Mishra fu un geniale artefice umano di Dominaria, fratello minore di Urza e protagonista assieme a lui dello storico conflitto della Guerra dei Fratelli
Descrizione[]
Il Fratello del Planeswalker[]
Fin dalla sua nascita, Mishra é sempre stato il "secondo", il fratello minore e per questo spesso messo da parte. Per tutta la sua vita, il geniale ma rissoso Mishra ha cercato di uscire dall'ombra di superbia che il fratello Urza gettava su di lui e per questo il suo nome si adornò di traguardi incredibili nel campo dell'artificio, ma anche di indicibili peccati. Dall'Assedio di Kroog, alla devastazione di Terisia, dalla conquista di Sarinth alla devastazione di Argoth, i suoi peccati si accumularono al pari delle sue conquiste e sempre seguendo i passi del fratello.
Morì durante l'Esplosione del Sylex, dopo aver perduto ogni briciolo di umanità ed essere divenuto un phyrexiano.
Storia[]
La Guerra dei Fratelli[]
Atto I: Giovinezza[]
Primi anni[]
Nacque l'ultimo giorno dell'anno 0 in una nobile famiglia di Penregon, capitale di Argivia, uno dei tre regni costieri di Terisiare, mentre suo fratello maggiore Urza, era nato il primo giorno dello stesso anno. La madre morì quando erano ancora bambini, così il padre sposò un'altra donna, membro dell'aristocrazia. La donna trattava i fratelli con l'indifferenza nel migliore dei casi o nel peggiore col disprezzo. Il 10 AR il padre si ammalò e decise di mandarli dalla sua vecchia amica Tocasia perché studiassero con lei gli artefatti e la aiutassero nei suoi scavi archeologici.
L'arrivo al campo[]
I due fratelli viaggiarono assieme a Sirrah Bly e una volta giunti al campo litigarono immediatamente con un altro ragazzo di nome Richlau, venendo prontamente richiamati da Tocasia. L'archeologa spiegò loro quale fosse il suo lavoro, ovvero riportare alla luce e riparare gli artefatti dell'Impero Thran e i due la sorpresero comprendendo immediatamente che le creature che utilizzavano per scavare in verità fossero degli automi semplicemente osservando il loro modo di camminare, nonostante fossero mascherati da veri animali. Ai due fu permesso di restare, sebbene fosse chiaro che nonostante il sangue che li legava, avevano due caratteri troppo diversi.
Ornitotteri e segni nel terreno[]
Dopo il loro arrivo presso il campo, i due fratelli crebbero in sapienza e abilità. All'inizio parevano simili, ma ben presto Tocasia e chiunque altro iniziò a notare le differenze: Urza era molto più interessato agli studi ed era più preciso e solitario, mentre Mishra aiutava volentieri gli scavatori sul campo ed era molto più socievole, ma anche più irascibile. Mishra fece soprattutto amicizia con l'assistente-capo Hajar, che gli insegnò la lingua Fallaji e molte delle loro storie e leggende. Per lo più i due collaboravano, specialmente se sotto il controllo di Tocasia e le loro liti erano gestibili. Durante il loro sesto anno nel campo, gli scavatori rinvennero i resti di una bizzarra macchina volante, che Urza ribattezzò Ornitottero e lui e Mishra collaborarono per ripararlo e costruirne un nuovo modello funzionante. Ci riuscirono e durante il volo di prova di Mishra, il giovane vide dei misteriosi disegni nel terreno, visibili solo in volo.
Sospettavano fossero i resti di architettura e arte Thran e per questo si mossero in direzione del luogo, ma dopo circa quattro anni dall'avvistamento Urza propose un'alternativa: che fossero delle indicazioni; così calcolò un percorso. Il giorno dopo, lui, Mishra e Tocasia salirono a bordo dell'ornitottero e partirono verso il luogo indicato, alla base delle Creste di Kher. Durante il viaggio sorvolarono il deserto di Koilos, che venne rinominato così da Urza e, giunti oramai in prossimità del luogo, vennero attaccati da un roc, che li costrinse ad un atterraggio di fortuna, nei pressi del luogo che Ahmal aveva chiamato il Cuore degli Antichi.
Due pietre del potere[]
Una volta atterrati, i tre iniziarono ad esplorare la grotta e mentre scendevano sempre più in profondità trovarono i resti di decine e decine di Su-Chi perfettamente integri, sebbene spenti. Alla fine giunsero in una grande sala, con al centro una grande Pietra del Potere, circondata da decine di specchi. Prima che Tocasia potesse intimare di andarsene i due fratelli si avvicinarono alla pietra, dalla quale si propagò un'onda d'urto che lanciò i tre contro le pareti. Mishra in quel momento ebbe una visione di una giungla di metallo e di uno spaventoso essere cornuto e al suo risveglio si trovò una pietra di colore verde tra le mani e vide che Urza ne aveva una di colore rosso.
Mentre i due iniziarono a discutere di chi fosse la colpa, i Su-Chi si riattivarono e iniziarono ad inseguirli. Nella fuga Urza li irradiò con la sua pietra, ma anziché spaventarli o altro, sembrava invece renderli più forti. Una volta all'esterno fu il turno di Mishra, la cui pietra sembrò rallentarli e indebolirli, ma in quel momento ricomparve il roc, deciso a mandarli via dal suo territorio. Fortunatamente, Urza usò la sua pietra per riattivare una macchina simile ad un ragno e la lanciò in un attacco suicida contro i Su-Chi e il roc. Fuori pericolo, i due iniziarono a litigare per avere la pietra dell'altro, ma Tocasia li rimproverò e gli disse di riparare l'ornitottero, così che potessero andarsene.
Divisione[]
Tornati al campo la situazione non migliorò. Nei mesi successivi la spaccatura tra i due sembrava sempre più ampia. Urza scherniva il fratello chiamando la sua pietra la Pietra del Vigore e l'altra Pietra della Debilitazione, sottintendendo di possedere la metà migliore e, piano piano, smise di farsi vedere alle cene. Mishra dal canto suo iniziò a divenire sempre più rabbioso e instabile, inizialmente lasciando l'alloggio che condivideva col fratello per stare assieme agli altri scavatori e poi anche lui smise di farsi vedere alle cene in comune. Ogni notte, Mishra era attanagliato da incubi di un mondo di metallo e ogni giorno sentiva sempre di più la sua pietra che desiderava tornare unita.
Infine una notte, Mishra disse ad Hajar, l'unico vero amico che si era fatto in tutti quegli anni, che sarebbe andato a prendersi ciò che riteneva fosse suo e così penetrò nei suoi vecchi alloggi per rubare la Pietra del Vigore, ma venne scoperto da Urza e i due iniziarono a litigare, puntandosi le pietre a vicenda, che iniziarono a rilasciare dei raggi di energia. L'energia scaturita causò un'esplosione che ridusse in frantumi l'edificio e uccise Tocasia, che era giunta nella speranza di fermarli. Con la loro maestra tra le braccia priva di vita, Urza guardò il fratello che tuttavia fuggì verso il Grande Deserto, non volendo affrontare l'accaduto.
Atto II: Il mago dei Suwwardi[]
Schiavo, insegnante e mago[]
Dopo la fuga dal campo, Mishra venne catturato dalla tribù Suwwardi, che lo mise tra gli schiavi sottraendogli ogni avere, inclusa la Pietra della Debilitazione. Dopo qualche tempo passato come schiavo, a scavare e portare materiali pesanti senza mai fiatare e facendo credere che non comprendesse il fallaji, venne trovato da Hajar, che si era unito ai Suwwardi. Il suo vecchio amico fece sì che fosse portato alla presenza del Qadir, che testò le abilità di Mishra e gli offrì un posto come insegnante privato del figlio, così che potesse apprendere le lingue dei regni costieri e la matematica. Dopo un'iniziale difficoltà, dato che il ragazzo non era interessato a nulla, Mishra riuscì a fare breccia nelle difese del principe grazie a miti e leggende della sua patria, divenendo sempre più intimi e lasciandosi scappare la storia della sua Pietra, che sapeva trovarsi nelle mani del padre.
Per tutto quel tempo, i sogni di Mishra continuarono ad essere tormentati dalle visioni del mondo metallico, finché una notte il campo non venne attaccato da un enorme Drago Meccanico emerso dal terreno. Mishra lo riconobbe come una delle bestie che vedeva nei suoi sogni e così chiese ad Hajar di portargli la sua pietra, convinto di poterlo soggiogare. L'ex scavatore ci riuscì e con la Pietra della Debilitazione nuovamente tra le mani, Mishra ammansì il drago sotto gli occhi di tutti i Suwwardi. Nella confusione il Qadir era morto e così il figlio, il nuovo Qadir, nominò Mishra Rakiq, ovverò il suo personale mago.
Ashnod[]
Con il drago meccanico sotto il suo controllo, il nuovo Qadir dei Suwward diede inizio a una campagna di conquista per unificare tutte le tribù Fallaji sotto un'unica bandiere. L'avanzata sembrava inarrestabile, finché non giunsero alle porte di Zegon, dove il Mak Fawa sembrava restio ad avvicinarsi. Qualche sera dopo il loro arrivo, Mishra ricevette la visita della portavoce della città, una donna non Fallaji dai capelli rossi che si presentò con il nome di Ashnod. La donna parlò a Mishra della proposta di resa pacifica della città e di tributo nei confronti del Qadir e gli fece comprendere di essere lei la causa del bizzarro comportamento del drago. Gli mostrò la sua invenzione, un bastone con un teschio sulla punta in grado di emettere delle scariche di energia che colpivano i nervi del bersaglio, dicendo di aver fornito le guardie di armi simili.
Mishra rimase affascinato dal talento della donna e accettò di parlare al Qadir e di fargli accettare la proposta, prendendo poi la donna come assistente e allieva, con la scusa di tenerla come ostaggio.
Il vertice di pace[]
Dopo una serie di conquiste, i Fallaji vennero invitati ad un vertice di pace richiesto dal Signore della Guerra di Yotia e dai regni di Argivia e Korlis nella speranza di fermare la loro avanzata. Mishra e Ashnod andarono dunque a Korlinda, il luogo del vertice, assieme al resto dell'esercito, giungendo con due giorni di ritardo e mostrando il loro Drago Meccanico come dimostrazione di forza. Con sorpresa di Mishra, al fianco dei leader vi era Urza assieme ad un grosso automa e, dopo che furono accolti dai sovrani degli altri paesi, il fratello si avvicinò per salutarlo. Mishra lo trattò con freddezza, ma quando capì che Urza sembrava star cercando di riavvicinarsi goffamente, si addolcì e i due si congratularono delle rispettive posizioni, lui come mago dei Fallaji e Urza come sposo della prinicpessa, promettendosi di parlare a vertice concluso e magari di sbirciare le armi altrui.
Il vertice inizialmente sembrava andare bene, ma dopo che Mishra espresse la volontà del Qadir di voler riunire le terre della sua gente sotto il suo dominio, il signore di Yotia sembrò decisamente contrariato, specialmente quando la discussione cadde sulla questione delle Marche della Spada, un tempo territorio Suwwardi. Alla fine il signore ordinò ai suoi ornitotteri di bombardare i Fallaji, ma Mishra sospettava un tradimento da parte loro, specialmente dopo aver visto Urza, ed era preparato. Nella confusione chiamò il Mak Fawa e protesse l'esercito, mentre il Qadir eliminava il signore di Yotia. Infine fuggirono, con Mishra che guardò torvo il fratello che tuttavia sembrava quello più confuso di tutti.
Phyrexia[]
Dopo il fallimento del vertice e aver visto i progressi fatti dagli ornitotteri del fratello, Mishra decise che anche lui doveva rinnovarsi. Così lui e Ashnod salirono a bordo del drago meccanico e si fecero portare sino alle Grotte di Koilos. Nelle profondità del tempio, Mishra fece compiere alla sua allieva delle azioni all'apparenza prive di senso, che alla fine aprirono un portale planare al centro della stanza che una volta attraversato li condusse nella giungla di metallo dei suoi sogni, un luogo che Mishra sentiva si chiamasse Phyrexia. Mishra condusse la donna sino a un lago nero dove tre draghi meccanici stavano nuotando assieme ad un piccolo. Si avvicinò per domarli come aveva fatto con il primo. Dopo un iniziale dubbio i draghi sembrarono avvicinarsi, finché non sentirono un rumore in avvicinamento.
Videro un'enorme macchina simile ad una falciatrice, che stava tranciando la vegetazione sul suo cammino, guidata dal misterioso essere che infestava i suoi incubi. I draghi si immersero e Mishra e Ashnod fuggirono, attraversando il portale e chiudendoselo dietro. Una volta fuori, Mishra alzò le mani al cielo e i tre draghi adulti emersero dalla sabbia, i suoi nuovi servitori contro le forze del fratello.
Vendetta[]
Mishra richiese un secondo vertice di pace con Yotia, questa volta però si sarebbe dovuto svolgere a Kroog. Non aveva alcuna intenzione di negoziare la pace in realtà, ma desiderava solo colpire suo fratello. Una volta giunto alla capitale, Mishra dimostrò modi raffinati e una parlantina svelta e affascinante, che stupì la regina Kayla bin-Kroog, moglie di Urza e anche molti altri membri della corte. Nei giorni successivi Mishra e il suo entourage visitarono il palazzo e il laboratorio di Urza, che osservò con dettagliato interesse, nonché parteciparono a vari incontri per stipulare un accordo tra le loro nazioni. Mishra in particolare affermò che i Fallaji avrebbero rinunciato alle loro pretese sulle Marche della Spada in cambio della Pietra del Vigore.
Una sera, dopo una festa tra i Fallaji e gli Yotiani, Mishra incontrò la regina nelle sue stanze, dove la donna gli consegnò la pietra del marito e il proprio corpo, nella speranza di concludere quella guerra. Urza tuttavia arrivò furioso e si riprese la pietra, puntandola contro Mishra che rispose con la sua e, come l'ultima volta, ci fu una piccola esplosione che gli permise di fuggire e lasciare Kroog.
Sicuro che il fratello l'avrebbe inseguito, Mishra preparò un diversivo mandandolo il più lontano possibile dalla capitale di Yotia, mentre lui preparava un attacco con il quale i suoi draghi meccanici avrebbero raso al suolo la capitale. Oltre a vendicarsi per il fallimento del vertice precedente, Mishra era anche intenzionato a prendersi i progetti e i disegni di Urza, ma quando la capitale venne devastata circa cinque mesi dopo la sua fuga, non trovò nulla. In compenso si ricongiunse con Ashnod, che era stata tenuta prigioniera degli Yotiani e in seguito alla morte del Qadir divenne lui il nuovo sovrano dell'Impero Fallaji.
Atto III: L'Eminente[]
Il regno dell'Artefice[]
Dopo essere divenuto il nuovo Qadir, Mishra ordinò la costruzione di un laboratorio sul versante nord-occidentale delle Creste di Kher, che devenne la sua base operativa e virtualmente la nuova capitale dell'Impero Fallaji. Da lì Mishra amministrava i progressi dell'impero, sopprimeva le rivolte, costruiva nuove armi e soprattutto leggeva testi provenienti da ogni angolo del suo regno in cerca sia di ispirazione che dei progetti del fratello.
Col tempo il suo atteggiamento e comportamento divenne sempre più simile a quello del Qadir, crudele e senza alcun fascino nell'atteggiamento e soprattutto divenne sempre più paranoico nei confronti di Urza, che se ne rimaneva nascosto da qualche parte sul versante opposto delle Creste di Kher. Tra le sue preoccupazioni principali vi era la vulnerabilità dei suoi draghi meccanici, uno era rimasto ferito durante l'assedio di Kroog a causa di uno dei costrutti di Urza e pian piano iniziò a smettere di funzionare correttamente. Temendo che anche gli altri potessero subire un destino simile, Mishra ne progettò di nuovi, ma erano solo pallide imitazioni degli originali. Terrorizzato all'idea che il fratello potesse superarlo e schiacciarlo, accettò la richiesta di Ashnod di un nuovo laboratorio per condurre i suoi esperimenti e creare nuove armi per lui, essendo lei una dei pochi di cui si fidava assieme ad Hajar.
Lo stallo di Mishra[]
Mishra approvò il progetto Trasmutatori di Ashnod, accogliendo anche la sua richiesta di guidare l'assalto di prova, ma quando le loro forze furono respinte dalle nuove invenzioni di Urza, la spedì sul fronte di Sarinth per allontanarla dagli altri generali che non la vedevano di buon occhio. Quando anche su quel lato la situazione si fece ristagnante, Mishra decise di spostarsi e intervenire direttamente per sedare la rivolta. Dopo la notizia della fuga di Tawnos e le accuse rivolte ad Ashnod, Mishra fu costretto ad esiliarla per il suo tradimento.
Qualche anno dopo venne convinto dalla Fratellanza di Gix, che si era guadagnata un posto sempre più prominente alla sua corte. Volse lo sguardo su Terisia, dove i gixiani si erano infiltrati nel Terzo Cammino. Curioso della conoscenza che avevano accumulato, Mishra attaccò la città dalle Torri d'Avorio, ma nell'atto perse molti automi e soprattutto un drago meccanico, cosa che lo mandò su tutte le furie. Come se non bastasse, non comprendeva questa "magia" che stavano elaborando i membri del Terzo Cammino, non credendo possibile che bastasse immaginare e desiderare qualcosa perché avvenisse. Furioso chiamò i membri della Fratellanza, che in quegli anni avevano studiato le ricerche di Ashnod e gli proposero un'altra via per ottenere il potere. La via della macchina.
Parte IV: Perduto[]
Gli ultimi pezzi[]
Negli anni che seguirono la caduta di Terisia, Mishra si sottopose a diverse operazioni da parte dei gixiani per migliorare il suo corpo, sostituendo le parti vecchie e malandate con nuovo materiale metallico. Venne a sapere che Urza aveva fatto trasferire alcuni uomini su di un'isola ancora colma di risorse sul versante sud orientale di Terisiare e decise che anche lui doveva muoversi per non perdere terreno durante la guerra.
Mentre si trovava a Zegon per imbarcarsi, Ashnod rientrò dal suo esilio, affermando di portare un dono proveniente dalle ricerche di Terisia. Mishra non le diede il tempo di mostrarglielo, affermando di non avere interesse per le "superstizioni e trucchetti di magia", ma le permise di riprendere la sua vecchia posizione e di andare assieme a lui ad Argoth.
Giunto sulla costa occidentale dell'isola, Mishra iniziò immediatamente a trivellare la terra per i minerali e ad abbattere gli alberi per il legname, incontrando la resistenza dei nativi che nulla potevano contro le sue macchine e qualche scontro occasionale con le forze di Urza. Negli anni che seguirono, i due eserciti ridussero Argoth a una landa desolata e infine giunsero all'ultima battaglia.
L'ultimo confronto[]
Era l'ultimo giorno dell'anno 63 AR, l'unico giorno in cui i due fratelli avevano la stessa età, che avvenne la battaglia finale. Mentre l'inferno si scatenava sul campo di battaglia, Mishra scivolò dietro le linee nemiche per incontrare il fratello. Lo trovò vecchio, stanco e debole, che stringeva la sua Pietra del Vigore tra le mani temendo che il fratellino gliela portasse via, mentre lui era al massimo della sua forza e per questo non venne respinto dall'energia delle due pietre. Mishra schernì Urza, dicendogli che se voleva la sua pietra poteva averla, ma invece lo ferì con la sua lama e rise dell'uomo che era diventato, dicendo che l'avrebbe ucciso e preso tutte le sue patetiche invenzioni e le persone a lui care e le avrebbe fatte a sua immagine. Urza si infuriò e lo colpì con un energia che la sua pietra non respinse, poiché non proveniva dalla Pietra del Vigore, ma da dentro di lui, ferendolo e bruciandogli la pelle, rivelando che oramai non era rimasto nulla di umano.
Mishra fuggì e chiamò a sé il primo drago meccanico che aveva ottenuto e si fuse alla sua testa, per poi tornare verso Urza. Il fratello tuttavia lo colpì nuovamente con quella misteriosa energia e Mishra venne sotterrato da una valanga di detriti. Quando si liberò vide Urza seduto con una strana ciotola tra le gambe che emanava un'enorme energia. Misha lo caricò, ma Urza rilasciò il potere della ciotola che investì i due fratelli, vaporizzandoli assieme all'intera isola di Argoth.
Era l'ultimo giorno dell'anno 63 AR e la guerra dei fratelli, iniziata quella lontana notte di quarantetre anni prima al campo di Tocasia, era finalmente conclusa. Poco prima di morire, Mishra sembrò sorridere, o forse era la sua mandibola metallica che perdeva ogni funzione a farlo sembrare sorridente.
L'eredità di Mishra[]
Sebbene Mishra sia passato alla storia come uno dei più grandi mali, una sorte parzialmente condivisa con il fratello che condivideva molti dei suoi peccati di gioventù, i suoi risultati nella ricerca nel campo degli artefatti non venero cancellati dalla storia e molti artefici moderni si ispirano ai suoi lavori per proseguire i loro studi.
La setta conosciuta come Società di Mishra crede che non fosse lui dalla parte del torto, ma Urza, che credono negò la sua vera natura. Questi cultisti credono che attraverso modifiche meccaniche e genetiche sia possibile migliorare la specie e, come Mishra, in molti hanno modificato ampiamente il loro corpo.
Il simulacro[]
60 anni dopo la Riparazione, quando Jodah aprì il Globo del Manto Stellato, un artefatto creato da Urza, scoprì che conteneva una dimensione tascabile. Subito dopo il suo arrivo, il simulacro di Xantcha andò incontro all'arcimago spiegando la sua natura di costrutto. Ai due si unì anche il simulacro di Mishra che disse che lui non corrispondeva alla descrizione di Teferi ed estrasse l'arma per attaccarlo. La sua compagna lo fermò e chiese chi fosse e di dichiarare il suo scopo. Jodah si presentò e disse di essere amico del planeswalker e discendente di Urza, poi chiese se il loro padrone avesse lasciato un messaggio e promise di consegnarlo a Teferi. Le sue parole soddisfarono i due costrutti e Mishra rivelò le parole finali di Urza: "mettiamo fine ai nostri conflitti. Non possiamo permetterci di differire ulteriormente."
Referenze[]
- Rappresentato in:
- Mishra
- Mishra l'Eminente
- Mishra, Artefice Prodigio
- Mishra, Domatore di Mak Fawa
- Mishra, Prodigio dello Scavo
- Mishra, Rivendicato da Gix
- Mishra, Sottratto da Phyrexia (Mishra, Rivendicato da Gix)
- Mishra, Sottratto da Phyrexia (Drago Meccanico di Phyrexia)
- Mostrato in:
- Benvenuto di Tocasia
- Colpevolezza di Urza
- Comando di Mishra
- Comprensione Raccapricciante
- Corrompere
- Dilemma Doloroso
- Dividere la Pietra del Potere
- Dominio della Pietra della Debilitazione
- Dominio di Mishra
- Fine del Rapporto Fraterno
- La Guerra dei Fratelli
- Lezione Severa
- Prendere il Volo
- Ricongiungimento Rancoroso
- Rimorso Opprimente
- Rivalità Fraterna
- Rivalsa
- Sala di Tagsin
- Scontro Epico
- Sogni di Olio e Acciaio
- Su-Chi Guardiano della Caverna
- Tutore Personale
- Visioni di Phyrexia
- Vite Parallele
- Carte associate:
- Ankh di Mishra
- Assalto di Mishra
- Autoreplicante di Mishra
- Bellico di Mishra
- Bolla di Mishra
- Fabbrica di Mishra
- Fonderia di Mishra
- Juggernaut di Mishra
- Macchina da Guerra di Mishra
- Mishra's Workshop
- Spaccaterre di Mishra
- Spirale di Mishra
- Tavolo di Ricerca di Mishra
- Testi di colore:
- Addetto-al-Montaggio
- Allevatore Elfico
- Ariete da Assedio
- Armatura da Battaglia di Ashnod
- Artifact Blast
- Ashnod
- Automa da Incursione
- Blackblade Riforgiata
- Catapulta a Mitraglia
- Dono di Gea
- Drago Meccanico
- Erudito del Terzo Cammino
- Fabbrica di Urza
- Fanteria Coscritta
- Innovatore della Fonderia
- Intervento di Ashnod
- La Caduta di Kroog
- La Griglia
- Mightstone
- Mirare alla Gola
- Loran, Discepola della Storia
- Miniera a Cielo Aperto
- Ornitottero
- Pietra della Mente
- Raggio Disgregante
- Ranger Cima-d'-Albero
- Repulsione di Urza
- Rivestimento di Liquimetallo
- Scavo di Tocasia
- Sopravvissuta di Korlis
- Staff of Zegon
- Titano Frantumatore
- Tottero Ricostruito
- Traxodemone
- Weakstone
Galleria[]
Galleria
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Pubblicazioni[]
Anno | Titolo | Ruolo | Canon |
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1994 | A History of Brothers' War | Nominato |
Curiosità[]
- Avendo sedotto Kayla, la moglie di Urza, perché nella sua gelosia voleva possedere tutto ciò che apparteneva al fratello, molti fan pensano che Harbin fosse suo figlio.
- Per tormentare Urza, Yawgmoth gli mostrò il corpo martoriato di Mishra, che era stato torturato fisicamente e mentalmente. Molti fan sono rimasti perplessi da ciò, ma la WotC ha confermato che era solo un'illusione di Yawgmoth.
- In Caos Dimensionale, in un multiverso alternativo, Mishra non venne corrotto da Gix e fu un suo falso simulacro a morire nella guerra dei fratelli, mentre il vero Mishra fu salvato da Urza.
- In Magic The Gathering Battlegrouds, Mishra è il boss finale del gioco e padroneggia tutti i colori di mana.
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Storia | Guerra degli Antichi Draghi • Guerra dei Fratelli • Era Glaciale • Disgelo • Invasione di Phyrexia • Riparazione • Seconda Invasione di Phyrexia
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Nativi | Vedi Dominaria/Planeswalker
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