Magic: the Gathering Wiki
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Jodah è un potente arcimago di Dominaria discendente di Urza che ha assistito a molti degli avvenimenti più importanti del continente di Terisiare. Dopo la Riparazione divenne l'arcimago della nuova Accademia di Tolaria.

The Gathering Dark[]

Jodah nacque nel 413 AR, diverse generazioni dopo l'esplosione del Golgothian Sylex, che mise fine alla guerra dei fratelli. Nato in una famiglia benestante che discendeva direttamente dalla linea di sangue di Urza e Mishra, fondata da Kayla bin-Kroog, la moglie di Urza, dopo la guerra. Erano proprietari dei terreni agricoli di provincia di Giva, precedentemente conosciuta come Argivia e aveva molti membri importanti come Jarsyl. Col passare del tempo la richezza della famiglia cominciò a decimare e quando Jodah era ancora giovane, lui e i suoi genitori furono costretti ad abbandonare la loro proprietà.

Jodah divenne apprendista del mago errante Voska che gli donò un artefatto, lo specchio magico, un potente manufatto che avrebbe giocato un ruolo importante durante la sua vita. I due furono catturati dalla Chiesa di Tal, un'istituzione religiosa che credeva che ogni forma di magia rappresentasse il male. Jodah riuscì a fuggire e vagò nella regione per un po' nella speranza di riuscire a riunirsi con Voska. Durante i suoi viaggi per nascondersi da un gruppo di goblin si immerse nelle acque di una fontana antica e abbandonata (senza sapere che era la fontana della giovinezza). Le acque magiche della fontana rallentarono il suo invecchiamento, anche se sarebbero dovuti passare degli anni prima che Jodah ne comprendesse gli effetti.

Jodah scopri che la Chiesa di Tal aveva giustiziato Voska e decise di viaggiare accanto ad un'altra maga: Sima, che era diretta alla Città delle Ombre. A metà del viaggio però venne catturato dai tritoni che lo scambiarono con l'elmo di corallo di un umano misterioso, che portò Jodah al Conclave dei Maghi. Confuso dagli eventi ma felice di aver trovato un gruppo di maghi che potevano insegnargli altro sulla magia, Jodah superò il test di Mairsil, il governatore del Conclave e poté ufficialmente iscriversi alla comunità isolata di maghi.

A sua insaputa, Jodah era diventato parte degli intrighi tra potenti maghi. L'uomo misterioso che l'aveva portato al conclave era un ex-servitore di Ith, l'ex-governatore che era stato imprigionato da Mairsil in un pozzo sotto l'edificio. Mairsil pensava di potere utilizzare Jodah per aprire un portale per Phyrexia, un luogo che l'antenato di Jodah, Jarsyl aveva visitato e in cui Marsil era convinto avrebbe trovato e ottenuto un immenso potere.

Tutti i complotti vennero interrotti da un assalto della Chiesa di Tal, portati lì dalla maga Sima con cui Jodah aveva viaggiato e che preoccupata per lui lo aveva cercato dopo il suo rapimento. Jodah riuscì a liberare Ith dalla sua prigione, ma il vecchio mago ormai impazzito ebbe una furia omicida e causò con la sua magia la morte di Mairsil e del suo ex-servitore. Utilizzando lo specchio di Voska, Jodah riuscì a far tornare in sé il vecchio mago. I maghi del conclave insieme riuscirono a sconfiggere la Chiesa, ma il Conclave venne distrutto. Invece di ricostruirlo, i maghi seguirono Jodah alla Città delle Ombre.

The Eternal Ice[]

Nella Città delle Ombre, Jodah prosperò diventando arcimago e sposando Sima. Tuttavia la fontana della giovinezza aveva rallentato notevolmente il suo invecchiamento e così mentre quelli che amava intorno a lui morivano, lui rimaneva invariato. A causa di ciò, Jodah divenne preda del dolore e della disperazione e lentamente la sua mente discese nella follia. Per mantenere la sua sanità mentale, l'arcimago cominciò a conservare i suoi ricordi nello specchio, cancellando la sua memoria e quindi ripristinare i ricordi nella sua mente dopo aver rimosso il loro attaccamento emotivo grazie alla magia dello specchio. Visse così a lungo che gli fu dato il titolo di "Arcimago Eterno", continuò a supervisionare la Città delle Ombre per poi trasformarla nella Scuola dell'Invisibile.

Più di duemila anni dopo, durante l'era glaciale, Jodah venne rapito dalle cugine Gerda Aagesdotter, il suo secondo in comando presso la scuola e Gustha Ebbasdotter, il mago reale di Kjeldor, entrambe gelose dei suoi poteri. Lo consegnarono al necromante Lim-Dul, che confuse la mente di Jodah drogandolo col polline di Fyndhorn e facendogli credere che era una delle sue creature evocate per servirlo. Lo constrinse a compiere delle ricerche arcane per lui, in particolare informazioni su Shandalar e sui modi per uccidere un planeswalker.

Jodah venne salvato da una sua ex-apprendista, Jaya Ballard che non aveva mai fatto molta strada nel mondo dei maghi. Jodah era stato rapito prima di aver compiuto il suo normale rituale di memoria e tra i suoi dolorosi ricordi e il veleno del polline, l'arcimago stava impazzendo. Per aiutarlo, Jaya utilizzò un manufatto per evocare Freyalise per curarlo ed entrambi finirono così per essere in debito con la planeswalker elfica.

Avendo scoperto l'estensione dei piani di Lim-Dul, Jodah mandò Jaya a Kjeldor per avvertirli del pericolo. Ciò non fu facile per la piromante, poichè molti credevano che il necromante non costituiva una minaccia e altri pensavano che potesse diventare un alleato contro i barbari, proprio coloro con cui Jodah voleva che i Kjeldor si alleassero. Lim-Dul commise però l'errore di calcare troppo la mano, aveva infatti organizzato un organizzazione segreta, i cavalieri di Stromgald, per effettuare un colpo di stato. Grazie all'intervento di Jodah, Jaya, Gustha e Varchild, il colpo di stato fallì e la minaccia fu abbastanza grave da convincere re Darien della veridicità dell'avvertimento di Jodah.

Durante la primavera successiva, il conflitto raggiunse il culmine in una battaglia finale tra l'esercito di non-morti di Lim-Dul e l'alleanza tra Kjeldor e i barbari. Durante questa battaglia, Jodah duellò contro Lim-Dul, che gli rivelò che in realtà lui era una fusione tra Lim-Dul, un ex-soldato di Kjeldor e Mairsil, che aveva fuso la sua essenza nel suo anello di rubino che era poi stato trovato dal soldato. Jodah fu derubato della sua occasione di vendetta dalla comparsa di Leshrac, che era la fonte di gran parte dei poteri di Lim-Dul. Leshrac rimase contrariato dal modo in cui il necromante aveva utilizzato l'esercito di non-morti per attaccare Kjeldor, perché li voleva usare per invadere Shandalar. Dopo che la mano di Lim-Dul venne tagliata per punizione da Leshrac, il suo legame con Mairsil venne spezzato e lui venne sconfitto. Leshrac prese il suo corpo malandato e lo portò su Phyrexia per rigenerarlo.

Il giorno dopo, Jodah venne convocato da Freyalise che gli chiese in prestito il suo specchio per poter lanciare la Magia del Mondo che avrebbe messo fine all'era glaciale e avrebbe liberato i piani prigionieri all'interno dei frammenti dei dodici mondi.

Freyalise tornò da Jodah per ridargli il suo specchio, ma Jodah si sentiva diverso, in qualche modo alterato e da quel momento non ebbe più il coraggio di utilizzarlo nuovamente.

The Shattered Alliance[]

Vent'anni dopo, nella Scuola dell'Invisibile, Jodah ricevette la visita di Jaya, che l'arcimago non vedeva dalla guerra contro Lim-Dul. Jaya gli mostrò la mano mozzata e annerita del necromante e gli fece notare che il dito dell'anello di Mairsil era stato rimosso. I due temendo un possibile ritorno di Lim-Dul, decisero di mettersi in viaggio alla ricerca dell'anello. Durante il viaggio però, Jodah non poté fare a meno di notare che Jaya era cambiata rispetto a quando era più giovane e che si comportava in modo strano.

Durante il loro viaggio, Jodah contribuì ancora una volta a forgiare un'alleanza tra Kjeldor e i barbari contro le forze di Varchild che odiavano i barbari e tutti coloro che simpatizzavano per loro. Dopo che l'alleanza vinse la guerra, grazie ad una fusione dinastica, un matrimonio tra i loro eredi, Kjeldor e il popolo di barbari si fusero dando vita a quella che sarebbe diventata Nuova Argivia.

Quando alla fine i due raggiunsero Soldevi, Jodah scoprì la verità: il giorno dopo la battaglia contro Lim-Dul, Jaya aveva trovato l'anello e aveva deciso di portarlo a Jodah, ma commise l'errore di indossarlo, finendo sotto l'influsso mentale di Marsil. Controllata dal pretendente, Jaya colpì Jodah alla gola con un pugnale e usò il sangue dell'arcimago eterno per far rivivere una bestia di Phyrexia, Jodah miracolosamente si salvò da morte certa, con l'aiuto del suo specchio e combatté la posseduta Jaya, riuscendo alla fine a romperle lo specchio sul suo viso, liberandola dal controllo mentale di Mairsil. In seguito al trauma, Jaya ascese come planeswalker.

Jaya's Immolating InfernoART1

Jodah assiste all'ascensione di Jaya.

I due tornarono subito alla Scuola dell'invisibile ed insieme riuscirono a distruggere la bestia di phyrexia. Poi Jodah sigillò il pozzo senza fondo, un collegamento che Lim-Dul aveva creato tra la sua fortezza e la scuola dell'arcimago. Una volta finito tutto, Jaya salutò il suo maestrò e iniziò il suo viaggio nel multiverso.

Anche se Jodah e Jaya erano riusciti a sconfiggere la bestia di phyrexia, la Scuola dell'Invisibile era stata distrutta. Jodah capì (come Barl aveva capito prima di lui) che l'isolamento non era il percorso migliore dei maghi e decise di non ricostruire la scuola e con i maghi sopravvissuti viaggiò in altri continenti di Dominaria, optando per la diffusione di voci e bugie su sé stesso in modo che "Jodah l'Arcimago Eterno" potesse nascondersi dietro il mito e le leggende.

Altre Apparizioni[]

Trecento anni dopo la distruzione della Scuola dell'Invisibile, Jodah andò da Urza, che era tornato su Dominaria dopo la sua lunga assenza perché a causa dei frammenti dei dodici mondi, il planeswalker non poteva accedere a Dominaria. Urza voleva distruggere Phyrexia e preparare Dominaria per la loro invasione, ma Jodah vide che era completamente folle a causa di ciò che aveva fatto durante la guerra dei fratelli. Jodah parlò con lui e gli raccontò tutto quello che era successo su Dominaria durante la sua assenza, aiutandolo a ritrovare la ragione.

Durante l'invasione phyrexiana, Jodah non fu mai visto, ma venne menzionato da altri personaggi come vivo e sicuramento impegnato a distruggere la sua parte di phyrexiani.

Riparazione[]

In Caos Dimensionale, usando la divinazione, Jodah seppe dell'arrivo di Jhoira su Urborg e decise di aspettarla lì. Quando si incontrarono, inizialmente la ghitu lo scambiò per Urza, ma dopo averlo osservato meglio riconobbe l'arcimago eterno. Jodah offrì il suo aiuto a Jhoira nella sua missione di chiudere le fratture dimensionali in quanto i continui squilibri temporali alternativi stavano iniziando a causare l'inizio di una nuova era glaciale. Jodah avvertì anche Jhoira di un altro pericolo presente su Dominaria per quelli che erano come loro (immortali, ma allo stesso tempo mortali): il Re Tessitore. I due si misero alla ricerca di Venser che era stato catturato da Windgrace e lo trovarono con il marchio dei cacciatori del planeswalker sul viso. Windgrace entrò nella mente di Jodah per scoprire se era controllato mentalmente dal suo nemico. Dopo che Windgrace recuperò Teferi da Shiv, il gruppo venne portato dal protettore di Urborg nella cieca eternità per incontrare e consultare Freyalise sulla minaccia delle fratture temporali, perché oltre al freddo stavano iniziando a comparire phyrexiani modificati resistenti al freddo dalle fratture e stavano iniziando a invadere sia Urborg che Cielsudario. Jodah provocò Freyalise per farle ammettere che l'era glaciale stava tornando, cosa che la planeswalker elfica fece dopo averlo zittito con ira. I due planeswalker non si fidavano delle parole di Teferi. Entrambi decisero di allearsi ma di restare separati per proteggere meglio le loro terre. Prima di andarsene però, Freyalise chiese a Windgrace di concedergli l'assistenza di Jhoira causando il panico tra Teferi, Jodah e Venser che temevano per lei. Jhoira non poté rifiutare, ma prima di andare ascoltò i consigli di Teferi e di Jodah.

Dopo essere tornati a Urborg, Windgrace congedò Teferi e Jodah, ci fu un duello di sguardi da parte del dio pantera e del mago di Zhalfir, che permise a Jodah di fare un segnale a Venser che comprese. Jodah parlò per salutare i suoi amici interrompendo la sfida di Windgrace e Teferi e se ne andò.

Dopo essere arrivato ad un suo tunnel di teletrasporto, l'arcimago eterno venne raggiunto da Teferi che aveva capito le intenzioni di Jodah di andare a riprendere Jhoira a Cielsudario e gli disse che la ghitu aveva bisogno dell'ambulatore di Venser. Non fidandosi di Teferi a causa delle sue manipolazioni, Jodah inizialmente rifiutò, ma quando Venser comparve e l'arcimago gli spiegò il piano di Teferi, l'inventore disse che l'ambulatore sarebbe stato utile a Jhoira. I due elaborarono un piano per recupere l'ambulatore dai cacciatori di Windgrace e dopo esserci riusciti Jodah andò a Cielsudario tramite il tunnel di teletrasporto per poter dare all'inventore le giuste cordinate con un segnalatore.

Dopo essere arrivato a Cielsudario, Jodah premette il segnalatore di Venser e ricevette un caloroso saluto da parte di Freyalise, che usando la sua magia sbatté l'arcimago con forza contro diversi alberi prima di essere fermata dalle parole di Jhoira che le fece capire che se lei avesse ucciso Jodah, non avrebbe mantenuto la sua promessa di cercare Radha.

Nonostante il rude trattamento, Jodah disse a Freyalise che voleva aiutarla, il gelo stava tornando ed entrambi sapevano cosa lei avrebbe dovuto fare: l'incantesimo del Mondo. Le mostrò lo specchio che aveva creato lui, una copia perfetta del manufatto creato da Voska quasi quattromila anni prima, Freyalise prese lo specchio ma disse a Jodah che lui era in errore, lei non avrebbe potuto usarlo perchè facendolo, anche se il suo incantesimo avrebbe guadagnato più controllo, avrebbe perso forza fino a rivelarsi inutile.

Quando alla fine Venser comparve portò involontariamente con sé il Re Tessitore che prese il controllo dei tramutanti di Freyalise e il controllo dei phyrexiani e scatenò una guerra a Cielsudario. Freyalise accettò la sfida ma dopo aver distrutto molti nemici, capì infine che Teferi aveva ragione, il vero nemico era la frattura e lei doveva sigillarla. Nonostante le proteste di Jodah che l'aveva seguita, cercò di convincerla a non sacrificare la sua vita. Freyalise aveva ormai preso la sua scelta, mandò indietro Jodah con la sua magia dopo avergli detto che era dispiaciuta per la morte di Jaya poi si lanciò sulla frattura dimensionale.

Tornato al punto di partenza, Jodah incontrò Venser (libero dal controllo del Re Tessitore) e disse all'inventore che aveva convinto Jhoira ad andare. Venser gli disse che lo stava aspettando per andarsene insieme, l'arcimago gli disse però di andare poiché lui voleva restare per cercare di aiutare Freyalise. Comprendendo che l'arcimago sarebbe morto inutilmente se fosse rimasto, con uno stratagemma Venser lo costrinse ad usare il suo tunnel di teletrasporto spingendolo all'interno.

Jodah raggiunse Venser e Teferi nel laboratorio dell'inventore, infuriato con lui per essersi intromesso lo colpì con un pugno ma si placò dopo che gli disse che Freyalise era morta e comprese che lui non lo sapeva. Stanco di vedere gli altri morire senza poter fare niente, Jodah se ne andò ignorando le parole di Teferi che gli chiese di aiutarli, ma Jodah, guardandolo con rabbia gli rispose che sebbene lui discendesse da Urza era lui il suo vero erede, un manipolatore che non voleva il suo aiuto ma la sua completa dedizione. Teferi ribadì che in quel caso aveva ragione ma Jodah rispose che non aveva importanza e se ne andò.

Dopo che il pericolo delle fratture dimensionali terminò, Jhoira cercò Jodah di cui si era innamorata ed era ricambiata, ma quando lo trovò gli disse che sembrava diverso e Jodah confermò le sue parole in modo enigmatico. I due iniziarono a viaggiare insieme per Dominaria.

Dominaria[]

L'arcimago eterno[]

Alcuni anni dopo la Riparazione, Jodah divenne l'arcimago dell'Accademia a Tolaria Occidentale. Durante quel periodo lui e Jhoira si lasciarono.

Successivamente, accompagnato da Naban e altri maghi, accolse la seconda Cavalcavento. Jhoira spiegò che cercavano un cultista e lui li portò in un laboratorio, informandoli degli omicidi avvenuti all'interno dell'Accademia, causati da un agente della Cabala. Analizzando le informazioni capirono che l'assassino era ancora all’interno del laboratorio e Jodah li condusse in una grande camera circolare con alti scaffali. Lì trovarono uno studente di nome Thom, che si rivelò essere il cultista. Lo sconfissero e lo interrogarono.

Jodah si sentiva in colpa per quegli omicidi e Jhoira provò a consolarlo. Ma lui sapeva che poteva riaccadere e le chiese di restare per aiutarlo. Lei rispose che non poteva. Lui replicò che i due planeswalker che l'accompagnavano la stavano usando per i loro scopi e lei infuriata rispose che non era un'ingenua. Jodah disse che non poteva fermarla e andò via.

Dominaria Unita[]

Il vertice[]

Nel 4.562 AR Jodah partecipò al vertice di pace tra Keld e Benalia a Oyster Bay per mettere fine alle ostilità tra le due nazioni nella Ice Rime Hills. In quell'occasione si riunì con la sua allieva Jaya Ballard e i due si presero in giro a vicenda ricordardo il modo in cui si erano incontrati. Insieme a loro arrivarono anche Karn e Ajani che informarono i presenti del ritorno dei phyrexiani su Dominaria. Mentre Stenn, un nobile di Nuova Argiva, credette subito alle loro parole, Jodah, Jaya, Radha e Aron Capashen furono più dubbiosi, preferendo dare precedenza al vertice prima di iniziare qualsiasi ricerca. Un istante prima della firma, Teferi apparve nella stanza dei negoziati e informò che i phyrexiani erano stati visti su Kaldheim e Kamigawa confermando che erano nuovamente in grado di viaggiare tra i piani. Le sue parole bloccarono Radha e Aron dal firmare.

Il ritorno dei phyrexiani[]

Protect the NegotiatorsART1

Jodah difende i negoziatori.

Il giorno dopo Karn, Ajani, Jaya e Teferi portarono un uccello phyrexiano al vertice e nel momento in cui gli altri lo videro, gli agenti phyrexiani si rivelarono dando inizio alla battaglia. Jodah creò un campo di forza per proteggere i veri soldati di Benalia, ma Aron venne catturato e Ajani si separò dal gruppo per cercare di salvarlo. Radha disse a Jodah che Keld avrebbe combattuto al suo fianco per proteggere Dominaria, poi fuggì portando con sé tutti gli altri abitanti del piano della torre. Jodah, Jaya, Karn, Teferi e Stenn rimasero bloccati nella stanza con i phyrexiani, ma riuscirono a fuggire attraverso un portale aperto dall'arcimago eterno verso la Torre di Guardia di Nuova Argiva.

Temporary LockdownART1

Jodah e gli altri rinchiusi nella Torre.

L'agente dormiente[]

Dal momento che un phyrexiano era riuscito a seguirli attraverso il portale, il gruppo decise di cercarlo per distruggerlo all'interno della Torre. Riuscirono a uccidere l'intruso, ma Teferi venne gravemente ferito e scoprirono anche la presenza di altri phyrexiani.

TwinfernoART1

Jodah e Jaya inceneriscono i phyrexiani.

In quel momento Karn, che aveva messo alla prova tutti i suoi compagni, rivelò a Stenn una falsa posizione del Sylex e subito dopo il mago cambiò rivelando la sua identità di agente dormiente e trasmise l'informazione a Sheoldred. Sebbene sfinito, Jodah lanciò su Teferi un incantesimo di guarigione che fermò l'emorragia dell'altro. Dopo che Karn e Jaya uccisero Stenn, il golem d'argento usò l'amuleto donatogli da Ajani per chiamare la Cavalcavento e i quattro vennero portati in salvo sulla nave volante sotto il comando di Shanna Sisay.

Reclutare alleati[]

A bordo della Cavalcavento, Jodah ascoltò il piano di Karn per costringere i phyrexiani a una guerra aperta prima che diventassero più forti e convertissero più abitanti del piano, ovvero attirarli con ciò che desideravano ottenere di più: il Sylex, l'Impianto di Mana e il golem d'argento stesso. Il gruppo si divise e l'arcimago viaggiò a Yavimaya per reclutare alleati per la rinata Coalizione.

Jodah, the UnifierART1

Jodah recluta gli elfi di Yavimaya.

Arrivato nelle rovine di Kroog Jodah incontrò Meria e le parlò della minaccia phyrexiana e dell'importanza di combattere insieme per ottenere la vittoria a Shiv. La leader degli elfi rispose che doveva pensare prima alla sua gente e che non vedeva alcun motivo per cui i suoi guerrieri abbandonassero il vantaggio di combattere nella loro terra di origine. La loro conversazione venne interrotta dall'arrivo di un drago meccanico pilotato da Rona che iniziò a distruggere i Magnigoth. Jodah creò una barriera per proteggere gli elfi dal ruggito letale del drago e, mantenendo lo scudo attivo, seguì Meria e l'aiutò a recuperare un antico manufatto Thran che usarono sul loro nemico distruggendolo. Tuttavia Rona riuscì a scendere in tempo e iniziò a fuggire con gli elfi che iniziarono a inseguirla per catturarla. Jodah rimase con Meria che osservando i Magnigoth caduti commentò che centinaia di anni di vita erano stati persi in un solo istante. L'arcimago rispose che quella era la guerra e l'altra accettò la sua proposta di unirsi alla Coalizione.

Successivamente, Jodah comunicò con Karn per informarlo che lui e gli elfi di Yavimaya sotto la guida di Meria stavano arrivando, ma lo avvertì anche che aveva scoperto che c'era una spia nella nuova Coalizione.

Battaglia a Shiv[]

Dopo essere arrivati all'Impianto di Mana Jodah, Meria e le forze di Yavimaya si unirono agli altri membri della Coalizione nella battaglia contro i phyrexiani di Sheoldred per il controllo dell'Impianto.

Dopo che Ajani rivelò la sua natura di agente dormiente uccise Jaya, distrusse il Sylex e contribuì alla cattura di Karn. Tuttavia, la vittoria dei phyrexiani fu evitata grazie a Jhoira che attivò l'autodistruzione della struttura mettendo fine allo scontro. Le forze della Coalizione fuggirono grazie ai portali di Jodah, mentre Sheoldred, Ajani e Karn attraversarono il Ponte Planare tornando su Nuova Phyrexia da Elesh Norn.

In ricordo di Jaya[]

Nella tregua che seguì, mentre la notte raffreddava l'aria del deserto, Jodah osservò la devastazione del campo di battaglia. Aveva recuperato diversi oggetti tra cui lo Scrutinio Argentato e una ciocca dei capelli bianchi di Jaya. Teferi si avvicinò e gli disse che doveva mangiare e riposarsi ma l'arcimago replicò che lui e Jaya si erano riuniti da poco e non era ancora pronto a dirle addio. Jhoira si unì a loro e disse che avevano degli amici ancora in vita che avevano bisogno di loro e che dovevano scoprire i piani di Sheoldred. Jodah chiese come potevano vincere i phyrexiani senza il Sylex, ma non ottenne risposte e si limitò a restare dov'era. Jhoira si sedette accanto a lui, mise un braccio intorno alle spalle dell'arcimago per confortarlo e rimase con Jodah mentre Teferi si congedò.

Il giorno seguente Jodah, Teferi e Jhoira costruirono un monumento in onore di Jaya su Shiv con quattro piramidi bianche, ciascuna contenente i ricordi di coloro che le erano stati vicini e una fiamma sempre accesa. L'arcimago pronunciò il suo elogio con dolore mentre ricordava la sua più cara amica.

La Guerra dei Fratelli[]

Nella Torre di Urza[]

Alcune settimane dopo la distruzione dell'Impianto di Mana, Jodah si trasferì nella Torre di Urza insieme a Teferi e altri alleati planeswalker. Dopo che il mago del tempo tornò dall'ultimo dei suoi viaggi in cui aveva convinto Wrenn a unirsi a loro contro i phyrexiani, l'arcimago eterno andò dal suo amico e l'informò dell'arrivo di Elspeth Tirel e Vivien Reid. Prima di andare a riceverle Teferi disse che quando avrebbe usato l'Ancora Temporale non sarebbe stato raggiungibile e gli chiese di prendere il comando durante la sua assenza e Jodah accettò. Arrivati nella stanza da guerra, Jodah ascoltò il rapporto di Kaya: la Coalizione stava continuando a schierare le difese contro ulteriori attacchi a Dominaria; Kaldheim e Ixalan erano stati mobilitati; Jace stava facendo pressioni su Ravnica per il supporto delle gilde, Chandra era andata su Zendikar per contattare Nissa; una volta terminato il suo compito lì Saheeli intendeva guidare la difesa di Kaladesh e infine su Nuova Phyrexia i mirran erano pronti sotto la guida di Koth. Sentendo il nome del vulshok Elspeth chiese come facessero a sapere che era vivo e Kaya rispose che l'aveva appreso da Jace e spiegò che il loro obiettivo era un assalto al nucleo di Nuova Phyrexia e loro avevano intenzione di partecipare all'attacco una volta che fossero stati pronti, in modo da eliminare la leadership phyrexiana. Elspeth commentò che quella era una condanna a morte. Teferi le chiese di ascoltare il loro piano, ma l'altra rispose che in passato lei e Koth avevano cercato di fare esattamente quello che stavano proponendo ora ed era stato un fallimento. Dopo che finì di parlare la cavaliera uscì dalla stanza e Jodah la seguì per andare a parlarle dal momento che era evidente che fosse devastata dopo aver appreso del Completamento di Ajani.

Il generale fantasma[]

Jodah parlò a distanza con Jhoira attraverso la magia. Lei chiese se Teferi avesse ancora intenzione di tornare indietro nel tempo e lui spiegò che non avevano scelta. La loro conversazione venne interrotta da Saheeli e Kaya che avevano bisogno del suo aiuto. I due chiusero la comunicazione con Jodah, che le ricordò di salutarle Adeliz e Jhoira che gli raccomandò di prendersi cura di sé stesso. L'arcimago chiese quale fosse il problema e l'artefice spiegò che uno spirito stava sabotando l'Ancora. Jodah andò con loro sulla scena dell'incidente per dare le proprie impressioni e quando vide la sfera si lamentò di Urza, chiedendosi cosa avesse fatto. Kaya chiese di chi stesse parlando e l'altro spiegò che si trattava dell'uomo che aveva costruito la loro attuale base, il planeswalker che sconfisse i phyrexiani quando invasero Dominaria, che era stato l'insegnante di Teferi e per finire che era anche un suo antenato. Saheeli chiese informazioni sul manufatto e Jodah le rispose in modo evasivo. I tre decisero di eseguire un falso test dell'Ancora per costringere il fantasma a manifestarsi. Il loro piano funzionò e Jodah lo riconobbe come Sharaman, antico generale dell'esercito di Urza. L'arcimago gli disse che la sua guerra era finita millenni prima, ma l'altro replicò che non si trattava di vendetta: voleva impedire l'attivazione dell'Ancora Temporale perchè non voleva permettere a nessuno di ripetere gli errori che aveva fatto lui seguendo la via del Lord Protettore. Saheeli provò a ragionare con lui, ma lo spirito non l'ascoltò, costringendo Kaya a ucciderlo.

La dimensione tascabile[]

Dopo che le due planeswalker tornarono a concentrarsi sull'Ancora, Jodah prese con sé il manufatto che aveva riconosciuto come il Globo del Manto Stellato dal racconto che aveva sentito da Teferi. Era dispiaciuto di non aver rivelato tutta la verità sul globo, l'aveva fatto per proteggere le sue amiche, ma non gli piaceva mantenere dei segreti con i suoi alleati. Tuttavia, se qualcuno doveva mettersi a rischio per indagare su uno dei tanti piani di Urza, quello sarebbe stato lui. Studiò il globo e scoprì che conteneva una dimensione tascabile. All'interno trovò una libreria piena di numerosi manoscritti, di cui alcuni erano considerati perduti. Vide La Guerra delle Antichità scritto da Kayla bin-Kroog e notò anche i progetti per l'Eredità. Subito dopo, l'arcimago eterno incontrò i simulacri di Xantcha e Mishra che proteggevano il luogo e spiegarono che stavano aspettando Teferi. Jodah si presentò, poi chiese se il loro padrone avesse lasciato un messaggio e promise di consegnarlo a Teferi. Le sue parole convinsero i due costrutti e Mishra gli rivelò l'ultimo messaggio di Urza: "Mettiamo fine ai nostri conflitti. Non possiamo permetterci di differire ulteriormente."

Ricordare i caduti[]

Successivamente, Jodah e Chandra si raccontarono a vicenda storie su Jaya, inizialmente scherzando e ridendo per poi piangere per la sua morte. Videro Elspeth e la invitarono a unirsi a loro. La cavaliera disse che doveva studiare la mappa della zona per assicurarsi che tutto fosse in ordine e Jodah rispose che lì era tra amici convincendola a restare. Chandra spiegò che stavano celebrando Jaya nel modo in cui la vecchia piromante avrebbe voluto. Elspeth iniziò a parlar loro di Venser scoprendo che anche l'arcimago eterno lo conosceva, poi continuò che dopo decenni di combattimenti e morte sarebbe dovuta essere abituata alla perdita, ma non riusciva a sfuggire ai nomi di coloro che erano caduti per salvarla; di quelli il cui sangue era sulle sue mani a causa del suo fallimento nel proteggerli e confessò che i loro fantasmi infestavano i suoi sogni. Jodah replicò che per lui erano passati secoli ma che riusciva a resistere a malapena e davanti alla sua confusione spiegò che era vivo da quattromila anni circa anche se ne dimostra solo venticinque: ai suoi tempi aveva perso diverse persone che amava ma, nonostante l'enorme tempo trascorso, se chiudeva gli occhi riusciva ancora a vederle. Chandra intervenne dicendo che quella era una festa e che dovevano brindare a Jaya, Venser, Gideon e poi si fermò. Elspeth disse che poteva pronunciare il nome di Ajani ma la piromante rispose che non l'avrebbe fatto, che avrebbero salvato il loro amico e dopo avrebbero dato fuoco a ogni phyrexiano su qualsiasi mondo in cui li avessero incontrati. La cavaliera annuì, prese la brocca del vino e brindo insieme a loro.

Attacco alla Torre[]

Quando i phyrexiani individuarono e attaccarono la Torre, Jodah, Nissa e Wrenn vennero raggiunti da Elspeth che chiese alle altre due planeswalker di proteggere Teferi che stava usando l'Ancora Temporale per scoprire il segreto del Sylex mentre all'arcimago eterno di andare con lei per iniziare il contrattacco. Con l'aiuto di Jodah la cavaliera lanciò un potente incantesimo creato da Jaya con cui abbattè un enorme phyrexiano. Nonostante la vittoria i due videro che la Torre era ancora sotto attacco ma prima di poter tornare indietro vennero attaccati da Rona che ferì gravemente Jodah, ma che venne sconfitta da Elspeth.

L'Ancora danneggiata[]

Dopo che i phyrexiani vennero respinti, Jodah e Elspeth tornarno alla Torre e andarono nella stanza dell'Ancora Temporale dove si trovavano Saheeli, Kaya, Wrenn, Nissa, Jace Beleren e Nahiri che stavano parlando sull'imminente partenza per Nuova Phyrexia. Sentendo l'elfa dire che non potevano lasciare Teferi, (il cui spirito si era perso nel tempo ma il cui corpo era ancora vivo grazie al Sarcofago di Stasi dopo che la pietra del potere dell'Ancora era implosa), a morire da solo, Jodah rispose che non sarebbe stato solo e che non l'avrebbe lasciato morire: avrebbe lavorato per liberare Teferi mentre loro andavano nel mondo più orribile del multiverso. Avvertì l'intrusione telepatica di Jace e la bloccò dicendogli che non era il primo mago mentale che incontrava e confermò le sue intenzioni di salvare Teferi. Jace iniziò a spiegarsi ma Jodah rispose che non doveva preoccuparsi di essere educato ma di stare attento, per il bene dei suoi compagni.

Referenze[]

Rappresentato in:
  • Jodah, Arcimago Eterno
  • Jodah, l'Unificatore
Mostrato in:
Carte associate:
  • Codice di Jodah
  • Vendicatore di Jodah
Testi di colore:
  • Falcidiare
  • Globo di Zur
  • Manautoma di Recupero
  • Rivelazione Cosmica

Galleria[]

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Curiosità[]

  • Jodah ha oltre quattromila anni, ma ne dimostra solo venticinque.
  • Essendo un'arcimago, sa usare tutti e cinque i colori di mana, ma usa il mana nero solo se non ha altra scelta.
  • In Caos Dimensionale Jodah menzionò che Jaya Ballard era morta a causa della sua spericolatezza, perchè credeva erroneamente che fosse morta mentre l'altra era su Regatha. Scoprirà che si sbagliava in Dominaria, ma successivamente la vedrà morire in Dominaria Unita.
  • In Visione Futura la risposta che Jodah da a Jhoira, non fa capire se in Caos Dimensionale era presente un altro Jodah o se il suo cambiamento è la conseguenza della morte di Freyalise.
  • Jodah ha criticato alcuni planeswalker, perché crede che non vi sia senso nel salvare un piano dalla distruzione se poi si lascia morire le persone che lo abitano.
  • Oltre a essere il protagonista di alcuni libri, compare anche in alcuni fumetti.

Collegamenti esterni[]

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