Kaya Cassir è un'assassina umana planeswalker che usa il mana bianco e nero, originaria di Tolvada.
Descrizione[]
Assassina di Fantasmi[]
Spavalda duellante sicura di sé, Kaya è in grado di rendersi parzialmente incorporea, il che le consente di passare attraverso gli ostacoli solidi e interagire con gli spettri e il mondo degli spiriti. È fermamente convinta che la vita sia dominio esclusivo dei vivi, che devono cercare di sfruttarla al meglio e perseguire i propri obiettivi finché ne hanno il tempo, trovando la pace interiore prima della morte. Chi muore lasciando le sue faccende in sospeso, molto probabilmente è causa del suo male, e se non lo è, lei potrebbe dare una mano: in fondo tutto ha un prezzo. Manipolata da Nicol Bolas, uccise gli Obzedat diventando la nuova capogilda degli Orzhov. Dopo la fine della Guerra della Scintilla entrò a far parte dei Guardiani. Successivamente trasferì i contratti dei debiti della gilda a Tomik Vrona rendendolo il capogilda reggente durante la sua assenza dal piano. Mesi dopo la vittoria contro Bolas, contribuì a fermare la Collisione dei Reami causata da Tibalt su Kaldheim e successivamente fermò la Notte Eterna assieme agli altri Guardiani e Arlinn Kord su Innistrad. A seguito della Seconda Invasione di Phyrexia su Dominaria, Kaya collaborò con Teferi e Saheeli per utilizzare l'Ancora Temporale e successivamente si unì alla squadra di planeswalker pronti a sferrare un attacco su Nuova Phyrexia. Sfortunatamente la missione fallì, in parte a causa dei dubbi dell'assassina di fantasmi e di Kaito Shizuki, e come conseguenza l'invasione dei phyrexiani di Elesh Norn nel multiverso ebbe inizio. Successivamente contribuì a difendere Kamigawa e Theros dagli invasori.
Un anno dopo la fine dell'invasione, Kaya tornò su Ravnica dove si alleò con l'Agenzia Investigativa Magicologica di Ravnica e contribuì a risolvere il mistero degli omicidi al Maniero Karlov.
Storia[]
Primi anni[]
Kaya è nata su Tolvada in un villaggio con meno di cento abitanti. Discende da una famiglia nobile, ma lei e i suoi parenti non hanno mai tenuto delle cerimonie. Le sue relazioni familiari sono complicate.
Il cielo del suo mondo d'origine è coperto da fratture scintillanti, come un arcobaleno a zigzag, e il mondo diventa un po' più folle ogni anno che passa, facendo impazzire sempre più abitanti.
Dopo essere diventata una planeswalker, Kaya si mise alla ricerca di un modo per salvare il suo mondo.
Conspiracy: Take the Crown[]
Seduta al Nido di vespe, Kaya teneva lo sguardo sulla sua tazza di tè, ma in realtà osservava la porta con la coda dell'occhio per individuare l'uomo che stava aspettando: un rispettabile nobile. Kaya aveva lanciato al barista una moneta per pagare la bevanda che non avrebbe bevuto e un'altra per non essere disturbata. Il suo potenziale datore di lavoro era in ritardo di qualche minuto, ma lei rimase al suo tavolo ad aspettare. Mentre valutava se spendere un'altra moneta per acquistare il silenzio del suonatore del locale, il suo contatto arrivò. Il soldato si avvicinò e le chiese se fosse la cacciatrice, Kaya rispose che lui non era il suo cliente e l'altro disse che il suo padrone era pronto ad incontrarla, ma al piano di sopra. Kaya pensò che ovviamente il nobile non si sarebbe mai fatto vedere in un posto come quello e che probabilmente era entrato dall'ingresso posteriore. Sorrise e disse di farle strada. Salirono le scale, Kaya entrò in una stanza dove vi era uno scrittoio al posto del letto e suduto dietro ad esso si trovava il suo cliente: Emilio Revari, terzo discendente di una nobile casata di media influenza. Lui le disse di sedersi e le chiese il suo nome, Kaya si presentò ma non aggiunse nessun titolo: anche lei era di origini nobili, nonostante non avesse mai avuto un buon rapporto con la sua famiglia. Fin da quando aveva lasciato il suo piano di origine, non aveva avuto motivo di rendere nota la sua stirpe; lei ne era a conoscenza ed era tutto ciò che contava. Prima che Revari parlasse, Kaya chiese in base a cosa ritenesse che lei potesse essere di aiuto. Alcuni potenziali datori di lavoro avevano frainteso la sua attività cercando di assoldarla per furti, spionaggio o semplici assassini; non si era mai posta alcuno scrupolo ad andarsene o nel saltare direttamente alla parte della conversazione in cui avrebbe deciso se svolgere il compito richiesto. Revari rispose che dopo la morte di sua madre aveva ereditato i suoi possedimenti: un maniero. Spiegò che aveva pazientato per l'appropriato periodo del lutto e poi aveva inviato i suoi lavoratori per ristrutturare la dimora per poi stabilirsi lì. Kaya disse che aveva sentito che i suoi lavori di ristrutturazione stavano durando più del previsto e il nobile disse che all'inizio si trattava di piccole cose: attrezzi che sparivano e riparazioni che venivano disfatte, ma poi la situazione era peggiorata e non c'erano stati più dubbi che la casa fosse infestata; concluse che voleva che il fantasma se ne andasse dalla sua dimora e gli avevano detto che lei si occupava di queste cose. Kaya confermò e aggiunse che non era una semplice sterminatrice, i fantasmi non erano esseri infestanti. Era necessario che conoscesse i retroscena del caso, in modo da prevedere le azioni dello spirito. Lui rispose che credeva che il fantasma fosse di sua madre, Kaya chiese spiegazioni e l'altro spiegò che era rimasta avvinghiata a quella casa per decenni, avrebbe potuto lasciargliela in qualsiasi momento e lui si sarebbe assicurato che qualcuno si prendesse cura di lei, ma sua madre non voleva lasciarla e lui aveva atteso pazientemente. Ora che era morta e il periodo del lutto era terminato voleva entrare nella sua dimora. Kaya disse che accettava il lavoro e chiese se gli avesse portato la planimetria dell'edificio. Revari annuì, ma prima di consegnargliela chiese incuriosito a cosa le servisse. Ridendo Kaya disse che se non si fidava, lei poteva trovare un altro cliente mentre lui qualcun altro con le sue capacità di cacciatrice di fantasmi. L'altro replicò che non sarebbe stato necessario e le consegnò sia il documento originale che quello con le modifiche. Kaya chiese se lo spirito sembrasse favorire una parte specifica della casa e Revari rispose che era stata avvistata in gran parte del maniero però aveva sentito voci riguardanti l'ala est del secondo piano. Immaginava potesse trattarsi del luogo dove era morta. Lei chiese se avesse visto personalmente il fantasma, ma lui negò, quando aveva avuto la certezza che la casa fosse infestata non vi aveva più messo piede dal momento che lo spirito di sua madre doveva considerarlo un intruso e quindi non avrebbe avuto buone intenzioni nei suoi confronti. Kaya disse che se ne sarebbe occupata domani notte e poi chiese del metodo di pagamento che gli aveva accennato nella sua lettera: metà in anticipo e il resto alla fine del lavoro. Con un'evidente repulsione Revari afferrò una sacca da sotto lo scrittoio e disse che quella cifra non era un furto, ma un'estorsione. Kaya prese il denaro e con un ampio sorriso disse al nobile che si diceva "esorcismo", si alzò e si inchinò al nobile con un movimento esagerato, poi andò via.
La sera successiva, dopo che ebbe studiato le due planimetrie, Kaya si preparò, infilò i suoi due stiletti nei foderi degli avambracci, prese della cera, uscì dalla sua stanza e scese le scale. Venne chiamata dalla locandiera che le consegnò una lettera per lei, la giovane inarcò un sopracciglio, l'elenco delle persone che sapevano come contattarla era breve. Aprì la busta e vide che non si trattava esattamente di una lettera, non vi era infatti scritta nessuna parola, ma solo un simbolo: una rosa nera. Il cuore di Kaya si mise a battere più forte mentre pensava che finalmente era giunto il momento per il grande lavoro, quello per cui si stava preparando da un anno; sapeva da chi sarebbe giunta la sua successiva grande ricompensa a patto che fosse riuscita nel suo compito. Ringraziò la barista con una moneta di rame e uscì per occuparsi della madre di Revari. Kaya arrivò al maniero nel momento in cui il crepuscolo lasciava il posto alla piena oscurità, entrò e si mise la cera nelle orecchie. La giovane diede un colpo in aria con una mano e tre fuochi fatui si accesero nelle sue dita, in realtà erano solo delle luci, ma si aggiravano intorno a lei come se avessero una volontà propria. Kaya entrò nella sala di accoglienza degli ospiti, i suoi passi smorzati riecheggiavano in quell'immobilità, con cautela si incamminò nell'edificio, qualsiasi cosa il fantasma stesse proteggendo nell'ala est, il modo migliore per scoprirlo era minacciare quell'area direttamente. Dopo un po', Kaya disse al fantasma che sapeva che si trovava lì. Un vento gelido investì il corridoio, accompagnato da un lamento che sembrò provenire contemporaneamente da più direzioni. La giovane la prese in giro e una figura spettrale apparve quasi in fondo al corridoio, urlò contro di lei con un grido penetrante che la investì come se fosse un attacco fisico, le porte sbatacchiarono e, da qualche parte, un vetro andò in frantumi. Kaya sussultò ma non subì danni grazie alla cera che aveva messo nelle orecchie, afferrò i suoi stiletti e li spinse oltre il livello fisico, nel reame dei defunti; iniziarono a brillare di un colore bianco-violaceo e divennero gelidi nelle sue mani. Il fantasma urlò di nuovo e la caricò. Kaya attese finché lo spirito non fosse quasi a contatto, poi scattò verso destra e cominciò: la sua luce spettrale e i brividi della morte si diffusero in tutto il suo corpo, passò nel reame dei defunti e attraversò la parete. La giovane si ritrovò nel passaggio dei servitori e ritornò nel mondo dei vivi, poi si immerse di nuovo attraverso la parete e tornò nella sala principale dove il fantasma confuso era volato oltre la sua posizione. Kaya illuminò uno dei suoi stiletti e le bloccò lo scialle a una parete, l'altra cercò di colpirla e con sua grande sorpresa, la giovane bloccò l'attacco con l'altro stiletto trafiggendo il palmo dello spirito. Quella era la parte divertente: osservare un fantasma immortale e senza sostanza comprendere che si era messo contro qualcuno in grado di contrattaccare. La figura spettrale si divincolò da lei, ululando e ringhiando. Strappò lo scialle per liberarsi; scie di fumo scintillanti colavano dalla sua mano, poi svanì, salendo attraverso il soffitto del corridoio. Kaya era in grado di compiere molte azioni dei fantasmi, ma non quella. Si voltò e corse verso la porta da cui il fantasma era apparso inizialmente. La figura spettrale emerse dal pavimento di fronte alla giovane e dopo diversi scontri, con un solo stiletto rimastole, Kaya raggiunse la stanza di fronte alla quale era apparso il fantasma. Entrò e vide che si trattava di una specie di sala da tè, ma completamente sfasciata: mobili in frantumi ovunque, vetri rotti e frammenti di porcellana sul pavimento e in un angolo una pila di detriti. Kaya si mise in posizione di combattimento pronta a colpire, con la sua arma dal bagliore spettrale. Cosciente di poter essere ferita, lo spirito cambiò direzione e si preparò ad attaccarla. Kaya le chiese di aspettare, ma l'altra urlò e si lanciò contro la giovane. La planeswalker sollevò una mano e disse che la capiva. Lo spirito si fermò. Tenendo lo sguardo sulla donna spettrale, Kaya spostò di lato i detriti, infilò lo stiletto tra due assi lacerate del pavimento, fece leva e le sollevò: in quello spazio trovò il cadavere della donna anziana. A quelle vista, il fantasma ululò, ma per dolore e non per rabbia. Kaya diede un'occhiata agli oggetti ridotti a brandelli che lo spirito aveva messo da parte e comprese.
Il giorno dopo Kaya attese nell'ingresso perfettamente illuminato della dimora modesta, ma non infestata di Revari. Era quasi mezzanotte, ma le era stato permesso di entrare e, nonostante l'ora tarda, il nobile venne a riceverla di persona e con gli occhi che brillavano di avarizia. Le chiese se avesse terminato il suo lavoro e lei replicò che dopo quella notte sua madre avrebbe potuto riposare in pace. Revari disse che voleva vedere la casa e di accompagnarlo, Kaya acconsentì, ma chiese di portare con lui il resto della sua ricompensa dal momento che non voleva tornare lì. Viaggiarono in carrozza e il nobile le chiese se rimanevano dei resti quando uccideva gli spiriti e la giovane rispose che ogni fantasma era diverso, ma che nel suo caso si. Lui disse di volerli vedere e chiese se doveva seppellirla. Lei rispose che dipendeva dal nobile e dalla sua religione. Kaya pensò che ciò che faceva era considerato blasfemia da alcuni, una modifica inopportuna dell'ordine naturale della vita dopo la morte; ma altre credenze consideravano l'esistenza dei fantasmi come modifica inopportuna dell'ordine naturale e Kaya la persona che lo ripristinava: era stata coperta di benedizioni in alcuni luoghi ed era fuggita da altri, tutto per aver compiuto le stesse azioni: qualsiasi fosse il destino finale dei defunti su un determinato mondo, Kaya era dell'opinione che non venisse compiuto semplicemente rimanendo ancorati al mondo ed essendo una scocciatura per i vivi. Arrivarono al maniero e la guardia del corpo, il cocchiere e la borsa del denaro rimasero in carrozza, mentre Revari seguì Kaya verso la porta con una lanterna. Kaya disse che il suo suggerimento era stato molto utile e che era sicura che volesse esaminare l'ala est e lo portò dove aveva trovato il cadavere dell'anziana donna. Entrarono e, mentre lui esaminava la stanza, lei chiuse la porta. Quando il nobile vide le assi che la giovane aveva rimosso, si voltò di scatto e chiese spiegazioni. Con voce calma Kaya disse che sapeva ciò che aveva fatto, lui replicò con rabbia chiedendo cosa voleva estorcergli, ma Kaya rispose che non voleva nulla da uno sterminatore della propria stirpe e che era "lei" ciò di cui doveva preoccuparsi. Il fantasma della madre di Revari apparve, addolorata ed eterna dietro suo figlio, che si voltò e urlò mentre Kaya si coprì le orecchie. Il nobile implorò il suo aiuto e disse che l'aveva pagata per quell'incarico e di fare il suo lavoro, ma Kaya replicò che era inadempiente e che avrebbe riferito ai suoi tirapiedi che potevano tenersi l'altra metà, poi lasciò i due ai loro tristi e patetici affari e uscì dal maniero dirigendosi verso la notte.
Entrata nel castello di Brago, Kaya aspettò il momento giusto e poi agì: usando la sua abilità tenne stretta con le sue braccia le spalle del re, poi prese uno dei suoi stiletti e lo conficcò nel collo di Brago premendo più a fondo che poté. Il suo sguardo incrociò quello del capitano della guardia, che era accorsa in difesa del suo re e l'attaccò, ma Kaya si limitò a far diventare il suo corpo di un viola traslucido e non subì alcun danno. Alla fine l'assassina di fantasmi completò la sua missione e lasciò andare Brago, che dopo pochi secondi dalla sua morte svanì, lasciando a terra la sua armatura, la sua spada e la sua corona, tornati nuovamente oggetti del mondo dei vivi. Kaya osservò la sua avversaria con uno sguardo di compiacimento leggermente annoiato mentre lei sguainava la spada di Brago e l'attaccò nuovamente. La planeswalker schivò facilmente i suoi attacchi e poi la colpì con una gomitata al volto, sorrise e disse che era stata pagata per mettere a segno un solo colpo e non si trovava lì per ucciderla, ma l'altra replicò di combattere e la chiamò codarda. Alle sue parole Kaya rispose con un sorriso divertito e le fece un giocoso occhiolino. Il capitano della guardia replicò sputandole nell'occhio. In un attimo, il volto dell'assassina di fantasmi scintillò e divenne trasparente, lasciò passare la saliva che andò a finire sulla parete dietro di lei. Kaya le disse che si era impegnata molto per difendere un'armatura vuota, l'altra rispose che quell'uomo era il loro re e l'assassina replicò che era un guscio vuoto da molto prima che lei affondasse il suo pugnale in lui, e ancora prima era un tiranno. Concluse dicendo che quando un tiranno moriva, la possibilità di libertà riviveva. Il capitano non replicò. Kaya fece un inchino, mantenendo un divertito contatto visivo, disse che era stato un piacere fare affari con lei, poi penetrò nel pavimento e scese emettendo un rapido colore violaceo. Raggiunse le stalle e andò via.
Prima della Guerra della Scintilla[]
Usurpatrice Orzhov[]
Assunta da Nicol Bolas che le promise di aiutarla a guarire il cielo di Tolvada, Kaya accettò di aiutare Teysa Karlov a prendere il controllo degli Orzhov e a uccidere l'Obzedat.
Entrando furtivamente a Orzhova, Kaya raggiuse Teysa, che era stata imprigionata dal Concilio Fantasma, dopo aver tentanto di prendere il loro posto, e insieme a lei c'era Tomik Vrona. Le due parlarono e Teysa rifiutò di andare con lei: l'Obzedat doveva essere ucciso senza il suo evidente coinvolgimento. Successivamente, le due si incontrarono nuovamente su richiesta di Tomik che le informò che aveva sentito che Ral Zarek stava invitando tutte le gilde a unirsi in un vertice organizzato da Isperia per discutere di una minaccia per tutta Ravnica, rappresentata da Nicol Bolas. Spiegò che l'Obzedat aveva rifiutato di partecipare. Propose di chiedere aiuto a Ral per ottenere la distrazione di cui avevano bisogno e in cambio del favore gli Orzhov avrebbero partecipato al vertice. Dubbiosa, Teysa fece qualche domanda, Kaya intuì che Tomik e Ral erano amanti e l'altro confermò.
Successivamente, Kaya si incontrò con Ral, Hekara e Vraska. Dopo le presentazioni parlarono dello scopo della loro missione: aiutare Teysa che era favorevole a diventare capogilda. Kaya spiegò che le catacombe erano ben difese anche per una come lei che poteva attraversare le pareti. Ral propose un diversivo e Vraska concordò, ma spiegò che le serviva un giorno per organizzarsi. Il gruppo si separò. Il giorno seguente, grazie ai suoi alleati e alle truppe non morte Golgari che le liberarono la strada, Kaya riuscì a raggiungere e uccidere l'Obzedat, ma subito dopo perse conoscenza.
Capogilda degli Orzhov[]
Kaya si svegliò dolorante in una lussuosa stanza di Orzhova, confusa dal sentirsi chiamare capogilda. Venne raggiunta da Teysa, nuovamente libera grazie a lei, e chiese spiegazioni. L'altra le disse che uccidendo il Concilio Fantasma aveva assorbito i contratti dei debitori degli Obzedat e di conseguenza gli Orzhov non avevano avuto altra scelta se non riconoscerla come nuova capogilda. L'avvertì che alcuni ufficiali avevano proposto di ucciderla nel sonno anche se non sapevano se il trasferimento dei contratti avrebbe funzionato allo stesso modo con una persona vivente così come con un fantasma, ma lei li aveva convinti a non farlo. Kaya la ringraziò e Teya spiegò che non le sembrava il modo giusto per ripagarla del suo aiuto e inoltre non aveva intenzione di rischiare il futuro della sua gilda. I loro maghi della legge stavano lavorando per capire come trasferire i contratti senza infrangerli. Kaya replicò che non poteva restare lì e che anche lei aveva dei debiti da riscuotere. Teysa disse che non poteva fare uno dei suoi viaggi tra piani perché le conseguenze sarebbero state catestrofiche sia per lei che per gli Orzhov: i contratti si sarebbero attivati e risolti tutti in una volta sola e la loro forza combinata poteva ucciderla o peggio. Con riluttanza, Kaya accettò di restare. Teysa promise che l'avrebbe aiutata, ma l'avvertì che da quel momento lei doveva comportarsi da capogilda o le voci di coloro che volevano la sua morte sarebbero diventate più forti.
Rimasta sola ricevette la visita di un servitore Orzhov controllato da Bolas che si congratulò con lei per essere diventata la nuova capogilda Orzhov e Kaya lo accusò di sapere che sarebbe rimasta bloccata su quel piano in seguito allo sterminio del Concilio Fantasma. Bolas le offrì il suo aiuto, ma in cambio lei avrebbe continuato a lavorare per lui. Kaya chiese cosa volesse da lei e l'altro rispose che voleva che partecipasse come rappresentante degli Orzhov al vertice.
Seduta su un trono imponente ma scomodo, Kaya ascoltava il discorso dell'alto sacerdote che spiegava l’importanza del pagamento da parte dei debitori per il mantenimento di una società civile. Prima del giuramento di fedeltà da parte degli ufficiali, senza farsi sentire, Kaya disse a Teysa che aveva bisogno di fare una pausa e l'altra l'accontentò. Salì le scale da sola prima che qualcuno le proponesse una scorta e, una volta in tranquilla solitudine, si disse che Bolas l'aveva incastrata, ma forse era anche l'unico a poterla aiutare a uscire da quella situazione. La sua solitudine durò poco: venne raggiunta da un uomo anziano che le chiese il perdono del suo debito. Kaya replicò che se non voleva avere un debito non avrebbe dovuto chiedere in prestito dei soldi e l'altro spiegò che l'aveva fatto per pagare le spese del medico di sua moglie che però era ugualmente morta. Ora anche lui era vicino alla fine, ma non voleva che il suo debito venisse passato ai suoi figli. Inizialmente Kaya esitò, ma poi decise di perdonarlo.
Vertice delle Gilde[]
Insieme a Teysa, Kaya partecipò al Vertice delle Gilde. Dal momento che molti dei presenti sottovalutavano Bolas la planeswalker avvertì gli altri che aveva avuto a che fare con diverse persone che si erano messe sulla strada del drago antico, e tutti loro se ne erano pentiti. Dopo l'arrivo di Niv-Mizzet, Isperia informò gli altri presenti sulla proposta del Mentefiamma: modificare il patto con l'accordo di tutte le gilde per donargli il potere necessario per sconfiggere Bolas. Dal momento che molti diffidavano ed erano rimasti perplessi, il vertice venne aggiornato. Tuttavia, dopo che Vraska pietrificò Isperia uccidendola, tutte le speranze di cooperazione andarono in frantumi. Ral propose di aspettare ma Kaya replicò che dovevano andarsene finché era sicuro, dal momento che Vraska li aveva traditi, non potevano sapere cos’altro avesse in serbo per loro la gorgone. Toccò leggermente Teysa su una spalla, l'altra annuì, dopodiché le due se ne andarono.
Dopo il Vertice[]
Kaya si recò a Nivix per partecipare a una riunione strategica. Ascoltò Ral spiegare il suo nuovo piano: alterare temporaneamente il Labirinto Implicito per realizzare l'obiettivo di Niv-Mizzet senza bisogno dell'accordo di tutte le gilde. Per realizzare il loro obiettivo dovevano conquistare i nodi di energia che si trovavano nella Zona di Macerie e nella Città Sepolta. Ral le disse che sperava di poter contare sugli Orzhov come supporto nella battaglia nel sottosuolo. Kaya rispose che avrebbe avuto tutto ciò che gli serviva e aggiunse che anche lei avrebbe partecipato alla battaglia. Il sacerdote venuto con lei iniziò ad obiettare sulla sua sicurezza, ma Kaya lo interruppe e disse che aveva un debito con Ral e che lei pagava sempre i propri debiti.
Perdonare i debiti[]
Durante i preparativi delle forze militari per la battaglia contro i Golgari, Kaya venne interrotta da Teysa, che cercò di convincerla a non partecipare alla battaglia: se fosse morta sarebbe stata una catastrofe per gli Orzhov. La planeswalker rispose che era piuttosto brava a sopravvivere. L'altra insistette, ma alla fine capì che non sarebbe riuscita a farle cambiare idea e le disse di andare a riposarsi: avrebbe gestito lei i rapporti delle loro truppe.
Kaya raggiunse i suoi alloggi e trovò ad attenderla Olgaia con i suoi due nipoti. Svet le disse che avevano sentito che perdonava i debiti delle persone che glielo chiedevano di persona. Kaya sussultò, dopo il primo aveva perdonato altre persone e adesso le voci stavano iniziando a diffondersi: sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma c’erano così tanti debitori e si chiese perché non avrebbe dovuto aiutare gli altri se ne aveva la possibilità. Kaya chiese il motivo del debito e l'anziana donna spiegò che si era indebitata da giovane per comprare una collana per attirare l'attenzione di una persona che amava; a causa del suo errore, il suo debito sarebbe passato anche ai suoi due nipotini quando questi sarebbero diventati maggiorenni. Dal momento che sperava che almeno loro potessero avere una vita migliore supplicò di perdonarla. Kaya valutò che la donna aveva passato la sua intera vita a pagare le conseguenze del suo errore e si chiese quanti bambini lavorassero per lei, a pagare per gli errori dei loro nonni. Trovò il filo del debito che la connetteva a quel trio, lo spezzò e disse a Olgaia che era stata perdonata. Rimasta sola Kaya pensò che con un gesto poteva liberare tantissime vite, tutte tranne la sua.
La rabbia di Teysa[]
Kaya seguì Tomik nell'ufficio di Teysa. Quando arrivò, l'altra le disse che stava controllando i conti della gilda, un dovere che avrebbe dovuto svolgere la guida degli Orzhov. Kaya rispose che sapevano entrambe che lei non sarebbe mai stata in grado di farlo. Con freddezza Teysa disse che ne era consapevole dal momento che aveva accettato di stare lontana dalla politica Orzhov in quanto capogilda, così che se ne occupasse lei, tuttavia i conti non tornavano e ciò significava che aveva perdonato dei debitori senza consultarla. Kaya disse che era consapevole che gli Orzhov potevano permetterselo visto che riusciva a sentire i contratti. Teysa replicò che non era quello il problema: le aveva promesso che non avrebbe interferito con gli affari della gilda e quindi avrebbe dovuto rifiutare le loro richieste. Kaya chiese se non avesse dovuto aiutare quelle persone per permettere agli Orzhov di continuare a riscattare i debiti dai loro bisnipoti. Teysa disse che ogni contratto stipulato dalla gilda era in accordo con la legge di Ravnica, ed era volontario per entrambe le parti: nessuno era stato costretto a firmare. Kaya rispose che spesso l'alternativa dei loro "clienti" era la morte dei propri cari.
Si fissarono a vicenda per un lungo attimo, fino a quel momento, Kaya non aveva compreso quanto le stesse a cuore la questione. Teysa spiegò che non potevano semplicemente perdonare i loro debitori; anche gli Orzhov avevano degli obblighi e dovevano avere introiti sufficienti per rispettarli: se fossero andati in bancarotta, le conseguenze per Ravnica sarebbero state incalcolabili. Kaya replicò che se la gilda dipendeva dalla schiavitù dei figli per i debiti dei loro padri, allora forse meritava di venire distrutta. Teysa disse che lei stava solo cercando di aiutarla e le consigliò di sedersi sul trono senza fare nulla fino a quando non avessero trovato un modo per liberarla. Kaya rispose che aveva il potere per cambiare in meglio le cose e lo avrebbe usato. Teysa replicò di guardarsi le spalle. Kaya sbottò che era molto brava in quello, poi se ne andò passando attraverso la porta.
Aumento delle tasse[]
Kaya aumentò le decime sulla popolazione per compensare le perdite economiche causate dal perdonare così tanti debiti, portandoli dal 10% al 40%, sul reddito dei cittadini. Ciò portò rapidamente a delle rivolte, che dovettero essere sedate dalle forze Azorius e per pacificare le masse, la nuova capogilda diminuì le decime portandole al 18%. L'abitudine di Kaya di perdonare i debiti e di aumentare le tasse la rese ancora più impopolare negli Orzhov.
Battaglia a Grek'ospen[]
Kaya guidò personalmente la sua gilda contro i Golgari, verso Grek’ospen nella Città Sepolta. Camminava spensierata accanto a Ral, mentre avanzava lungo il serpeggiante sentiero nelle caverne. Quando arrivarono a destinazione, un'esploratrice goblin li informò che Vraska stava aspettando da sola nel centro della città per parlare con Ral. Kaya disse che era sicuramente una trappola, ma Ral rispose che poteva essere un'opportunità e che le avrebbe parlato da solo. Kaya fu sul punto di obiettare, ma si limitò ad accigliarsi e ad annuire. Poco dopo, delle esplosioni infuocate iniziarono per tutta Grek'ospen. Mentre gli edifici crollavano, le truppe Golgari apparvero e la battaglia iniziò.
Kaya uccise un troll, si guardò intorno e vide che la battaglia principale stava convergendo all'entrata del tunnel, dove i costrutti Izzet stavano facendo strage dell’orda Golgari, ma c'erano anche altre schermaglie per tutta la città. Kaya vide un fulmine brillare da una roccia sopraelevata in lontananza, la posizione di Ral, quindi decise di dirigersi in quella direzione. Venne chiamata da una sacerdotessa Orzhov che le indicò una via sicura per riunirsi alle forze alleate, tuttavia, Kaya si insospettì dal fatto che l'altra non andasse avanti a farle strada e, appena in tempo, schivò un attacco mortale. La sacerdotessa le disse che lei era una piaga per gli Orzhov e che doveva essere eliminata. Le due si affrontarono e Kaya vinse. Chiese chi tra i suoi compagni di gilda la volesse morta, ma la sacerdotessa si uccise usando la magia.
Il tradimento di Teysa[]
Dopo la vittoria a Grek'ospen, Kaya tornò a Orzhova dove ricevette le congratulazioni dei sacerdoti e dei loro assistenti, consapevole della rabbia che nascondevano dietro ad ogni falso sorriso. Si ritirò nella sua stanza alla prima occasione, congedando tutti i messaggeri e valutò come agire: era sicura che ci sarebbero stati altri attentati alla sua vita e l'unica soluzione era fuggire, non poteva viaggiare su un altro mondo ma poteva provare a trovare un mago della legge per conto suo o chiedere aiuto a Ral. Mentre rifletteva sentì un rumore vicino alla porta, controllò e trovò un biglietto anonimo che l'avvertita che le famiglie importanti della gilda avevano convinto Teysa a farla arrestare e tenerla prigioniera finché non sarebbero riusciti ad estrarle il debito degli Orzhov; se accettava il suo aiuto per fuggire doveva raggiungere le stalle. Kaya si chiese se potesse fidarsi del suo amico misterioso, ma fu costretta a mettere da parte i suoi dubbi quando una guardia bussò alla porta. Controllò i suoi pugnali nei foderi, prese un profondo respiro e si inabissò nel pavimento arrivando nella stanza sottostante solo per trovarsi circondata da soldati e maghi della gilda. Capì che era opera di Teysa che aveva avuto modo di osservare a lungo le sue capacità. Venne colpita da un vincolo magico che la lasciò illesa ma incapace di usare la sua abilità spettrale. Tuttavia, i suoi nemici dovevano catturarla viva mentre lei, nonostante il senso di colpa, non aveva lo stesso limite. Sconfitti i nemici, continuò a fuggire evitando gli scontri e cercando una via d'uscita, ma tutti i punti erano sotto controllo. Improvvisamente una voce le disse di andare nella sala principale, Kaya lo fece, ottenendo una tregua dai suoi inseguitori ma si ritrovò davanti un uomo controllato mentalmente da Bolas.
La scelta di Kaya[]
Il drago antico le offrì il suo aiuto, ma Kaya rifiutò. Bolas l'avvertì che quando sarebbe arrivato di persona su quel mondo lei sarebbe morta come tutti gli altri, ma Kaya replicò che l'avrebbe fatto combattendo. Bolas le chiese del problema sul suo mondo e la planeswalker rispose che avrebbe trovato un altro modo. Fatta la sua scelta aprì la porta e andò via.
Riuscì a raggiungere le stalle e con sua sorpresa trovò Tomik: sapeva quanto lui fosse fedele a Teysa e chiese perchè la stava aiutando. Tomik spiegò che lei era la sua capogilda e aiutarla era suo dovere, inoltre credeva che la sua ex maestra stesse commettendo un errore e lui voleva proteggerla. La informò che le altre importanti famiglie Orzhov l'avevano pressata con le loro richieste: temevano che lei avrebbe perdonato i debiti su larga scala minacciando le loro ricchezze. Se Teysa avesse provato a contrastarli l'avrebbero schiacciata perché il sistema della gilda, prima di ogni cosa, difendeva sé stesso. Tuttavia lui aveva trovato un modo per risolvere la sua situazione. Prima che potesse spiegarsi i due vennero circondati da un centinaio di thrull, ma vennero salvati dall'intervento di Ral e delle sue forze viashino Izzet. Con la situazione sotto controllo, Tomik spiegò a Kaya come risolvere il suo problema, poi andò via insieme al suo amante.
L'erede del Patriarca Karlov[]
Sei ore dopo la sua fuga, Kaya tornò nella sala principale di Orzhova scortata dalle guardie. Teysa le disse che era accusata di gravi crimini e chiese se era disposta a sottomettersi alla loro autorità. Kaya si rifiutò e venne minacciata da Benitov Gracca. Kaya replicò che lei era l'erede del Patriarca Karlov attraverso tutti i suoi contratti e obblighi e, ribellandosi contro di lei, avevano violato i termini del contratto stesso. Diede una prova del suo potere facendo cadere a terra Gracca senza nemmeno toccarlo. Teysa fece un passo avanti e disse che lei non aveva alcun debito con suo nonno. Kaya confermò e poi ordinò il suo arresto. Aveva promesso a Tomik di trattarla bene e aveva intenzione di rispettare la sua promessa. Rimasta sola con i gerarchi, Kaya costrinse tutti a fare un nuovo accordo per evitare altri tradimenti.
Attivare il Faro[]
Dopo aver ricevuto il messaggio del tradimento di Dovin Baan, Kaya raggiunse Ral vicino alla Torre del Faro, difesa dalle forze Azorius. Mentre parlavano ai due si unì Hekara, che disse che aveva portato degli amici e, subito dopo, un circo su un carro dei Rakdos arrivò e gli artisti si scontrarono con i soldati. Approfittando della confusione i tre arrivarono davanti alla porta. All'interno Kaya commentò l'assenza di guardie ma, subito dopo, Ral individuò i costrutti di Tezzeret. Dopo averli distrutti, i tre salirono le scale che portavano nella stanza del Faro e incontrarono Vraska e Lavinia.
Battaglia alla Torre del Faro[]
Vedendo la loro amica insieme alla loro nemica, Ral disse che Lavinia non avrebbe mai lavorato di sua volontà per Bolas e Kaya spiegò che si trattava di un frammento dello spirito emissario di Bolas in grado di controllare mentalmente le persone. Mentre Ral combatteva contro Lavinia, Kaya e Hekara affrontarono Vraska: la planeswalker evitava gli attacchi con la sua abilità, ma non riusciva ad avvicinarsi abbastanza per usare i suoi pugnali, mentre l'emissaria lanciava dardi affilati alla gorgone ogniqualvolta aveva una visuale libera su di lei. Durante quella situazione di stallo, Hekara andò in aiuto di Ral e si mise in mezzo quando Lavinia stava per ucciderlo con la sua spada, salvandolo e morendo al suo posto. Dopo la sua morte, Ral riuscì a rimuovere il dispositivo di Tezzeret dal collo di Lavinia, che perse i sensi mentre la forma spettrale uscì dal suo corpo. Il frammento dello spirito disse telepaticamente che gli bastava solo trovare un altro "ospite" e che lui non poteva fermarlo. Proprio in quel momento, Kaya comparve nella sua forma fantasma e colpì l'emissario con i suoi pugnali, distruggendolo. Iniziò a chiedere di Hekara, ma Ral le gridò di abbassarsi, Kaya alzò i pugnali giusto in tempo per bloccare il fendente di Vraska, ma la gorgone fece roteare la sua sciabola e riuscì a colpirla con l'elsa alla tempia, facendole perdere i sensi.
La Guerra della Scintilla[]
Kaya aiutò Ral ad attivare il Faro Interplanare in modo da attirare altri planeswalkers e ottenere aiuto per la battaglia contro Nicol Bolas su Ravnica. Tuttavia, ciò faceva parte dei piani di Bolas, che attivò il Sole Immortale e intrappolò i planeswalker riuniti su Ravnica, compresa Kaya. Accanto a molti altri planeswalker e abitanti del piano, Kaya combatté contro gli Eterni dell'Orda Atroce di Bolas guidati da Liliana Vess.
Fece amicizia con Teyo Verada, arrivato su Ravnica poco prima dell'inizio della guerra. Insieme a Ral, Kaya gli spiegò che era un planeswalker. Insieme a Teyo e Araithia Shokta, si recò a Orzhova per radunare gli Orzhov contro Bolas. Tuttavia Teysa decise di non presentarsi e gli altri membri importanti: Armin Morov, Slavomir Zoltan e Maladola volevano rimanere neutrali. Fortunatamente per Kaya, Bilagru (che era stato convinto da Tomik Vrona) convinse i tre che Bolas rappresentava una minaccia esistenziale per tutta Ravnica e, per estensione, per gli interessi economici degli Orzhov. Tra le parole del gigante e la minaccia di Kaya di estinguere ogni singolo debito, i tre accettarono con riluttanza di aiutarla.
Durante l'invasione del piano, fu presente alla riunione dove i leader della difesa di Ravnica misero a punto una strategia. Sotto raccomandazione di Jace Beleren, decisero di dividersi in team per concentrarsi su compiti specifici: Kaya, Teyo, Araithia e Nissa Revane vennero mandati a persuadere le gilde ancora neutrali (Selesnya, Gruul, Golgari e Rakdos) ad unirsi alla lotta contro Bolas. Per permettere al gruppo di entrare nel territorio del Conclave, Nissa fu costretta ad andarsene. Vennero ricevuti da Emmara Tandris che stava sostituendo Trostani, divenuta dormiente prima della guerra. Ricordando i disastri che gli Izzet avevano causato ai Selesnya con i loro piani, Emmara si rifiutò di aiutarli. Kaya provò a farle cambiare idea raccontandole quello che era successo a Skalla e Amonkhet. Sentendo quelle parole, Trostani si risvegliò e decise di aiutare i Guardiani. Il gruppo andò quindi a parlare con Borborygmos dei Gruul e Araithia lo convinse a sostenere la loro causa. Vennero raggiunti da Ral che si unì a loro e li acccompagnò nella Città Sepolta. In assenza di Vraska gli altri capi dei Golgari stavano litigando per il controllo del suo trono, ma la gorgone ritornò proprio in quel momento e riprese il suo ruolo di regina. Nonostante i sospetti di Kaya e Ral, Vraska impegnò i Golgari nella lotta contro Bolas, dimostrando di essere loro alleata, aiutando il gruppo di Ajani a evacuare molti abitanti del piano nei tunnel della Città Sepolta, portandoli al sicuro dall'Orda Atroce. Dopo ciò, Vraska si unì a loro. Kaya e i suoi compagni si recarono a Rix Maadi per negoziare con Rakdos. Il signore dei demoni fu ostile a causa della morte di Hekara. Proprio in quel momento, Tomik Vrona arrivò portando il cadavere di Hekara e i cultisti la resuscitarono come strega di sangue. Nuovamente in vita, Hekara sconfisse Exava e con la sua nuova autorità guidò i Rakdos contro Bolas.
Dopo che tutte e dieci le gilde si allearono contro Bolas, Nissa Revane eseguì un rituale presso le rovine del Seggio del Patto delle Gilde con l'aiuto di un rappresentante di ogni gilda per riparare le Leyline che conferivano potere al patto delle gilde vivente, che erano state distrutte quando il Ponte Planare si era aperto su Ravnica, riducendo in macerie il Seggio. Kaya partecipò come rappresentante degli Orzhov. Mentre erano in trance vennero attaccati da Kefnet, attirato dal rituale. Fortunatamente per loro, Teyo riuscì a creare un possente scudo che lo rallentò abbastanza da permettere agli altri di completare il rituale e far tornare in vita Niv-Mizzet come nuovo patto delle gilde vivente. Col suo nuovo potere, Niv-Mizzet incenerì completamente Kefnet.
Dopo la fine della guerra, Kaya fu una dei planeswalker sopravvissuti alla battaglia e fu presente durante la celebrazione della vittoria. Per espiare gli errori del suo passato decise di unirsi ai Guardiani e pronunciò il suo giuramento. Successivamente, Kaya venne raggiunta da Niv-Mizzet e gli altri capogilda. Affrontarono Kaya e Vraska e le informarono che erano state giudicate. I planeswalker che in precedenza avevano lavorato con Bolas, anche se più manipolati che realmente fedeli a lui, ma che avevano abbandonato il drago antico prima dell'inizio della guerra, sarebbero stati risparmiati a condizione che facessero ammenda dando la caccia ai planeswalkers rimasti fedeli a Bolas o disertati troppo tardi. Come sua penitenza, a Kaya venne affidato il compito di assassinare Liliana Vess.
Dopo la Guerra della Scintilla[]
Ancora vincolata dai contratti dei debiti ereditati dall'Obzedat, Kaya valutò di dichiarare il perdono per tutti i debiti, ma sapeva che un simile atto avrebbe distrutto l'Orzhov e temeva anche che il delicato equilibrio di Ravnica sarebbe caduto con esso. Tuttavia, i contratti le impedivano di viaggiare tra i piani, perchè non poteva ignorare il rischio delle conseguenze della sua scomparsa da Ravnica. Fortunatamente per lei, Tomik scoprì una scappatoia legale che permise a Kaya di trasferire temporaneamente i suoi contratti Orzhov e le responsabilità della gilda a lui.
Con Tomik come capogilda reggente, Kaya potè iniziare la sua missione: rintracciare e uccidere Liliana Vess. Prima di iniziare però, l'assassina di fantasmi convinse Jaya Ballard a viaggiare prima su Gobakhan per riaccompagnare Teyo a casa sua. Inoltre, Kaya rivelò che poteva portare anche Araithia con loro grazie a una sua abilità che le permetteva di "fondere" temporaneamente il suo corpo e la sua mente con quello della loro amica. La sua abilità di "trasporto" però poteva essere usato solo con una persona. Il gruppo arrivò a destinazione ma, successivamente, a Teyo fu chiesto di ripartire perchè ora i suoi poteri superavano di gran lunga quelli degli altri monaci e accoliti: non sarebbero stati in grado di fare il loro lavoro se si fossero sentiti inadeguati. Lo scudomante decise di viaggiare insieme a loro su Dominaria per trovare Liliana. I tre vennero guidati verso Caligo da Jaya, che se ne andò subito dopo, rifiutandosi di andare oltre.
Trovarono Liliana fuori dal Maniero Vess che lavorava in un giardino, ma in stato di trance. Mentre Araithia si allontanò per scoprire qualcosa di più sulla dimora e sui suoi abitanti, Teyo cercò di rimuovere il colletto d'oro dal collo di Liliana che la fece tornare in sé. La necromante combatté contro Kaya e Teyo, ma venne colpita e resa incosciente da Araithia. Dopo che la loro amica li informò su ciò che aveva scoperto, Teyo, ricordando l'odore di incenso di Gobakhan, dedusse che la finta Liliana aveva guadagnato il suo potere da un potente genio che era legato all'amuleto di zaffiro blu che Araithia aveva descritto. Dopo che riprese conoscenza, Liliana accettò di lasciare che Kaya la uccidesse in cambio della sconfitta della sua impostora e della liberazione della sua gente.
Durante lo scontro, Araithia rubò l'amuleto di zaffiro e lo distrusse, liberando il genio di nome Zahid. In cerca di vendetta, Zahid tentò di uccidere Teyo, che aveva usato la sua magia degli scudi per contenere l'entità. Mentre Araithia recuperava la Gemma del Divenire e la restituì a Liliana, Kaya cercò di uccidere il genio, ma fallì e venne gettata attraverso la stanza. Fortunatamente per loro, Liliana usò il Velo di Catena per sottomettere Zahid e salvare Teyo. Il genio disse che la sua unica richiesta era quella di prendere Liliana Vess come sua prigioniera. Rendendosi conto che si riferiva all'impostora, Liliana accettò, ma Kaya uccise la loro nemica per pietà, costringendo Zahid ad andarsene a mani vuote.
Dopo la fine del conflitto, Liliana rispose alle domande di Kaya. Alla necromante fu permesso di vivere, ma serviva una prova della sua "morte" per Niv-Mizzet e gli altri capogilda. Teyo suggerì a Liliana di rinunciare al Velo. L'altra lo fece con riluttanza e un piccolo aiuto da parte della Gemma del Divenire. Prima di tornare a Ravnica, Kaya, Teyo e Araithia promisero di incontrare Liliana a Paliano, su Fiora. Prima dell'incontro con Niv-Mizzet, Kaya venne raggiunta da Tomik che le spiegò il suo piano per diventare in modo permanente capogilda reggente degli Orzhov: lei sarebbe rimasta la capogilda di nome ma come reggenete i contratti Orzhov sarebbero rimasti a lui che si sarebbe occupato degli affari della gilda. Dal momento che non aveva mai voluto quel ruolo Kaya fu felice di accettare la sua proposta. All'incontro col Mentefiamma Kaya dichiarò di aver ucciso Liliana e Teyo, che aveva usato la sua magia per trasportare il Velo, lo consegnò come prova della morte della necromante e il manufatto venne messo in una scatola di puzzle per essere conservato da Niv-Mizzet.
Come promesso, Kaya e i suoi amici viaggiarono a Fiora e incontrarono Liliana che aveva cambiato il suo nome in Ana Iora. Lì iniziarono ad aiutare la loro nuova amica nel suo cammino verso la redenzione. Alla domanda su dove sarebbero andati dopo, Kaya rispose che avrebbero viaggiato nel suo piano d'origine: Tolvada.
Kaldheim[]
A caccia di un mostro[]
Non è noto cosa sia successo su Tolvada, ma dopo essersi separata dai suoi amici, Kaya venne assunta da un datore di lavoro sconosciuto che la pagò in anticipo per dare la caccia a un mostro estremamente pericoloso su Kaldheim, che aveva già causato morte e distruzione sul piano. Per svolgere la sua missione, la planeswalker si unì all'equipaggio di Inga Occhi Runici, la leader dei Cercapresagi nel reame di Bretagard. Dopo aver ottenuto informazioni a Sevalgr il gruppo proseguì verso la foresta di Aldergard. Lì, grazie ad Hakka, individuarono la caverna in cui si trovava il mostro, che si rivelò essere Vorinclex. Attaccarono il pretore, ma durante la battaglia alcuni Cercapresagi vennero uccisi e Kaya stessa si ritrovò in difficoltà. In quell'istante, Alrund, il dio del Cosmo (che si era unito al gruppo come Asi), rivelò la sua identità. La voce della divinità attirò l'attenzione di Vorinclex che rallentò il suo movimento permettendo a Kaya di colpirlo a una gamba. Lui si lanciò nuovamente su di lei, ma i suoi movimenti si erano fatti più lenti e Kaya fu pronta ad affrontarlo valutando che sarebbe riuscita ad abbatterlo al colpo successivo con un affondo al collo. Tuttavia, l'attacco di Vorinclex venne fermato dalla barriera magica creata da Alrund che non riuscendo a sfondarla, si voltò e fuggì da Bretagard spostandosi verso un altro reame del piano.
Dopo la fuga di Vorinclex, Kaya disse bruscamente ad Alrund che l'aveva lasciato fuggire e che la prossima volta quel mostro sarebbe stato pronto ad affrontarla. La divinità chiese se era intenzionata a continuare la sua caccia nonostante avesse visto di cosa fosse capace la sua preda. La planeswalker replicò che era già stata pagata e doveva portare a termine il suo lavoro, ma a se stessa disse che quell’essere era pericoloso e che proveniva da un altro mondo, anche se non capiva come fosse arrivato su Kaldheim. Alrund le disse che se intendeva inseguire il mostro avrebbe trovato un'imbarcazione al suo ritorno a Sevalgr, che le avrebbe permesso di viaggiare al sicuro tra i reami, ma avrebbe dovuto proseguire da sola. Prima di andarsene la divinità avvertì Kaya e Inga che l'arrivo di quel mostro fosse un presagio di qualcosa di terribile e che tutte le sue visioni rivelavano morte e distruzione in ogni angolo di Kaldheim: temeva che una Collisione dei Reami fosse imminente. Inga spiegò che quell'evento portava guerra, caos ed enormi sofferenze. Sentendo quelle parole Kaya pensò amaramente che uccidere un mostro e salvare degli abitanti sarebbe dovuto essere semplice e non come nella guerra su Ravnica.
Tibalt e Tyvar[]
Grazie alla barca di Cosima, Kaya arrivò nel reame di Gnottvold. Camminò nella foresta in cerca di tracce del mostro ma non ne trovò nessuna. Sentì delle voci e proseguì in quella direzione sperando di trovare persone per chiedere informazioni, ma arrivata a destinazione scoprì che si trattava di un raduno di troll e, dal momento che non l'avevano vista, iniziò a indietreggiare per andarsene. La planeswalker si fermò quando vide Valki, il dio delle menzogne, presentarsi ai suoi "amici" per poi iniziare a istigarli alla guerra contro i popoli degli altri reami. Osservandolo, Kaya si rese conto della differenza tra Alrund e Valki, e comprese che ciò che aveva davanti a sé era un’illusione. Lanciò una magia di purificazione e l'immagine della divinità svanì rivelando il vero aspetto dell'impostore: Tibalt. Kaya lo riconobbe nello stesso istante in cui l'altro la vide per poi farla attaccare da alcuni troll. Kaya si occupò rapidamente dei suoi nemici, poi si mise all'inseguimento del mezzo-diavolo che era fuggito nella foresta. Grazie alla sua abilità di rendersi incorporea, Kaya lo raggiunse e gli chiese perché si trovasse su Kaldheim e cosa ci guadagnava a infervorare un branco di troll. Tibalt rispose che il caos era il suo guadagno e svegliò dal loro sonno sei troll più grandi spiegando che avevano la tendenza a massacrare chiunque si trovasse vicino a loro. Subito dopo il mezzo-diavolo usò una spada e aprì un portale che gli permise di viaggiare verso un altro reame.
Dopo la partenza di Tibalt, Kaya estrasse i suoi pugnali e iniziò a combattere. Conficcò una delle sue lame nel braccio di un troll ma la sua arma si spezzò in due e venne colpita e spinta verso un altro nemico. Si rese spettrale, avvolse la sua lama di energia eterea e riuscì a ferire mortalmente il troll che però si rigenerò e la colpì. Kaya pensò che aveva vinto in situazioni peggiori, ma in quei casi aveva sempre potuto contare sui suoi pugnali mentre adesso uno era rotto e l'altro era conficcato in un troll furioso. Improvvisamente, sentì una voce chiederle se le serviva aiuto e vide un elfo appoggiato a uno degli antichi alberi. Kaya replicò di non intromettersi ma lui non l'ascoltò e lei valutò che ora era costretta a salvarlo e che la sua opzione di fuga era sfumata. Con sua sorpresa, la mano dell'elfo, in cui teneva stretta una pietra, divenne dello stesso colore grigio e quando colpì un troll con la sua "nuova" mano lo trasformò in pietra per poi fare lo stesso con tutti gli altri. Dopo aver sconfitto tutti gli avversari, l’elfo si mise le mani ai fianchi e osservò con orgoglio le enormi statue. Aveva un atteggiamento così tronfio che Kaya fu infastidita nell’ammettere che era un combattente notevole. Lui si presentò come Tyvar Kell, principe degli elfi di Skemfar, e Kaya si presentò a sua volta. L'altro disse che stava pedinando Valki e lei spiegò che quello che aveva visto fuggire non era una divinità e che si chiamava Tibalt. Tyvar la ringraziò per avergli svelato la sua identità e disse che non sapeva quali menzogne avesse raccontato a suo fratello, ma da allora il suo popolo aveva iniziato a prepararsi per la guerra e alcuni elfi dicevano che intendevano marciare contro gli dei, anche se lui non aveva idea di come pensavano di raggiungere il loro reame. Kaya lo informò che secondo Alrund presto ci sarebbe stata una Collisione dei Reami; non sapeva quali fossero i piani del mezzo-diavolo ma avrebbe creato sicuramente problemi. Tyvar disse che l'avrebbero inseguito insieme dal momento che era evidente che a lei serviva il suo aiuto. Kaya replicò che stava già dando la caccia a un mostro: non poteva inseguire ogni singolo malvagio che incontrava, Tibalt era scomparso dentro un portale che mostrava fiamme e un terreno carbonizzato e non aveva nessuna idea su come raggiungerlo. Tyvar disse che si trattava di Immersturm e la sorprese nuovamente aprendo un portale verso quel reame. In quel momento Kaya notò che tra i monili intorno al collo dell'elfo c’era un ottaedro di pietra scura che riconobbe provenire da Zendikar, disse che lui era un planeswalker e l'altro chiese cosa fosse facendole capire che non era consapevole della sua natura di viaggiatore di mondi.
Scontro con Tibalt[]
Arrivati nel reame dei demoni vennero attaccati da tre dei suoi abitanti. Anche se disarmata, Kaya riuscì a ucciderne due. Tyvar la elogiò e lei lo ringraziò ma commentò che avrebbe preferito avere un'arma a sua disposizione per le prossime battaglia. Usando la sua abilità di trasmutatore l'elfo l'accontentò creando due asce "coltivando" il metallo presente nel terreno di Immersturm. Kaya accettò le armi e i due proseguirono. Arrivati alla Rupe di Sangue videro numerose navi con a bordo centinai di demoni guidati da Varragoth in attesa di attraversare un portale per un altro reame. Comprendendo, Kaya disse a Tyvar che la spada di Tibalt era in grado di aprire dei portali tra i regni e che il suo scopo era dare inizio a una Collisione dei Reami. In quel momento sentirono la voce del mezzo-diavolo dire che la Collisione era già iniziata e poi vennero attaccati da un fulmine di fiamma che però riuscirono a schivare. Diventando spettrale, Kaya raggiunse Tibalt e riuscì a colpirlo con un'ascia a una spalla facendolo rotolare a terra ma, prima di riuscire ad afferrarlo, il mezzo-diavolo contrattaccò: dalla sua bocca uscì un’ondata improvvisa di fumo che investì l'altra da ogni direzione. Accecata, Kaya cercò comunque di infliggere il suo colpo ma fallì e subì l'attacco empatico di Tibalt che l'indebolì e si preparò a ucciderla con la sua spada. Fortunatamente per lei, Tyvar intercettò la traiettoria dell'arma con il suo pugnale fissato al suo parabraccio e con un gesto rapido ed esperto, tolse la lama dalle mani di Tibalt riuscendo a sconfiggerlo ma l'altro fuggì nella cieca eternità viaggiando su un altro piano. Nonostante la vittoria, i due poterono solo osservare la partenza dei demoni. Dal momento che Kaldheim stava per essere devastato e loro non potevano evitarlo, Kaya disse a Tyvar che dovevano abbandonare il piano per sopravvivere. L'elfo replicò che se essere un planeswalker significava scappare appena la situazione diventava difficile allora non voleva esserlo. Le sue parole colpirono Kaya e la spinsero a seguirlo nel portale che aveva aperto.
La battaglia per Kaldheim[]
Tornati su Bretagard, Kaya e Tyvar parlarono con i leader dei clan degli umani: anche se avevano la Spada dei Reami, non possedevano la conoscenza per usarla e metter fine alla Collisione. In quel momento, Alrund rivelò la sua presenza e disse che dovevano consegnare la spada all'unico in grado di usarla: Halvar. Kaya si disse d'accordo ma aggiunse che trovare il dio della battaglia non sarebbe stato facile. Il dio del Cosmo rivelò che suo figlio si trovava nelle vicinanze della fortezza dei Beskir e per aiutarli a raggiungerlo mise a disposizione del gruppo due corvi giganteschi ognuno in grado di portare in volo fino a tre persone. Montati su uno di essi, Kaya, Tyvar e Arni volarono verso Halvar. Arrivati quasi a destinazione i tre vennero attaccati a mezz'aria da Varragoth che voleva la Spada dei Reami per sé. Il demone colpì il corvo a un'ala facendo precipitare i suoi passeggeri. Tuttavia, Kaya riuscì ad afferrare i suoi compagni e usò la sua abilità per rendere tutti e tre spettrali riuscendo così a sopravvivere. Con un discreto sforzo, la planeswalker riportò tutti in forma corporea e si ritrovarono a vorticare nella corrente di un fiume ma riuscirono a tornare sulla riva. Appena usciti dall’acqua vennero attaccati dall'Armata dei Defunti, l'esercito di Karfell. Arni disse ai due planeswalker di proseguire senza di lui e rimase indietro per rallentare gli zombie. Durante il cammino i due sentirono il suono di un corno e videro in lontananza l'esercito degli elfi di Skemfar. Kaya disse che dovevano andare ma Tyvar rispose che non poteva permettere al suo popolo di combattere e morire a causa delle menzogne di Tibalt: era sicuro di riuscire a far ragionare suo fratello. Kaya replicò di fare ciò che doveva e i due si separarono. Dopo la partenza dell'elfo, Kaya fu attaccata nuovamente da Varragoth ma venne salvata da Cosima. Anche con l'aiuto della dea del mare, Kaya non riuscì a danneggiare gravemente il demone e si chiese per quanto ancora sarebbe riuscita a resistere ai suoi attacchi. Nel frattempo altri nemici si avvicinarono pronti ad attaccarla. Venne salvata dagli elfi che, guidati da Tyvar e dal loro re, si abbatterono su demoni e zombie formando un muro tra la planeswalker e i suoi nemici.
Mentre i suoi nuovi alleati supportati da Tyvar continuarono lo scontro, Kaya salì sulla cavalcatura di re Harald Kell e proseguì con lui arrivando a un ponte dove riuscì finalmente a consegnare la Spada dei Reami a Halvar. Il dio disse che aveva bisogno di tempo per riuscire a separare di nuovo i reami e chiese loro di continuare a proteggere il ponte al posto suo perchè dall'altro lato di esso si trovavano persone indifese. Kaya promise che l'avrebbe fatto e l'altro iniziò a concentrarsi. Mentre la battaglia proseguiva, Kaya vide Koma entrare a Bretagard attraverso una fenditura di Starnheim. La serpe del Cosmo giunse sull’apertura verso Karfell e si fermò, le sue enormi narici inspirarono, poi con una terrificante e improvvisa velocità, si gettò in quella spaccatura nel mondo, spazzando gli zombie vicini con un gesto della coda. Il sollievo di Kaya per la scomparsa di Koma fu così grande che solo dopo si rese conto dell'arrivo delle valchirie e di un mago degli specchi che si presentò come Niko Aris. La loro conversazione venne interrotta dall'arrivo di Varragoth che, nonostante le numerose ferite e con Tyvar appeso alla sua schiena, iniziò a farsi strada verso di lei. Sia Harald che Niko provarono a fermare il demone con la loro magia ma senza risultato, Tyvar però riuscì a conficcare la sua lama in una delle ali del demone facendolo ruggire di dolore e spingendolo a concentrarsi su di lui dando a Kaya l'occasione per colpire: la planeswalker penetrò nella guardia di Varragoth, superò il braccio libero e conficcò un’ascia nella sua gola, uccidendolo.
Subito dopo la morte del demone, Halvar mise fine alla Collisione dei Reami. Kaya venne raggiunta da Tyvar che la lodò per la sua impresa e le disse che sarebbero nati molti racconti su di lei, ma che lui non sarebbe rimasto per raccontarli di persona perchè aveva deciso di esplorare il multiverso e aiutare le persone che avevano bisogno del suo aiuto su altri mondi. I due si riunirono a Inga, Arni, Sigrid, Fynn, Niko e Harald. Il gruppo parlò della fine della guerra e Kaya ascoltò in silenzio. Nonostante la vittoria, le fratture erano rimaste aperte per un lungo periodo e nessuno era in grado di dire chi le avesse attraversate: ogni reame era stato modificato da ciò che era avvenuto quel giorno. Inga chiese a Kaya del mostro a cui stava dando la caccia e lei rispose che credeva che si fosse spostato oltre i reami di Kaldheim. A quelle parole, Niko chiese se tra quei mondi c'era anche Theros. Sorpresa di aver trovato un altro planeswalker ignaro della sua natura, Kaya rispose che loro due avevano qualcosa di cui discutere.
Innistrad: Caccia di Mezzanotte[]
Insieme a Teferi e Chandra, Kaya ascoltò Arlinn Kord quando la mannara andò da loro su Ravnica per chiedere supporto e fermare la Notte Eterna su Innistrad. I tre accettarono subito di aiutarla a trovare la Chiave di Selenargento e viaggiarono con lei sul suo mondo. Dopo aver parlato con Katilda del rituale del Festival del Raccolto e del Celestus, il gruppo di planeswalker insieme ad alcuni catari guidati da Adeline, si recò a Thraben in cerca di indizi sulla chiave. Arrivati a destinazione osservarono le rovine delle cattedrale circondate da numerosi non morti. Durante una delle sue ricognizioni solitarie, Kaya trovò un vecchio libro illustrato nel quale si diceva che la chiave che stavano cercando era stata data a un antenato della famiglia Betzhold da una strega. Arlinn conosceva Worrin Betzhold, un vecchio vescovo che apparteneva a quella famiglia. Lo trovarono tra l'esercito di zombie che Liliana aveva lasciato in mezzo alle rovine di Thraben dopo l'imprigionamento di Emrakul, e scoprirono che era diventato un non morto. Kaya alternò la sua forma fisica e quella spettrale per affrontare gli zombie. Raggiunto Worrin, Arlinn gli chiese della chiave, ma l'altro rispose ripetendo solo il nome di Dennick Betzhold. Come atto di pietà, la mannara uccise il suo vecchio amico sperando che potesse riposare in pace.
Il gruppo andò nella città natale della famiglia Betzhold, a Gavony, la cui villa era infestata dai fantasmi. Kaya disse agli altri di darle cinque minuti prima di seguirla poi entrò da sola e si occupò di tutti i nemici rendendo sicuro il percorso ai suoi compagni. Subito dopo parlarono con lo spirito del defunto Dennick che rivelò loro che la chiave era stata donata a Sorin Markov. Viaggiarono quindi al Maniero Markov in rovina, ma prima di entrare Kaya e tutti gli altri si unirono ad Arlinn nella sua preghiera verso Avacyn. Trovarono Sorin nella sala del trono che chiese spiegazioni per la loro presenza. Teferi rispose che stavano cercando la Chiave di Selenargento, ma venne interrotto dall'antico vampiro che si rifiutò di aiutarli e replicò che non comprendevano quanto avesse sacrificato per Innistrad: aveva fatto abbastanza per tentare di impedire alla sua famiglia di sprofondare nell’edonismo della Notte Eterna. Arlinn cercò di convincerlo ad aiutarli ma, quando pronunciò il nome di Avacyn, lui l'attaccò. Venne bloccato da Sigarda, arrivata in risposta alla preghiera della mannara, che disse agli altri di recuperare la chiave mentre lei affrontava il planeswalker. Kaya proseguì con gli altri arrivando in una stanza piena di librerie e armi antiche dove recuperarono la chiave.
Il gruppo tornò da Katilda per iniziare il rituale ma, proprio in quel momento, centinaia di mannari guidati da Tovolar attaccarono. Inizialmente, le protezioni magiche delle streghe riuscirono a fermare la loro avanzata ma poi vennero infrante e la battaglia iniziò. Mentre i suoi amici, i catari e le streghe difendevano sia la fuga degli umani presenti per il festival che il Celestus, Kaya prese la chiave e usò la sua forma spettrale per evitare i nemici e portarla a Katilda. Grazie a Teferi che lanciò un potente incantesimo per ritardare il tramonto e di conseguenza la trasformazione dei mannari, lo scontro fu equilibrato. Kaya rimase al centro del Celestus aiutando a proteggere le streghe che avevano iniziato il rituale. Dopo che la magia di Teferi svanì, Arlinn e Tolovar si affrontarono nelle loro forme complete e la planeswalker riuscì a sconfiggerlo costringendolo a ritirarsi con gli altri della sua specie. Dopo la vittoria, Kaya venne raggiunta da Chandra, Adeline e Arlinn durante la fase finale del rituale. La cerimonia venne però interrotta da Olivia Voldaren che catturò Katilda e chiese la chiave in cambio della vita della strega. Mentre valutavano la situazione, Kaya informò Arlinn che aveva visto l'anima di Katilda lasciare il suo corpo durante il rituale ma a causa della vampira non aveva capito cosa fosse successo dopo. Chandra propose di attaccare ma l'assassina di fantasmi le fece notare che avrebbero rischiato di ferire la loro alleata. Dal momento che Katilda era l'unica a poter completare il rituale, Arlinn fu costretta a cedere la chiave alla vampira che svanì nella notte dopo che "liberò" la sua prigioniera.
Innistrad: Promessa Cremisi[]
Dopo che la Notte Eterna avvolse Innistrad nell'oscurità, Kaya e i suoi alleati passarono al contrattacco, riconquistando i villaggi attaccati dai demoni e da altre creature della notte. Dopo l'ultima vittoria, Arlinn organizzò un incontro a cui partecipò anche Kaya. La mannara disse che per risolvere realmente la situazione dovevano recuperare la Chiave di Selenargento e che l'unico in grado di dargli informazioni su Olivia era Sorin. Il gruppo decise di tornare nuovamente al Maniero e, una volta entrati, arrivarono alla biblioteca dove vennero raggiunti dall'antico vampiro che chiese il motivo della loro presenza. Kaya ascoltò in silenzio: Sorin aveva ricevuto un invito per il matrimonio di Olivia Voldaren e Edgar Markov; la vampira aveva rapito suo nonno e, se il matrimonio fosse stato celebrato, avrebbe dato origine alla più imponente delle famiglie di vampiri e avrebbe reso Olivia la dominatrice di Innistrad.
Insieme al gruppo di planeswalker, ai catari sotto la guida di Adeline, i sacerdoti di Sigarda e le streghe della Congrega Albacorno, Kaya andò alla Tenuta Voldaren per fermare il matrimonio, ma a causa della barriera che impediva l'ingresso a chiunque fosse senza invito, Sorin fu costretto a entrare da solo. Successivamente i sigilli vennero infranti e poterono avanzare verso i loro nemici. Kaya liberò gli spiriti imprigionati nel vestito di Olivia facendo infuriare la vampira che la scagliò con forza sotto di lei verso le scale. Fortunatamente, l'assassina fantasma venne afferrata da Arlinn, ma Olivia approfittò della situazione per fuggire dalla sala dove si stava svolgendo la battaglia principale. Kaya disse ad Arlinn che ci avrebbero pensato loro a combattere e di inseguire la vampira.
Durante la battaglia, i vampiri iniziarono a sparpagliarsi rendendo lo scontro più problematico ma Tovolar e i suoi lupi arrivarono in aiuto dei difensori di Innistrad. Successivamente, Kaya e i suoi amici vennero attaccati da Edgar ma, durante lo scontro, Sorin arrivò e sconfisse suo nonno ordinandogli di andarsene. Dopo che Arlinn recuperò la chiave la battaglia si concluse con la loro vittoria. Velocizzati dalla magia di Teferi, i difensori di Innistrad tornarono al Celestus dove Kaya osservò Katilda completare il rituale mettendo fine alla Notte Eterna. Successivamente, l'assassina di fantasmi lasciò Innistrad viaggiando nella cieca eternità.
La Guerra dei Fratelli[]
Nella Torre di Urza[]
Dopo aver appreso da Teferi degli eventi accaduti su Dominaria durante la Seconda Invasione di Phyrexia, Kaya si mise subito a disposizione del suo amico e contattò la sua rete di informatori su numerosi mondi. Successivamente, nella sala da guerra all'interno della Torre di Urza, l'assassina di fantasmi fece il suo rapporto a Teferi, Jodah, Vivien Reid ed Elspeth Tirel: la Coalizione stava continuando a schierare le difese contro ulteriori attacchi a Dominaria; Kaldheim e Ixalan erano stati mobilitati; Jace stava facendo pressioni su Ravnica per il supporto delle gilde, Chandra era andata su Zendikar per contattare Nissa; una volta terminato il suo compito lì Saheeli intendeva guidare la difesa di Kaladesh e infine su Nuova Phyrexia i mirran erano pronti sotto la guida di Koth. Sentendo il nome del vulshok Elspeth chiese come facessero a sapere che era vivo e Kaya rispose che l'aveva appreso da Jace e spiegò che il loro obiettivo era un assalto al nucleo di Nuova Phyrexia e loro avevano intenzione di partecipare all'attacco una volta che fossero stati pronti, in modo da eliminare la leadership phyrexiana. Elspeth commentò che quella era una condanna a morte. Teferi le chiese di ascoltare il loro piano, ma l'altra rispose che in passato lei e Koth avevano cercato di fare esattamente quello che stavano proponendo ora ed era stato un fallimento. Dopo che finì di parlare la cavaliera uscì dalla stanza e Jodah la seguì per andare a parlarle dal momento che era evidente che fosse devastata dopo aver appreso del Completamento di Ajani. Tutti sapevano che indipendentemente dalla strategia usata, le probabilità di riuscire a penetrare le difese di Nuova Phyrexia erano molto basse, ma sentirlo dire ad alta voce in un modo così diretto aveva chiarito quanto fosse terribile la posta in gioco. Dopo la partenza dell'arcimago, Vivien disse che intendeva andare su Ravnica per assicurarsi che Jace fosse al corrente della situazione e poi avrebbe viaggiato su Ikoria per organizzare una difesa sul quel mondo, ma prima spiegò che aveva delle informazioni per loro: il pretore Urabrask intendeva iniziare una rivoluzione contro Elesh Norn, era alleato dei mirran e aveva rivelato che la Madre delle Macchine aveva intenzione di espandere il suo dominio sul multiverso tutto in una volta. Kaya ricordò a Teferi della creatura che aveva incontrato su Kaldheim e spiegò che l'Albero del Mondo del piano consentiva il viaggio istantaneo tra tutti i regni presenti su esso. Teferi capì: i phyrexiani avevano trovato il modo di replicare l'Albero e ciò spiegava le parole di Urabrask; se Nuova Phyrexia poteva unirsi ad altri mondi potevano far marciare direttamente i loro eserciti per conquistarli. Comprendendo che avevano solo pochi giorni prima di agire, Kaya commentò che il tempismo di quella proposta di alleanza sembrava troppo perfetto e Vivien rivelò che l'intermediario che aveva organizzato la sua udienza con il pretore era Tezzeret e che per il momento avrebbe garantito per la lealtà di entrambi. Kaya obiettò che fidarsi di Tezzeret significava cadere in una trappola dei phyrexiani. Teferi le chiese di ottenere informazioni dai suoi contatti e di concentrarsi sul loro obiettivo. Kaya annuì e si congedò.
Il generale fantasma[]
Durante uno dei test sull'Ancora Temporale ci fu un malfunzionamento che generò una pioggia di scintille e una pericolosa reazione a catena che mise in pericolo Saheeli, mentre stava esaminando il problema per capire come risolverlo. Fortunatamente per l'artefice, Kaya era con lei e usando la sua abilità rese entrambe spettrali. Mentre erano incorporee le planeswalker videro un fantasma e, dopo che tornarono alla loro forma corporea, Kaya disse che era legato a un manufatto presente nella stanza e Saheeli riconobbe la sfera di cristallo nero racchiusa in una gabbia d'argento che Teferi le aveva dato insieme ad altri artefatti per la creazione dell'Ancora, ma che lei aveva deciso di non usare dal momento che non era necessario alla creazione della macchina. Dal momento che Teferi non si trovava nella Torre, le due andarono da Jodah e l'artefice spiegò che uno spirito stava sabotando l'Ancora. L'arcimago andò con loro sulla scena dell'incidente per dare le proprie impressioni e quando vide la sfera si lamentò di Urza chiedendosi cosa avesse fatto. Kaya chiese di chi stesse parlando e l'altro spiegò che si trattava dell'uomo che aveva costruito la loro attuale base, il planeswalker che sconfisse i phyrexiani quando invasero Dominaria, che era stato l'insegnante di Teferi e per finire che era anche un suo antenato. Saheeli chiese informazioni sul manufatto e Jodah le rispose in modo evasivo. I tre decisero di eseguire un falso test dell'Ancora per costringere il fantasma a manifestarsi. Il loro piano funzionò e Jodah lo riconobbe come Sharaman, antico generale dell'esercito di Urza. L'arcimago gli disse che la sua guerra era finita millenni prima, ma l'altro replicò che non si trattava di vendetta: voleva impedire l'attivazione dell'Ancora Temporale perchè non voleva permettere a nessuno di ripetere gli errori che aveva fatto lui seguendo la via del Lord Protettore. Saheeli provò a ragionare con lui, ma lo spirito non l'ascoltò, costringendo Kaya a ucciderlo.
L'attivazione dell'Ancora[]
Dopo che Saheeli terminò gli ultimi controlli dell'Ancora, Teferi potè finalmente iniziare la sua missione: attraverso il Sarcofago di Stasi il suo corpo sarebbe rimasto in vita, mentre la Chiave di Selenargento incanalava l'energia temporale e infine, grazie a Kaya, il suo spirito sarebbe stato separato dal corpo viaggiando nel passato osservando gli eventi, ma senza interagire e rischiare così di alterare la storia.
Teferi, Chandra e Nissa[]
Studiando le varie storie piene di contraddizioni legate al Sylex, Teferi trovò una certezza nel poema epico scritto da Kayla bin-Kroog, la moglie di Urza, in cui scoprì il momento esatto dell'attivazione del manufatto. Il mago del tempo comunicò la notizia a Kaya e Saheeli: la prima lo informò che i phyrexiani stavano arrivando verso la Torre, mentre la seconda lo avvertì che c'era il rischio che l'Ancora non sarebbe stata in grado di sopportare un altro viaggio. Mentre il mago del tempo si praparava per il viaggia, le due planeswalker ricevettero Chandra e Nissa arrivate nella Torre. La piromante le informò che Sorin e Arlinn stavano lavorando insieme per rafforzare le difese di Innistrad; che Samut, Hazoret e i sopravvissuti di Amonkhet si erano nascosti; che altri planeswalker stavano rispondendo alla richiesta di aiuto di Jace e che una volta terminati i preparativi su Ravnica il mago mentale e il suo gruppo sarebbero arrivati alla Torre per incontrarsi con Teferi e che poi la squadra d'assalto sarebbe partita per Nuova Phyrexia mentre lei e Liliana, una volta arrivata, avrebbero aspettato lì come rinforzi. Saheeli chiese quanto tempo avevano prima dell'attacco e Chandra rispose che non lo sapeva con certezza ma che mancava poco e che lei era pronta all'azione anche subito. Nissa intervenne chiedendo quale fosse la loro missione su Dominaria e l'artefice spiegò che stavano aiutando Teferi a scoprire il segreto dell'attivazione del Sylex. Chandra commentò che intendeva il manufatto per cui Jaya era morta. Kaya spiegò che erano vicini a scoprirlo ma avevano bisogno di un altro pò di tempo e la piromante rispose che ne avevano fino all'arrivo di Jace. L'assassina di fantasmi informò le due che i phyrexiani stavano creando la loro versione dell'Albero del Mondo di Kaldheim e tramite esso Nuova Phyrexia poteva unirsi ad altri mondi e far marciare direttamente i loro eserciti per conquistarli: serviva il potere del Sylex per distruggere il loro Albero e senza di esso non avevano possibilità di vittoria. Chandra insistette che la loro migliore possibilità di distruggere i phyrexiani era di allearsi ai Mirran e che non potevano perdere quell'opportunità. Nissa chiese cosa sarebbe successo a Nuova Phyrexia una volta attivato il manufatto e Kaya rispose che non ne era certa, ma c'era la possiblità che la distruzione dell'Albero facesse collassare il piano distruggendolo. La piromante disse che quella era un'ottima notizia e l'elfa replicò che i Mirran stavano combattendo per la loro casa. Saheeli disse che non avevano prove che il Sylex potesse far esplodere un intero piano: era già stato usato su Dominaria millenni fa, e loro erano su quel mondo adesso; dovevano avere fiducia in Teferi. Chandra rispose che si fidava del suo amico, ma che distruggere i phyrexiani era la cosa più importante e che nessun costo era troppo alto per raggiungere quell'obiettivo. Saheeli replicò che aveva già accettato la possibilità di perdere i suoi cari ma che non si sarebbe arresa alla sete di vendetta. La piromante obiettò che non intendeva dire quello e Nissa le chiese duramente il significato delle sue parole, ma prima che Chandra potesse rispondere, arrivò Teferi che disse di essere pronto. Kaya e Saheeli andarono col mago del tempo lasciando le altre due da sole.
Verso Nuova Phyrexia[]
Nonostante i suoi compagni riuscirono a difendere la Torre dall'attacco dei phyrexiani, la pietra del potere dell'Ancora implose sovraccaricando la macchina del tempo. Kaya e Saheeli vennero raggiunte prima da Nissa e Wrenn e subito dopo da Jace e Nahiri. L'artefice spiegò la situazione e i sei planeswalker si fecero strada verso il Sarcofago di Stasi per controllare che Teferi stesse bene ma prima che potessero aprire la bara vennero fermati da Wrenn che disse che sentiva che la melodia del loro amico era legata a quel dispositivo e non dovevano disturbarla. Jace usò la sua telepatia e aggiunse che la mente di Teferi era ancora lì ma alla stesso tempo era come se stesse attraversasse luoghi lontani o tempi diversi. Saheeli disse che poteva provare a riparare il danno ma il telepate rispose che non c'era più tempo e senza l'altro non sapevano come attivare il Sylex. Kaya replicò che era convinta di poter far funzionare il manufatto, ma Nissa protestò che non potevano lasciare Teferi da solo: con i phyrexiani ovunque su Dominaria era solo questione di tempo prima che attaccassero nuovamente la Torre. Nahiri replicò che l'attacco dei Mirran stava per iniziare ed era quello il motivo della loro presenza lì: radunarsi per poi partire verso Nuova Phyrexia. Nissa insistette che non potevano lasciare il loro amico a morire da solo e Jodah, arrivato in quel momento insieme a Elspeth, rispose che non sarebbe stato solo e che non l'avrebbe lasciato morire: avrebbe lavorato per liberare Teferi mentre loro andavano nel mondo più orribile del multiverso. Altri planeswalker arrivarono nella Torre: Vraska, La Viandante, Kaito Shizuki, Tyvar Kell e Lukka. Elspeth si presentò informandoli su cosa potevano aspettarsi su Nuova Phyrexia e Jace tesse un incantesimo stabilendo un collegamento telepatico tra tutti i membri che avrebbero fatto parte della squadra d'assalto, in modo che potessero localizzarsi a vicenda, anche a distanza. Dopo che gli ultimi preparativi furono completati, Kaya partì insieme ai suoi compagni verso Nuova Phyrexia.
Phyrexia: Tutto Diverrà Uno[]
Basi precarie[]
Quando Kaya e i suoi compagni arrivarono su Nuova Phyrexia finirono contro una barriera difensiva che, nonostante li permise di entrare nel piano, li divise e spezzò il legame mentale creato tra loro da Jace. L'assassina di fantasmi venne svegliata da Himoto, che era finita con lei insieme a tutto l'equipaggiamento di Kaito. Andò in aiuto di Elspeth che stava combattendo da sola contro un gruppo di phyrexiani e insieme riuscirono ad avere rapidamente la meglio. Finito lo scontro le due raggiunsero un accampamento Mirran dove incontrarono Thrun, che aprì un varco per loro in modo che potessero proseguire verso lo Strato della Fornace, dove speravano di ritrovare i loro compagni. Durante il cammino Kaya notò la tristezza di Elspeth e cercò di tirarla su di morale.
Nella Fornace[]
Arrivate a destinazione Kaya vide Tyvar e andò verso di lui. Nella Fornace, oltre l'elfo, l'assassina di fantasmi ritrovò anche Jace, Tyvar, Nahiri e Kaito a cui restituì le sue armi e Himoto; mentre la Viandante, Lukka, Nissa e Vraska erano ancora dispersi. Il gruppo di planeswalker si riunì e vennero aggiornati sullo stato del piano da Melira e Koth. Le nuova informazioni fecero capire che per via delle modifiche fatte dai phyrexiani, distruggere il Frangireami prima che collegasse Nuova Phyrexia al resto del multiverso con l'attivazione del loro Sylex avrebbe potuto avere le conseguenze già calcolate: contenere la minaccia phyrexiana solo su quel mondo finché non poteva essere eliminata. Tuttavia c'era anche la possibilità che l'onda d'urto non distruggesse solo la Germessenza, ma tutto il piano. Dal momento che le risorse per la sopravvivenza dei Mirran erano quasi esaurite e anche perchè non volevano che nessun altro mondo subisse la stessa condanna del loro, Koth e Melira si unirono a loro. Kaya pensò che quel piano era un cimitero di ceneri e acciaio e dovevano trattarlo con rispetto, mentre lo utilizzavano per raggiungere il loro obiettivo. Quello che dovevano fare avrebbe potuto distruggere il piano per sempre, ma c'era la possibilità di eliminare la minaccia phyrexiana dal multiverso e per questo valutò che era difficile vederla come una cosa negativa: dal momento che il Frangireami non era ancora connesso alla cieca eternità, l'esplosione del Sylex sarebbe stata contenuta su quel mondo. Consapevoli di non avere tempo da perdere, il gruppo decise di non aspettare i loro compagni e di proseguire. Kaya salì sul carretto che li avrebbe condotti attraverso un tunnel che gli avrebbe evitato sia il Labirinto del Cacciatore che la Baia Chirurgica.
Perdite insopportabili[]
Arrivati alle Fosse di Dross, Kaya e i suoi compagni usarono il Nimbo di Elspeth per proteggersi dalla phyresis, tuttavia, dopo che Jace bevve iniziò a sentire mentalmente il dolore di Vraska e decise di andare a salvarla. Gli altri erano dubbiosi, ma dal momento che il telepate aveva con sè il Sylex furono costretti a seguirlo. Entrati nel Colosseo di Sheoldred, Kaya si preparò a lanciarsi nella mischia, ma venne fermata da Nahiri che la obbligò a rimanere al sicuro dal momento che lei e Jace erano i soli a sapere attivare il Sylex e non voleva correre il rischio di perderli entrambi. L'assassina di fantasmi osservò quindi da lontano i suoi compgani sconfiggere i phyrexiani. Quando raggiunsero la gorgone videro che era stata ferita gravemente e non potendo salvarla, Jace scelse di restare con lei mentre Kaya e gli altri decisero di proseguire portandosi il Sylex. Subito dopo però vennero raggiunti dal telepate che era stato ferito e infettato a un braccio da Vraska completata. I planeswalker vennero attaccati in massa dai phyrexiani e, vista la situazione disperata, Nahiri usò il suo potere, rivelando di essere stata infettata, e si sacrificò portando tutto il Colosseo di Sheoldred nella Basilica Pallida. I phyrexiani fedeli ai Thane d'Acciaio cominciarono a scendere dallo squarcio, ma vennero intercettati da Atraxa che iniziò a lottare contro di loro considerandoli invasori nel dominio di Elesh Norn. Approfittando della situazione, il gruppo proseguì senza essere notato. Consapevole della gravità della sua ferita, Jace chiese a Kaya di ridargli il Sylex: convinto che non aveva alcuna possibilità di sopravvivere, il telepate voleva sacrificarsi per attivare il manufatto. Inizialmente Kaya rifiutò, ma alla fine cedette consegnandogli nuovamente lo zaino.
Speranza remota[]
Dalla Basilica arrivarono alla Germessenza dove trovarono il corpo smontato di Karn. I planeswalker informarono il golem d'argento che avevano creato un altro Sylex e potevano ancora mettere fine ai piani di Elesh Norn. Karn spiegò che dovevano raggiungere la fonte del Frangireami e farlo esplodere. Kaya e gli altri proseguirono, mentre Koth e Melira rimasero indietro per aiutare Karn. A un passo dal loro obbiettivo i cinque planeswalker vennero ostacolati da Ajani e Tibalt, costringendo Elspeth e Tyvar a restare a combattere contro i due phyrexiani per far avanzare gli altri tre.
Decisioni inevitabili[]
Raggiunto il Frangireami, Kaya osservò Jace mentre si preparava ad attivare il Sylex. Tuttavia, in quel momento si accorse che erano arrivati troppo tardi: i rami dell'albero erano ormai connessi alla cieca eternità e nel dubbio che l'esplosione potesse distruggere tutto il multiverso l'assassina di fantasmi chiese al telepate di fermarsi. Jace replicò che non avevano più tempo dal momento che sentiva la corruzione di phyrexia cercare di avere la meglio sulla sua mente e che era preferibile correre il rischio e distruggere i mondi già connessi che permettere ai phyrexiani di invadere ogni singolo piano del multiverso. Non riuscendo ad accettare la sua scelta, Kaya estrasse il pugnale dalla cintura e gli occhi di Jace si illuminarono carichi della sua magia. Inizialmente Kaito esitò, poi sfoderò la sua spada e si mise in posizione accanto all'assassina di fantasmi. Nonostante i loro sforzi Jace ebbe la meglio e riuscì ad attivare il Sylex. In quel momento Elspeth arrivò e lanciò Luxior verso il telepate, trafiggendolo, per poi afferrare il manufatto e scomparire con esso abbandonando il piano.
L'inizio dell'invasione[]
Nella quiete che seguì Kaya e Kaito vennero raggiunti da Tyvar, uscito vittorioso dal suo scontro col Tibalt. I tre videro i rami del Frangireami aprire numerose Vie dei Presagi su vari mondi e i passaggi vennero attraversati dalle navi da guerra phyrexiane. Kaya disse che avevano fallito, ma l'elfo replicò che quel giorno aveva visto speranza. Sentirono dei passi e subito dopo videro Elesh Norn seguita da numerosi guerrieri phyrexiani e tra essi Tamiyo, Nahiri e Nissa completate. La Madre delle Macchine diede loro il benvenuto, poi il suo sorriso si spostò su Jace che sussultò e si alzò unendosi ai loro nemici, liberandosi della spada di Elspeth. Elesh Norn offrì a Kaya, Kaito e Tyvar la "scelta" di unirsi ai loro compagni, ma i tre rifiutarono e lei replicò che sarebbero stati la loro nemesi e poi ordinò l'inizio dell'invasione phyrexiana nel multiverso.
L'Avanzata delle Macchine[]
Messaggeri di Nuova Phyrexia[]
Dopo che Kaya, Kaito e Tyvar rifiutarono l'offerta di Elesh Norn, la Madre delle Macchine disse loro che li avrebbe lasciati andare in modo che raccontassero ai loro alleati quello che avevano visto quel giorno: che il loro destino era inevitabile. I tre vennero imprigionati nella pietra da Nahiri che lasciò libere solo le loro teste, poi nello stesso istante in cui la kor partì per conquistare Zendikar, Kaya e i suoi amici viaggiarono su Dominaria.
La sconfitta della squadra d'assalto[]
Durante il viaggio nella cieca eternità i tre planeswalker si liberarono dalla loro prigione e arrivarono feriti nel rifugio di Liliana Vess che curò le loro ferite. Kaya, Tyvar e Kaito iniziarono a raccontare della loro sconfitta e del destino degli altri membri della squadra d'assalto alla necromante, Chandra, Vivien e Wrenn. Chandra propose di contrattaccare e tornare su Nuova Phyrexia per distruggere il Frangireami, ma Kaya e gli altri furono contrari a ripetere un piano già fallito decidendo di dare la priorità a difendere i mondi dall'invasione dei phyrexiani di Elesh Norn. La piromante replicò che sarebbe andata da sola e uscì dal rifugio seguita subito dopo dalla driade.
Difendere Kamigawa[]
Dal momento che Ravnica era ben difesa sia dalle gilde che da vari planeswalker tra cui Ral e Teyo, Kaya decise di andare con Kaito che le chiese di aiutarlo a proteggere Kamigawa dalla Legione delle Macchine. Arrivata sul piano fece del suo meglio per salvare il maggior numero di abitanti di Towashi. Mise in pericolo la sua vita per salvare un bambino ma fortunatamente venne aiutata da Kaito che rallentà la sua caduta dalla finestra con la sua telecinesi. I due videro la corruzione di Boseiju causata da Tamiyo. Il ninja le disse che la lunantropa stava ancora leggendo la sua pergamena e che doveva essere fermata o la devastazione della città sarebbe peggiorata. Kaya comprese che l'altro stava dicendo di uccidere un'amica, tuttavia rispose che avevano entrambi le capacità per farlo e chiese se sarebbe dovuta andare lei o voleva farlo lui. Kaito rispose che si trattava di una faccenda personale e le chiese di provare a convincere i kami a unirsi alla battaglia.
La morte di Tamiyo[]
Successivamente Kaya arrivò insieme a Kyodai in tempo per salvare Kaito, che stava precipitando nel vuoto dopo essere stato sconfitto da Tamiyo. L'assassina di fantasmi osservò l'arrivo della Viandate e il suo scontro con Tamiyo che si concluse con la morte della lunantropa. Il giovane Nashi, che aveva tentato di fermare la sua madre adottiva, pianse per la sua perdita e Kaya e gli altri cercarono di fargli forza. Improvvisamente la voce di Tamiyo disse al nezumi che le dispiaceva e Kaya vide che dall'ultima pergamena che l'altra aveva attivato prima della sua fine si creò una cretura simile a un kami con l'aspetto di Tamiyo. Kaito chiese cosa fosse e l'altra rispose che lei era ciò che rimaneva di Tamiyo: la sua storia senza fine. Spiegò che potevano pensare a lei come al suo ricordo e che molti anni prima la "vera Tamiyo" l'aveva creata in previsione della sua morte per poi sigillarla in quella pergamena fino a quando non fosse stata necessaria. Kaya confermò che non si trattava di un fantasma e senza nessuna esitazione, Nashi si avvicinò a lei. Ancora dubbioso Kaito iniziò a muoversi verso il nezumi venendo però fermato dalla Viandante che spiegò che Tamiyo aveva scelto la propria morte, dal momento che aveva intenzionalmente mancato tutti i suoi attacchi contro di lei, implorandola in silenzio di fare ciò che doveva.
Difendere Theros[]
Lasciando Kaito e la Viandante a proteggere Kamigawa, Kaya viaggiò su Theros dove uccise Eliod completato. Subito dopo l'assassina di fantasmi affrontò Ajani riuscendo a ferirlo gravemente costringendolo a fuggire.
La fine dell'invasione[]
Dopo la sconfitta dei phyrexiani, Kaya viaggiò su Zhalfir e andò nella struttura dei guaritori dove incontrò Karn, Koth e Chandra che stavano assistendo Ajani e Nissa ancora privi di sensi. Secondo la teoria di Saheeli, arrivata per una breve visita per poi tornare su Kaladesh, dal momento che Elesh Norn si era resa la fonte della mente dei phyrexiani per impedire che un rivale potesse usarli contro di lei, con la sua morte, l'Olio aveva smesso di trasmettere ordini e ciò aveva portato alla fine dell'invasione perchè i phyrexiani vennero resi incapaci di continuare a combattere. Le informazioni dell'assassina di fantasmi confermavano la teoria dell'inventrice, tuttavia Kaya non se la sentiva di rischiare che Ajani e Nissa potessero risvegliarsi nel loro stato di phyrexiani e le sue parole fecero infuriare Chandra. La loro conversazione venne interrotta dall'arrivo di Teferi e Melira, con la seconda che stava morendo a causa della ferita ricevuta durante la battaglia contro i phyrexiani. La Sylvok disse che aveva trovato un modo per aiutare Ajani e Nissa: lei avrebbe usato le sue ultime forze per purificare i loro corpi, mentre Karn avrebbe dovuto sacrificare la sua scintilla per purificare le loro. Il golem accettò e il resto del gruppo rimase con loro. Dopo che il rituale ebbe successo, Kaya mise una mano sulla spalla di Koth per consolarlo per la morte di Melira.
Delitti al Maniero Karlov[]
Dopo l'invasione[]
Kaya fu una dei pochi planeswalker a mantenere la scintilla dopo la sconfitta dei phyrexiani di Elesh Norn. Un anno dopo la fine dell'invasione fu invitata come ospite d'onore da Teysa Karlov, la nuova capogilda degli Orzhov, a una festa al Maniero Karlov. La planeswalkker si sentì costretta a partecipare dal momento che si considerava in debito per non essere stata presente nella difesa di Ravnica contro i phyrexiani. Le due parlarono e l'erede dei Karlov le disse che per quella notte era in debito con lei: sapeva che era abbastanza Orzhov da pagare i suoi debiti e le ricordò la sua assenza dal piano durante la guerra. Kaya replicò che se fosse rimasta sul piano invece di difendere il multiverso nessuna delle due sarebbe stata presente lì in quel momento e che aveva fatto del suo meglio. Senza farsi sentire aggiunse che pagava i suoi debiti e seguì Teysa osservando gli altri ospiti: capogilda, membri importanti di varie gilde e agenti dell'Agenzia Investigativa Magicologica di Ravnica. Ascoltò in silenzio Aurelia, Tolsimir e Teysa parlare della scomparsa di Lazav e sopportò le parole sarcastiche di Judith verso di lei, ma quando la Rakdos le parlò seriamente della morte di numerosi abitanti di Ravnica, Kaya sbottò che anche i planeswalker erano morti e che aveva perso degli amici durante l'invasione. La conversazione venne interrotta dall'arrivo di Tomik e Teysa disse che era quasi arrivato il momento dell'evento chiave della serata e trascinò la planeswalker con sè.
Kaya non disse nulla, lasciandosi spingere avanti e osservò le persone che incontrava reagire alla sua presenza: alcuni si allontanavano, come se la sua scintilla potesse diventare contagiosa e trasportarli su altri piani, mentre altri la guardavano con disprezzo o con avarizia. Decise che era meglio non reagire e non far sapere agli altri che vedeva oltre le loro maschere di cortesia. Teysa continuò a guidarla tra la folla presentandola come "l'eroina del multiverso degli Orzhov" ogni volta che ne aveva l'occasione e l'assassina di fantasmi notò che Tomik comprendeva il suo disagio: era comprensibile dal momento che Ral, suo marito, era uno di coloro che piangevano le perdite che Ravnica non avrebbe mai conosciuto, le vite spezzate, le scintille spente, tutto per soddisfare la fame infinita di Nuova Phyrexia. Kaya continuò a camminare in silenzio, senza unirsi alle presentazioni egoistiche di Teysa, ma senza nemmeno fermarla.
Salirono le scale raggiungendo un balcone dove Kaya ascoltò Teysa, la cui voce era stata amplificata dalla magia, dire ai presenti che lo scopo di quella festa era duplice: celebravano l'ex capogilda degli Orzhov, Kaya, per il suo ruolo nella salvezza di Ravnica e del multiverso durante l'invasione e onoravano i membri dell'Agenzia Investigativa tra cui il giovane Kellan. Durante la premiazione degli agenti Kaya si allontanò e valutò di tornare su Kaldheim per vedere come Tyvar si stesse adattando ai suoi nuovi limiti, oppure dirigersi verso Dominaria, Innistrad o Alara, ma ad un passo dal viaggiare nella cieca eternità si fermò pensando che Teysa aveva espresso il suo punto di vista nel peggiore dei modi possibili, ma aveva anche ragione: quando Ravnica aveva avuto più bisogno di lei, non era stata presente. Si disse che se fosse rimasta, forse sarebbe stata in grado di trasformare gli Orzhov in una forza più positiva e che se avesse rifiutato il suo posto nella squadra d'assalto forse la missione su Nuova Phyrexia avrebbe avuto successo. Raggiunta da Teysa, Kaya spiegò che le serviva un momento per respirare e l'altra le disse che adesso che erano sole c'era una cosa molto importante che doveva dirle, ma proprio in quel momento un urlo risuonò dall'interno del Maniero. Kaya corse verso il suono pensando che non avrebbe deluso nuovamente Ravnica.
Il primo delitto[]
Arrivata a destinazione insieme a Teysa, Kaya apprese dai servitori che la porta era chiusa a chiave. La planeswalker disse che poteva entrare usando la sua abilità, ma la capogilda le spiegò che non poteva farlo dal momento che il Maniero aveva delle protezioni contro i fantasmi. Dispiaciuta, Kaya non potè far altro che attendere il ritorno di Larysa che era stata mandata a prendere la chiave. Prima della servitrice arrivò Ezrim che disse che aveva sentito l'urlo e appresa la situazione sfondò la porta permettendo a Kaya di entrare e scoprire il cadavere di Zegana. La convocazione di Vannifar unita all'ordine che a tutti i presenti fosse proibito lasciare il Maniero spinse Aurelia a raggiungere le due donne per chiedere spiegazioni. Kaya confermò che era successo qualcosa, ma Teysa disse che preferiva aspettare l'arrivo della capogilda Simic. L'angelo non gradì, ma spiegò che i Boros stavano aiutando con l'isolamento.
Quando Vannifar arrivò insieme ad altri tre membri della sua gilda chiese a Teysa il motivo per cui era stata convocata come una criminale e perchè gli Azorius e i Boros stavano trattenendo lei e la sua gente all'interno del Maniero, nella sua rabbia non accettò di parlare in privato e Teysa spiegò che Zegana era stata assassinata. Kaya osservò in silenzio l'effetto della notizia sulla folla che si era radunata: Vannifar vacillò con un'espressione di puro shock; Ezrim si voltò per iniziare a impartire ordini ai suoi agenti, mentre Aurelia aprì le sue ali, impedendo loro di oltrepassarla ed entrare nella stanza. L'angelo gridò che c'era un pericoloso assassino in libertà, che non era il momento per il lavoro investigativo amatoriale e che la Legione avrebbe preso il comando per risolvere il caso. Gli agenti dell'Agenzia iniziarono subito a discutere e, disgustata dal litigio, Kaya si allontanò.
Aurelia e Alquist Proft[]
Dalla sala da ballo Kaya vide che gli Azorius avevano iniziato a interrogare i presenti usando i Circoli della Veridicità, mentre i Boros stavano vicino ai maghi della legge proteggendoli dalle interferenze. Notando che alcuni soldati stavano controllando la lista degli invitati, la planeswalker si disse che con così tanti membri di gilde diverse presenti nello stesso posto i guai erano quasi garantiti. Notò l'assenza di Judith e pensò che non vedeva la Rakdos da prima dell'omicidio. Turbata, tornò sulla scena del crimine dove, insieme ad Aurelia, venne interrogata da un Azorius. Dopo che il mago della legge andò via, Kaya disse ad Aurelia che nonostante le sue parole non aveva nessuna idea di chi fosse il colpevole. L'angelo rispose che gli Azorius si stavano occupando delle indagini e che lei era lì solo per mantenere l'ordine su richiesta di Lavinia. Le sue parole confermarono i sospetti di Kaya che disse che Azorius e Boros si erano preparati in anticipo ad agire insieme, consapevoli che ci sarebbe stato un problema. Aurelia rispose che, nonostante alcuni cambiamenti, il nucleo di Ravnica sarebbe rimasto sempre com'era stato: gli Azorius creavano la legge e i Boros la facevano rispettare; un gruppo di dilettanti che giocava a proteggerli non li avrebbe mai sostituiti. La planeswalker replicò che le gilde non erano tutto e l'altra disse che se era quello ciò che aveva provato quando era stata alla guida degli Orzhov, non era sorpresa che fosse stata sostituita alla prima occasione: le gilde erano Ravnica. La loro discussione venne interrotta da un uomo che si presentò come Alquist Proft che disse che aveva un'idea su quello che era successo in quella stanza. Il detective dell'Agenzia fece notare che il corpo di Zegana, avvolto da una serie di cappotti, mostrava i simboli di tutte e dieci le gilde. Kaya commentò che non poteva credere di non averlo notato prima e Proft rispose che non si era nemmeno accorta dell'unica Dimir presente alla festa senza essere stata invitata: Etrata.
La cattura di Etrata[]
Dopo che Aurelia venne convinta a restare indietro grazie a Ezrim, Kaya seguì Alquist Proft visto che l'angelo aveva permesso agli altri agenti di fare il loro lavoro dal momento che la rivelazione di Proft l'aveva costretta ad accettare la loro utilità. I due scesero le scale fino al piano principale dove individuarono la vampira travestita da Selesnya. Quando il detective le chiese di seguirli chiamandola per nome, Etrata fuggì, ma Kaya, Alquist e Kellan riuscirono a catturarla. L'inseguimento attirò l'attenzione degli Azorius guidati da Lavinia. Dopo che furono raggiunti i tre consegnarono la Dimir a Lavinia.
Il secondo delitto[]
Dopo la cattura di Etrata la situazione si risolse e la festa terminò. Kaya parlò in privato con Teysa delle possibili conseguenze per gli Orzhov: quello che era successo avrebbe avuto ripercussioni negative per la reputazione della gilda. La planeswalker le ricordò che prima dell'omicidio stava per dirle qualcosa e chiese di cosa si trattasse, ma la capogilda disse che quello non era il momento adatto per parlarne, ma che aveva intenzione di dirglielo in un altro momento.
Tre giorni dopo Kaya venne trovata da Kellan che la informò che Ezrim voleva parlarle. Lei lo seguì e durante il cammino lui disse che anche suo padre, Oko, era un planeswalker e spiegò che stava cercando di scoprire dove fosse. Kaya rispose che non lo conosceva, ma promise che se l'avesse incontrato gli avrebbe detto che lo stava cercando. Arrivati all'agenzia i due si separarono e la planeswalker entrò nella stanza dell'arconte chiedendo il motivo della sua convocazione. Ezrim disse che come ex capogilda era vista in modo neutrale dalle gilde e quindi voleva che accettasse di guidare le indagini sull'omicidio di Zegana dal momento che nonostante la cattura Etrata continuava a insistere di non avere alcun ricordo e non avevano ancora scoperto chi fosse il mandante ne il suo scopo. Aggiunse che il suo coinvolgimento avrebbe potuto anche riscattare l'opinione pubblica sui planeswalker che non erano riusciti a salvare gli abitanti di Ravnica durante l'invasione. Kaya rifiutò, poi uscì dalla stanza attraversando il muro.
Tornata nella sua casa in affitto, Kaya pensò che odiava la sensazione di isolamento in un mondo che era stato la sua dimora per tanto tempo. Si disse che era pronta per partire e che forse Ravnica non era mai stata casa sua. In quel momento ricevette un messaggio da parte di Teysa che le chiese di andare da sola al Maniero. Quando la planeswalker raggiunse la sua destinazione la trovò deserta senza nessun servitore e si recò verso il salotto privato dell'erede dei Karlov. Una volta lì trovò il corpo di Teysa privo di vita. Kaya barcollò avvicinandosi a colei che era stata sua rivale, ma anche sua amica, e notò così un foglietto di carta con la caligrafia di Teysa, ma scritto in phyrexiano. Chiedendosi se Teysa li avesse traditi, Kaya capì che non poteva lasciare Ravnica senza prima scoprire la verità.
La planeswalker e il giovane detective[]
Kaya sapeva che la maggior parte delle persone che tornavano come fantasmi non si manifestavano subito dal momento che la perdita del corpo fisico causava disorientamento, tuttavia più potente era la magia e la volontà del defunto e più rapidamente si adattava a un'esistenza spettrale. Ciò spinse la planeswalker a provare a convocare lo spirito di Teysa usando la sua autorità come ex capogilda, ma l'altra non apparve. Al suo posto si manifestò una servitrice Orzhov e dopo aver appreso tutto ciò che poteva lasciò il Maniero e tornò all'Agenzia, trovandola nel caos con i detective che litigavano tra loro. Individuò Kellan che le spiegò che Proft era andato a parlare con Etrata, ma al suo arrivo lei non c'era più, che il loro collega non era tornato e alcuni membri degli Azorius avevano fatto capire che sospettavano che fosse coinvolto nella fuga della vampira. Kaya disse che aveva bisogno di parlare con Ezrim e lui la portò dall'arconte.
Dopo che i tre rimasero da soli disse che accettava di condurre le indagini e li informò della morte di Teysa. Ezrim spiegò che avrebbe iniziato interrogando Judith e che Kellan sarebbe andato con lei. Prima di partire per il Girone del Divertimento i due incontrarono lo spirito di Agrus Kos che spiegò che stava aiutando con le indagini sulla morte di Zegana e che Aurelia gli aveva chiesto di lavorare a fianco dell'Agenzia per trovare il colpevole. Raggiunto il locale Kaya e Kellan parlarono con Judith che suggerì loro di andare a Vitu-Ghazi e leggere il Tomo del Patto delle Gilde, poi li congedò.
Arrivati a Vitu-Ghazi vennero accolti da Voja che fu sul punto di attaccarli, ma venne fermato da Tolsimir che spiegò che i Selesnya avevano preso delle precauzioni dopo le morti di Zegana e Teysa. L'elfo li portò da Trostani e Kaya notò che Oba, l'aspetto della vita, era diventata la driade centrale scambiando il suo posto con Cim, l'aspetto dell'Armonia. La planeswalker e Kellan ottenero il permesso di consultare il Tomo dove appresero che Rakdos era in grado di provocare una rabbia omicida che spingeva anche la persona più mansueta a rivoltarsi contro i propri cari senza alcun preavviso. Kellan commentò che Etrata aveva detto di non ricordare nulla dell'omicidio di Zegana e Kaya disse che dovevano informare Ezrim.
L'ultimatum di Aurelia[]
Durante il cammino verso la sede dell'Agenzia Kaya avvertì Kellan che sei persone li stavano seguendo e lo guidò verso il vicolo isolato più vicino. Una volta raggiunti, i due vennero attaccati, ma ebbero la meglio. Tuttavia non riuscirono ad interrogare i loro aggresori che, dopo la sconfitta, inghiottirono una pianta suicida che trasformò i loro corpi in muschio. Kellan fece notare alla sua amica un ciuffo di pelo bianco su uno dei mantelli ma, mentre cercavano di capirne il significato, un tottero arrivò tra loro e proiettò un messaggio olografico di Ezrim che li avvertì che i Boros stavano arrivando verso la loro posizione e consigliò di tornare alla loro sede.
Nell'uffiicio dell'arconte Kaya venne informata che l'assassino di Teysa era stato catturato dagli Azorius: si trattava di un senza gilda che come Etrata non ricordava nulla delle sue azioni. La loro conversazione venne interrotta dall'arrivo di Aurelia che portava con sè la Fanciulla del Massacro in catene e spiegò che l'assassina aveva tentato di ucciderla, anche se l'altra non ricordava nulla. Era evidente che dietro i delitti c'era il Culto e disse che avrebbe dichiarato guerra ai Rakdos. Kaya pensò che con i Dimir scomparsi e i Golgari in esilio autoimposto, Ravnica non poteva permettersi di perdere un'altra gilda: il piano stava iniziando a riprendersi, ma se la Legione marciava in guerra contro il Culto ci sarebbe stata nuovamente distruzione. La planeswalker chiese tempo per risolvere il caso e, con l'aiuto di Agrus, ottenne ventiquattro ore per trovare il colpevole. Subito dopo, Kaya e Kellan valutarono le informazioni raccolte e la prima disse che credeva che Rakdos fosse innocente perchè il modo in cui si stavano svolgendo i delitti non era nel suo stile. In quell'istante, Anzrag, imprigionato dall'Agenzia, riuscì a fuggire dalla sua capsula di contenimento e scatenò la sua furia sui detective.
Nello scontro Kaya e Kellan, supportati da Ezrim, riuscirono a ricatturarlo. Dopo che l'emergenza fu conclusa Agrus informò Kaya che sarebbe andato da solo in un luogo che gli avrebbe permesso di ottenere delle risposte e assicurò che sarebbe tornato prima della fine della scadenza. Tuttavia al posto del fantasma Boros fu Aurelia a tornare informando che Agrus era scomparso, che quello era un insulto eccessivo e che non avrebbe aspettato oltre nonostante mancassero ancora diverse ore.
La convocazione di Alquist[]
Kaya si allontanò dalla conversazione e incontrò Delney che le consegnò un messaggio che le diceva di andare da sola alla Cattedrale Karlov. Arrivata a destinazione la planeswalker trovò Alquist ed Etrata e condivise con loro le informazioni e le prove trovate con Kellan; il legame scoperto tra Teysa e i phyrexiani e l'attentato fallito contro Aurelia. Dopo che finì il detective disse che aveva capito chi era il vero responsabile e poteva anche dimostrarlo, ma prima di rivelare l'identità del colpevole aveva bisogno che lei lo aiutasse a organizzare un incontro con i capogilda e altri coinvolti negli omicidi a Vitu-Ghazi. Dopo che tutti gli ospiti arrivarono Alquist ed Etrata rivelarono la loro presenza e, superando perplessità e obiezioni, il primo ottenne il permesso di procedere da tutti i dieci rappresentati delle gilde, con Kaya che parlò a nome degli Orzhov. Prima di rivelare l'idenità del colpevole, il detective disse che l'assassino era già tra loro e che avrebbe interrogato tutti in privato. Kaya fu la prima, ma scoprì presto che si trattava di uno stratagemma che permise all'altro di ottenere la prova finale.
Il colpevole[]
Tornati dagli altri Kaya ascoltò in silenzio, mentre Alquist rivelò che il colpevole era Oba, l'unica su tutta Ravnica a poter creare il fiore il cui polline, una volta respirato, le permetteva di manipolava gli assassini che poi dimenticavano le loro azioni. Con orrore delle sue sorelle, la driade spiegò che stava semplicemente punendo coloro che considerava traditori di Ravnica durante l'invasione, ma quando parlò del crimine di Teysa venne interrotta da Etrata che rivelò che durante l'invasione l'erede dei Karlov aveva imparato la lingua degli invasori attraverso i morti che non erano stati completamente corrotti alla causa di Nuova Phyrexia prima di morire per Ravnica; aveva sfruttato la sua conoscenza per aprire un canale di comunicazione con gli invasori usando le loro stesse parole e dopo che fu in grado di comunicare in modo affidabile con loro, iniziò a incanalare le sue informazioni verso i difensori di Ravnica lavorando con i Dimir e usò gli spiriti al servizio degli Orzhov per spiare ogni movimento compiuto dagli invasori, rischiando di essere colpita dalla Phyresis.
Dopo la vampira anche altri parlarono facendole capire che aveva colpito degli innocenti e alla fine Cim e Ses provarono a convincerla a farsi aiutare da loro. Oba replicò che erano degli sciocchi e confessò che era da settimane che uccideva e che loro avevano notato le sue azioni solo dopo che aveva iniziato a colpire persone a cui tenevano. Aurelia dichiarò che l'avrebbe arrestata per i suoi crimini, ma l'altra spiegò che non poteva farlo perchè lei e le sue sorelle erano un unico essere, ma loro non avevano commesso nessun crimine e secondo le leggi del Patto delle Gilde erano innocenti e di conseguenza non poteva imprigionare nemmeno lei. Subito dopo Oba fece perdere i sensi alle sue sorelle e animò Vitu-Ghazi attaccando e ferendo gravemente Etrata per poi bloccare tutti con le sue radici. Usando la sua abilità Kaya evitò gli attacchi e affrontò la driade. Durante la battaglia, la planeswalker con l'aiuto di Etrata e di Teysa, tornata come spirito, riuscì a intrappolare Oba in una barriera dell'Agenzia. Ciò permise a Cim e Ses di riprendersi e rendere inattiva la loro sorella.
Caso risolto[]
Dopo che il caso fu risolto, Kaya parlò con Trostani che dichiarò che sarebbe entrata in meditazione lasciando i Selesnya sotto la guida di Emmara Tandris. La planeswalker parlò brevemente anche con Ral e Kellan, poi lasciò Vitu-Ghazi.
Tre giorni dopo Kaya assistette al funerale di Teysa in compagina della sua amica, chiarendosi con lei. La capogilda le assicurò che avrebbe fatto in modo che i Selesnya pagassero un prezzo altissimo come multa per la sua morte. Dal momento che aveva intenzione di continuare a guidare gli Orzhov come fantasma, Teysa consigliò Kaya di lasciare Ravnica per evitare problemi sulla successione. La planeswalker fu d'accordo, poi divenne incorporea e si abbracciarono. Quattro giorni dopo Kaya tornò all'Agenzia dove apprese da Kellan informazioni sulla scomparsa di Judith e che Alquist aveva assunto Etrata come sua assistente. Dopo aver salutato il suo amico, Kaya viaggiò verso Kaldheim.
Referenze[]
- Rappresentato in:
- Kaya l'Inesorabile
- Kaya, Cacciatrice di Geist
- Kaya, Ghost Assassin
- Kaya, Giustizia degli Spiriti
- Kaya, Flagello dei Morti
- Kaya, Sterminatrice Intangibile
- Kaya, Usurpatrice Orzhov
- Mostrato in:
- Al Lavoro
- Apparizione Riconoscente
- Assalto di Kaya
- Assaporare il Momento
- Assoluzione Eterea
- Astuzia di Kaya
- Caduta dell'Impostore
- Cammino della Cacciaspettri
- Chiamare una Testimone a Sorpresa
- Costrizione Improvvisata
- Esorcismo di Thraben
- Forma Spettrale di Kaya
- Forza Faziosa
- Furia di Anzrag
- Giuramento di Kaya
- Inconveniente Fatale
- Inseguimento Ostinato
- Ira di Kaya
- Regicide
- Ridestare - Ripicca
- Riunire la Squadra
- Sia Fatta la Fine
- Spectral Grasp
- Via all'Inseguimento
- Testi di colore:
- Acume di Dovin
- Ammazzavampiri
- Cancello della Gilda Orzhov
- Chiamata del Condottiero
- Corruzione Monumentale
- Mietitore di Scintille
- Pretendere Risposte
- Separazione dell'Anima
- Talismano della Gerarchia
- Teysa Karlov
- Vampiro di Vizkopa
- Geist Avido
- Udienza con Trostani
Galleria[]
Galleria
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Curiosità[]
- In La Guerra della Scintilla: Vendetta viene rivelato che Kaya ha meno di trent'anni durante la Guerra della Scintilla.
- Sempre nel libro si scopre che Kaya, per un motivo sconosciuto, non puù ufficialmente utilizzare il suo cognome.
- Dopo Jiang Yanggu e Wrenn, Kaya è la terza planeswalker a poter portare con sè su un altro mondo un essere vivente dopo la Riparazione.
- Kaya chiamò il suo defunto gatto "Janah" come il suo ex amante.
- Originariamente Kaya non faceva parte della storia di Innistrad: Promessa Cremisi e al suo posto doveva esserci Davriel Cane ma alla fine, per diversi motivi, venne scelta lei.
Collegamenti esterni[]
- Kaya
- 6 Questions You Might Have About Magic: The Gathering’s Kaya, Ghost Assassin Answered
- The Here and Vow, Part 2
- The Legends (and Characters) of Murders at Karlov Manor
Attuali | Chandra Nalaar • Teferi Akosa • Kaya
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Precedenti | Ajani Criniera d'Oro • Gideon Jura • Jace Beleren • Liliana Vess • Nissa Revane |