frangireami[]
Nissa ascoltò in silenzio Elesh Norn dire a Kaya, Kaito e Tyvar che li avrebbe lasciati andare in modo che raccontassero ai loro alleati quello che avevano visto quel giorno; ordinare ad Ajani di uccidere Sheoldred che era stata catturata prima dell'inizio dell'invasione e infine mandare gli altri planeswalker completati e Atraxa su vari mondi per conquistarli. Rimasta da sola con Norn, l'elfa continuò a restare in silenzio, concentrata a occuparsi del Frangireami la cui profonda sintonia le permetteva di aprile portali di osservazione a piacimento su vari mondi o Vie dei Presagi.
Chandra e Wrenn[]
Dopo che Chandra e Wrenn arrivarono al Frangireami, Nissa le attaccò di sorpresa: due lance volarono verso la piromante, mentre la driade veniva legata dalla sua magia. L'elfa si rivelò e disse alla sua vecchia amica che la sua nuova forma doveva essere difficile da capire per lei, ma non aveva alcun motivo di avere paura. Subito dopo si concentrò su l'altra e usando la sua lama strappò via l'albero di Wrenn arto per arto, finchè non rimase solo la piccola forma della driade che lasciò cadere a terra. Nissa disse a Chandra che il suo piano era già fallito e che la Madre delle Macchine l'aveva inviata a fermarla. Chandra non rispose e guardò dall'altra parte del ponte dove vide l'enorme esercito dei phyrexiani, ma non riuscì a vedere i Mirran. Nissa le disse che aveva chiesto a Elesh Norn la sua benedizione per parlare con lei nel momento in cui aveva saputo cosa stava pianificando e spiegò che i suoi alleati non avevano mai avuto una possibilità, ma ce n'era una per lei se avesse accettato di unirsi a loro. L'elfa notò Wrenn che, ancora a terra, stava avanzando con difficoltà verso il Frangireami e dei rami di rame spuntarono dalla superficie dell'albero per poi stringere la driade, che urlò di dolore. Nissa disse che era impressionante che fosse ancora viva e che sarebbe diventata un'ottima guardiana per l'Albero dell'Invasione, poi si voltò nuovamente verso Chandra, tese la mano verso di lei e le disse di unirsi a loro e che sentiva la sua mancanza. Chandra rispose che anche lei sentiva la sua mancanza, ma non poteva accettare la sua proposta. Mentre il viso di Nissa divenne una maschera di rabbia, la piromante affondò il suo pugno infuocato nel ramo stesso, il terreno sotto di loro esplose e l'impatto fece precipitare entrambe nel vuoto.
Battaglia su Nuova Phyrexia[]
Nonostante l'azione di Chandra, Nissa riuscì a evitare la morte e a catturare sia la piromante che la driade. Oltre le due, anche tutti gli altri ribelli vennero sconfitti, imprigionati e portati di fronte a Elesh Norn. L'elfa ascoltò il giudizio della Madre delle Macchine e osservò in silenzio mentre Koth, Chandra e Wrenn stavano per essere completati da Jin-Gitaxias. Il pretore si preparò a colpire il Vulshok, ma improvvisamente un angelo in armatura scintillante, bloccò l'attacco del phyrexiano con la sua lama e si rivelò essere Elspeth che curò e liberò tutti i prigionieri iniziando poi uno scontro con Norn. Su ordine della Madre delle Macchine, Nissa e altri phyrexiani inseguirono i Mirran e i loro alleati che iniziarono ad avanzare verso l'albero. L'elfa disse a Chandra di lasciare la driade, che non era più in grado di camminare, o l'avrebbe uccisa. Koth intervenne e usò la sua magia per difenderle dai suoi attacchi, ma usando un rampicante di rame Nissa riuscì a ferire Melira e poi con una radice di rame sollevò in aria Chandra, che perse la presa su Wrenn, che però fu recuperata da un Mirran che continuò la corsa verso il Frangireami. I rampicanti iniziarono a strangolare la piromante che fortunatamente venne salvata da Elspeth. Durante la fase finale dell'invasione, Nissa venne stordita da Elspeth e portata su Zhalfir da Chandra.
Il rituale[]
Dopo la sconfitta dei phyrexiani, Nissa e Ajani vennero portati in una struttura dei guaritori su Zhalfir privi di sensi, ma vegliati da altri planeswalker incerti su cosa fare con loro. Durante il sonno dell'elfa, Koth, Karn e i guaritori rimossero più metallo phyrexiano possibile dal suo corpo. Dal momento che Elesh Norn si era resa la fonte della mente dei phyrexiani per impedire che un rivale potesse usarli contro di lei, con la sua morte, l'Olio aveva smesso di trasmettere ordini e ciò aveva portato alla fine dell'invasione perchè i phyrexiani vennero resi incapaci di continuare a combattere. Di conseguenza, c'era la possibilità che Nissa e Ajani non si sarebbero più svegliati. A trovare una soluzione per salvare i due fu Melira, a cui restava poco da vivere: lei avrebbe usato le sue ultime forze per purificare i loro corpi, mentre Karn avrebbe dovuto sacrificare la sua scintilla per purificare le loro. Il golem accettò e il rituale venne eseguito correttamente. Nissa si svegliò confusa poi venne baciata da Chandra che le promise che sarebbe rimasta con lei.
Perdita della scintilla[]
Nissa fu una dei numerosi planeswalker che persero la scintilla dopo la fine dell'invasione nel multiverso, tra cui anche Teferi e Koth, ma mentre i suoi compagni avevano reagito positivamente lei voleva viaggiare nuovamente tra i piani per poter tornare su Zendikar. Abbandonò la festa della celebrazione della vittoria e decise di andare a scavare una buca per seppelire le parti metalliche rimosse dal suo corpo. Venne raggiunta da Chandra, le due parlarono e l'altra rivelò che aveva intenzione di partire per andare in cerca di Ajani che aveva lasciato Zhalfir senza dire nulla ai suoi compagni. Nissa voleva farle notare che stava infrangendo la promessa che le aveva fatto quando si era svegliata ma prima che potesse dire qualcosa Chandra aggiunse che sarebbe tornata presto. L'elfa non voleva restare ad aspettare, ma avendo perso la scintilla non poteva più fare quel tipo di scelta. Nissa le ricordò che l'aveva baciata e le chiese che tipo di amore provava per lei ma la risposta della piromante non la soddisfò e alla fine le disse di andare a cercare il loro amico.
Il portale[]
Il giorno dopo Nissa si sveglò e cercò conforto nell'anima di Zhalfir per l'assenza di Chandra, ma il mondo rimase in silenzio. Ciò la spinse ad andare a meditare nel luogo dove la ghianda di Wrenn era diventata una giovane pianta. Improvvisamente venne attaccata da una misteriosa creatura e l'affrontò, ma sia la sua spada che la sua magia si rivelarono inutili. L'elfa provò a raggiungere le leyline ma fallì e mentre stava per ricevere il colpo mortale pensò che non voleva morire ma che in parte se lo meritava per i crimini che aveva comesso in nome di phyrexia. Venne salvata dall'arrivo dei suoi amici: Teferi, Karn e Koth. Tuttavia, un lampo bianco esplose dalla pelle della creatura che si rivelò essere un elementale delle tempeste e l'esplosione scaraventò tutti e quattro a terra mentre fuggiva. Esaminando la zona, il gruppo vide un enorme portale e Teferi spiegò che la creatura doveva essere arrivata da lì. Nissa chiese se uno di loro doveva provare ad attraversarlo ma Karn rispose che era troppo rischioso perchè poteva portare su un altro mondo ma anche nella cieca eternità e in quel caso, privi della scintilla, sarebbe stata morte all'istante. Teferi aggiunse che c'era anche la possibilità che il nuovo arrivato fosse un planeswalker, ma con le poche informazioni che avevano attraversare il portale sarebbe semplicemente stato un atto di fede. Koth interruppe le loro analisi ricordando che dovevano dare priorità a trovare la creatura che rappresentava una minaccia per il loro popolo e solo dopo avrebbero valutato se attraversare il portale.
Il ritorno dell'Animista[]
Dal momento che la guaritrice costrinse Nissa a restare a riposo, Teferi, Karn e Koth partirono senza di lei. Tuttavia l'elementale attaccò la città e l'elfa si ritrovò nuovamente ad affrontarlo riuscendo a farlo allontare dagli abitanti che si misero in salvo. Sfinita dalla sforzo, venne salvata dall'arrivo di Chandra, ma l'elfa non gradì il suo aiuto confondendo la piromante con la sua rabbia verso di lei. Nissa disse che le aveva fatto una promessa per poi infrangerla subito dopo e chiese se pensava che fosse felice di vederla viaggiare nel multiverso per poi stare ad aspettare solo il suo ritorno: se le cose tra loro sarebbero state così, non c'era bisogno che tornasse perchè si sarebbe presa cura di se stessa da sola. Chandra rispose che le dispiaceva, che planeswalker o no, restava una combattente incredibile e si scusò per aver ignorato le sue abilità. Le due valutarono come agire e grazie alla parole d'incoraggiamento della piromante, Nissa riuscì a raggiungere l'anima di Zhalfir, usando nuovamente le leyline. Unendo le forze, le due riuscirono a sconfiggere l'elementale.
Attraversare il portale[]
Nel sentire il perdono nell'anima di Zhalfir, Nissa riuscì a perdonare se stessa per le sue azioni da phyrexiana. Dopo la vittoria, Chandra disse che l'amore aveva molte forme, lei aveva amato Gideon anche se lui non l'aveva ricambiata e aveva amato Jaya come una seconda madre; ma l'amore che provava per lei era più difficile da descrivere: quando l'aveva rivista su Nuova Phyrexia aveva capito che voleva salvarla più di quanto volesse salvare il mondo; il suo amore per lei non era perfetto ma voleva fare del suo meglio. Nissa spiegò che l'aveva ferita, che non voleva più essere lasciata da sola e chiese se c'era spazio per lei anche se non poteva più viaggiare tra i mondi. La piromante rispose di si e che avrebbe provato a modellare il suo fuoco per lei e l'elfa l'attirò a sé e la baciò. Il mattino successivo, Nissa e Chandra decisero di attraversare insieme il portale apparso su Zhalfir, ignare su quale mondo le avrebbe portate ma decise ad affrontare i possibili pericoli insieme.
Aetherdrift[]
Due anni dopo l'Invasione, Nissa e Chandra tornarono su Kaladesh così che la piromante potesse partecipare al Grand Prix di Ghirapur e vincere l'Aetherspark per Nissa.
Nei Videogame[]
In Magic Legends[]
Nissa incontra il planeswalker controllato dal giocatore subito dopo il suo arrivo a Tazeem e inizialmente non si fiderà ma assegnerà comunque diverse missioni della storia. Alla fine cambierà opinione e lo ringrazierà per il suo aiuto nel proteggere Zendikar finendo per considerarlo un amico e alleato.
In Magic the Gathering Puzzle Quest[]
Nissa è una dei cinque planeswalker base del gioco.
In ManaStrike[]
Nissa è una dei cinque planeswalker gratuiti del gioco. Usa il mana verde e attacca sia unità di aria che di terra. Può attaccare fino a tre nemici alla volta. Quando scende in campo genera un mana. La sua abilità aumenta l'attacco del controllore e degli alleati vicini.
Referenze[]
- Rappresentato in:
- Nissa del Mondo Risvegliato
- Nissa delle Fronde Ombrose
- Nissa Revane
- Nissa, Animista Ascesa
- Nissa, Animista Rinascente
- Nissa, Artigiana della Natura
- Nissa, Che Scuote il Mondo
- Nissa, Forza Vitale
- Nissa, Guardiana degli Elementi
- Nissa, Maga della Genesi
- Nissa, Saggia Animista
- Nissa, Veggente di Boscovasto
- Nissa, Voce di Zendikar
- Mostrato in:
- Andare Avanti
- Armonizzarsi con l'Etere
- Aprire il Passaggio
- Cammino dell'Animista
- Chandra, Legacy of Fire
- Convocare i Guardiani
- Era della Rovina
- Gatewatch Beacon
- Giuramento di Nissa
- Guidare con l'Esempio
- Immersione nella Leyline
- Imprigionare nella Luna
- Incoraggiamento di Nissa
- Inversione Spettacolare
- Istinti Selvaggi
- Legame Elementale
- Legame Naturale
- Legame Spezzato
- Magnifica Rivendicazione
- Pellegrinaggio di Nissa
- Potenza dell'Animista
- Punizione Spietata
- Rinascita di Zendikar
- Rinnovamento di Nissa
- Risveglio dell'Animista
- Rivelazione di Nissa
- Rivelazione Traumatica
- Rivolta Elementale
- Riunire la Squadra
- Rottura della Scintilla
- Sconfitta di Nissa
- Sotto le Sabbie
- Spada dell'Animista
- Spedizione di Nissa
- Terreno Ondoso
- Trappola Ermetica
- Trionfo di Nissa
- Tutto Diverrà Uno
- Varco nella Meraviglia
- Viaggio Collettivo
- Vincoli della Mortalità
- Verdetto di Nissa
- Zendikon di Nissa
- Carte associate:
- Prescelto di Nissa
- Spinamara, Animus di Nissa
- Testi di colore:
- Abominio di Ulvenwald
- Arconte di Emeria
- Baloth Infuriati
- Cataratte Iridescenti
- Cercare l'Orizzonte
- Distesa Terramorfica
- Domatore del Mondo
- Elementale del Terreno
- Elfo Mistico
- Fracassatore Boschivo
- Incanalatore di Kozilek
- Incarnazione di Zendikar
- Linfa Intralciante
- Massacro di Mal'Occhi
- Muro di Radici
- Naga Crotalo
- Ombra del Sepolcro
- Ondata di Crescita
- Piaga Litomorfica
- Premonizione Silvana
- Prigioniero di Ulvenwald
- Rampicanti Rivendicatori
- Reami Sconfinati
- Rinascita Torbida
- Risveglio di Vitu-Ghazi
- Rivendicatrice Zelante
- Rovosangue
- Ruscello nel Bosco
- Titano Granitico
- Torbido di Zendikar
- Tottero Intrappolante
- Trappola di Liane
Galleria[]
Galleria
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Curiosità[]
- Appare sulla copertina di Duels of the Planeswalkers (2009).
- Nissa nasconde una spada all'interno del suo bastone di legno.
- Molte informazioni del passato di Nissa rivelate nel libro Zendikar: In the Teeth of Akoum sono state modificate in Le origini di Nissa: Casa. Nella continuità della storia è la storia web a mostrare le vere origini di Nissa.
- Sempre nel libro, in passato Nissa era convinta della supremazia degli elfi e credeva che dovessero essere al comando in ogni piano del multiverso, pertanto disprezzava qualsiasi individuo non elfo. Questa informazione venne modificata in Le origini di Nissa: Casa.
- In passato era stato rivelato che Nissa aveva iniziato a studiare in segreto il mana nero dopo la sua prima visita su Lorwyn, anche questa informazione è stata modificata nella storia web della sua origine dove Nissa fu tentata di imparare gli oscuri segreti del piano, ma alla fine rifiutò e tornò su Zendikar.
- Nella vecchia versione del personaggio, Nissa Provava un profondo odio nei confronti dei vampiri e aveva paura dei serpenti.
- Dalle informazioni dei Mirran sul Frangireami all'inizio della storia di Phyrexia: Tutto Diverrà Uno è implicito che Nissa completata abbia velocizzato la crescita dell'Albero phyrexiano facendo in modo che i suoi rami si collegassero prima del previsto alla cieca eternità.
- Nel MOBA SMITE è presente una skin di Nissa per la dea egizia Eset.
- Se mai Nissa dovesse viaggiare su Bloomburrow verrebbe trasformata in una ranide.
Collegamenti esterni[]
- Nissa Revane
- The Art of Nissa
- Hints of Nissa
- No Sparks Allowed – Aftermath Lore ft Rhystic Studies || Elder Dragon Social Club (video)
Espansioni | Blocco di Zendikar (Zendikar • Worldwake • Ascesa degli Eldrazi) • Magic Origins • Blocco di Battaglia per Zendikar (Battaglia per Zendikar • Giuramento dei Guardiani) • Rinascita di Zendikar • L'Avanzata delle Macchine
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Luoghi | Akoum • Bala Ged • Guul Draz • Murasa • Tazeem • Ondu • Sejiri
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Storia | Ascesa degli Eldrazi • Culling • Primo Risveglio
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Nativi | Kiora • Nahiri • Nissa Revane
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Pubblicazioni | A Planeswalker's Guide to Zendikar • Zendikar: In the Teeth of Akoum • The Art of Magic the Gathering: Zendikar • Zendikar: la situazione è cambiata • Le leggende di Rinascita di Zendikar
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Approfondimenti | Altro • Eventi • Gruppi • Luoghi • Personaggi • Razze • Visitatori |
Attuali | Chandra Nalaar • Teferi Akosa • Kaya
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Precedenti | Ajani Criniera d'Oro • Gideon Jura • Jace Beleren • Liliana Vess • Nissa Revane |