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Arlinn Kord è una mannara umana planeswalker che usa il mana rosso e verde, originaria di Innistrad.

Descrizione[]

La Mannara[]

Razionalità e istinto, protettrice e carnefice, uomo e animale. Arlinn è tutti questi aggettivi in un unico essere: un ponte tra la civilizzazione e il mondo selvaggio, in grado di mutare a piacere tra la forma umana e quella di mannaro. Gli incantesimi sacri appresi durante il suo addestramento nella Chiesa di Avacyn, uniti alla forza selvaggia liberata dopo la sua trasformazione la rendono un'avversaria temibile e versatile. Sebbene sia rimasta fedele alla sua specie d'origine, negli anni ha imparato ad accettare il suo vero io, divenendo più vicina ai mannari che agli uomini, ma ponendosi sempre in difesa dei più deboli. Combatté gli orrori generati da Emrakul su Innistrad e l'armata di Eterni di Nicol Bolas durante la Guerra della Scintilla su Ravnica. Tornata su Innistrad, contribuì a mettere fine alla Notte Eterna con l'aiuto dei Guardiani.

Storia[]

Adolescenza[]

Originaria di Avabruck e figlia di un fabbro e di una panettiera, Arlinn era ancora una ragazzina quando gli ululati del branco Mondronen di Tovolar la richiamarono vent'anni prima degli eventi di Caccia di Mezzanotte nella foresta, dove portò a termine la sua prima caccia. Inizialmente affascinata e dubbiosa riguardo la sua situazione continuò a cacciare assieme a lui, fino a quando Tovolar non le mostrò che aveva ucciso delle persone, allora tornò a casa e decise che avrebbe donato la sua vita ad Avacyn e alla chiesa, nella speranza di resistere al richiamo della notte e di salvare le persone da lei, riuscendo infine a divenire un'arcimaga della Notte Dorata.

L'arcimago di Notte Dorata[]

Arlinn, the Pack's HopeART2

Arlinn nella Chiesa.

L'arcimaga[]

Arlinn si avvicinò a Reeves e Rembert pensando che i due arcimaghi non potessero avere idea di quanto fosse importante per lei quel momento: significava la libertà. Si alzò dalla sua posizione di preghiera e salì la scalinata verso i due cercando di controllare l'ansia e la trepidazione che la stavano investendo, la cappella ai Campi di Elgaud era piccola, ma tutt'altro che semplice. L'altare splendeva con rifinimenti dorati che portavano i simboli di Avacyn. L'arcimago Reeves iniziò la benedizione del rito che l'avrebbe resa un'arcimaga della Notte Dorata; Arlinn conosceva bene quelle parole, negli ultimi anni aveva udito quella preghiera innumerevoli volte, come unica catara presente a ogni cerimonia di benedizione dell'arcimago. Ricordò le volte in cui aveva dubitato di sé stessa, ma ora era arrivato il suo momento. Mentre la cerimonia proseguiva, Rembert le sussurrò che era fiero di lei, un'ondata di emozioni investì Arlinn in gola, impedendole di rispondere, ma il suo sguardo incrociò quello di lui e mostrò la sua gratitudine: Rembert era stato il suo punto di riferimento in quegli anni, un mentore che l'aveva spronata, era stato paziente con lei e l'aveva aiutata a superare le sue debolezze. La conosceva meglio di chiunque altro, ma nonostante ciò non conosceva la verità. Arlinn distolse lo sguardo pensando a tutte le volte che avrebbe voluto dirgli della sua maledizione, ma sapeva che non l'avrebbe mai potuto fare, altrimenti sarebbe stata cacciata. Arlinn si scosse, aveva promesso a se stessa che non avrebbe più provato sensi di colpa per quando era diventata una mannara e ripensò alle immagini dei suoi guardiani, centinaia, che lei aveva plasmato nella sua mente in opposizione alla maledizione; le apparirono chiare nella mente così come il fatto che aveva mantenuto il suo segreto per tutto quel tempo a tutti loro poiché una mannara non sarebbe mai potuta diventare un'arcimaga e lei doveva diventarlo: la benedizione di Avacyn era più forte del male che nascondeva. Avrebbe eliminato la ferocia, aveva lavorato tutti quegli anni per raggiungere quell'obiettivo e dopo quella notte avrebbe potuto avere fiducia in se stessa in modo assoluto. Mentre stavano per pronunciare la preghiera finale, Leighton entrò e urlò che i diavoli stavano attaccando Havengul; erano tantissimi e lo Stormo di Notte Dorata aveva richiesto l'intervento degli arcimaghi. Chiamando Arlinn con il titolo di arcimaga, Rembert le disse di andare e la ragazza lo seguì, ma disse che la preghiera non era stata terminata; sapeva di aver pronunciato una frase sciocca in quel momento, ma aveva bisogno di sapere che la cerimonia era completa. Il suo mentore capì e le rispose che per lui, lei era stata un'arcimaga fin dal momento in cui era arrivata, non aveva mai incontrato un'allieva così brillante e promettente e ora aveva il titolo corrispondente a ciò che era sempre stata: era un membro degli Arcimaghi della Notte Dorata, vincolata al sacramento che li legava, all'angelo e a tutti gli altri per sempre; che la cerimonia fosse stata completata o no, era ufficiale. Arlinn abbozzò un sorriso pensando che sarebbe stata in grado di accettarlo e poi Rembert la sorprese dicendo che avrebbero completato la preghiera finale durante il cammino e di pronunciare le parole insieme a lui. Nel momento in cui finirono, Arlinn salì a cavallo, ora si sentiva un'arcimaga e lo poteva sentire anche nella sua anima.

Ascesa della mannara[]

Arlinn, the Moon's FuryART2

Arlinn si mostra.

Trovarono Havengul in fiamme, Arlinn vide la distruzione e la morte causate dai diavoli e provò un odio improvviso. Arcimaghi e catari si unirono alla battaglia iniziata dagli angeli e il loro primo obiettivo fu quello di creare un rifugio. Freydalia lanciò una magia di protezione su una piccola chiesa e la benedì. Agli ordini di Rembert, Arlinn e gli altri iniziarono a portare al sicuro le vittime: per primi salvarono gli innocenti, poi si occuparono dei dannati. Arlinn si accovacciò vicino ai resti in fiamme di un carro rivoltato sotto cui si era nascosto un ragazzino e, protetta dai nemici da Olaylie, lo convinse ad uscire dal suo nascondiglio proprio nel momento in cui il carro si frantumò. Olaylie scese su di loro per proteggerli dai frammenti di legno e dagli attacchi dei diavoli, ma venne ferita e urlò di dolore mentre il suo sangue imbrattò Arlinn. Nonostante le ferite, Olaylie la implorò di portare in salvo il ragazzino e Arlinn lo fece. Dopo averlo lasciato da Rembert, corse subito indietro con la spada sguainata per salvare l'angelo, ma quando arrivò la trovò quasi in fin di vita. Esultando, i divoli fecero cadere l'angelo a terra e si concentrarono su Arlinn, che attaccò pregando Avacyn perché le donasse il suo sacro potere. Ne sconfisse tre, ma poi una decina di loro balzarono dai tetti e le furono addosso. Arlinn ebbe appena il tempo di pronunciare una preghiera silenziosa all'arcangelo per chiederle aiuto contro le numerose creature, ma non ottenne risposta; la bloccarono a terra e lei pregò nuovamente, ma il risultato fu lo stesso. Il dolore che provò fu enorme, ma ancor peggiore era vedere Olaylie che lottava contro l'orda soffocante, pregò una terza volta Avacyn implorandola di darle il suo potere ma non avvenne nulla. Appena fuori dalla sua portata, Olaylie gridò dopo aver resistito al dolore cosi a lungo, il grido dell'angelo era carico di agonia da lacerare la notte, innescando senza volerlo la trasformazione in mannara della ragazza. Arlinn Uccise alcune di quelle creature, ma priva di controllo, nella sua furia uccise anche Olaylie, Leighton, Reeves e molti altri. Rembert, che era arrivato da lei, la riconobbe per via del suo pendente, lei ringhiò ma il suo sguardo si spostò verso ciò che il suo ex mentore aveva indicato, il nome di Avacyn scavò a fondo nella sua mente, poi guardò verso il terreno, era circondata dai corpi di coloro che aveva ucciso e che riconobbe; conosceva tutti loro. La mente di Arlinn bruciò, sentì Rember urlargli contro e si voltò verso di lui con rabbia crescente chiedendosi perché era andato da lei e aveva parlato, pensò che la colpa era sua e lo aggredì. Rembert urlò, sollevò la spada verso di lei e arretrò chiamandola "mostro". L'uomo sollevò la sua spada, sperò che Avacyn potesse perdonarla e colpì. Lei non indietreggiò pensando che la lama sarebbe stata una liberazione, l'acciaio brillò e la sua mente da mannara crollò. In quel momento la sua scintilla si accese e Arlinn viaggiò su un altro mondo.

Equilibrare le due metà[]

Arrivata su una foresta in un altro mondo, per molto tempo dopo quel terribile giorno, Arlinn aveva creduto alle parole di Rembert sul fatto che era un mostro; qualcosa di così terribile che nemmeno Avacyn poteva salvare. S'infuriò con l'arcangelo pensando che la sua benedizione doveva essere più forte della sua maledizione, ma alla fine il suo stato di arcimaga non le era servito. Avacyn l'aveva delusa, cosi come i suoi guardiani mentali: la licantropia aveva vinto. Aveva avuto molto tempo per riflettere da quel giorno, lontana dagli orrori che aveva commesso. Era stato impossibile per lei misurare lo scorrere del tempo; la sua vecchia vita era finita. Quel nuovo mondo divenne come un purgatorio per lei, da quando era arrivata non aveva più ripreso la sua forma umana; rimase un mostro, ma contemporaneamente non poteva eliminare la sua mente umana e i ricordi delle morti che aveva causato: quelle due parti di lei erano in guerra e la sua anima era nel pieno degli scontri. Arlinn ne fu grata: quella condizione di doppia vita l'aveva obbligata a vedere la verità. Capì che aveva sbagliato a pensare che diventando un'arcimaga avrebbe cambiato la sua essenza, si era convinta che Avacyn e il potere benedetto della sua chiesa avrebbero potuto guarirla, ma non era così. Lei era ciò che era e sarebbe stata sempre così, era selvaggia, una predatrice, ma era anche buona e sincera, una protettrice; non poteva far sparire una parte di sé, non poteva fuggire da metà della sua essenza, doveva accoglierle entrambe e avere fiducia in se stesa. La sua salvezza non era mai stata qualcosa da chiedere ad Avacyn. Era dentro di lei.

Ritorno su Innistrad[]

Le ci vollero molti anni, ma alla fine Arlinn tornò su Innistrad, fiduciosa di mettere di nuovo piede sul mondo che aveva un tempo abbandonato. In quel momento ottenne pieno controllo dei suoi poteri e di se stessa. Poteva trasformarsi in mannara e tornare umana quando voleva; la sua mente era sempre la stessa, ma era arricchita dal selvaggio potere della sua forma fisica. Non era più un guscio, non doveva più nascondersi: lei era tutto ciò che doveva essere. Con il suo olfatto eccezionalmente sensibile anche il forma umana, colse i profumi che le portarono alla mente numerosi ricordi tristi. Visitò le tombe di coloro che aveva ucciso, rivolse preghiere ad Avacyn in tutta Nephalia, pronunciò litanie di confessione e redenzione; aveva parlato agli angeli, li aveva guardati negli occhi, aveva ammesso le sue azioni e si era messa di fronte a loro in attesa di giudizio. Si diresse da Rembert e quando lo trovò lui la accolse con rabbia e con in mano un sigillo brillante: una protezione contro di lei. Arlinn indietreggiò e disse che immaginava come si sentisse e che non poteva cambiare il passato, ma non era più quella di un tempo. Ora era in grado di fare del bene e aveva il pieno controllo. Rembert sguainò la sua spada benedetta e rispose che il controllo era una menzogna che raccontava in modo da vivere bene con se stessa, ma anche camuffata in quelle false carni sarebbe stata sempre un mostro. Arlinn si mantenne salda sebbene lui si avvicinò con la sua spada diventata fiammeggiante e rispose che poteva essere una mannara, ma non era un mostro e lui stesso le aveva detto che sarebbe sempre stata un membro della Notte Dorata. Rembert scatto verso di lei, la colpì alla spalla con il palmo, la scagliò contro la porta e premette il lato della sua spada contro la sua gola, ma Arlinn si rifiutò di combattere e rimase umana. Rembert le disse che qualsiasi cosa le avesse detto prima di scoprire ciò che era in realtà, non avrebbe potuto utilizzarlo contro di lui e che lei non era un membro degli arcimaghi e non lo sarebbe mai stata. Arlinn mantenne lo sguardo fisso su di lui, non poté dire nulla, l'insieme di emozioni che le avevano impedito di esprimersi anni prima erano tornate e la stavano bloccando. All'improvviso Rembert distolse lo sguardo, sospirò e arretrò, indicò il corridoio e senza guardarla le disse di andarsene e non tornare mai più, poiché se l'avesse incontrata nuovamente l'avrebbe uccisa. Arlinn fece per parlare, ma lui le impedì di farlo ripetendole di andarsene, così lei lo fece.

Blocco di Ombre su Innistrad[]

Un anno dopo il Ritorno di Avacyn, Arlinn desidera garantire la sopravvivenza della sua specie più di qualsiasi altra cosa e ha imparato a considerarsi un membro del branco. in un mondo dove Avacyn ha purificato con lo Smorzamaledizioni o ucciso centinaia di mannari e in cui la chiesa sta iniziando, una nuova inquisizione ancor più terrificante della precedente, Arlinn teme che se non agisce, i licantropi di Innistrad potrebbero presto estinguersi per sempre.

Sotto la luna d'argento[]

Arlinn individuò Bes Palter, un'umana maledetta, e contribuì ad ucciderla salvando alla stesso tempo Alena e Halana che stavano lottando contro la donna posseduta. Vinto lo scontro, Arlinn tornò umana sorprendendo le altre due, per un istante nessuna delle tre si mosse, poi senza distogliere lo sguardo da lei, le due umane misero a terra i loro pugnali d'argento e la ringraziarono per il suo aiuto. Arlinn disse che non l'aveva fatto per loro, stava seguendo la donna maledetta e altri posseduti e spiegò che ve ne erano troppi nelle loro città. Aggiunse che se non fosse stato per il desiderio di mettere fine alla miserabile vita della posseduta non le avrebbe salvate, ma poiché erano ancora vive le avvertì: entrambe dovevano smettere di uccidere i membri del suo branco. Alena chiese se si riferiva ai mannari e Arlinn rispose che se avessero continuato l'avrebbero costretta a combattere contro di loro e a ucciderle. Halana rispose che Ulvenwald era sotto la loro protezione e Alena aggiunse che non potevano accettare mannari nel loro dominio. Arlinn rispose che non era una scelta che spettava a loro e che erano sciocche se pensavano di riuscire a mantenere la sicurezza della foresta di fronte a quello che stava per arrivare, dovevano andarsene e lasciare quel luogo ai mannari. Le due umane chiesero cosa stesse per arrivare e Arlinn rispose che non lo sapeva con esattezza, ma che aveva visto abbastanza per sapere che sarebbe stato peggio dei lupi mannari. Continuò che presto il mondo avrebbe avuto bisogno della sua razza e avrebbe accolto i mannari perché sarebbero potuti essere l'unica forza in grado di porsi contro qualsiasi nemico. Alena replicò che loro non sarebbero scappate, la mannara sospirò e rispose che sarebbero andate incontro alla morte, poi si trasformò, si voltò e scomparve tra gli alberi.

Nella sua forma mannara, Arlinn guizzò tra gli alberi annodati e si chiese come potevano essere cosi ciechi gli umani. Si augurò di non essere costretta a uccidere quelle due; erano forti e selvagge, caratteristiche per lei importanti. Valutò che in un'altra vita sarebbero potute diventare amiche, ma in quella attuale che stava vivendo era consapevole di non poter avere amici.

Dopo la morte di Avacyn[]

In forma di mannara, Arlinn corse verso Lambholt. Aveva assistito da lontano alla discesa del folle angelo sulla città e sebbene non potesse vedere ciò che era accaduto oltre i tetti poté immaginarlo chiaramente; il comportamento degli angeli impazziti era noto: piombavano dal cielo, folli, inconsolabili, urlanti e disperati per la morte di Avacyn. Sembrava impossibile che l'arcangelo fosse davvero svanita, ma non vi erano dubbi sulla sua mancanza nel tessuto di Innistrad; una mancanza che veniva colmata rapidamente dal pianto degli innocenti, dai ruggiti delle fiamme e dalle risa degli esseri corrotti. Sentì che oltre al sangue dell'angelo era stato versato anche quello umano e immaginò i catari accorsi in difesa, le cui armi però non sarebbero state benedette dal potere per cui stavano pregando; Avacyn non era più presente per rispondere alle loro preghiere. Arrivata, Arlinn si nascose tra i cespugli per sfruttare il vantaggio della sorpresa e vide che l'angelo era stato legato e ferito da Rembert e i suoi, tuttavia, era la creatura alata a trovarsi in posizione di vantaggio. La vista del suo ex mentore le fece commettere un errore, l'angelo la individuò e indicò verso di lei. Molti dei catari e Rembert si voltarono a guardarla, lui la riconobbe e ordinò di prenderla e in quel momento di scarsa attenzione l'angelo folle riuscì a liberarsi. La battaglia riprese, lame e frecce vennero usate sia contro l'angelo che contro Arlinn che avrebbe voluto dire a Rembert di fermarsi, che non era più il mostro che lui aveva conosciuto e che non lo era mai stata. Cercò di ritirarsi ma lui le tolse quella possibilità circondandola e poi le disse che l'aveva avvertita, Arlinn si preparò, avrebbe potuto sopportare più attacchi di quanto lui immaginasse e non gli avrebbe permesso di cacciarla via quando c'era un angelo impazzito. Come se i suoi pensieri l'avessero richiamata, la creatura alata scese dietro ai catari, afferrò Rembert e lo sollevò in aria. I catari si mossero per andare in suo aiuto ma lui ordinò loro di uccidere la mannara. Confusi, alcuni catari si riconcentrarono verso Arlinn mentre altri sull'angelo. Comprendendo che l'angelo stava per uccidere il suo ex mentore, Arlinn ignorò ogni altra cosa e si lanciò direttamente sulla creatura alata e affondò i denti nelle sue carni e l'angelo venne abbattuto in pochi istanti. Cercò Rembert e lo vide che giaceva ferito su un tronco che non lo avrebbe retto per molto e una volta spezzato lo avrebbe fatto precipitare uccidendolo. Arlin tese la sua mano mannara verso di lui che però non l'afferrò, subito dopo la mano fu quella di un'umana e lei gli disse di afferrarla. I loro occhi si incrociarono e Rembert disse che gli aveva mentito, aveva ucciso gli altri e che lui non poteva prenderla. Arlinn rispose che ciò che diceva era vero, ma lei non era più schiava della maledizione, che era libera di essere una protettrice come sarebbe sempre dovuta essere, l'aveva conosciuta un tempo e poteva conoscerla nuovamente. Rembert sollevò il braccio e pregò Avacyn di aiutarlo ma Arlinn rispose che l'arcangelo non c'era più e che ora dovevano trovare la forza l'uno nell'altra.

Battaglia a Thraben[]

Successivamente, Arlinn assistette Thalia e i suoi catari durante la battaglia a Thraben contro le orde corrotte di Emrakul.

Alla fine la battaglia fu vinta dalla resistenza dopo che Emrakul venne imprigionata sulla luna d'argento.

La Guerra della Scintilla: Ravnica[]

Arlinn, Voice of the PackART2

Arlinn su Ravnica.

Arlinn venne attirata su Ravnica dal Faro Interplanare e rimase intrappolata dal Sole Immortale di Nicol Bolas. Accanto a molti altri planeswalker e abitanti del piano, Arlinn combatté contro gli Eterni dell'Orda Atroce di Bolas guidati da Liliana Vess.

Durante l'invasione del piano, fu presente alla riunione dove i leader della difesa di Ravnica si riunirono per mettere a punto una strategia, dove viene vista ridere con Angrath.

Dopo la morte di Rhonas e l'arrivo di alleati di altre gilde, Arlinn combattè insieme a Angrath e Nissa Revane alla testa di una modesta armata di Golgari e Gruul.

Arlinn fu tra i pochi planeswalker che decisero di rimanere sul piano dopo che Chandra Nalaar disattivò il Sole Immortale e aiutò i Guardiani nel loro scontro con Bolas.

Dopo la fine della guerra, Arlinn rimase su Ravnica, aiutando a separare i corpi dei morti dai sopravvissuti. Poi tornò su Innistrad.

Innistrad: Caccia di Mezzanotte[]

La notte si avvicina[]

Due anni dopo le tribolazioni, l'equilibrio giorno/notte di Innistrad si alterò, con il sole che sorgeva più tardi e tramontava prima ogni giorno. A insaputa della maggior parte degli abitanti del piano, ciò era una conseguenza dell'imprigionamento di Emrakul sulla luna. In cerca di un modo per mettere fine alla Notte Eterna, Arlinn ottenne informazioni su Katilda della Congrega Albacorno, mentre indagava su degli omicidi a Kessig. Con l'aiuto del suo branco di lupi Saetta, Zannarossa, Macigno e Pazienza, la planeswalker individuò la strega e parlò con lei. L'altra spiegò che potevano riportare l'equilibrio attraverso il Festival del Raccolto, un antico rituale esistente prima della nascita di Avacyn, ma era necessaria anche l'attivazione del Celestus, la cui Chiave di Selenargento però era stata rubata. La conversazione tra le due venne interrotta quando udirono l'ululato di Tovolar.

Pack's BetrayalART1

Arlinn perde il suo branco.

Una volta raggiunto, Arlinn notò i numerosi mannari presenti, tra cui anche quelli della Stirpe Funesta. Alle domande di lei il mannaro spiegò che aveva intenzione di iniziare una caccia di tutto ciò che volevano, compresi i vampiri. Comprendendo il pericolo per gli umani, Arlinn decise di attaccarlo per sconfiggerlo e guadagnare tempo, ma Macigno balzò tra i due costringendola a fermare il suo assalto e, subito dopo, anche Saetta e Zannarossa lo seguirono: i lupi volevano cacciare e si unirono ai mannari di Tovolar. Arlinn capì che anche Pazienza voleva unirsi agli altri, ma stava aspettando lei, che l'abbracciò, le disse di prendersi cura degli altri e le diede il permesso di unirsi a loro. Tornò da Katilda e le disse che l'avrebbe aiutata a trovare la chiave.

In cerca di alleati[]

Il giorno seguente, consapevole di non poter salvare il suo mondo da sola, Arlinn viaggiò su Ravnica per chiedere aiuto ai Guardiani. Spiegò il problema della Notte Eterna a Teferi, Chandra e Kaya e i tre accettarono subito di aiutarla. Tornati da Katilda fecero la conoscenza di Adeline. Insieme ad alcuni catari guidati dalla loro nuova amica, il gruppo di planeswalker si recò a Thraben in cerca di indizi sulla chiave. Arrivati a destinazione, Arlinn osservò con dolore le rovine delle cattedrale circondate da numerosi non morti. Durante una delle sue ricognizioni solitarie, Kaya trovò un vecchio libro illustrato che mostrava che la chiave che stavano cercando era stata data a un antenato della famiglia Betzhold da una strega. Arlinn conosceva Worrin Betzhold, un vecchio vescovo che apparteneva a quella famiglia e iniziarono a cercarlo. Lo trovarono tra l'esercito di zombie che Liliana Vess aveva lasciato in mezzo alle rovine di Thraben, dopo l'imprigionamento di Emrakul, e scoprirono che era diventato un non morto. Arlinn si trasformò per affrontare gli zombie. Raggiunto Worrin, Arlinn gli chiese della chiave, ma l'altro rispose ripetendo solo il nome di Dennick Betzhold. Come atto di pietà, la mannara uccise il suo vecchio amico sperando che potesse riposare in pace.

Il mistero della Chiave[]

Il gruppo andò nella città natale della famiglia Betzhold, a Gavony, dove parlarono con lo spirito del defunto Dennick, che rivelò che la chiave era stata donata a Sorin Markov. Viaggiarono fino al Maniero Markov in rovina, ma prima di entrare Arlinn vide fuori dai cancelli un simbolo di Avacyn, iniziò a pregare e subito dopo i suoi amici si unirono a lei. Trovarono Sorin nella sala del trono che chiese spiegazioni per la loro presenza. Teferi rispose che stavano cercando la Chiave di Selenargento, ma venne interrotto dall'antico vampiro che si rifiutò di aiutarli e replicò che non comprendevano quanto avesse sacrificato per Innistrad: aveva fatto abbastanza per tentare di impedire alla sua famiglia di sprofondare nell'edonismo della Notte Eterna. Arlinn cercò di convincerlo ad aiutarli ma, quando pronunciò il nome di Avacyn, lui l'attaccò. Venne bloccato da Sigarda, arrivata in risposta alla preghiera della mannara, che disse agli altri di recuperare la chiave mentre lei affrontava il planeswalker. Arlinn esitò, ma poi seguì gli altri in una stanza piena di librerie e armi antiche dove recuperarono la chiave.

Battaglia al Celestus[]

Duel for DominanceART1

Arlinn affronta Tovolar.

Il gruppo tornò da Katilda per iniziare il rituale ma, proprio in quel momento, centinaia di mannari guidati da Tovolar attaccarono. Arlinn diede a Kaya la chiave e le disse di portarla alla strega, poi osservò le protezioni magiche della Congrega Albacorno venire infrante e la battaglia iniziò. Grazie a Teferi che lanciò un potente incantesimo per ritardare il tramonto e di conseguenza la trasformazione dei mannari, lo scontro fu equilibrato. Mentre i suoi amici, i catari e le streghe difendevano sia la fuga dei civili che il Celestus, Arlinn affrontò Tovolar: lei gli chiese di fermare l'attacco ma lui rifiutò e l'esortò ad abbracciare la sua natura di mannaro. Iniziarono a scambiarsi degli attacchi finché i lupi del branco di Arlinn non arrivarono e si unirono a Tolovar "chiedendole" di tornare con loro, lei rifiutò e tutti, tranne Pazienza, l'attaccarono. Ciò permise a Tovolar di sopraffarla e tenerla alla sua mercé. In quel momento, la magia di Teferi svanì e il sole tramontò, permettendo ai mannari di trasformarsi. Tovolar le disse nuovamente che doveva accettare la sua natura e Arlinn rispose che l'accettava e si trasformò, ma per poterlo affrontare al suo stesso livello. I due combatterono selvaggiamente e subirono entrambi numerose ferite, ma alla fine Tovolar ebbe la meglio. Il mannaro disse che l'avrebbe lasciata libera se gli avesse detto che sarebbe tornata a casa e Arlinn rispose che era già a casa. Credendo che finalmente si fosse arresa e sarebbe tornata con loro, Tovolar l'aiutò a rialzarsi, ma proprio in quel momento, la planeswalker lo colpì a tradimento ferendolo gravemente con una stretta mortale nel petto e aggiunse che Innistrad era la sua casa e che finchè era viva avrebbe lottato per difenderla. Lui disse che aveva mentito e lei replicò di intorrempere l'attacco. Tovolar si arrese e si ritirò con gli altri della sua specie.

Dopo la vittoria, Arlinn venne raggiunta da Chandra e Adeline che la portarono al centro del Celestus dove si stava svolgendo il rituale. Lì, le venne chiesto di contribuire a completarlo: la mannara offrì il suo sangue all'interno della ciotola-chiave mentre Katilda offrì la sua anima. Improvvisamente, Olivia Voldaren apparve e catturò la strega. Mentre valutavano la situazione, Kaya informò Arlinn che aveva visto l'anima di Katilda lasciare il suo corpo durante il rituale ma a causa della vampira non aveva capito cosa fosse successo dopo. Dal momento che la strega era l'unica a poter completare il rituale, Arlinn fu costretta a cedere la chiave alla vampira che svanì nella notte dopo che "liberò" la sua prigioniera.

Innistrad: Promessa Cremisi[]

Il matrimonio[]

Dopo che la Notte Eterna avvolse Innistrad nell'oscurità, Arlinn e i suoi alleati passarono al contrattacco riconquistando i villaggi attaccati dai demoni e da altre creature della notte. Dopo l'ultima vittoria, Arlinn organizzò un incontro con Teferi, Chandra, Kaya e Adeline per valutare come procedere. Una volta riuniti, la mannara disse che per risolvere realmente la situazione dovevano recuperare la Chiave di Selenargento e che l'unico in grado di dargli informazioni su Olivia era Sorin. Dopo qualche obiezione da parte della catara, il gruppo decise di tornare nuovamente al Maniero. Una volta entrati, arrivarono alla biblioteca dove vennero raggiunti dall'antico vampiro che chiese il motivo della loro presenza. Arlinn rispose che lo sapeva e, notando una lettera nella sua mano, chiese cosa fosse. Sorin rispose che si trattava di un invito per il matrimonio di Olivia Voldaren e Edgar Markov: la vampira aveva rapito suo nonno e se il matrimonio fosse stato celebrato, avrebbe dato origine alla più imponente delle famiglie di vampiri e avrebbe reso Olivia la dominatrice di Innistrad. Arlinn replicò che in tal caso dovevano essere presenti.

Sure StrikeART4

Arlinn interrompe il matrimonio.

Insieme al gruppo di planeswalker, ai catari sotto la guida di Adeline, i sacerdoti di Sigarda e le streghe della Congrega Albacorno, Arlinn andò alla Tenuta Voldaren per fermare il matrimonio, ma a causa della barriera che impediva l'ingresso a chiunque fosse senza invito, Sorin fu costretto a entrare da solo. Successivamente i sigilli vennero infranti e poterono avanzare verso i loro nemici. Dopo che Kaya liberò gli spiriti imprigionati nel vestito di Olivia fece infuriare la vampira che la scagliò con forza sotto di lei verso le scale. Fortunatamente, l'assassina fantasma venne afferrata da Arlinn, ma Olivia approfittò della situazione per fuggire dalla sala dove si stava svolgendo la battaglia principale. Kaya disse ad Arlinn che ci avrebbero pensato loro a combattere e di inseguirla.

Scontro con Olivia[]

Arlinn lo fece ma quando la raggiunse scoprì che il vicolo cieco era in realtà un altro corridoio pieno di armi. Olivia prese una spada e ferì la mannara che non potè frenare il suo slancio verso di lei. La vampira disse che non la capiva: gli umani erano dei giocattoli divertenti, ma nessuno di loro aveva mai compreso davvero un mannaro. Arlinn rispose che forse doveva essere lei a cercare di comprenderli e la vampira replicò disgustata che non faceva amicizia con il suo cibo, poi la provocò ad assumere il suo vero aspetto. Inizialmente Arlinn si disse che doveva mantenere il controllo ma poi capì che per recuperare la chiave, riportare la luce del giorno su Innistrad e vendicare il Massacro del Raccolto era necessario che si trasformasse. Come mannara si lasciò guidare dal puro istinto e riuscì a spingere Olivia contro una statua ottenendo momentaneamente il vantaggio, tuttavia la sua attenzione si spostò sui ritratti e nel vedere quei visi compiaciuti sentì il bisogno di lacerare quelle tele dal momento che loro erano in tanti mentre lei era sola. Nella sua furia si accorse troppo tardi che Olivia si era spostata alle sue spalle e non riuscì a difendersi mentre la vampira la feriva gravemente facendola finire a terra. Prima di perdere i sensi, inconsapevolmente, ululò una richiesta di aiuto.

La fuga degli sposi[]

Arlinn venne svegliata da Tovolar e i suoi compagni di branco arrivati in risposta alla sua chiamata. Chiarì subito che la sua presenza lì non cambiava quello che aveva fatto al Massacro del Raccolto ma accettò il suo aiuto per cercare Olivia e la trovarono mentre parlava con Edgar Markov. Quando lei li vide si preparò per combattere ma l'altro vampiro le disse che era finita. Accettando con riluttanza la sua sconfitta, Olivia gettò la chiave a terra. Mentre Arlinn raccoglieva l'importante manufatto, i vampiri fuggirono insieme da una finestra. Arlinn comprese che Tovolar avrebbe preferito mettere fine alla minaccia dei due e non aveva gradito che lei li avesse lasciati andare senza provare a fermarli. Sapeva che una parte di lei era d'accordo con lui ma quello era uno scontro per un altro giorno. Con i suoi lupi nuovamente al suo fianco tornò dai suo alleati che nel frattempo avevano vinto la battaglia.

Dopo la vittoria[]

Il recupero della chiave spinse i difensori di Innistrad a rimettersi subito in viaggio verso il Celestus, velocizzati dalla magia di Teferi. Durante il cammino Arlinn parlò con Katilda dei suoi amici planeswalker, di Sorin e Tovolar che avevano lasciato il loro gruppo e infine di ciò che significava essere un lupo mannaro. Dopo averla ascoltata, la strega le disse che qualsiasi fossero le sue speranze su Tovolar, lui le aveva tradite tanto quanto le aveva soddisfatte; non doveva dimenticare i suoi crimini perchè un giorno avrebbe dovuto affrontare quella situazione e non sarebbe stato sufficiente per lei limitarsi a sperare che tutto andasse per il meglio. Arrivati alla loro destinazione, Arlinn osservò Katilda, nuovamente nel suo corpo, completare il rituale mettendo fine alla Notte Eterna.

Glorious SunriseART1

Il sole sorge su Innistrad.

Dopo che l'equilibrio giorno/notte fu ripristinato, Arlinn salutò Teferi, Kaya e Chandra. Vide che il mago del tempo ricevette in prestito la Chiave di Selenargento e scherzosamente gli ricordò che alla fine doveva restituirla o gli avrebbe dato la caccia. Lui replicò allo stesso modo che non sarebbe mai riuscito a sfuggire ad un lupo, ma poi divenne serio e avvertì la mannara di una possibile minaccia in arrivo da parte dei phyrexiani, suoi vecchi nemici, poi seguì le sue compagne nella cieca eternità. Successivamente, Arlinn sentì il richiamo della foresta di Kessig e corse felice al suo interno insieme al suo branco.

La Guerra dei Fratelli[]

Preparativi contro Nuova Phyrexia[]

Avvertita dai Guardiani degli eventi accaduti su Dominaria durante la Seconda Invasione di Phyrexia, Arlinn iniziò a lavorare insieme a Sorin per rafforzare le difese di Innistrad contro i phyrexiani di Nuova Phyrexia.

Referenze[]

Rappresentato in:
  • Arlinn Kord - Arlinn, Abbracciata dalla Luna
  • Arlinn, la Speranza del Branco - Arlinn, la Furia della Luna
  • Arlinn, Voce del Branco
Mostrato in:
  • Alba Gloriosa
  • Colpo Sicuro
  • Difendere il Celestus
  • Duello per il Comando
  • Lupo di Arlinn
  • Segreti della Chiave
  • Tradimento del Branco
Testi di colore:
  • Cacciatore Florido
  • Esorcismo di Thraben
  • Lupo della Voragine del Diavolo

Galleria[]

Galleria

Curiosità[]

  • La carta Colpo Sicuro mostra Arlinn che ferma il matrimonio tra Olivia Voldaren e Edgar Markov ma ciò è errato nella storia dal momento che in Episodio 3: ... o taccia per sempre e Sorin, con l'aiuto di Katilda e Sigarda, a fermare la celebrazione.

Collegamenti esterni[]

Espansioni Blocco di Innistrad (InnistradAscesa OscuraRitorno di Avacyn) • Blocco di Ombre su Innistrad (Ombre su InnistradLuna Spettrale) • Innistrad: Caccia di MezzanotteInnistrad: Promessa CremisiOmbre su Innistrad RemasteredInnistrad Remastered
Luoghi GavonyNephaliaStensiaKessig
Storia Ritorno di AvacynTribolazioniNotte Eterna
Nativi Arlinn KordSorin MarkovTacenda VerlasenTibaltVronos
Pubblicazioni A Planeswalker's Guide to InnistradThe World of Dark AscensionA Planeswalker's Guide to Avacyn RestoredThe Art of Magic the Gathering: InnistradChildren of the NamelessPlaneswalker's Guide to Innistrad: Midnight Hunt
Approfondimenti AltroEventiGruppiLuoghiPersonaggiRazzeVisitatori
Attuali Ajani Criniera d'OroAngrathAminatouArlinn KordAshiokBasri KetChandra NalaarDarettiDavriel CaneElspeth TirelEstridGarrukGeyadrone DihadaGristJace BelerenJared CarthalionJiang YangguKaito ShizukiKasminaKayaLiliana VessMu YanlingNiko ArisOkoQuintorius KandRal ZarekSorin MarkovTacenda VerlasenTeyo VeradaTezzeretUginVivien ReidIl Più Sfortunato
Scintilla persa Azor ICalixHuatliKarnKioraKothLa ViandanteNarsetNahiriNicol BolasNissa RevaneOb NixilisRaviRowan KenrithSaheeli RaiSamutSarkhan VolSlobadTeferi AkosaTyvar KellVenserVerdimanicheVraskaWill Kenrith
Deceduti AltairAntonAzarBaltriceBo LevarBoragorBrandChaneyDack FaydenDariaDomri RadeDovin BaanDyfedEmbereckFaralynFerozFreyaliseGideon JuraGrenfell MorGrinthGuffJaya BallardJeskaKenan SahrmalKentoKhaziKristinaKuthumanLeshracLianaLukkaManatarquaMeshuvelSerraSifa GrentTamiyoTaysirTevesh SzatTibaltUrzaVronosWindgraceWrennXenagos
Ignoto ArzakonCruciusDakkon BlackbladeEskilFatimaFiersGarthGerheartKarshanKazzKrimKrimonLilyMarduk BlackwaterMasrathMezlokMindrelNailahParcherPlatonRafethrasaRamazRavidelSandruuSivitri ScarzamTaishiarTempèTerrent AmeseTessebikThomilThornValdusian TomerVramWorzelYawdenZakk
D&D BahamutEllywick TumblestrumElminster AumarLolthMinscMordenkainenTashaZariel
Speciali AbianB.O.B.CometDuckDungeon MasterInzervaIsona MaiveVaash Vroga
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