Kessla

Kessla
Dettagli
Originario di	Mirrodin - Groviglio, Tempio della Potenza
Razza	Umano - Sylvok
Titoli
Titoli	del Tempio della Potenza Sciamana Sylvok
Stato	Deceduta

Kessla era una sciamana sylvok di Mirrodin, originaria del Tempio della Potenza nel Groviglio.

Kessla del Tempio della Potenza

Parole preoccupanti

Kessla attendeva alle porte sbarrate del Tempio della Potenza di ritorno dal compito assegnatole da Benzir: riparare un santuario distrutto dagli elfi nei pressi del Rey-Goor, quando si appisolò per la stanchezza per poi venire svegliata di soprassalto da un altro sylvok, che si presentò col nome di Camik. Poco dopo, Benzir spalancò le porte del tempio e, furioso, ordinò a Camik di andarsene, mentre lui farfugliava di strane creature a Oxidda e delle perdite dei Vulshok, ma l'arcidruido ribadì che erano solo mutazioni causate dal Sole Verde e lo cacciò, ma le parole del giovane si erano insidiate nella mente di Kessla.

Il mattino dopo, Kessla vide nuovamente Camik accerchiato da una folla, mentre raccontava di essere stato nel Mare di Mercurio e a Lumengrid e di aver visto che anche lì si stavano verificando degli avvistamenti di creature sconosciute, forse causate dall'espandersi del Mephidross, ma mentre parlava fu catturato dalle guardie di Benzir e imprigionato. Quella sera Kessla andò nelle prigioni per fargli delle domande su quello che aveva visto, ma lo trovò morto nella sua cella, con evidenti segni di pestaggio. Questa visione le fece iniziare a dubitare della leadership di Benzir, che negli ultimi tempi sembrava essere sempre più duro e severo, se non addirittura spaventoso.

Primo contatto

Due giorni dopo, Kessla stava attraversando il Groviglio quando fu travolta da un senso di pericolo. Si guardò attorno e si nascose dietro uno degli alberi di rame, ma non comprendendo da dove provenisse decise di scalare l'albero per avere una visuale più ampia, anche se conosceva i pericoli dato che la cima degli alberi era il territorio dei viridiani. Non era abituata a scalare e stava per cadere, ma un elfo l'afferrò e la mise su di una pedana scavata nell'albero. Kessla stava per scusarsi per aver invaso il suo territorio, ma l'elfo le disse che non aveva senso parlare di cose come quella in quel momento e le indicò qualcosa a terra, dicendole di fare silenzio. Era una creatura strana, alta il doppio di un uomo e che barcollava su due gambe, sebbene fosse palesemente quadrupede, con dell'icore nero che colava dalle piaghe nel suo corpo e talmente curvo da trascinare la testa sul terreno, lasciando dietro di sé strisce della sua carne come se fosse stata scorticata.

Attesero che l'essere svanisse e Kessla lasciò indietro l'elfo correndo sino a casa, dove Kio-Father le chiese cosa fosse accaduto. Kessla gli raccontò tutto e lui le credette, dato che strane voci circolavano da qualche tempo nel Groviglio, ma le consigliò di non dire nulla e di dormire. Quella sera stessa, Benzir e i suoi uomini li tirarono fuori dalle loro case e li misero tutti in riga, scortati da delle misteriose figure solo vagamente umane con artigli al posto delle mani. Non aveva idea di cosa stesse accadendo, ma all'improvviso una pioggia di frecce cadde su Benzir e il suo contingente, che iniziarono a uccidere tutti i sylvok sulla linea, ma lei fu portata via dallo stesso elfo della mattina.

Nella resistenza

L'elfo, che si presentò con il nome di Nee, la portò all'interno di uno dei loro rifugi, ampi tunnel nascosti all'interno del tronco cavo degli alberi del groviglio, dove vide altri sopravvissuti, ma non vi erano solo elfi e sylvok, ma anche vulshok e Auriok fuggiti dalle loro case per colpa di questi nuovi invasori. Kessla chiese se fosse opera dei Moriok, ma lui rispose che stando ai vulshok questi mostri provenivano dalle profondità della terra e allora lei chiese se poteva dare una mano per lottare, dato ce possedeva l'abilità di plasmare il metallo e lui rispose di sì.

Per qualche tempo Kessla plasmò punte di freccia e altre armi per la loro piccola resistenza, il cui obiettivo era il Cambree Garden, una vecchia fortezza elfica ora quartier generale del nemico. Una sera si trovava assieme a Nee di pattuglia, quando videro alcune delle creature mostruose che avrebbero dovuto abbattere e tra di loro riconobbe anche Kio, oramai mutilato e reso poco più dell'ombra di ciò che era. Dopo questa visione, Kessla era ben più che pronta a sferrare l'attacco al Cambree Garden e così, con una sorta di bomba creata dai vulshock, si incamminò.

Nel giardino

Penetrò facilmente nella fortezza e raggiunse il suo obiettivo, una sorta di altare centrale modificato in una vasca di coltura, dove iniziò a plasmare il metallo per inserirvi la bomba. Mentre operava comparve un'elfa modificata, bellissima ma spaventosa, che la notò e le chiese cosa ci facesse lì, chiamandola "figlia di Benzir", ma Kessla non rispose e quando l'elfa l'attacco, lei rotolò via nascondendosi dietro a delle cisterne, tenendo la bomba ben nascosta sotto i vestiti. L'elfa continuò a parlare, ma la sua voce sembrava distante e Kessla proseguì il suo lavoro, fondendo la bomba in quel punto e iniziò a correre verso l'uscita, ma fu catturata e riportata dall'elfa, che ordinò ai suoi servi di strapparle le braccia e di consegnarla a Benzir.

Lo fecero, ma il dolore per Kessla durò un solo istante, visto che poco dopo poté sentire la bomba detonare e distruggere i dintorni.

Referenze

Mostrato in:

• Bastone Vitale dei Sylvok

Testi di colore:

• Errante Pacifico