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Cho-Akhan è una dei Cho-Arrim, sorella di Cho-Ran. Dopo diverse avventure divenne nota anche come Sia-am-Erh.

Tutto ciò che è stato[]

Cho-Akhan iniziò la giornata nello stesso modo degli altri: con la scoperta della morte di una persona. Quando erano ancora vivi, sua madre e suo padre erano stati custodi dei morti, prima che decidessero di unirsi alla milizia. Lei discendeva da una lunga stirpe di custodi il cui compito era quello di preparare il corpo dei caduti dei Cho-Arrim prima di consegnarli al fiume in modo che le anime proseguissero il loro viaggio nell'aldilà. Arrivata da Cho-Fihad, la ragazza venne mandata dalla donna a raccogliere delle erbe aromatiche necessarie per il corpo di Cho-Hanni, morta a causa di una malattia. Attenta a non farsi vedere, Cho-Akhan alzò gli occhi al cielo esasperata, lei si occupava dei morti, ma a differenza di altri come Cho-Fihad, non pensava che i morti avessero alcun interesse una volta privi della vita, così come non era sicura che il fiume fosse pieno di anime dirette verso l'aldilà. Arrivata quasi al punto di raccolta delle erbe, Cho-Akhan vide un gigantesco troll spuntare in mezzo agli alberi, si nascose e fortunatamente non la notò, poi si allontanò. La ragazza sistemò nuovamente la sua sacca sulle spalle quando la sua attenzione venne attirata da un pilastro che aveva l'aspetto di un'entrata coperta da rampicanti. Li rimosse e si fece strada proseguendo fino a raggiungere una stanza dove trovò il corpo di una donna morta il cui viso aveva una maschera inserita nella carne. Tornata a casa con le erbe, Cho-Akhan parlò con Cho-Fihad e Cho-Shadi e la ragazza non prese seriamente le proccupazioni della seconda donna su una possibile minaccia da parte dei soldati della Città di Mercadia nella loro casa a Bosco Lesto, poi raccontò le sue avventure e chiese informazioni. Cho-Fihad disse che aveva trovato una delle antiche sciamane del loro popolo e che erano molto diverse da quelle attuali; spiegò che i loro progenitori rendevano onore al loro popolo con delle maschere e contemporaneamente anche ai vivi della propria famiglia con cui condividevano la tavola: i vivi insieme ai defunti. Continuò che quelle sciamane realizzavano le loro maschere con pezzi tutti diversi, come un mosaico, ogni pezzo era inteso a rappresentare o incanalare un aspetto diverso del loro popolo: c'era un grande potere in quella unione. Cho-Akhan annuì e continuò il suo lavoro in silenzio, ma sentì un brivido.

Altri Cho-Arrim si ammallarono e morirono: Cho-Annu, Cho-Biaal, Cho-Tunni. Con profondo dolore di Cho-Akhan, anche suo fratello Cho-Ran. Alle parole di Cho-Fihad che il fiume avrebbe guidato l'anima del ragazzo verso il suo riposo, lei scattò che non c'era nulla di speciale in quel fiume, che suo fratello era morto e non sarebbe più tornato. Nove giorni dopo, Cho-Shadi avvisò che piccoli gruppi di soldati della Città di Mercadia erano stati avvistati, viaggiavano leggeri trasportando poche armi, ma nella loro scia gli alberi sussultavano e gemevano, le radici si contorcevano nel terreno per trasformarsi in un letto di foglie marce: stavano portando il male a Bosco Lesto. Cho-Akhan si sentì in colpa per non aver preso più seriamente gli avvertimenti su una possibile minaccia da parte della Città di Mercadia e pensò che suo fratello aveva pagato con la vita a causa della sua sicurezza. Quella notte tornò nella tomba dell'antica sciamana e chiese perchè la sua gente stava morendo; perchè quella donna morta si trovava lì con la sua maschera e i suoi segreti a guardare il suo mondo che crollava a pezzi. Chiuse gli occhi e sentì una voce risponderle nella mente: i Cho-Arrim non ricordavano che un tempo possedevano la cososcenza e sapevano come essere uniti. Spiegò che la maschera possedeva potere, veniva composta con parti del proprio mondo e di conseguenza si diventava un riflesso del proprio popolo. La voce esitò e poi continuò che ci si perdeva in essa, si veniva trasformati in un disegno di tutti gli altri, un disegno che copriva per sempre. Cho-Akhan rispose che non le importava e che era disposta a farlo se così avesse potuto salvare la sua gente. Non era riuscita a salvare ne i suoi genitori, ne suo fratello; perdere sé stessa non sarebbe stato grave. La voce rispose che quando una famiglia perdeva un figlio era sempre una grande perdita, la ragazza sorrise e rispose che avrebbe fatto in modo che non fosse più capitato a nessuna famiglia. Presa la sua decisione, aprì gli occhi e, consapevole di non avere il tempo di creare una propria maschera, Cho-Akhan rimosse i pezzi della maschera della donna defunta e iniziò a inserire i frammenti polverosi di ceramica sul proprio volto. Il dolore la dilaniò, sentì il potere che cresceva dentro di lei, pensava che avrebbe portato alla sua gente un'arma potente da usare contro gli invasori, ma poi il suo corpo e la sua mente iniziarono a crollare a causa della maschera: il potere proveniva da altrove e non riusciva a mettere radici dentro di lei. Senza sapere come c'era arrivata, si ritrovò dentro il fiume e lì vide le anime di coloro che erano morti e tra loro c'era anche suo fratello. Le anime si avvicinarono a lei e iniziarono a rimuoverle la maschera e quando l'ultimo frammento cadde via, Cho-Akhan riconobbe coloro che le erano accanto e sentì che il potere incontrollabile diventava costante e la metteva in connessione con tutte le anime del fiume: erano legati, gli uni agli altri, viaggiatori lungo l'ultimo eterno cammino; un singolo, perfetto disegno. Improvvisamente si sentì spinta verso l'alto da Cho-Shadi e poi comparve anche Cho-Fihad che disse che aveva temuto che avessero perso anche lei. La ragazza l'abbracciò con calore e alle loro domande sul suo volto sussurrò che adesso lei era tutti loro, che era  Sia-am-Erh e che era la famiglia della loro famiglia. Cho-Akhan pensò che la Città di Mercadia l'avrebbe osservata e avrebbe saputo che lei ora sarebbe stata portavoce di molti, un mosaico di ciò che era stato il suo popolo e di ciò che sarebbe potuto diventare, poi chiese a Cho-Shadi di mostrarle il loro esercito e pensò che gli invasori pensavano che non ci sarebbe stato nessun combattimento, ma che sarebbero rimasti sorpresi.

Referenze[]

Rappresentata in[]

  • Maschera Ancestrale
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