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Fenax (Phenax) è il dio dell'inganno, uno delle divinità minori di Theros.

Dio dell'inganno[]

Fenax è il dio dell'inganno oltre che divinità dei trucchi e dei bugiardi. Governa il gioco d'azzardo, il tradimento, l'isolamento, la pianificazione e i segreti. Fenax è adorato dai criminali e da tutti coloro che vogliono sovvertire le regole. Fenax si presenta spesso nella forma di un uomo dalla figura slanciata, pelle grigia e vestito in abiti eleganti. Sul suo volto vi è posta la maschera d'oro, che lo identifica come il primo dei Risvegliati.

In grado di giocare qualsiasi ruolo la situazione richieda, Fenax è un attore perfetto. Col suo intuito e la sua arguzia è in grado di comprendere i desideri dei suoi bersagli, adattando il suo approccio alla situazione.

Fenax e gli altri dei[]

Non c'è da sorprendersi se il dio dell'inganno, dei segreti e dei tradimenti non goda dell'apprezzamento degli altri dei, tuttavia esistono o sono esistite delle relazioni di alleanza, ma mai di amicizia.

Atreo e Erebos lo detestano, un odio che Fenax continua ad alimentare con piacere. La sua esistenza di fatto prova che è possibile fuggire e ingannare sia il sovrano dell'Ade, che il dio del passaggio anche se si è un piccolo e indignificante mortale. Ancora furioso per l'inganno di Fenax, Erebos ordisce costantemente nuovi metodi coi quali torturerà il dio, se mai dovesse trovare un modo per ritrascinarlo nel suo regno.

Fenax trova Iroas e Eliod soffocanti e prepotenti. I due rappresentano ideologie diametralmente opposte alle sue e i seguaci di entrambi si impegnano a smascherare le sue trame. In risposta, Fenax fa di tutto per rovinare i loro progetti, sussurrando menzogne e instillando il dubbio nelle menti dei mortali.

Nessuna azione di Fenax ha tuttavia mai alterato lo status quo e fatto infuriare i suoi simili più del suo ovvio ruolo nella teogenesi di Xenagos. Le azioni del satiro hanno lasciato molti dei impossibilitati dal contattare i loro seguaci, causando il caos e il panico all'interno di Nyx. Muovendosi silenziosamente nel caos generatosi, Fenax ha avuto una miriade di occasioni per aiutare segretamente Xenagos a compiere il suo piano. Aiutare un altro mortale a divenire un dio fu, per Fenax, la sovversione definitiva dell'autorità.

Miti su Fenax[]

Il Percorso di Fenax[]

In origine Fenax era un mortale che, come tutti i mortali, morì e finì nell'Ade. Ma Fenax scoprì una via di fuga, sacrificando le sue memorie e la sua identità. Allora attraversò nuovamente le Rive che Accerchiano il Mondo, che lavò via la sua identità. Poiché privo di identità, Atreo non poté notare la sua presenza e Erebos non riuscì a trovarlo e non poté usare Mastix per riportarlo indietro. Quando riemerse, lo fece come primo dei Risvegliati. Col tempo, altri scoprirono il metodo da lui utilizzato, che è oggi conosciuto come Percorso di Fenax.

La Quercia Nera di Odunos[]

Prima che Odunos divenisse una necropoli, era una città pulsante di vita come Meletis o Akros. Quando la città cadde sotto l'esercito di Fenax, alcuni abitanti pregarono il dio di risparmiarli dalla frusta di Erebos. Non mancando mai dell'occasione di infastidire il dio dei morti, Fenax promise solennemente a coloro che implorarono pietà che non sarebbero finiti nell'Ade. Poco dopo, i Risvegliati che assediavano la città li massacrarono fino all'ultimo e il dio, fedele alla sua promessa, legò i loro corpi e anime a una grande quercia, rendendola un abominevole amalgama di non morti a guardia di Odunos e terrorizzando i viventi per l'eternità.

La Faida con Nylea[]

Una coppia di abili cacciatori, entrambi convinti seguaci di Nylea, stavano discutendo su chi dei due fosse il migliore con l'arco. Dopo un'infinito numero di sfide che li poneva abili in egual misura, la loro rivalità attirò l'attenzione di Fenax. Assumendo la forma di una ninfa, il dio li provocò entrambi, elogiandoli all'inizio, ma spronandoli con parole taglienti nello stesso momento, cosa che li rese impazienti e disattenti. Così, quando la ninfa propose loro una prova da bendati, i due accettarono senza nemmeno pensarci e una volta che ebbero gli occhi coperti, il dio li mise in posizione l'uno davanti all'atro, così che potessero colpirsi a vicenda. Nell'istante in cui scoccarono, Nylea notò l'inganno di Fenax e curvò le frecce moltiplicandole, così che il travestimento del dio venne meno, poiché colpito da una moltitudine frecce che lo bloccarono a un albero. Allora Nylea apparve dinnanzi al dio intrappolato, sfottendo il suo trucchetto e avvisandolo di non tentare mai più di ingannare i suoi seguaci. Allora se ne andò, lasciandolo a liberarsi dalle frecce che si erano conficcate in profondità, manovra che impiegò un'intera settimana a concludere. Mentre si liberava, Fenax orchestrò la sua vendetta e mentre alcuni pensano che l'abbia compiuta il giorno in cui maledì la ninfa preferita della dea, Arasta, altri suppongono che la sua vendetta sia appena iniziata.

La caduta di Iretis[]

Completamente invisibile, Fenax si trovava nella sala del trono di Iretis. Quando un vecchio servitore entrò portando a re Kedarick la notizia della morte di sua moglie e di sua figlia uccise per mano dei leonid, sentì l'urlo di disperazione del mortale e assistette con interesse mentre si toglieva la vita. Il dio guardò il vecchio ancora in piedi mentre la sua immagine lentamente spariva; a posto dell'illusione dell'umano comparve un essere dall'aspetto orribile che galleggiava sopra il corpo del re. Fenax l'aveva già incontrato una volta, lui aveva chiamato se stesso Ashiok. Fenax divenne visibile e chiese se la famiglia del re era veramente stata uccisa. La maggior parte dei mortali sarebbero caduti in ginocchio sentendo la potenza della sua voce, Ashiok si limitò semplicemente a guardarlo, poi rispose che non lo sapeva con certezza, ma dal momento che si trovavano in viaggio per arrivare a Iretis e con le situazioni attuali era difficile che fossero sopravvissute. Il planeswalker chiese poi se gli importava davvero saperlo. Fenax fu sorpreso di rendersi conto che era davvero curioso, apprezzò il trucco di Ashiok ma gli diede un avvertimento: disse che non era preoccupato per il loro accordo, ne per le sue abilità e di non presumere troppo con lui, altrimenti lo avrebbe cancellato dall'esistenza. Alzò la voce alla fine e questa volta Ashiok galleggiò un po' indietro a capo chino in segno di servilismo. Il tessitore di incubi si scusò replicando che non voleva offenderlo e che semplicemente non si era aspettato la sua domanda e non era abituato a farsi cogliere di sorpresa. Le sue parole furono dette in tono setoso e preciso senza essere troppo untuose, il segno che un buon ingannatore come Fenax conosceva perfettamente. Tuttavia, era molto soddisfatto, voleva una terza città per i Risvegliati, per realizzare i suoi piani a lungo termine. Aveva scelto Iretis perché era una città-stato minore, ne troppo potente o notabile e soprattutto priva della protezione di uno della sua razza. Aveva bisogno di non essere coinvolto principalmente nella sua caduta per evitare che nessuno dei suoi fratelli potesse accusarlo di indebita influenza. Dopo essere stato a lungo in silenzio disse che non c'era alcuna possibilità che il regno rinascesse. Ashiok rispose che i leonid stavano già saccheggiando la città e che la loro sete di sangue era cosi grande che entro un giorno non ci sarebbe più stato un solo abitante in vita. Continuò dicendo che i leonid non avevano intenzione di rimanere in città e che presto sarebbe tornati alle loro case. Disse che avrebbe lasciato alcune delle sue creazioni per eventuali ritardatari o avventurieri coraggiosi. Affermò che le tre principali città: Akros, Setessa e Meletis non volevano avere niente a che fare con la caduta di Iretis, concluse cha la città era completamente sua. Fenax gli disse che aveva compiuto bene il suo compito e che era soddisfatto. Il dio chiese quindi cosa desiderasse da lui. Ashiok rabbrividì e rispose che aveva tanto di ciò che voleva, Theros era un mondo meraviglioso, pieno di possibilità. Disse che per tanto tempo aveva cercato di perfezionare la sua arte: tirare gli incubi fuori dalla mente dei sognatori e renderli reali, ma, aggiunse che su Theros gli incubi ambiziosi prendevano vita. Perché doveva limitarsi a semplici creazioni corporee quado poteva prendere le più oscure paure di un uomo, la stessa rovina delle sue speranze e del lavoro di una vita per creare un incubo vivente. Terminò affermando che aveva costruito un bel sogno per Iretis, ma che aveva un arte ancora più grande da raggiungere poi si chinò per sussurrare al dio ciò che voleva. Fenax decise quasi di porre fine alla vita di quel mortale, ma poi si trattenne incuriosito, sentì la richiesta di Ashiok e per la seconda volta quel giorno fu sorpreso. Gli chiese se fosse veramente sicuro di ciò che chiedeva e in risposta Ashiok gli chiese di guardarlo davvero e poi cosa vedesse. Fenax dio dell'inganno e della menzogna, osservò in profondità l'essenza mortale di Ashiok, poi rise, una risata che echeggiò per le rovine della città facendo fermare per un istante gli scontri. Fenax non rideva in quel modo da un lungo periodo di tempo. Disse che gli avrebbe concesso il suo desiderio, poi lasciò Ashiok e il cadavere del re nella sala del trono, la sua risata continuò a echeggiare sulle pareti mentre lui spariva.

Referenze[]

Rappresentato in:
  • Fenax, Dio dell'Inganno
Mostrato in:
  • Nyktos, Santuario di Nyx
  • Soffocare Ogni Speranza
Carte associate:
  • Discepola di Fenax
  • Discepola dell'Inganno
Testi di colore:
  • Benedizione Insidiosa
  • Colpo Astioso
  • Gettare nell'Oscurità
  • Hybris
  • Quercia Nera di Odunos
  • Ritorno del Servitore

Galleria[]

Curiosità[]

  • Come tutti i risvegliati, anche Fenax ha dimenticato il suo passato e desidera ricordare la sua vita precedente, ma per trovare le risposte dovrebbe scendere nell'Ade e affrontare Erebos.
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