Elspeth Tirel è una cavaliera umana planeswalker che usa il mana bianco, originaria di Capenna, successivamente ascesa ad arcangelo.
Descrizione[]
Cavaliera Arcangelo[]
La sua specialità sono le magie di comunione e protezione: incantesimi in grado di radunare armate devastanti. Cerca un mondo da chiamare casa per non viaggiare più attraverso il multiverso. La sua ricerca sembrò finire su Theros dove divenne la campionessa del dio Eliod. Compì numerose imprese e uccise il falso dio Xenagos salvando la sua nuova casa, ma alla fine venne tradita e uccisa dalla sua stessa divinità. Finì nell'Ade, ma a causa di Ashiok, si destò dal suo sonno e dopo diverse avventure riuscì a fuggire tornando nel mondo dei vivi. Grazie ad Ajani giunse nella città di Nuova Capenna, sul suo mondo natio, dove impedì a Ob Nixilis di prendere il controllo della metropoli e scoprendo anche come la città sopravvisse all'invasione dei phyrexiani. Si unì alla squadra di planeswalker pronti a sferrare un attacco su Nuova Phyrexia coordinandosi coi Mirran ma successivamente scomparve insieme al Sylex dopo che la missione fallì. Nello spazio tra la vita e la morte, Elspeth ottenne consapevolezza di sé e grazie alla visione di Serra ascese ad arcangelo e tornò in battaglia contribuendo a mettere fine all'Invasione di Nuova Phyrexia.
Storia[]
Adolescenza[]
Nacque sul piano di Capenna, in una prigione phyrexiana molto al di fuori della grande metropoli. Ha vissuto come prigioniera insieme a molti altri esseri del piano che venivano torturati dai phyrexiani, senza avere idea di cosa ci fosse al di fuori di quel mondo di terrore e dolore. Quando venne il suo turno e il carceriere si avvicinò a lei, Elspeth rispose istintivamente con un potente incantesimo, ascese e viaggiò nella cieca eternità. Aveva solo tredici anni, e soffrendo molte avversità, trascorse alcuni anni a cercare un mondo da chiamare casa.
Fra i vari piani da lei visitati vi fu Theros, dieci anni prima degli eventi del Blocco di Theros, quando Elspeth assistette alla battaglia tra Eliod e Purforos. La giovane planeswalker prese la spada del dio della fucina quando essa cadde nel regno dei mortali. Nel breve periodo che rimase sul piano incontrò Daxos e attirò su di sé l'attenzione di Eliod, tuttavia, sopraffatta e impaurita dalla presenza del dio del sole, fuggì dal piano portando la spada con sé. Alla fine trovò il frammento di Bant.
Alara Unbroken[]
Su Bant, Elspeth trovò quello che aveva sempre cercato e che mancava nella sua vita: la comunità, l'amore e soprattutto la pace. Si Stabilì a Valeron e a diciassette anni iniziò la sua formazione come scudiero. Dopo soli tre anni venne nominata cavaliere, la più giovane di tutta Valeron. I suoi compagni cavalieri non erano a conoscenza delle sue potenzialità di planeswalker o delle sue origini, né del suo reale potenziale magico che mantenne segreto anche al suo amico scudiero Aran. Se qualcuno le domandava qualcosa sul suo passato rispondeva in modo vago affermando semplicemente che non era originaria di Valeron.
Due anni dopo che aveva usato l'ultima volta le sue capacità, la sua pace iniziò ad andare in frantumi quando trovò Ajani ferito e privo di conoscenza vicino al suo accampamento. Elspeth lo portò dai monaci rhox per farlo curare e quando il planeswalker si riprese, lei pensò di aver trovato uno spirito affine e cercò di convincerlo a restare su Bant. Dopo un confronto con Ajani capì però che si sbagliava, il leonid le disse che i loro mondi erano molto più vicini di quanto pensasse e prima di andarsene la mise in guardia su qualcosa di oscuro che stava arrivando.
Dopo l'avvertimento di Ajani, Elspeth sentì delle voci angoscianti e andò in cerca di prove col suo scudiero Aran. I due arrivarono ad un monastero rhox e lo trovarono invaso dai non-morti di Grixis. Quando li vide, Elspeth capì che Ajani aveva ragione e dopo averli sconfitti, partì insieme ad Aran per ritornare a Valeron per avvisare gli altri. Durante la strada Aran venne attaccato da un demone e per salvarlo Elspeth usò la sua magia lasciando il suo scudiero sorpreso e ignorando le sue domande sulla manifestazione del suo potere. I due tornaro in tempo per partecipare alla battaglia, cavalieri e angeli di Bant contro orde di non-morti e demoni di Grixis. Elspeth ignorò le parole di Aran di usare la sua magia in quanto voleva difendere Bant come suo cavaliere, ma quando l'esercito di Grixis sfondò le difese di Bant, Aran venne ferito gravemente e vedendo il suo amico morente qualcosa si ruppe dentro Elspeth che usò la sua magia per riportarlo in vita per poi scatenare tutta la sua magia polverizzando tutti i suoi nemici e conquistando la vittoria. Tutti i membri del castello la guardarono con rispetto e ammirazione ma lei vedeva nei loro occhi solo aspettative e accuse. Sentendo di averli in qualche modo traditi si tolse i suoi sigilli, sentendo che erano un peso troppo grande da portare.
Il suo rango non era cosi semplice da rifiutare però, Elspeth guidò il suo plotone sotto gli ordini del cavaliere generale Rafiq, nella battaglia di Jhess per scacciare le truppe d'invasione di Esper guidate da un mago. Venne ferita e le venne proibito di continuare a combattere in prima linea ma lei rifiutò di lasciare Bant e per aiutare i suoi compagni decise di interrogare il traditore Gwafa Hazid per scoprire chi aveva manipolato i fatti dietro la distruzione del castello di Guglia Dorata, che ha segnato l'inizio dei problemi per Bant. Ciò che apprese la scioccò e decise di andare al castello per aiutare a difenderlo, alla fine assistè Rafiq nel suo scontro contro Malfegor aiutandolo ad ucciderlo e mettendo cosi fine alla parte di Bant nel Conflux.
Nonostante avesse combattuto duramente per coloro che amava, i sentimenti di Elspeth per Bant erano cambiati, la sua semplice vita non esisteva più, Bant riunito agli altri frammenti non era più il paradiso di mana bianco che aveva trovato, Alara non era il suo mondo. Lasciandosi dietro la sua spada e l'armatura, abbandonò il piano.
Blocco di Cicatrici di Mirrodin[]
Raccogliere le Forze[]
Per sfogare il suo dolore e la sua rabbia, Elspeth si impose un esilio su Urborg su Dominaria e per guadagnare soldi per vivere e per soddisfare la sua furia divenne una gladiatrice dell'Arena della Fortezza utilizzando la sua esperienza come cavaliere per vincere facilmente. Affrontò Koth anche se questi non voleva combattere, ma Elspeth non gli dava tregua. Alla fine nell'arena fra gli spettatori apparve Ajani che chiese ad Elspeth di deporre la sua arma. L'aspetto di Ajani distrasse Koth ed Elspeth ne approfittò colpendolo di striscio al braccio rivelando cosi il marchio di Phyrexia. Vedendo quel simbolo la donna si infuriò dicendogli "nulla che abbia quel marchio è degno di vivere" e in preda ad una furia cieca si scagliò su di lui per ucciderlo. L'attacco di Elspeth venne fermato dal tempestivo intervento di Ajani "non c'è onore in questo" le disse il suo vecchio amico convincendola ad abbandonare l'arena.
In seguito, Ajani disse ad Elspeth che era riuscito a trovarla grazie ad Aran e che l'aveva cercata per chiederle di tornare su Alara per aiutarlo a salvare il piano dalla minaccia dei non-morti, ma lei gli rispose dicendogli che Bant era persa per sempre e che Alara non era la sua casa e che non voleva combattere una guerra persa in partenza. Rattristato dalla sua mancanza di speranza Ajani accettò ugualmente la sua scelta ma prima di andarsene gli consegnò la sua spada e l'armatura che lei aveva abbandonato su Bant.
Dopo la partenza di Ajani, durante la notte Elspeth incontrò Koth che le disse di non essere corrotto e le chiese informazioni sul suo marchio e poi le disse che "Phyrexia si è impossessata del mio piano se sai cosa significa allora sai perché devo fermarli". La mattina dopo i due planeswalker esplorarono le rovine di una tomba phyrexiana e anche se al suo interno non c'era nulla, nella sua mente Elspeth rivide incubi del suo passato che la terrorizzarono e la spinsero a fuggire. Koth la ritrovò e le chiese di andare con lui alla Tomba dei martiri, lì il geomante le regalò delle gemme e le disse di imprigionare in loro le sue paure ma lei rispose che il passato non è cosi facile da dimenticare.
In seguito Elspeth accompagnò Koth nella sua ricerca di Venser e nel laboratorio dell'inventore i due rimasero sconvolti nel vedere un componente di metallo phyrexiano incompleto ma migliorato dall'inventore nel tentativo di creare una nave per i viaggi planari. Quando divenne ovvio che Venser non comprendeva i poteri ed i pericoli con cui "stava giocando", Koth si infuriò e chiese all'inventore di indossare il suo elmo che un secondo dopo trasformò in una maschera di pietra e gli disse che lo avrebbe rimosso solo dopo che lui fosse arrivato su Mirrodin.
Elspeth rimase scioccata dalla reazione violenta del vulshok che le rispose dicendole che non aveva scelta e che le chiese di aiutarli a combattere Phyrexia per espiare il suo errore: essere fuggita.
Sfregiato[]
Elspeth seguì Koth su Mirrodin e insieme a Venser ascoltò gli avvertimenti del vulshok sui pericoli del piano anche se lei e l'inventore non notarono niente di pericoloso. Venser si lamentò con Koth per i suoi modi ma venne interrotto da Elspeth che chiese quando potessero iniziare a sterminare i phyrexiani. Koth usò la sua magia per spostarsi più velocemente insieme ai suoi alleati, dicendo che un suo amico stava raccogliendo informazioni per lui ma invece di trovarlo osservano con sgomento l'espansione del mephidross per poi venire attaccati da un gruppo di nim. I tre riuscirono a vincere ma Elspeth viene perseguitata nuovamente dai suoi dolorosi ricordi e disse ai suoi alleati di non poter proseguire con loro.
La ragazza venne ospitata da una donna vulshok con cui ebbe una discussione sui pericoli che minacciavano Mirrodin, la donna rimproverò Elspeth dicendole di non parlare dei pericoli di morte, ma semplicemente di parlare. Le parole della donna scossero Elspeth che andò alla ricerca dei suoi compagni e li ritrovò in tempo per salvarli dai phyrexiani. Nuovamente insieme i tre planeswalker raggiunsero la torre di Ish Sah pronti a mettere fine alla guerra ma senza sapere cosa li aspettasse in realtà.
La Ricerca di Karn[]
A Ish Sah, Elspeth, Venser e Koth assistettero alla nascita di un esercito phyrexiano pronto a invadere la superficie. Vedere cosi tanti phyrexiani riportò nella mente di Elspeth ricordi della sua prigionia, di quando venne catturata e di quando riuscì a fuggire. Dopo diverse ore l'esercito passò e i tre compagni entrarono nella torre seguendo un myr (che era stato mandato da Tezzeret per guidarli). In una stanza, incontrarono dei phyrexiani, Elspeth ne uccise molti ma il trio era in inferiorità numerica e furono costretti a fuggire attraverso un pozzo di carne. Quando uscirono dal pozzo, incontrarono Ezuri, leader di una banda di ribelli Mirran. Mentre Venser insisteva sul continuare a cercare Karn, Ezuri disse loro che non poteva permettergli di andare oltre e rivelò che l'invasione di Phyrexia gli aveva procurato un grande profitto, catapultandolo in una posizione di leader eroico a cui era restio a rinunciare. Quando Elspeth minacciò Ezuri, l'elfo e i suoi seguaci indietreggiarono per poi fuggire dopo una dimostrazione di magia da parte di Venser. Il trio proseguì verso il nucleo di Mirrodin fino a incontrare un soddisfatto Tezzeret.
Tezzeret portò i compagni in una sala operatoria dove Elspeth si adirò per la vista dei phyrexiani che facevano esperimenti sulle creature. Nella sua furia li distrusse tutti. Il gruppo liberò una mirran nata senza alcun metallo sul corpo, una reietta di nome Melira e Tezzeret disse loro che lei era il suo dono per loro e che era immune all'olio di Phyrexia. L'artefice se ne andò. Durante i viaggi successivi, Elspeth divenne molto protettiva nei confronti di Melira, il gruppo iniziò a viaggiare indietro verso la superficie, ma furono attaccati da una massiccia forza phyrexiana. Durante la battaglia i phyrexiani si concentrarono su Elspeth poiché la donna aveva ucciso così tanti nemici da creare intorno a lei un mucchio di cadaveri che la nascondevano alla vista dei suoi compagni. La manifestazione di forza della donna spinse Venser a pensare di essere fortunato a non essere sulla lista delle cose che odiava.
I compagni alla fine raggiunsero la Fornace, dove i phyrexiani stranamente ignoravano qualsiasi mirran e incontrarono nuovamente Ezuri e la sua banda. Il loro precedente incontro venne dimenticato perché Melira dimostrò di avere la capacità di guarire coloro che erano infettati dall'olio. La mirran guarì tutti coloro che erano al campo, ciò richiese diversi giorni mentre Elspeth aspettava con lei nella tenda, parlandoci. Una volta che tutti nel campo furono guariti, Ezuri riunì un consiglio per guadagnare più influenza invitando Melira a restare con loro mentre sottilmente diceva al trio di andarsene. Melira disse che sarebbe andata con i suoi compagni nel nucleo di Mirrodin per cercare di trovare Karn. Mentre stavano per partire però, il campo venne attaccato dai phyrexiani di Tezzeret e il gruppo riuscì ad evitare la battaglia seguendo una guida di metallo di cui solo Elspeth si fidava. Dopo molte stanze e strane caverne il gruppo incontrò due angeli corrotti di phyrexia che Elspeth uccise. Durante la battaglia però Koth si arrabbiò con loro per la loro mancanza di progressi e per il fatto che stavano ignorando la guerra in superficie, il vulshok prese Melira e lasciò i due da soli con la guida.
Dopo che Koth scomparve, i due furono attaccati da un orda phyrexiana che Elspeth distrusse, ma quando l'ultimo nemico morì, ne comparvero altri. Erano troppi e alla fine i due furono sconfitti. Rimasero in vita grazie agli ordini di Tezzeret che li voleva vivi. I due vennero portati via. Mentre i loro carcerieri stavano per aprire una porta, Koth e Melira ricomparvero e salvarono i loro compagni. I phyrexiani compresero che i loro prigionieri erano fuggiti e iniziarono l'inseguimento. Venser creò un esplosivo di metallo per sigillare temporaneamente la parete e bloccare i phyrexiani che però, guidati da Glissa riuscirono a sfondare il tunnel. Mentre l'elfa li schernì, comparve Tezzeret insieme alle sue forze ed iniziò a dare battaglia a Glissa dando la possibilità al gruppo di fuggire verso la sala del trono. Lì incontrarono Karn e Melira gli purificò il corpo. Non poteva però purificare il cuore, poiché era completamente corrotto dall'olio. Fu allora che Venser fece l'estremo sacrificio, essendo malato e consapevole che non sarebbe vissuto ancora a lungo, teletrasportò il suo cuore nel petto di Karn curando il golem.
Tornato in se, Karn parlò con Elspeth. La donna gli disse che non poteva distruggere i phyrexiani da solo e Karn le rispose che lo sapeva ed era per questo motivo che aveva bisogno del loro aiuto. Le chiese di iniziare ad organizzare la resistenza insieme a Melira in modo che insieme avrebbero potuto purificare nuovamente Mirrodin. Il gruppo lasciò la sala del trono e si diresse in superficie per iniziare la guerra.
Tra Mirrodin e Theros[]
La bomba di mana[]
Dopo che Karn li lasciò per andare a controllare altri piani che erano stati infettati dall'olio, ci fu una possibilità per la resistenza: i pretori litigavano tra loro per la supremazia, anche se tutti e cinque disprezzavano Tezzeret. Gli informatori scoprirono che Elesh Norn aveva conquistato i domini di Urabrask e Sheoldred, così i mirran concentrarono le loro energie per distruggere la leader della fazione bianca, ma per ogni vita che salvavano ne perdevano cento. La vita su Nuova Phyrexia era diventata una malattia al di là della comprensione, eppure la resistenza continuò a combattere fino al giorno della loro sconfitta. Elspeth e Koth vennero separati da Melira e i suoi custodi. Elspeth non sapeva se fossero stati catturati, Koth li cercò ma non riuscì a trovare alcuna traccia di loro. Trovò però una bomba di mana nella nuova sala del trono. I mirran la modificarono utilizzando gli appunti di Venser. Elspeth vedendo ciò che avevano ottenuto non poté fare a meno di sentirsi felice del fatto che Venser fosse morto prima di completare la sua nave planare.
I due planeswalkers continuarono a combattere e scoprirono che i pretori si sarebbero radunati nella sala del trono per scegliere un nuovo padre delle macchine, Elspeth era sicura che anche Tezzeret sarebbe andato, ma l'unica cosa che aveva importanza era il fatto che i cinque pretori sarebbero stati tutti nello stesso posto, era la loro ultima possibilità per danneggiare seriamente Nuova Phyrexia. Tuttavia non poteva fare a meno di chiedersi se ci fosse ancora qualcosa da salvare. Koth le rispose che anche se non poteva esserci vittoria avrebbe continuato a combattere per sempre. I due decisero di usare la bomba per fare esplodere la sala del trono.
Riuscirono a entrare durante la notte, ma vennero scoperti. Sigillarono la porta, ma sapevano che era solo questione di tempo prima che i phyrexiani riuscissero a entrare. Koth si voltò verso di lei e le disse di andarsene, ma lei replicò che il suo posto era lì a combattere con lui. Il geomante ripeté le sue parole e lei gli disse che non c'era più una casa in cui tornare. Lui rispose che poteva trovare un luogo per riposare o un altro campo di battaglia ma non su Nuova Phyrexia. Poi, usò la sua magia su di lei bloccandole le gambe e dandole una scelta: fuggire o morire. La planeswalker comprese che il suo amico stava cercando di salvarle la vita, ma lei non voleva sopravvivere e lo odiò per avergli tolto la possibilità di morire sul campo di battaglia. Koth usò la sua magia per creare un muro per proteggerla, poi proseguì nella sua missione. Elspeth vide i phyrexiani distruggere la sua protezione, uno di loro riuscì a colpirla prima che lei riuscisse a sollevare la spada, chiuse gli occhi e nel buio della sua mente rivide il cielo notturno di Theros, ricordò Eliod, il dio del sole che aveva visto il giorno in cui ricevette la sua spada, che proveniva da quel piano. Sentì che voleva disperatamente trovarsi lì. Poi sentì l'esplosione e mentre viaggiava nella cieca eternità ripensò alla divinità del sole e si ritrovò su Theros.
Lettera ad Ajani[]
Arrivata su Theros in una palude, vicino a una grotta utilizzata come tempio, gravemente ferita, Elspeth venne curata da alcuni sacerdoti serpenti che non le chiesero né da dove venisse, né compenso per le loro cure. Quando si riprese le dettero un carboncino e un foglio di pergamena. Elspeth comprese che volevano scrivesse una preghiera per ringraziare gli dei, era già stata su Theros una volta, prima di trovare Bant. Non sapendo cosa scrivere visto che non comprendeva la natura delle divinità, decise di scrivere una lettera ad Ajani, anche se era consapevole che non l'avrebbe mai letta, per raccontargli ciò che era successo su Mirrodin. Scrisse che Koth le aveva detto che lo aveva incontrato nuovamente prima di andare da lei dopo il loro combattimento nell'arena su Urborg, anche se non gli aveva spiegato le circostanze del loro incontro. Sperava che non fosse andato su Mirrodin a cercarla, ma che almeno fosse consapevole di quello che era successo. Continuò scrivendogli della guerra e di come infine Koth, che lei credeva morto, l'avesse costretta a scappare. Scrisse di Theros e delle sue divinità e di voler rimanere fino a quando avesse compreso la natura del piano e degli dei. Desiderava liberarsi dai ricordi di dolore e della solitudine. Se avesse visto nuovamente il volto di Eliod gli avrebbe chiesto di dargli la tranquillità, la pace e il riposo. Concluse scrivendo che se un giorno avesse sentito la sua storia sapeva che non l'avrebbe mai giudicata. Quando finì, arrotolò il messaggio dentro una bottiglia che poi gettò nella palude, una consuetudine per le preghiere dei fedeli di Farika. Poi si riposò sperando di recuperare le forze e cercare un nuovo inizio da qualche parte su Theros.
Blocco di Theros[]
Theros: Godsend, Parte 1[]
Ripresasi dalle ferite della battaglia su Mirrodin, Elspeth iniziò il suo viaggio su Theros sperando di trovare un posto dove avrebbe potuto conoscere gli dei e comprendere le loro capacità. La sua ricerca la portò a Akros, dove si unì a un gruppo di mercenari per guadagnarsi un posto all'interno della città. La sua presenza non passò inosservata per via della sua spada. Quando Eliod la trovò nel suo tempio, cercò di ucciderla, ma venne respinto dalla magia della planeswalker. Minacciato dal suo potere e dalla spada, il dio del sole trasformò la lama in una lancia: la Nemesi degli Dei e le ordinò di farsi strada nel suo tempio principale a Meletis.
Il viaggio di Elspeth non fu facile perché la maggior parte degli dei del piano, manipolati in segreto da Xenagos, cercarono di ottenere per sé stessi l'arma della planeswalker. La carovana su cui viaggiava affrontò un pericolo dopo l'altro. A causa del loro cieco desiderio e delle loro paure, le divinità finirono quasi per distruggere gran parte del piano. Tutto finì quando Krufix parlò ordinando agli dei di tornare su Nyx, impedendo loro di andarsene per evitare che danneggiassero ulteriormente il regno dei mortali.
Arrivata a destinazione, Elspeth incontrò Polikranos, una possente idra che aveva già ucciso molti guerrieri. La planeswalker lo affrontò e con l'aiuto di Daxos, riuscì dove tutti gli altri avevano fallito: uccise Polikranos. La sua eroica impresa le assicurò un posto nel tempio di Eliod a Meletis come campionessa del sole.
Journey into Nyx: Godsend, Parte 2[]
Dopo la vittoria su Polikranos, Elspeth passò alcuni mesi a imparare ciò che i sacerdoti di Eliod dovevano insegnarle, ma sopratutto apprezzò il tempo trascorso con Daxos. I due si avvicinarono sempre di più, ma lui sembrava riluttante a rispondere alle sue domande e la spinse via usando gli insegnamenti di Eliod per trattenerla dall'imparare troppo. Alla fine i due trovarono un argomento che sembrò avvicinarli nuovamente, ma Daxos si scusò con lei e le chiese di viaggiare con lui. Insieme, cavalcarono nel luogo dove si erano incontrati la prima volta.
Quando tornarono a Meletis, i due incontrarono Anthousa che stava cercando Daxos per informarlo che creature del regno di Nyx stavano attaccando l'umanità. La coppia decise che l'unica opzione che avevano era trovare la sfinge senza età Medomai per chiedere il suo consiglio. Quando lo trovarono, la sfinge diede loro previsioni disastrose per entrambi e una visione di Akros sotto assedio che i due non capirono che non riguardava il futuro ma il presente. Insieme a Anthousa e altri eroi, Elspeth e Daxos cavalcarono duramente per raggiungere e difendere Akros, ma incorsero in un imprevisto: i minotauri avevano costruito un gigantesco muro per tenere fuori i rinforzi. Mentre parlavano di quello che potevano fare, la regina Cimede apparve improvvisamente tra loro e disse che avevano catturato un satiro che chiedeva di parlare con Elspeth.
Alle prigioni Elspeth trovò Xenagos incatenato che le disse che lui sapeva come avrebbero potuto distruggere l'orda di minotauri senza nemmeno combattere. Ignara che fosse proprio a causa delle azioni di Xenagos che gli dei avevano scatenato la loro ira sui mortali, tra cui la minaccia che dovevano affrontare, l'orda di minotauri di Mogis, la campionessa ascoltò il suo piano: sollevare il fiume che attraversava Akros per spazzare via gli invasori. Per far funzionare il piano, Daxos e Cimede si sarebbero dovuti occupare del fiume, mentre gli invasori erano distratti. Quando re Anax venne informato del loro piano decise che la distrazione migliore era sfidare il capo dell'orda a duello e nominò Elspeth come suo secondo in comando. Il piano funzionò e Akros si sollevò.
Dopo aver condotto gli eserciti di Akros alla vittoria, il re ordinò di celebrare una festa per onorare la sua vittoria. Soli nella loro tenda, Elspeth e Daxos finalmente si resero conto dei sentimenti che provavano l'uno per l'altra, ma la loro felicità non durò a lungo. Xenagos apparve mentre dormivano, entusiasta di quanto bene lei avesse seguito il suo piano, usò la sua magia per farle ricordare uno degli eventi più oscuri della sua memoria: quando era intrappolata con un'annientatore di Phyrexia che incombeva su di lei per torturarla. Elspeth reagì velocemente, colpì il mostro uccidendolo, e si rese conto troppo tardi che in realtà aveva ucciso Daxos. Fuori dalla tenda, la celebrazione della vittoria divenne il rito finale di cui Xenagos aveva bisogno per realizzare il suo scopo: diventare un dio. Mentre fuggiva, Elspeth vide l'ascesa del planeswalker a Nyx. Accolta con scherno da parte dei cittadini, Elspeth venne accusata per l'ascesa del satiro e fuggì nel deserto per salvarsi. La più grande speranza dei mortali, la campionessa del sole, svaniva nella disgrazia. La sua vita fu gettata nuovamente nel caos quando anche il dio che aveva cercato di capire si rivoltò contro di lei: Eliod si adirò perché credeva che fosse coinvolta nei piani di Xenagos fin dall'inizio e cercò di distruggerla.
Messa in disparte da tutti, Elspeth trovò degli alleati inattesi nei Leonid e grazie a re Brimaz, si riunì con Ajani a Tethmos, l'accampamento principale dei leonid. Il suo amico era curioso di sapere quello che le era accaduto, ma lei rifiutò di parlare di quanto gravemente si sentiva ferita. Giurò che avrebbe sistemato la situazione e Ajani le disse che sarebbe rimasto al suo fianco per aiutarla. Consapevoli che uno dei pochi a conoscere il segreto per entrare a Nyx fosse Krufix, i due si misero in viaggio in cerca del Tempio del Mistero e attraversarono il Bosco Nessian per arrivare nel luogo del cimitero delle navi in frantumi in cerca del leggendario marinaio che si diceva avesse viaggiato in tutta Theros. Ajani usò la sua magia per richiamare la leggendaria nave affondata e con loro grande sorpresa "lei" apparve dal profondo del mare insieme a essa e accettò di portarli a destinazione. I due si fidarono della sua parola ignari che fosse tutta una menzogna e che la loro guida in realtà fosse Kiora. L'inganno della planeswalker venne rivelato quando raggiunsero la città sommersa di Arixmetes. Thassa apparve per affrontare la planeswalker Tritone, ma prima aiutò Ajani e Elspeth ad arrivare a destinazione, augurando a entrambi buona fortuna per la loro missione. Arrivati ai confini del mondo Krufix permise loro di entrare nel regno degli dei, però per poter proseguire Elspeth avrebbe dovuto prima affrontare una prova a sua scelta di una delle divinità. Ajani le disse di scegliere Thassa, ma all'ultimo momento lei si allontanò dal leonid e scelse di affrontare la prova di Erebos.
Elspeth si ritrovò altrove, nuovamente su Bant osservò un marito che non aveva mai avuto e la loro casa. Ricordava di aver vissuto con lui per anni e quando si rese conto che era tutto falso non riuscì quasi a sopportarlo. Fu solo l'inizio, poi vide suo figlio e sua figlia, la bambina le diede una coppa d'oro e gli disse di bere. Vedendo l'oggetto stranamente fuori luogo con tutto il resto, si rese conto di cosa avesse significato per lei bere, col cuore spezzato, decise di rompere la coppa passando la prova del dio dei morti.
Ossessionata dai ricordi della vita che non aveva mai vissuto, Elspeth si ricongiunse con Ajani e insieme trovarono Xenagos pronti al confronto finale con il dio della dissolutezza. Armata con la Nemesi degli Dei, Elspeth si assunse l'onere di salvare Theros. Venne ferita gravemente ma alla fine riuscì a lanciare la sua arma nel petto di Xenagos, facendo esplodere la punta di freccia di Nylea, con cui la dea della caccia aveva colpito il satiro prima della sua ascensione divina, facendo a pezzi i suoi organi e mettendo fine alla sua vita.
Mentre tutto finiva, Elspeth offrì la sua vita a Erebos in cambio di quella di Daxos, un'offerta che il dio dei morti accettò volentieri. Ajani insistette per andar via in quel momento e Nylea dopo aver lanciato su di loro un incantesimo per aiutarli, disse di andare prima che Erebos o Eliod li trovassero. I due raggiunsero nuovamente l'ingresso di Nyx, ma prima di riuscire ad uscire vennero trovati da Eliod che usò l'arma spezzata di Elspeth per colpirla mortalmente per il semplice fatto che lei era una planeswalker. Ajani prese Elspeth in fin di vita e tornò su Theros, lì si preparò a combattere gli agenti di Erebos venuti a reclamare la campionessa del sole, ma venne fermato dai guerrieri di Brimaz che gli tesero un'imboscata per salvarlo, visto che ormai non c'era più nulla che si potesse fare per salvare Elspeth.
Prima che la sua vita si spegnesse completamente, Elspeth pregò il dio che l'aveva uccisa, chiedendo finalmente la pace.
Theros Oltre la morte[]
Dopo la sua morte, Elspeth avrebbe dovuto riposare in pace a Ilysia, un reame dell’Ade riservato agli eroi caduti, ma invece era tormentata da incubi ricorrenti del suo passato causati dal mago degli incubi Ashiok. Ogni notte nei suoi sogni, Elspeth riviveva la morte di Daxos, il tradimento di Eliod e la sua infanzia tormentata dai phyrexiani. Le visioni di Ashiok erano estremamente realistiche, e in una di esse Elspeth afferrò Khrusor, la poderosa lancia di Eliod. Quando la visione si dissolse, la guerriera si ritrovò in mano una versione corrotta dell'arma divina, la Lancia delle Tenebre, che sprigionava un oscuro potere.
Successivamente, Elspeth apprese dell'apertura di fessure tra l’Ade e il mondo mortale, una conseguenza della guerra degli dei iniziata a causa di Eliod. La planeswalker si rese conto che il suo compito nel multiverso non era ancora terminato e decise di fuggire dall'Ade. Venne ostacolata da Calix, inviato da Klotys per riportarla indietro. I due si scontrarono più volte, ma fu sempre Elspeth a uscirne vittoriosa.
Durante il suo viaggio verso la libertà, Elspeth riunì molti alleati, affrontò varie battaglie e dopo ogni vittoria sollevava in alto la sua lancia e proclamava "Ammirate la vera Khrusor! Eliod brandisce un falso!". Sconfisse un'ultima volta Calix mentre raggiungeva l'uscita dell'Ade solo per trovarsi di fronte Eliod che, avvertito da Daxos, non aveva intenzione di farla fuggire. Il dio del sole si scagliò contro di lei con la sua arma che, in un istante, si spezzò tra le sue mani: ogni volta che Elspeth aveva ripetuto che la sua Lancia delle Tenebre era la vera Khrusor, le anime intorno a lei le avevano creduto e il potere di quella devozione aveva trasformato la sua menzogna in verità. Eliod si arrese e venne imprigionato nell'Ade da Erebos, che lo incatenò sotto un immenso macigno, condannandolo a soffrire per l'eternità o almeno finché i suoi seguaci non l'avessero dimenticato. Grato a Elspeth per la sconfitta del suo nemico, il dio dei morti le permise di tornare nel regno dei mortali, tra i vivi, con un nuovo corpo privo delle sue vecchie cicatrici. Dopo un breve incontro con Daxos, Elspeth abbandonò Theros.
Strade di Nuova Capenna[]
Riunione con Ajani[]
Elspeth viaggiò su Dominaria dove trovò Ajani. Il suo amico le corse incontro, l'abbracciò e le disse che non aveva creduto alle storie del suo ritorno nel regno dei vivi finchè non era comparsa davanti a lui. Elspeth gli raccontò del suo tempo nell'Ade e di come avesse ingannato il dio del sole nel loro secondo confronto durante la fuga, dando così a Erebos l'opportunità di imprigionare il suo vecchio rivale: il dio dei morti era stato così grato del suo aiuto che le aveva permesso di andarsene dal suo reame. Ajani rimase in silenzio per un po', poi le chiese come stava. La cavaliera non comprese la sua domanda e lui spiegò che lei era una delle persone più forti che conosceva, ma non riusciva a immaginare il tributo che era stata costretta a sopportare nel corpo e nell'anima. Elspeth rispose che la parte più difficile per lei era non avere un posto dove andare: sapeva che Calix le stava ancora dando la caccia per volere di Klotys, che non c'era più nessun futuro per lei insieme a Daxos ora che lui era diventato un semidio e che nessun mondo sarebbe mai stato sicuro. Ajani replicò che la casa non era un luogo, ma erano le persone che condividevano i suoi sogni e di cui lei si fidava. Lui non aveva bisogno di conoscere ogni sfumatura della sua sofferenza per vedere la sua ferita e voleva aiutarla a rimarginarla. Lei rispose che non poteva fare nulla, ma il leonid insistette che poteva incoraggiarla a tenere gli occhi aperti per guardare al futuro senza lasciare che i demoni del suo passato la consumassero: doveva guardarsi dentro, fidarsi di sè stessa e rivendicare il suo scopo altrimenti non sarebbe mai diventata chi era veramente destinata a essere e non avrebbe mai troveto ciò che cercava.
La richiesta di Ajani[]
Elspeth disse che avrebbe riflettuto sulle sue parole e si congedò, ma Ajani la fermò dicendole che durante la sua assenza aveva continuato la ricerca del suo mondo d'origine e aveva trovato la città di Nuova Capenna e dalle informazioni raccolte aveva appreso che in passato gli abitanti erano riusciti a sconfiggere i phyrexiani. Spiegò che i Guardiani e i loro alleati volevano attaccare Nuova Phyrexia, ma prima di agire volevano essere sicuri che potevano vincere. Elspeth rispose che avrebbe cercato di scoprire come avevano respinto l'invasione. Prima di salutarla, Ajani le ricordò dei successi che aveva ottenuto e le chiese di non fargli più vedere o sentire della sua morte. Elspeth rispose che non ne aveva intenzione, poi viaggiò su Capenna.
Su Nuova Capenna[]
Arrivata nel Mezzio, Elspeth ingoiò l'iniziale senso di delusione dovuto al fatto che la città non fosse come ciò che si era aspettata. Si fidava della parola di Ajani sul fatto che quello fosse il suo mondo d'origine ed era da anni che cercava, sognava e desiderava tornare a casa. Si chiese quindi perchè si sentisse cosi fuori posto. Iniziò a svolgere diversi lavori usando ogni mestiere come un'opportunità per imparare tutto ciò che poteva sulla città. Successivamente, combattè contro un gruppo di agenti dei Maestro per proteggere il suo ultimo datore di lavoro e, nonostante non avesse più con sè la Lancia delle Tenebre, la cavaliera riuscì a sconfiggerli senza ucciderli. Improvvisamente sentì un applauso e vide un altro nemico che però disse che voleva solo parlarle. Si presentò come Anhelo e le offrì di entrare nei Maestro. Lei gli rivelò il suo nome e iniziò a camminare senza rispondergli, ma si fermò quando vide di fronte a sè la statua di un angelo che combatteva contro un phyrexiano. Notando il suo interesse l'altro le disse che c'erano sculture simili in tutta la città come se dovessero venerarle per un'antica battaglia, ma l'unica cosa nota che avessero mai fatto era stato svanire nel nulla e lasciare gli abitanti a combattere per ciò che era rimasto. Elspeth chiese se nel museo della sua famiglia ci fossero più informazioni su quelle sculture e ridendo Anhelo rispose che i Maestro possedevano centinaia di sculture come quella oltre a numerose informazioni sulla città, meglio di qualsiasi altra famiglia. Valutando che avrebbe potuto ottenere le informazioni che servivano ad Ajani e agli altri Guardiani, Elspeth accettò con riluttanza di entrare nei Maestro, ma si disse che non si sarebbe lasciata usare dalle forze al potere di Nuova Capenna.
Tra i Maestro[]
Come nuova recluta dei Maestro, Elspeth venne assegnata a catalogare le varie opere del museo. Tuttavia, dopo settimane di lavoro capì che le informazioni che cercava erano state nascoste e che l'unico ad avere le risposte era Xander. Durante la sua ultima ricerca la cavaliera incontrò il capofamiglia che l'invitò a camminare con lui e le disse che il suo lavoro soddisfava le aspettative, ma non aveva sentito nessuna menzione su un suo tentativo di fare di più. Elspeth rispose che era lì per imparare e non per sporcare di sangue le sue mani e Xander replicò che il prezzo della conoscenza si trovava spesso nelle vene degli altri. Lei chiese se intendeva che doveva uccidere per ottenere le informazioni che cercava e lui rispose che mandare qualcuno contro la sua volontà a togliere una vita finiva sempre in modo disastroso, tuttavia se voleva di più di quello che aveva adesso avrebbe dovuto svolgere altri lavori, ma l'avvertì che ciò l'avrebbe avviata sulla strada per diventare un vero membro dei Maestro, legata alla sua famiglia per tutta la vita. Elspeth pensò che se la morte non era stata in grado di trattenerla allora non ci sarebbe riuscito nemmeno Xander. Guardò negli occhi il capofamiglia e rispose che era pronta.
Dopo aver completato con successo le sue "missioni", Elspeth ottenne come ricompensa nuove informazioni da Xander che le raccontò che Nuova Capenna era stata fondata grazie a un accordo tra angeli e demoni che si erano alleati contro un nemico misterioso. Spiegò che i dettagli di quel periodo cambiavano in base a chi raccontava la storia tuttavia ciò che restava sempre uguale era che alla fine della guerra gli angeli si erano consumati per difendere la città, svanendo nel nulla mentre i demoni nominarono cinque famiglie per conquistare la città in loro nome, stipulando un patto con il capofamiglia di ciascuna di esse per poi scomparire anche loro. Dal momento che lui era uno dei firmatari originali, Elspeth chiese come facesse a non conoscere l'identità degli invasori. Xander rispose che era passato molto tempo da quando aveva firmato il contratto per diventare in parte demone e spiegò che la magia del patto aveva stravolto i suoi ricordi e quello era il motivo per cui raccoglieva informazioni sul passato.
Successivamente Xander offrì a Elspeth un bicchiere di Nimbo, spiegandole che era l'ultimo dono che gli angeli avevano lasciato a Nuova Capenna. La cavaliera esitò poi bevve e sentì l'ondata di magia rinforzarla e scorrerle attraverso, pronta a essere usata. Valutò che qualcosa di così raro e potente doveva avere uno scopo e sospettò che fosse quello di aiutare a sconfiggere i phyrexiani.
Incontro con Vivien[]
Mentre si trovava a Vetta del Parco per lasciare una fiala di Nimbo in uno dei punti di consegna dei Maestro, Elspeth venne afferrata da una donna che si rivelò essere una planeswalker e si presentò come Vivien Reid. Le due parlarono ed Elspeth spiegò che stava raccogliendo informazioni su una minaccia che incombeva su tutti loro. Vivien capì che stava lavorando con i Guardiani e disse che poteva avere alcune delle risposte che cercava, ma doveva andare con lei. La cavaliera rifiutò dicendo che era vicina a scoprire ciò che stava cercando e l'arciera rispose che avrebbe indagato ulteriormente e che si sarebbero incontrate di nuovo.
L'ultima missione[]
Tornata nell'ufficio di Xander, Elspeth e il capofamiglia parlarono dell'Avversario. Lui disse che si trattava di una minaccia per l'equilibrio di Nuova Capenna e spiegò che se fosse riuscito a ottenere il controllo della maggior parte del Nimbo si sarebbe scatenata una guerra tra le famiglie per ottenere ciò che restava. Elspeth chiese cosa volesse che facesse e Xander rispose che doveva infiltrarsi nei Cabaretti e scoprire se le voci sulla loro nuova fonte di Nimbo illimitata fossero vere. La cavaliera accettò, ma avvertì il demone che quello sarebbe stato il suo ultimo lavoro e che in cambio voleva accedere ai suoi archivi perchè aveva bisogno di informazioni per sconfiggere una minaccia più grande dell'Avversario. L'altro accettò.
Infiltrata nei Cabaretti[]
Arrivata nel locale dove si riunivano le nuove reclute dei Cabaretti, Elspeth parlò con Rocco e spiegò che aveva sentito che i Cabaretti avevano bisogno di aiuto per il Crescendo e voleva lavorare per la famiglia. L'elfo si rifiutò di aiutarla e se ne andò. Sentì una cantante ridere di lei, divertita dalla sua insistenza nel cercare lavoro, ma che poi rimase sorpresa quando la cavaliera disse che non la conosceva. Si presentò come Kitt Kanto e Elspeth le rivelò il suo vero nome. La cantante la portò dalle sue amiche Jinnie Fay e Giada ed Elspeth riconobbe la prima come la mano destra di Jetmir e pensò che il destino le stava offrendo una seconda possibilità. Kitt spiegò la situazione e Jinnie chiese conferma a Elspeth che annuì. L'elfa disse che in quel caso aveva alcuni lavori per lei e che se fosse riuscita a entrare nei Cabaretti in tempo per il Crescendo avrebbe partecipato a una festa a cui non sarebbe mai voluta mancare.
Guerra dell'Avversario[]
Dopo aver completato alcuni lavori simili ai test che Xander le aveva sottoposto per valutare la sua lealtà, Elspeth ottenne un lavoro al Crescendo come membro della squadra che si occupava del servizio della sala. Quando Jinnie e Giada salirono sul palco, la cavaliera notò che qualcosa non andava e si preparò ad agire. Osservò la dimostrazione di Giada che creò Nimbo dal nulla rivelando a tutti i presenti di essere la famosa "fonte di Nimbo illimitata" dei Cabaretti. I membri di tutte le famiglie applaudirono ed Elspeth pensò che quelle persone vedevano solo uno strumento per risolvere i loro problemi, mentre lei vedeva una giovane donna esausta e intrappolata in una prigione dorata. Proprio in quel momento, gli agenti dell'Avversario infiltrati tra le famiglie diedero inizio al colpo di stato. Durante la battaglia, la cavaliera vide Jinnie lanciarsi nella mischia per aiutare Jetmit lasciando Giada con alcuni Cabaretti che però non furono sufficienti per proteggerla dai numerosi nemici. Fortunatamente per lei, Elspeth arrivò in suo soccorso e poi le chiese con gentilezza se voleva andarsene da quel luogo. Giada rispose di si e aggiunse che conosceva un'uscita sicura. Le due riuscirono a uscire dal Vantoleone, ma si ritrovarono di fronte altri agenti dell'Avversario che vennero sconfitti facilmente da Vivien che si unì a loro.
Successivamente le tre incontrarono Jinnie, insieme a un ferito Jetmir e ad un gruppo fedele di Cabaretti. Sollevata, l'elfa ringraziò la cavaliera per aver tenuto Giada al sicuro e poi chiese alla giovane di andare da lei. Giada si dimostrò riluttante e rivolse uno sguardo preoccupato a Elspeth, facendole capire che non voleva tornare dalla sua famiglia. Comprendendo il messaggio la cavaliera suggerì che era meglio dividersi, ma Jinnie non gradì la risposta e iniziò ad avanzare per riprendersi la "fonte" con la forza, ma prima che potesse avvicinarsi troppo, Vivien lanciò una freccia e un drago spettrale si manifestò tra loro permettendo alle tre di fuggire. Ricordando la sua seconda missione per Xander, Elspeth suggerì di nascondersi in un magazzino abbandonato e, parlando sottovoce in modo che solo lei potesse sentirla, Vivien le ricordò che le faide delle famiglie non erano la vera minaccia. Elspeth rispose nello stesso modo che ciò che aveva importanza per lei in quel momento era portare Giada al sicuro. La cavaliera pensò che avrebbe dato qualsiasi cosa quando era rimasta intrappolata e indifesa per i primi anni della sua vita per avere qualcuno che combattesse in sua difesa: non c'era stato nessuno per lei e ricoprire quel ruolo per Giada adesso sembrava come interrompere un ciclo, come dare speranza alla ragazza spaventata e intrappolata che esisteva ancora nel profondo dell'anima di Elspeth. Vivien acconsentì ad aiutarla a patto che dopo si sarebbero occupate della minaccia che solo i planeswalker come loro potevano gestire. La cavaliera accettò, ma prima di proseguire disse che sarebbe andata da sola nella sede dei Maestro perchè aveva bisogno di un'arma migliore di un semplice pugnale. Dal momento che si fidava soprattutto della cavaliera, Giada voleva seguirla, ma poi acconsentì a restare con Vivien.
Arrivata al museo Elspeth vide segni di una battaglia recente e capì che l'Avversario non si era concentrato solo sul Crescendo. Fortunatamente, il tempo che aveva trascorso a catalogare tutti i vari pezzi della collezione di Xander le aveva dato una conoscenza approfondita di quel luogo e le permise di entrare da una porta laterale che sfondò usando il suo pugnale, ma rendendolo inutile come arma. Evitò i nemici nascondendosi quando sentiva i loro passi e, procedendo con cautela, riuscì a raggiungere l'armeria. Esaminò le varie armi indecisa su quale scegliere, poi sentì due nemici parlare al passato di Xander e sul fatto che l'Avversario la considerava un bersaglio principale. Ciò la spinse a scegliere una spada in modo da usare al meglio le sue abilità. Tuttavia, dal momento che non voleva rivelare la sua presenza, non ebbe modo di provare se fosse adatta a lei e subito dopo uscì dal museo tornando dalle sue compagne. Mentre Vivien controllava il perimetro del magazzino per assicurarsi che fosse realmente abbandonato, Giada si confidò con Elspeth dicendole che aveva paura di non essere in grado di aiutare Nuova Capenna, che non sapeva quanto ancora doveva dare o se avrebbe davvero fatto la differenza. La cavaliera le promise che l'avrebbe protetta permettendole di trovare le risposte che cercava. Sfortunatamente, le tre vennero individuate da Jinnie a causa del braccialetto indossato da Giada, che conteneva un incantesimo di localizzazione, e riuscì a catturarle sfruttando il vantaggio numerico dei suoi alleati. L'elfa fu sul punto di uccidere Elspeth, ma venne fermata dalle parole di Giada che le ricordò che spettava a Jetmir decidere il destino dei traditori. Il gruppo andò nel nascondiglio di Kamiz, una spia degli Obscura che si era offerta di aiutarli. Lì si trovava anche il capofamiglia dei Cabaretti, ancora in gravi condizioni, e Jinnie chiese a Giada di creare del Nimbo in modo da poterlo curare. Improvvisamente, agenti dell'Avversario fecero irruzione, iniziando uno scontro con i lealisti Cabaretti. Usando la sua magia, Elspeth liberò lei e Vivien dalle manette che le bloccavano e dopo aver recuperato le loro armi seguirono Jinnie, Giada e Kamiz; con la prima che si alleò temporaneamente con loro perchè consapevole che aveva bisogno delle abilità combattive delle due. Dopo essersi allontanate dal pericolo scoprirono che erano finite in un'altra trappola con Kamiz che si rivelò essere un agente dell'Avversario. Dal momento che Jinnie scelse di combattere contro i nuovi nemici, Elspeth, Vivien e Giada fuggirono senza di lei.
Il sacrificio di Giada[]
Nella fuga le tre raggiunsero la cattedrale dove videro numerose statue di angeli che emanavano una misteriosa luce. Giada chiese a Elspeth se anche lei riuscisse a sentire il loro canto. La cavaliera confermò e chiese cosa fosse e con riverenza Giada rispose che si trattava della sua famiglia e che finalmente era a casa. Proprio in quel momento, L'Avversario arrivò tra loro intenzionato a ottenere Giada. Vivien lo chiamò Ob Nixilis e avvertì Elspeth che si trattava di un planeswalker. Mentre l'arciera si occupava dei seguaci del demone, la cavaliera affrontò l'Avvarsario: attaccava ogni volta che vedeva un'apertura nelle difese del nemico ma, a causa della spada che si rivelò troppo grande e scomoda da impugnare, riuscì solo a sferrare dei colpi di striscio. Stanco dei suoi diversivi, Ob Nixilis rilasciò un'esplosione di potere che fece volare indietro Elspeth, facendole sbattere la testa contro la pietra della cattedrale. Dal momento che durante lo scontro Giada era rimasta accanto a lei le disse di fuggire, ma l'altra si rifiutò e il suo corpo iniziò a brillare. Rivelando la sua natura di angelo, Giada disse a Elspeth che non doveva più temere per lei: stava andando dalla sua famiglia e finalmente aveva trovato le sue risposte. Usando tutto il suo potere, Giada si sacrificò per potenziare l'arma di Elspeth con il Nimbo, trasformandola. La sua essenza scagliò Ob Nixilis lontano dalla sua amica. Prima di svanire completamente, Giada le parlò nuovamente chiedendole di proteggere Nuova Capenna e, attraverso l'angelo, la cavaliera ricordò le parole di Ajani: la casa era un dovere e la famiglia era ciò che sceglieva di difendere. Elspeth si alzò e si lanciò contro Ob Nixilis, brandendo la sua nuova spada con entrambe le mani. Il demone schivò l'attacco e provò a colpirla con la sua magia, ma la cavaliera comprese le sue intenzioni ed evitò il colpo riuscendo poi a colpirlo al collo e costringendolo a fuggire nella cieca eternità per evitare la morte.
Verso Dominaria[]
Dopo la fine della guerra, Elspeth e Vivien andarono nel museo dei Maestro. Quando arrivarono, Anhelo disse alla cavaliera che la stava aspettando e le mostrò la lettera di Xander in cui lo nominava nuovo capofamiglia e gli chiedeva di permetterle di entrare nei suoi archivi senza farle domande. Le due iniziarono a cercare informazioni e alla fine scoprirono che quando i phyrexiani invasero Capenna gli angeli provarono a fermarli, ma la minaccia era troppo grande per loro e ciò li spinse ad allearsi con i demoni che però alla fine li tradirono intrappolandoli in una stasi, un sonno da cui convertirono i corpi degli angeli in Nimbo che i demoni usarono per sconfiggere i loro nemici prima di svanire a loro volta. La scoperta confermò i sospetti di Elspeth che apprese anche di un nascondiglio in cui Xander aveva conservato del Nimbo in caso di bisogno e che non esitò a recuperare.
Elspeth disse che Nuova Capenna avrebbe continuato a combattere per il Nimbo, ma che ormai l'essenza magica era quasi esaurita e che ciò avrebbe distrutto la città. Vivien rispose che se il destino della metropoli era quello, allora la natura l'avrebbe reclamata permettendo alla vita di persistere sul piano. Le due parlarono della rivoluzione di Urabrask e alla fine decisero di tornare su Dominaria, dove Elspeth voleva informare Ajani delle sue scoperte, mostrargli il Nimbo e prerararsi per la guerra contro Nuova Phyrexia.
La Guerra dei Fratelli[]
Nella Torre di Urza[]
Insieme a Vivien, Elspeth viaggiò nella Torre di Urza dove incontrò Teferi, Kaya e Jodah. La cavaliera chiese di Ajani e Teferi disse che gli dispiaceva, ma Elspeth capì, lo fermò alzando la mano e andò nell'angolo più lontano della stanza, dando la schiena a tutti gli altri, ma ascoltando il rapporto di Kaya: la Coalizione stava continuando a schierare le difese contro ulteriori attacchi a Dominaria; Kaldheim e Ixalan erano stati mobilitati; Jace stava facendo pressioni su Ravnica per il supporto delle gilde; Chandra era andata a Zendikar per contattare Nissa. Una volta terminato il suo compito lì, Saheeli intendeva invece guidare la difesa di Kaladesh e infine, su Nuova Phyrexia, i mirran erano pronti sotto la guida di Koth. Sentendo il nome del vulshok, Elspeth chiese come facessero a sapere che era vivo e l'altra rispose che l'aveva appreso da Jace e spiegò che il loro obiettivo era un assalto al nucleo di Nuova Phyrexia e loro avevano intenzione di partecipare all'attacco una volta che fossero stati pronti, in modo da eliminare la leadership phyrexiana. Elspeth commentò che quella era una condanna a morte. Teferi le chiese di ascoltare il loro piano, ma l'altra rispose che in passato lei e Koth avevano cercato di fare esattamente quello che stavano proponendo ora e si era concluso con un fallimento. Dopo che finì di parlare uscì dalla stanza.
Dialogo con Teferi[]
Successivamente Elspeth raggiunse Teferi all'esterno della Torre dicendogli che sarebbe partita il giorno dopo e si scusò per le sue parole, per poi andarsene. Il mago del tempo la fermò e le disse che era con Ajani quando era cambiato e che il loro amico non era stato consapevole di essere un agente dormiente. La cavaliera replicò che ciò non era di conforto. Improvvisamente, lui le chiese se avesse fame e le offrì un frutto che l'altra accettò e mangiò con appetito. Teferi disse che aveva ragione sul loro piano: era come urlare una preghiera in una tempesta, ma era anche la loro possibilità migliore. Avevano un'arma in grado di fermare i phyrexiani alla fonte e in quel momento stavano lavorando in modo che lui riuscisse a imparare come usarla. Sapeva che non era un piano perfetto, ma doveva credere che fosse abbastanza. Stava lottando per proteggere sua figlia Niambi e voleva fare tutto il possibile per salvare gli altri, ma rimanendo sempre il padre che lei amava. Elspeth rispose che quindi era consapevole della paura che arrivava insieme alla speranza. Teferi disse che per lui era arrivato il momento di andare da Saheeli e si offrì di accompagnarla nella sua stanza. La cavaliera rispose che preferiva camminare un po' e aggiunse che se i phyrexiani erano ancora presenti su Dominaria era solo questione di tempo prima che individuassero la Torre e in quel caso avrebbe avuto bisogno di qualcuno che lo difendesse se lui non era in grado di farlo: se l'accettava sarebbe rimasta per aiutarlo. Teferi la ringraziò e tornò all'interno della Torre mentre Elspeth rimase ferma al suo posto con con la spada sguainata.
Tra gli amici di Ajani[]
Una settimana dopo su richiesta di Teferi, Elspeth accettò il comando dei soldati di metallo creati da Saheeli. Mentre si esercitava in una delle grandi sale della Torre, la cavaliera inciampò, la spada le cadde di mano finendo sul pavimento ed esasperata, lanciò lo scudo più forte che potè attraverso la stanza. L'arma difensiva le venne restituita la Wrenn, arrivata in quel momento, ed Elspeth la ringraziò. Recuperò la spada e si posizionò di fronte ad un soldato di metallo per ricominciare la sua sequenza di allenamento ma vide che la driade era rimasta e le chiese se le servisse qualcosa. Wrenn disse che stranamente lei aveva due melodie di cui una era una singola nota costante e infallibile mentre l'altra era spaccata a metà e spiegò che era come se vivesse due vite separate: una nella luce e l'altra nell'ombra. Elspeth rinfoderò la spada e rispose bruscamente che si sbagliava. L'altra non replicò ma poi avvertì la presenza dell'arrivo di due persone che non conosceva. Le planeswalker andarono insieme per controllare se fossero nemici e incontrarono Chandra e Nissa, altre che facevano parte dell'elenco di coloro che conoscevano Elspeth grazie alle storie di Ajani. La cavaliera le portò da Kaya e subito dopo si congedò. Si recò alle torri di guardia e nella sua solitudine iniziò a pregare Asha in cerca di conforto ma si fermò subito rendendosi contro che l'arcangelo non aveva alcun obbligo verso di lei dal momento che aveva annullato il suo giuramento quando aveva abbandonato Alara. Pensò alle divinità che conosceva e che tutti richiedavano fede in cambio dei loro favori e si disse che quello era il problema: non riusciva ad avere fede da dare dopo che tutti coloro che amava se ne erano andati, lasciandola senza niente in cui credere. Si disse che ciò non era completamente vero: Koth era ancora vivo e Vivien si era dimostrata una vera amica. Ripensò alle parole di Giada e chiedendosi se l'altra potesse sentirla disse che i phyrexiani prendevano sempre tutto distruggendo o corrompendo, lasciando nei sopravvissuti al loro passaggio solo odio e disperazione: lei li odiava per quello che avevano fatto ad Ajani e quando dormiva vedeva solo coloro che non era stata in grado di proteggere. Come si aspettava non ottenne risposta e tornò alla Torre dove vide e ascoltò Chandra e Jodah parlare di Jaya Ballard. Nel vedere il loro dolore Elspeth capì che si trattava di un'amica importante che avevano perso e cercò di arrivare nella sua stanza senza essere vista ma fallì e venne invitata a unirsi a loro. La cavaliera disse che doveva studiare la mappa della zona per assicurarsi che tutto fosse in ordine e Jodah rispose che lì era tra amici convincendola a restare. Chandra spiegò che stavano celebrando Jaya nel modo in cui la vecchia piromante avrebbe voluto. Elspeth iniziò a parlar loro di Venser scoprendo che anche l'arcimago eterno lo conosceva, poi continuò che dopo decenni di combattimenti e morte sarebbe dovuta essere abituata alla perdita, ma non riusciva a sfuggire ai nomi di coloro che erano caduti per salvarla; di quelli il cui sangue era sulle sue mani a causa del suo fallimento nel proteggerli e confessò che i loro fantasmi infestano i suoi sogni. Jodah replicò che per lui erano passati secoli ma che riusciva a resistere a malapena e davanti alla sua confusione spiegò che era vivo da quattromila anni circa anche se ne dimostra solo venticinque: ai suoi tempi aveva perso diverse persone che amava ma, nonostante l'enorme tempo trascorso, se chiudeva gli occhi riusciva ancora a vederle. Chandra intervenne dicendo che quella era una festa e che dovevano brindare a Jaya, Venser, Gideon e poi si fermò. Elspeth disse che poteva pronunciare il nome di Ajani ma la piromante rispose che non l'avrebbe fatto, che avrebbero salvato il loro amico e dopo avrebbero dato fuoco a ogni phyrexiano su qualsiasi mondo in cui li avessero incontrati. La cavaliera annuì, prese la brocca del vino e brindò a quelli che avevano perso e ai coraggiosi che dovevano ancora cadere, finché tutti non avranno trovato il loro posto.
Attacco alla Torre[]
Quando i phyrexiani individuarono e attaccarono la Torre, Elspeth andò da Saheeli e le chiese se avessero ottenuto ciò di cui avevano bisogno ma l'artefice rispose che serviva più tempo e che se si fossero fermati adesso non avrebbero avuto un'altra occasione. La cavaliera si congedò ordinandole di sbarrare la porta e raggiunse Wrenn, Nissa e Jodah: alle prime due chiese di proteggere Teferi a ogni costo mentre all'arcimago eterno di andare con lei. Elspeth guidò i suoi soldati di metallo in battaglia dando inizio al contrattacco e respingendo la prima ondata. Con l'aiuto di Jodah lanciò un potente incantesimo creato da Jaya con cui abbattè un enorme phyrexiano e che mise chiarezza nella sua mente accendendo la sua determinazione nel riportare indietro Ajani. Nonostante la vittoria i due videro che la Torre era ancora sotto attacco ma prima di poter tornare indietro vennero attaccati da Rona che ferì gravemente Jodah. Elspeth affrontò la nuova nemica riuscendo a fatica a sconfiggerla. Con la sua collega priva di sensi, Tezzeret rivelò la sua presenza e la cavaliera lo riconobbe subito. L'artefice ignorò le sue provocazioni e le disse che qualsiasi resistenza da parte del suo gruppo sarebbe stata inutile e distrutta prima del mattino, ma non era necessario che lei condividesse il loro destino e le consigliò di fuggire. Elspeth rispose che prima avrebbe fermato i suoi padroni phyrexiani e poi lo avrebbe ucciso. Tezzeret si issò Rona sulle spalle e le sconsigliò di provare a colpirlo, visto che nelle sue attuali condizioni l'avrebbe sconfitta facilmente e che invece di inutili minacce avrebbe dovuto prendersi cura del suo compagno in fin di vita. Elspeth chiese perchè la stava risparmiando e lui rispose che dalle piccole crepe anche l'edificio più imponente cominciava a sgretolarsi, chinò la testa in un contorto gesto di rispetto per poi concludere che sperava che quella fosse l'ultima volta che le loro strade si incrociavano. Poi se ne andò con il corpo in fin di vita di Rona.
Verso Nuova Phyrexia[]
Dopo che i phyrexiani vennero respinti, Elspeth e Jodah tornarno alla Torre e andarono nella stanza dell'Ancora Temporale dove si trovavano Saheeli, Kaya, Wrenn, Nissa, Jace Beleren e Nahiri che stavano parlando sull'imminente partenza per Nuova Phyrexia. Sentendo l'elfa dire che non potevano lasciare Teferi, (il cui spirito si era perso nel tempo ma il cui corpo era ancora vivo grazie al Sarcofago di Stasi dopo che la pietra del potere dell'Ancora era implosa), a morire da solo, Jodah rispose che non sarebbe stato solo e che non l'avrebbe lasciato morire: avrebbe lavorato per liberare Teferi mentre loro andavano nel mondo più orribile del multiverso. Altri planeswalker arrivarono nella Torre: Vraska, La Viandante, Kaito Shizuki, Tyvar Kell e Lukka. Elspeth si presentò informandoli su cosa potevano aspettarsi su Nuova Phyrexia e Jace tesse un incantesimo stabilendo un collegamento telepatico tra tutti i membri che avrebbero fatto parte della squadra d'assalto, in modo che potessero localizzarsi a vicenda, anche a distanza. Dopo che gli ultimi preparativi furono completati, Elspeth partì insieme ai suoi compagni verso Nuova Phyrexia.
Phyrexia: Tutto Diverrà Uno[]
Basi precarie[]
Quando Elspeth e i suoi compagni arrivarono su Nuova Phyrexia finirono contro una barriera difensiva che, nonostante li permise di entrare nel piano, li divise e spezzò il legame mentale creato tra loro da Jace. La cavaliera si svegliò da sola e consapevole che erano caduti in una trappola. Si chiese se fosse l'unica sopravvissuta. Venne attaccata da un gruppo di phyrexiani e riuscì a sconfiggerne tre prima di iniziare a perdere terreno e valutò che lo scontro si sarebbe potuto concludere a suo sfavore. Fortunatamente per lei Kaya arrivò in suo soccorso e insieme riuscirono ad avere rapidamente la meglio. Finito lo scontro le due raggiunsero un accampamento Mirran dove incontrarono Thrun, che aprì un varco per loro in modo che potessero proseguire verso lo Strato della Fornace, dove speravano di ritrovare i loro compagni. Durante il cammino la tristezza di Elspeth era visibile e Kaya cercò di tirarla su di morale. La cavaliera disse che lei non aveva ripreso i sensi vedendo i phyrexiani pronti a ucciderla e l'altra rispose che era stata svegliata da Himoto ed il robot tanuki salì sulle sue spalle rivelandosi. Proseguirono in silenzio ed Elspeth, vedendo tutto ciò che era stato distrutto, pensò che Nuova Phyrexia sembrava un mondo costruito per far soffrire: per Kaya il dolore era minore non avendo mai visto Mirrodin, la sua compagna era consapevole di trovarsi in un cimitero, ma ignara della quantità di sangue che copriva ogni angolo.
Nella Fornace[]
Arrivate a destinazione Elspeth sentì pronunciare il suo nome, vide Koth, sorrise e gli corse incontro per abbracciarlo felice di ritrovarlo vivo dopo averlo creduto morto per tanto tempo. Oltre all'amico ritrovò anche Jace, Tyvar, Kaito, Nahiri e Melira; mentre la Viandante, Lukka, Nissa e Vraska erano ancora dispersi. Il gruppo di planeswalker si riunì e vennero aggiornati sullo stato del piano da Melira e Koth. Le nuova informazioni fecero capire che per via delle modifiche fatte dai phyrexiani, distruggere il Frangireami prima che collegasse Nuova Phyrexia al resto del multiverso con l'attivazione del loro Sylex avrebbe potuto avere le conseguenze già calcolate: contenere la minaccia phyrexiana solo su quel mondo finché non poteva essere eliminata. Tuttavia c'era anche la possibilità che l’onda d'urto non distruggesse solo la Germessenza, ma tutto il piano. Dal momento che le risorse per la sopravvivenza dei Mirran erano quasi esaurite e anche perchè non volevano che nessun altro mondo subisse la stessa condanna del loro; Koth e Melira si unirono a loro. Consapevoli di non avere tempo da perdere, il gruppo decise di non aspettare i loro compagni e di proseguire. Prima della partenza Elspeth parlò da sola con Koth, poi salì sul carretto che li avrebbe condotti attraverso un tunnel che gli avrebbe evitato sia il Labirinto del Cacciatore che la Baia Chirurgica. Elspeth pensò che dovevano vincere non solo per il multiverso, ma anche per i Mirran. Poi iniziò a scendere nelle tenebre di Nuova Phyrexia.
Perdite insopportabili[]
Arrivati alle Fosse di Dross, Elspeth e i suoi compagni usarono il Nimbo della cavaliera per proteggersi dalla phyresis, tuttavia, dopo che Jace bevve iniziò a sentire mentalmente il dolore di Vraska e decise di andare a salvarla. Gli altri erano dubbiosi, ma dal momento che il telepate aveva con sé il Sylex furono costretti a seguirlo. Entrati nel Colosseo di Sheoldred sconfissero i phyrexiani, ma quando raggiunsero la gorgone videro che era stata ferita gravemente e non potendo salvarla solo Jace scelse di restare con lei mentre Elspeth e gli altri decisero di proseguire portandosi il Sylex. Subito dopo però vennero raggiunti dal telepate che era stato ferito e infettato a un braccio da Vraska completata. I planeswalker vennero attaccati in massa dai phyrexiani e, vista la situazione disperata, Nahiri usò il suo potere, rivelando di essere stata infettata, e si sacrificò facendo sprofondare il Colosseo di Sheoldred nella Basilica Pallida. Ripresasi dalla caduta, Elspeth scoprì che tutte le scorte di Nimbo nel suo zaino erano andate distrutte. I phyrexiani fedeli ai Thane d'Acciaio cominciarono a scendere dallo squarcio, ma vennero intercettati da Atraxa che iniziò a lottare contro di loro considerandoli invasori nel dominio di Elesh Norn. Approfittando della situazione, il gruppo proseguì senza essere notato.
Speranza remota[]
Dalla Basilica arrivarono alla Germessenza dove trovarono il corpo smontato di Karn. Il golem d'argento disse che l'invasione era ad un passo dall'iniziare, ma che se avessero agito in tempo potevano ancora salvare alcuni mondi, si fermò ricordandosi che il suo Sylex era stato distrutto e concluse che ormai era finita. Elspeth replicò che ne avevano creato un altro e potevano ancora mettere fine ai piani di Elesh Norn. Karn spiegò che dovevano raggiungere la fonte del Frangireami e farlo esplodere. Avrebbe voluto poter torglier loro quel fardello e lasciarli liberi di tornare alle loro case per proteggerle dalle conseguenze di ciò che sarebbe successo, ma sfortunatamente non poteva farlo. Jaco si avvicinò rivelandogli il suo stato e gli disse di lasciare che fosse lui a riprendere il multiverso. Il telepate si congedò e la maggior parte andò con lui, ma Elspeth esitò in dubbio se restare indietro con Koth e Melira per aiutare il suo amico. Comprendendo il suo dubbio lui le disse di andare con i suoi amici e poi fuggire da Nuova Phyrexia, ma la cavaliera rispose che non voleva più scappare. A un passo dal loro obbiettivo i cinque planeswalker vennero ostacolati da Ajani e Tibalt, costringendo Elspeth e Tyvar a restare a combattere contro i due phyrexiani per far avanzare gli altri tre.
Scontro con Ajani[]
La spada di Elspeth si scontrò con l'ascia di Ajani, ma lui si limitò semplicemente a difendesi. Il suo vecchio amico le disse che non poteva sconfiggerlo e che quando lei sarebbe diventata un tutt'uno con loro, Nuova Phyrexia avrebbe ottenuto una forza che, nella sua imperfetta mortalità, non poteva nemmeno comprendere. La cavaliera replicò che non sarebbe mai successo, ma le sue parole sembravano false anche a lei, poi aggiunse che era dispiaciuta per quello che gli era successo. Ajani rispose che non aveva motivo di scusarsi e che phyrexia non era il nemico di nessuno: loro volevano solo portare pace e perfezione diventando "Uno". Elspeth disse che in quel caso era il nemico di tutti e lui replicò che non era necessario che fosse viva per unirsi a loro. Iniziò ad attaccarla facendo oscillare l'ascia accompagnando l'offensiva con un colpo di magia distruttiva che mancò la testa di Elspeth di poco. Lei si girò indirizzando la lama alle sue ginocchia, ma lui la evitò con agilità. Durante lo scontro mortale la cavaliera venne colpita dalla magia di Tibalt: un'ondata di tormento e dubbio la travolse con il senso di colpa che la mise in difficoltà, ma riuscì a sopravvivere grazie al suo istinto di guerriera. Dopo che Tyvar neutralizzò la magia del mezzo diavolo, Elspeth disse che il dubbio non cambiava ciò che era giusto e che lei non sarebbe diventata "Uno". Quando finì di parlare, Luxior emanò una luce bianca che fece quasi cadere Ajani e la cavaliera lo attaccò colpendolo al collo con l'elsa della sua spada e facendogli perdere i sensi. Si voltò per andare in aiuto di Tyvar, ma l'elfo le disse che ci avrebbe pensato lui a quel nemico, che gli doveva la sua morte dopo quello che aveva fatto al suo mondo e la esortò a raggiungere i loro compagni.
Svanita con il Sylex.[]
Dopo che Jace attivò il Sylex per distruggere il Frangireami, Elspeth arrivò di corsa e, di fronte a un'esplosione che avrebbe raso al suolo non solo Nuova Phyrexia, ma anche i mondi già connessi all'albero dei phyrexiani, la cavaliera decise di fermare il telepate e lanciò Luxior verso di lui, trafiggendolo, per poi afferrare il manufatto e scomparire con esso abbandonando il piano.
L'Avanzata delle Macchine[]
La scelta di Elspeth[]
Nella cieca eternità, mentre si trovava tra la vita e la morte dopo l'esplosione del Sylex, Elspeth sentì una voce dirle di svegliarsi e fare una scelta. La cavaliera chiese se fosse quello il motivo per cui si trovava lì, ma la voce rispose che era arrivata di sua spontanea volontà e spiegò che quando le era stato presentato l'impossibile, aveva fatto una scelta che gli altri suoi compagni si erano rifiutati di fare. Le conseguenze delle sue azioni si stavano svolgendo mentre loro stavano parlando. Elspeth ebbe diverse visioni: sua madre le mostrò l'Invasione di Nuova Phyrexia mentre devastava i mondi del multiverso, tra cui Atraxa che portava morte e distruzione su Nuova Capenna; Daxos le mostrò Ajani, mentre stava corrompendo la fede di Theros e di conseguenza le sue divinità e infine arrivò su Nuova Phyrexia dove vide Chandra, Wrenn e Koth che stavano per essere completati da Jin-Gitaxias. Il tempo si fermò e la voce assunse l'aspetto di una donna luminosa che le disse che era arrivato il momento di fare la sua scelta e se pensava ancora che Elesh Norn meritasse la morte. Elspeth non riuscì a immaginare un multiverso in pace finché la Madre delle Macchine fosse stata ancora viva e rispose che se un ramo era marcio, bisognava tagliarlo prima di poter valutare come stava l'albero. L'altra sorrise e le ricordò che avevano già sentito quella frase pronunciata dalla driade. Le sue parole spinsero la cavaliera a guardare l'amica e si accorse che, mentre tutti gli altri erano diventati trasparenti, simili a degli spiriti, Wrenn e Nissa erano rimaste normali. Elspeth si chiese perché non scegliere Ajani o Nuova Capenna, ma capì che le risposte erano già chiare nel suo cuore: se sceglieva il suo vecchio amico avrebbe potuto salvarlo, ma sarebbe stato solo una persona in una marea che avevano bisogno di lei, mentre Nuova Capenna aveva già dei difensori in grado di proteggere la città e ciò la lasciava solo scegliere tra le due planeswalker. Osservando meglio il filo luminoso tra le due, la cavaliera capì che la scelta da fare era tenere occupata Nissa abbastanza a lungo da permettere a Wrenn di raggiungere il Frangireami. L'altra donna rivelò di essere Serra e le disse che non poteva combattere al suo fianco, ma poteva forgiarla in ciò che sarebbe sempre dovuta essere.
Ascensione angelica[]
Dopo che l'altra finì di parlare Elspeth vide che il suo corpo veniva formato nuovamente dall'etere e si spaventò. Serra l'abbracciò e disse che la paura era sempre l'ultima cosa da lasciare, ma lei l'aveva già uccisa tante volte e non aveva motivo di vacillare adesso. Subito dopo Serra svanì ed Elspeth pensò che rinascere era una strana sensazione: le ali sulla sua schiena erano pesanti, ma non riusciva a ricordare un momento in cui fosse mai stata senza di esse; il suo corpo era diverso e allo stesso tempo lo sentiva uguale; era ancora sè stessa e allo stesso tempo non lo era più. Si disse che non c'era più spazio per l'indecisione, che il multiverso era in blilico e quando il tempo cominciò a scorrere nuovamente, la nuova Elspeth trasformata in angelo alzò la sua spada bloccando gli artigli di Jin-Gitaxias.
Scontro con Elesh Norn[]
Dopo aver fermato l'attacco del phyrexiano, Elspeth curò e liberò tutti i prigionieri che iniziarono ad avanzare verso il Frangireami per permettere a Wrenn di compiere la sua missione. Si disse che una volta aveva pensato che Norn fosse spaventosa ma adesso, mentre l'osservava dall'alto, sembrava più una bambola che una minaccia per il multiverso. Tutte le scorie della sua vita passata erano state tagliate via lasciandola con una sola verità: phyrexia non avrebbe vinto.
Vedendo che Nissa stava raggiungendo i suoi amici, Elspeth iniziò ad andare verso l'elfa, ma venne ostacolata dalla Madre delle Macchine che l'attaccò. Lo scontro tra le due si trasformò in un dibattito in cui Norn cercò di convincere Elspeth a unirsi a lei, riuscendo in parte a spingerla a chiedersi se lei avesse ragione. Ironicamnete lo stallo tra le due finì grazie a Jin-Gitaxias che si lamentò con Norn sul fatto che stesse sprecando troppo tempo con quella nemica e di completarla in modo da proseguire per la loro strada. La Madre delle Macchine reagì con furia a quell'insubordinazione e la sua reazione fece capire ad Elspeth la verità.
L'angelo la colpì con la sua spada riuscendo a ferirla, poi si alzò in volo e disse che voleva che gli altri adorassero la Madre delle Macchine e che Nuova Phyrexia non aveva mai avuto nessuna importanza per lei: il potere era l'unica cosa che desiderava e non le importava nulla della volontà di phyrexia. Le sue parole fecero infuriare Norn che replicò che la odiava, parlando per la prima volta per se stessa. Si preparò a riprendere lo scontro, ma Elspeth la sorprese volando via mentre lei le urlò impotente di finire il loro duello. L'angelo la ignorò dicendosi che aveva perso troppo tempo ed era il momento di fare la cosa giusta.
Battaglia su Nuova Phyrexia[]
Elspeth arrivò in tempo per salvare Chandra che stava venendo strangolata dai rampicanti di Nissa. Dopo averla liberata, portò la piromante da Wrenn che subito dopo riuscì a fondersi col Frangireami. Successivamente venne raggiunta dalla forma di puro mana di Giada che la informò della protezione temporanea offerta contro l'Olio Scintillante dalle loro sorelle di Nuova Capenna che stavano viaggiando in tutti i mondi invasi attraverso i portali aperti dal Frangireami. Dopo che le forze di Zhalfir sotto la guida di Teferi si unirono alla battaglia, Elspeth disse al suo amico, che si era distratto durante lo scontro con Vorinclex ma era stato aiutato da Shella, di fare più attenzione. Lui le chiese qualche consiglio tattico e lei rispose che si sarebbe occupata di Nissa, mentre lui e le sue forze dovevano invece tenere a bada Jin-Gitaxias ed Elesh Norn, approfittando della protezione offerta dagli angeli. Durante la fase finale dell'invasione, Elspeth stordì Nissa poi attraversò con i suoi alleati il portale al sicuro su Zhalfir, mentre Nuova Phyrexia venne isolata dal resto del Multiverso grazie al sacrificio di Wrenn.
La fine dell'invasione[]
Dopo la sconfitta dei phyrexiani, Elspeth ricevette la visita di Koth che le chiese se fosse stata informata del piano di Melira per guarire Ajani e Nissa. Lei rispose di no, ma aggiunse che era consapevole che alla Sylvok restava poco da vivere e che sarebbe stata molto dispiaciuta dalla sua perdita. Nonostante ci fosse dolore nella sua voce il suo viso rimase tranquillo e ciò spinse l'altro a spiegare che il rituale, oltre a consumare le ultime forze di Melira, avrebbe richiesto anche il sacrifico della scintilla di Karn. Comprendendo la sua paura, Elspeth disse che la loro amica sarebbe morta valorosamente alle sue condizioni. Lo abbracciò e lui disse che era cambiata. Lei comfermò ma aggiunse che era ancora sua amica e che se mai avesse avuto bisogno del suo aiuto, tutto quello che doveva fare era pregare. Subito dopo lo portò in volo alla struttura dei guaritori dove lo lasciò in modo che potesse salutare Melira prima della sua fine. Elspeth si rialzò in volo, illuminata dai soli di Mirrodin che ora orbitavano intorno a Zhalfir, poi lasciò il piano viaggiando nella cieca ternità.
Nei Videogame[]
In Magic the Gathering Arena[]
In occasione dell'uscita di Theros Oltre la Morte, è stato reso disponibile l'avatar di Elspeth, nella sua versione "Nemesi Solare", con tanto di bustine a tema. Successivamente in occasione di Strade di Nuova Capenna ne è stato reso disponibile un secondo in versione "Risplendente", poi un terzo in versione "Arcagelo" per L'Avanzata delle Macchine.
In Puzzle Quest[]
Venne introdotta per la prima volta nel gennaio del 2017, insieme alle carte di L'Era della Rovina, nella sua versione Campionessa del Sole. Ricomparve poi come Nemesi del Sole nel febbraio 2020, insieme alle carte di Theros Oltre la Morte.
Referenze[]
- Rappresentato in:
- Arcangelo Elspeth
- Elspeth Risplendente
- Elspeth Tirel
- Elspeth, Campionessa del Sole
- Elspeth, Cavaliera Errante
- Elspeth, Eroina Intrepida
- Elspeth, Nemesi del Sole
- Mostrato in:
- Castigo di Elspeth
- Crociata
- Deicidio
- Deificazione
- Devozione Completa
- Elspeth Vince la Morte
- Fuga Audace
- Impeto Trionfante
- Incubo di Elspeth
- Inseguimento Inesorabile
- Intercessione Angelica
- Invocazione Ardente
- Momento della Verità
- Muro dei Presagi
- Luxior, Dono di Giada
- Nemesi degli Dei
- Oplita Illuminato dal Sole
- Parata Spirituale
- Paure Recondite
- Per Ordine di Elspeth
- Ricercata Numero Uno
- Ricordare i Caduti
- Rimorso Straziante
- Riunire la Resistenza
- Sala del Trionfo
- Sgominare l'Impuro
- Simulacro Solenne
- Solidarietà tra Eroi
- Svanire nell'Eternità
- Talento di Elspeth
- Tamiyo Incontra il Circolo dei Racconti
- Volere degli Dei
- Carte associate:
- Devota di Elspeth
- Ultimatum Squillante
- Testi di colore:
- Angelo della Metropoli
- Archetipo del Coraggio
- Caos e Distruzione
- Cavaliere del Reliquiario
- Comunione con gli Dei
- Fedele al Sole
- Fautore Lossodonte
- Funzionario di Corte Corrotto
- Guardiani di Akrasa
- Orologio a Scarica
- Paure Recondite
- Rappresaglia
- Reliquiario dell'Essenza
- Scorta Intrepida
- Talismano Integro
- Truppe in Difesa
- Un'Offerta Che Non Si Può Rifiutare
Galleria[]
Galleria
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Curiosità[]
- In origine Elspeth Tirel doveva essere un'antica planeswalker, ma a causa di un incomprensione tra Brady Dommermuth e Doug Beyer, venne creata come neowalker nel libro Alara Unbroken.
- Elspeth è la protagonista del libro Theros: Godsend, Parte 1 e Journey into Nyx: Godsend, Parte 2
- In Questo video, ci sono numerose scene aggiuntive nel trailer di Viaggio verso Nyx. Nella parte finale si vede una maschera dei Risvegliati per Elspeth.
- Doug Beyer ha rivelato che la maschera d'oro che si vede nella parte finale del video viene creata da Elspeth.
- Elspeth faceva parte del Circolo della Storia.
- In Episode 3: Tests viene rivelato che il nome "Elspeth" è inciso su diverse lapidi di Capenna, in quanto è un nome comune proveniente dalla Vecchia Capenna.
- Se Elspeth dovesse mai viaggiare su Bloomburrow verrebbe trasformata in una topide.
Collegamenti esterni[]
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Storia | Kingdom Era • Guerra dell'Avversario
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Nativi | Elspeth Tirell
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Pubblicazioni | The Legends You'll Find in Streets of New Capenna • Planeswalker's Guide to Streets of New Capenna
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