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Bontu era la dea dell'ambizione, una delle otto divinità di Amonkhet.

Descrizione[]

La Gloriosa[]

Bontu, dal volto di coccodrillo, incarnava l’ambizione. Per lei, la forza non è una dote innata, ma può essere sviluppata grazie a orgoglio e astuzia, essenziali per la crescita personale. Ha uno stretto legame con l’imbalsamazione degli iniziati, che raggiungano la morte gloriosa o falliscano nel disonore. Inizialmente trovava questo compito indegno delle sue capacità e inferiore rispetto a quelli dei suoi fratelli, ma col tempo comprese che il suo lavoro glorificava gli sforzi degli iniziati e che in quanto suo compito renderli tali, lei stessa era a sua volta glorificata.

Bontu era la più misteriosa dei cinque dei, raramente vista in pubblico ma la cui presenza era sempre percepibile da chiunque, come se li controllasse dalle ombre. In quanto custode della morte, passava molto del suo tempo a supervisionare il processo di imbalsamazione, condividendo il controllo delle mummie con la sorella Oketra. La sua natura reclusa e schiva la rendeva terrificante agli occhi sia degli accoliti che degli iniziati, che la incontravano di meno rispetto agli altri dei.

Dopo la sua morte venne trasformata per ordine di Nicol Bolas in una degli Eterni e usata come arma durante la Guerra della Scintilla, trovando infine la morte dopo aver derubato Nicol Bolas delle scintille da lui assorbite tramite l'Incantesimo dell'Antico.

Storia[]

Contro Nicol Bolas[]

Insieme alle altre divinità, Bontu vide il drago volteggiare all’esterno della protezione dell’Hekma. Salì nelle posizioni più alte e si preparò alla battaglia: le divinità erano determinate a non fallire, nessun mostro avrebbe potuto sconfiggere tutti e otto gli dei di Amonkhet; non quando Naktamun era tutto ciò che rimaneva. Vide Oketra scagliare una freccia, che attraversò la barriera senza difficoltà e colpì al fianco il drago che però si mise a ridere per poi scendere verso la scintillante cupola dell’Hekma e valutarne la resistenza con un artiglio. Un’altra freccia venne lanciata, ma si divise e si dissolse in aria prima di colpire il drago. Le divinità rimasero sbalordite: Il drago possedeva un potere tale da sfidare le leggi della natura. Hazoret sollevò la sua lancia e invitò le divinità ad attaccare. In risposta il drago fece un movimento con il capo e frantumò la mente di Kefnet, che cadde a picco a terra, accasciandosi immobile. Il drago sorrise, stese un artiglio e un fascio di luce attraversò la barriera. Le divinità impugnarono le loro armi e ringhiarono in segno di sfida: nessuna bestia poteva ferire un essere immortale senza subire la loro vendetta. L’Hekma vacillò e il foro si allargò a sufficienza per permettere al drago di passare. Bontu attaccò insieme agli altri dei ma il drago diventò immateriale. Le divinità di Amonkhet ruggirono e imprecarono, ma nessun colpo delle loro armi riuscì ad andare a segno: il potere dell’intruso era almeno pari al loro. Il drago atterrò sulla cima della torre più alta, chiuse gli occhi e iniziò a preparare una magia. Bontu e le altre divinità percepirono un’ondata di mana turbinare intorno al drago e cercarono di difendersi disperatamente con la loro magia. Furono però troppo lente e quando il loro nemico riaprì gli occhi ogni mortale sufficientemente cresciuto da camminare si dissipò in aria. Una brillante luce bianca avvolse Naktamun e le sette divinità caddero in ginocchio dal tormento per le innumerevoli anime che erano appena svanite. La luce si interruppe e cadde il silenzio, interrotto solo dai lontani pianti di migliaia di bambini orfani. Le divinità gridarono orripilante: le preghiere dei bambini non avevano forma nelle loro menti, sconfinate suppliche le investirono, ondate di paura e confusione senza parole concrete, visioni parziali di madri e padri che venivano ridotti in polvere. L’improvvisa perdita di vite rese inermi tutte le divinità tranne Hazoret e Oketra. Diversamente dalle sue sorelle, Bontu si ritrovò paralizzata, come se avesse perso le membra.

Dopo la vittoria il drago prese tre divinità per sé e le ripose lontano, poi corruppe e manipolò le leyline che attraversavano le rimanenti divinità, tranne Bontu che scelse di servirlo, costringendole a dimenticare le loro origini, legando la loro esistenza a lui e obbligandole a cancellare ogni altro ricordo.

Blocco di Amonketh[]

Audacia[]

Bonti si recò nella piazza dove i membri delle Messe Tah e Gideon Jura stavano festeggiando e disse loro che il tempo a disposizione era ridotto, non tutti avrebbero avuto l’occasione di godere dei suoi favori e chiese chi di loro meritava di affrontare la sua ordalia. Un forte rumore esplose dagli iniziati radunati, che ruggirono determinati. La dea sorrise e disse che solo i forti potevano trionfare, ma che la forza poteva essere appresa e che nessuno nasceva forte. Gideon fece un passo avanti e chiese se valeva anche per le divinità. Bontu rispose che lui era audace e disse che anche lei aveva una forza superiore a quella che aveva una volta, perchè aveva desiderato che fosse così. Lui e gli iniziati delle Messe Tah sarebbero stati i prossimi ad affrontare la sua ordalia.

Il mattino seguente, diverse ore dopo l'inizio dell'Ordalia dell'Ambizione, Gideon e gli otto membri delle Messe Tah ancora in vita raggiunsero la parte superiore della piramide. Quando arrivarono Bontu, seduta su un trono, sibilò contrariata che l'avevano fatta aspettare ma non concluse la prova. Djeru chiese che impresa dovevano compiere per ottenere il suo favore e superare l'ordalia. Bontu indicò le bilance e rispose che solo coloro che erano in grado di pagare il giusto tributo potevano attraversare: un cuore per ognuno di loro. Gideon intervenne e disse che avevano avuto sufficienti perdite, ma la dea replicò che le Ere stavano per giungere, il loro numero era troppo elevato; o pagavano il tributo o sarebbero morti. Tranne Gideon tutti gli altri iniziarono a combattere tra loro. Lo ieromante cercò di intervenire per fermare Djeru dall'annegare Meris ma venne afferrato da due iniziati, li trascinò in avanti, sforzandosi di avvicinarsi all'altro, ma sentì le forze che venivano risucchiate dal suo corpo. Alzò gli occhi e incrociò lo sguardo infinito di Bontu che disse di osservare, di smettere di giudicare e imparare. I vincitori raggiunsero la dea, si inginocchiarono e ricevettero il loro cartiglio. Gideon chiese che cosa si imparava da un'esperienza come quella e quale fosse l'obiettivo di quelle morti, entrò nell'acqua e nuotò verso la piattaforma, emerse e si ritrovò di fronte alla divinità, furioso. Bontu disse che non aveva pagato il suo tributo. In risposta Gideon battè forte un pugno sul suo petto e disse che era quello e di andare a prenderglielo. Bontu sibilò una risata e disse che lui era sempre più audace e così ignorante del loro mondo, facendogli comprendere che sapeva che lui non era un abitante di Amonkhet. Djeru intervenne e disse che le sue parole erano eresia, metteva in discussione la loro fede e i loro metodi; non era migliore di Samut. Bontu disse che lo ieromante non era un eretico perché doveva ancora scoprire la sua fede. Continuò che lui aveva affrontato la sua ordalia alla ricerca di risposte, ma si era dimenticato di porre le domande giuste; aveva scoperto di più su di loro e su ciò che richiedevano: solo eccellenza e vera ambizione. E tuttavia, invece di comprendere, si limitava a giudicare. Gideon si voltò verso gli altri iniziati e chiese come facevano a non dubitare di quel bisogno di morti senza fine e sulle promesse del Dio Faraone. Bontu disse che lui era ingenuo, superficiale ed egoista; era solo alla ricerca di ciò che potesse soddisfare il suo senso di giustizia: la sua ambizione terminava con la discolpa della sua antica supponenza. Gideon rimase congelato e incapace di respirare, mentre la voce di Bontu riecheggiava nella sua testa: lui era alla disperata ricerca di fede e nonostante ciò non aveva mai trovato nulla. Confermò che gli iniziati dubitavano, ma il dubbio era la necessaria ombra che si contrapponeva alla luce della fede: più forte era la fede, più oscure erano le ombre dell’incertezza. Tuttavia, la loro ambizione li portava a splendere ancora più intensamente, a innalzarsi ancora più in alto, non soddisfatti della loro noncurante divinità. Chiese se sarebbe mai riuscito a dire lo stesso di se stesso. Gideon non rispose e a voce alta la divinità disse che gli iniziati appartenevano a lei che a sua volta apparteneva al Dio Faraone; poi gli ordinò di andarsene dal suo tempio.

La sentenza[]

Insieme alle altre divinità, Bontu assistette alla sfida finale dell'Ordalia dello Zelo nel Monumento dello Zelo. Quando il Conto delle Ere iniziò, l'ordalia si concluse e la dea andò via.

L'Era della Gloria[]

Bontu si unì ai suoi fratelli e sorelle sull'argine del Luxa. L'era della rivelazione era giunta ed era trascorsa, ma nessuna risposta era stata fornita e il Dio Faraone non era ancora giunto. Hazoret disse alle altre divinità di guardare il Luxa la cui acqua era stata trasformata in sangue dalla magia del demone uscito dai Cancelli dell'Aldilà. Bontu vide il sangue filtrare all’interno delle fondamenta di pietra della Necropoli, tre enormi sarcofagi si aprirono e tre figure si risvegliarono dal loro riposo. Erano più alte delle divinità e i loro corpi umanoidi terminavano con teste mostruose dalla forma di insetti: uno scorpione, una locusta e uno scarabeo. Ascoltò Rhonas chiedere allo Scorpione Divino perché si fossero destati durante l'era della gloria, l'altro non rispose ed egli decise che non l'avrebbe fatto passare. Bontu osservò i due mentre si affrontavano e vide lo Scorpione Divino uccidere Rhonas.

Urlò per la morte di Rhonas, tuttavia prima che la sua vita si spegnesse completamente suo fratello urlò: "morte al Dio Faraone, intruso e distruttore!"; osservò il bastone di Rhonas trasformarsi in un mostruoso serpente vivente che attaccò lo Scorpione Divino. Le quattro divinità osservarono sbalordite e immobili, le grida di paura e di panico crebbero mentre i mortali fuggivano lontano dai Cancelli. Oketra disse che le Ere erano fallite e che dovevano proteggere i mortali. Le sue parole risvegliarono gli altri. Un ronzio crescente riportò l'attenzione di Bontu oltre i Cancelli: la Locusta Divina inviò uno sciame di locuste che divorò l’Hekma. Sentì Kefnet chiedere cosa stesse facendo e Oketra rispose che l'Era della promessa aveva avuto inizio. Vide lo Scorpione Divino alzarsi e gettare a terra in due parti il bastone di Rhonas, per poi incamminarsi verso di loro seguito dalle altre due divinità. Insieme oltrepassarono la soglia dei Cancelli ed entrarono nella città di Naktamun. Bontu si preparò a combattere.

La favorita[]

Separatasi dalle altre divinità, Bontu vide che il Dio Faraone era tornato sul piano e andò verso di lui. Lo chiamò Nicol Bolas, si inginocchiò e disse che aveva servito con fedeltà in sua assenza: aveva raccolto solo i più ambiziosi e i più forti affinché fossero i suoi degni morti; aveva rimosso dalle messi i dissenzienti; aveva liberato Naktamun da coloro che avrebbero danneggiato il suo lavoro e aveva mantenuto i fili che il drago aveva intrecciato nell’essenza delle altre divinità. Concluse che viveva per servirlo, di parlare e lei avrebbe agito. Hazoret, che si trovava già lì, chiese spiegazioni alla sorella e Bolas disse a Bontu di ucciderla.

Senza esitazione, Bontu sollevò una mano e scagliò un’ondata di energia contro Hazoret. Sua sorella riuscì a riprendersi appena in tempo per gestire un’altra ondata di energia, deviò il secondo attacco con la sua arma, ma il terzo attacco la ferì al braccio perchè si mosse troppo lentamente a causa della distrazione della mente: la prima magia di Bontu aveva rimosso blocchi di ricordi e improvvisamente Hazoret ricordò tutto. Ciò faceva parte dei piani di Bontu per distrarla e rallentarla dal momento che Hazoret era più veloce di lei, tanto da schivare tutti i suoi attacchi. La dea dello zelo chiese perché li avesse traditi. Bontu rise, ma era una risata disperata venata di tristezza e rispose che lei era l’incarnazione dell’ambizione, Bolas aveva distrutto tutti coloro che avevano opposto resistenza; lei aveva scelto di unisi al suo potere: aveva scelto di sopravvivere. Hazoret replicò che aveva scelto di tradire il suo mondo e scagliò un getto di fiamme contro Bontu, che lo assorbì con il suo bastone, replicò che quel mondo era Bolas e che lei non ne era degna e poi puntò il suo bastone e le fiamme ritornarono verso Hazoret, macchiate di nero per la magia necrotica dell'altra divinità. Hazoret evitò le fiamme oscure e poi contrattaccò riuscendo a ferire la sorella. Le due divinità si divisero in parità. Bontu sollevò il suo bastone, ma invece di attaccare la sorella, evocò delle bestie oscure che iniziarono a uccidere brutalmente tutti gli esseri viventi davanti a loro. Hazoret scattò per difendere i mortali, quando però la sua lancia perforò il primo orrore, esso esplose e divenne catrame che si fuse intorno alla sua arma. Gli altri orrori balzarono su di lei, diventando un pantano avvolgente che la bloccò. Bontu le disse che la sua limitazione e la sua compassione la rendevano prevedibile, poi la trascinò verso il trono.

Bontu distese Hazoret ai piedi di Nicol Bolas, si inginocchiò di nuovo e disse che aveva compiuto ciò che aveva chiesto. In risposta il drago sollevò lentamente un artiglio e colpì Bontu con un proiettile di energia oscura facendola crollare al suolo per il tormento. Divertito, Bolas disse che la sua utilità era terminata ed era ora di servirlo nella morte. Il drago iniziò ad andare via, Bontu tentò di attaccarlo per il suo tradimento, ma un monumento crollò di fronte a Bontu e un’orda di non morti le andò incontro, un insieme di mummie provenienti dai deserti e di cittadini di Amonkhet risvegliati dalla Maledizione della Peregrinazione. La divinità barcollò sui detriti e i non morti sciamarono e attaccarono. Bontu li colpì, ma era indebolita e ciò che normalmente sarebbe stato un leggero fastidio, fu invece in grado di abbatterla. Un’ondata di decomposizione si propagò dal mucchio di non morti. Bontu emerse dal mucchio, senza fiato, e scagliò verso il cielo i corpi inerti delle mostruosità, con una magia che dilaniò tutti gli esseri vicini a lei, viventi e non morti. Le due sorelle incrociarono lo sguardo e Hazoret sentì il catrame intorno a sé rammollirsi e sciogliersi. Subito dopo Bontu morì.

La Guerra della Scintilla[]

Dopo la sua morte, Bontu venne trasformata per ordine di Nicol Bolas in una degli Eterni. Durante la Guerra della Scintilla, la dea non morta attraversò il portale che la portò su Ravnica insieme a Rhonas, Kefnet e Oketra. I Quattro distrussero rapidamente Vitu-Ghazi, facendolo a pezzi.

Dopo che tradi Bolas, Liliana liberò Bontu e Oketra, che attaccarono Bolas di loro spontanea volontà. Bolas si preparò a combatterle, ma venne inaspettatamente pugnalato alle spalle da Niv-Mizzet con la lancia di Hazoret. Bolas riuscì a sconfiggere Niv-Mizzet e a distruggere Oketra, ma non prima che Bontu lo mordesse, raccogliendo tutte le scintille che il drago antico aveva consumato, così come la scintilla di Bolas stesso. Incapace di contenere l'energia, la dea esplose.

Referenze[]

Rappresentato in:
  • Bontu la Gloriosa
  • Bontu, Dea Eterna
Mostrato in:
  • Apparizione degli Dei Eterni
  • Descintillazione
  • Trionfo di Liliana
  • Ultima Sentenza di Bontu
Testi di colore:
  • Alleggerire
  • Nido di Scarabei
  • Ordalia dell'Ambizione
  • Scoprire il Cuore
  • Vigore Soprannaturale

Galleria[]

Espansioni Blocco di Amonkhet (AmonkhetL'Era della Rovina) • Invocazioni di AmonkhetL'Avanzata delle Macchine
Luoghi NaktamunTerre SpezzateHekmaShefet
Storia Conto delle Ere
Nativi Basri KetSamut
Pubblicazioni The Art of Magic The Gathering: Amonkhet
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