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Ajani Criniera d'Oro (Planeswalker)/Theros narra le vicende del Blocco di Theros dal punto di vista di Ajani.

Storia[]

Mentore di eroi[]

Su Theros[]

Ajani camminava tranquillo su Theros. Di tutti i piani che aveva visitato, sentiva che quel mondo era il luogo più simile a una casa, infatti, Naya non era più il mondo che conosceva da una vita, era cambiato dopo che i cinque frammenti si erano uniti nuovamente in Alara, un mondo unito ma ferito. Theros invece, protetto da potenti entità senza tempo gli era sempre sembrato immutabile. Gli abitanti del piano li chiamavano dei e per una volta era difficile dire il contrario. Elspeth si sarebbe sentita protetta, l'idea che degli esseri superiori a qualsiasi mortale vegliassero su di lei l'avrebbe confortata, ma Ajani trovava l'idea meno attraente: l'esperienza gli aveva insegnato che ogni essere abbastanza potente da essere adorato come un dio era in grado con molta probabilità di distruggere il mondo piuttosto che proteggerlo. Eppure Ajani non poteva negare la forza e la maestosità delle divinità di Theros né la bellezza del piano che essi salvaguardavano.

Ajani camminò per il resto della giornata, sentì l'odore dei leonid e capì che la sua gente non era lontana anche se mancava ancora qualche ora per arrivare nel loro territorio. Al tramonto le stelle apparvero nel cielo e il planeswalker guardò in su desideroso di vedere lo spettacolo di luci e colori che giocavano nel cielo ogni notte, storie di divinità e figure mitiche, echi di costellazioni in movimento, un bellissimo fenomeno unico di Theros. Quella sera però, le stelle erano freddamente indifferenti, lo spazio tra loro bianco e vuoto, peggio ancora, in un angolo di cielo nessuna stella brillava. Ajani si chiese cosa fosse successo e cosa avrebbe creduto Elspeth vedendo ciò. Pensava spesso alla sua amica, sapeva che aveva lasciato Dominaria per andare su Mirrodin. Ajani aveva degli amici tra i leonid di quel mondo di metallo e aveva programmato di andarli a trovare come scusa per cercarla, ma poi, tra i planeswalker si era diffuso un messaggio: "Mirrodin è morto, Phyrexia è tornata. Per il bene di questo mondo e di tutti gli altri mondi non andate su quel piano." Ajani temeva per il fato di Elspeth e per i suoi amici su Mirrodin ma mantenne la speranza, la planeswalker poteva essere ancora viva, si tenne stretto a quel pensiero di conforto mentre scivolava nel sonno.

Venne svegliato da Seza che dopo averlo riconosciuto gli disse che lo avrebbe portato da Brimaz. Alla notizia che il suo amico era diventato re, Ajani chiese se era stato via cosi a lungo. Durante il cammino Seza aggiornò Ajani sugli avvenimenti importanti dei leonid di Oreskos; la regina Omala era morta in battaglia contro gli umani. Brimaz, il suo successore designato, si rifiutò di cercare vendetta, una scelta discutibile che però alla fine gli aveva portato più amici che nemici. Ajani pensò alla prima volta che era arrivato su Theros e aveva stretto legami con i membri della sua razza, aveva capito che Brimaz possedesse le qualità per diventare re e aveva trascorso col giovane lunghe ore di conversazione circa l'importanza della coesistenza pacifica con gli umani, forse le sue parole avevano messo radici. Ajani disse a Seza che non voleva distrarla dal suo dovere e che poteva continuare da solo ma lei rispose che ultimamente i pericoli erano aumentati, il planeswalker chiese informazioni ma la leonid rispose che sapeva solo che un giorno gli dei se ne erano andati perchè infuriati con i mortali. Arrivati da Brimaz, Ajani salutò il suo amico. Il leonid fece un passo avanti in modo che Ajani fu costretto ad allungare il collo per vederlo in faccia, poi tuonò che lui adesso era re Brimaz. I due si fissarono in silenzio, dopo un pò sorrisero entrambi e si abbracciarono. Dopo averlo lasciato andare, Ajani gli chiese se ora doveva chiamarlo vostra maestà. Il re sbuffò e gli disse di usare solo il suo nome, gli indicò di sedersi e di mangiare qualcosa dal momento che era sicuro che aveva viaggiato da lontano. Ajani disse che era bello essere di nuovo lì, ma Brimaz sorridendo gli rispose che non era tornato per la loro compagnia, ma per dargli consigli, chiedergli qualcosa o spingerlo all'azione. Ajani sorrise e rispose che lo conosceva bene, disse che aveva bisogno del suo aiuto per trovare una sua amica umana: Elspeth. Brimaz gli suggerì di parlare con Lanathos. Ajani disse che c'era molto di cui voleva parlare con lui, ma Brimaz continuò per lui che era preoccupato per la sua amica. Gli disse di non preoccuparsi, avrebbero parlato dopo.

La campionessa del sole[]

Ajani si avvicinò al fuoco di Lanathos, il cronista stava narrando la storia del risveglio di Polikranos e del suo attacco a Meletis dove però venne sfidato dalla campionessa del sole. Il planeswalker non fu sorpreso di sentire una storia della Theriade; nonostante si trattava di una mortale benedetta dal più importante degli dei, Eliod, la campionessa era una figura popolare anche tra i leonid. Lanathos continuò il suo racconto, la battaglia tra i due durò diversi giorni, ma alla fine la campionessa grazie alla sua arma una lancia forgiata da Purforos e benedetta da Eliod, riuscì a uccidere la mostruosa idra. Dopo che la storia finì i leonid si allontanarono, Ajani gli fece i complimenti per il suo racconto, poi si presentò e gli disse che era felice che i leonid avessero un amico tra gli umani. Lanathos ridacchiò e rispose che molti lo consideravano una spia ma che aveva la fiducia di re Brimaz e questo era sufficiente per tutti gli altri. Ajani disse che lo era anche per lui, poi chiese se poteva aiutarlo a trovare una sua amica di nome Elspeth, una donna solitaria che parlava in modo strano e portava una spada e se avesse sentito parlare di lei. Lanathos sbattè le palpebre e rispose che aveva sentito la sua storia. Ajani rispose che cercava la sua amica non la campionessa del sole e il cronista replicò cosa gli faceva pensare che non fossero la stessa persona. Il planeswalker gli rispose che aveva sentito altre storie della Theriade: l'addestramento della campionessa con i centauri e la sua vita tra i leonid. Lanathos gli fece notare che stava parlando della Theriade come se si trattasse della storia di una sola persona. Confuso Ajani chiese spiegazioni e il cronista gli spiegò che la Theriade narra della campionessa del sole, ma che non si trattava di una persona ma di un titolo che Eliod conferiva ai mortali nei momenti di grande bisogno. Spiegò che la storia della Theriade è la storia di tutte quelle persone dalla prima all'ultima: la donna che aveva ucciso Polikranos. Ajani chiese quanto tempo era passato dalla battaglia tra la campionessa e l'idra e Lanathos rispose recentemente, circa un mese fa più o meno. Ajani pensò a quanto velocemente su Theros gli eventi si trasformassero in storia per poi sbiadire nel mito. Disse che aveva parlato di una lancia, ma che Elspeth usava una spada. Lanathos si strinse nelle spalle e gli disse che i dettagli potevano cambiare da un racconto a un altro, concluse che comunque credeva che la sua amica non si trovasse più a Meletis. Ajani chiese perchè lo pensava e il cronista rispose di un'altra storia che aveva sentito; la campionessa era stata vista ad Akros che era stata assediata da un'orda di minotauri. Disse che Brimaz era consapevole della questione dal punto di vista militare, ma che lui non l'aveva ancora narrata come storia perchè prima voleva sapere come andava a finire. Ajani lo ringraziò per il suo aiuto, Lanathos gli chiese cosa avesse intenzione di fare e il planeswalker gli rispose che l'avrebbe cercata e aiutata se avesse avuto bisogno di lui, dopo tutto, la campionessa aveva sempre dei compagni.

Journey into Nyx: Godsend, Parte 2[]

Grazie all'aiuto di Brimaz, Ajani si riunì con Elspeth a Tethmos, l'accampamento principale dei leonid. Il planeswalker capì che qualcosa aveva gravemente ferito interiormente la sua amica, ma non riuscì a convincerla a parlargli di quello che le era successo. Elspeth giurò che avrebbe sistemato la situazione e Ajani le disse che sarebbe rimasto al suo fianco per aiutarla. Consapevoli che uno dei pochi a conoscere il segreto per entrare a Nyx fosse Krufix, i due si misero in viaggio in cerca del Tempio del Mistero e attraversarono il Bosco Nessian per arrivare nel luogo del cimitero delle navi in frantumi, in cerca del leggendario marinaio che si diceva avesse viaggiato in tutta Theros. Ajani usò la sua magia per richiamare la leggendaria nave affondata e con loro grande sorpresa "lei" apparve dal profondo del mare insieme a essa e accettò di portarli a destinazione. I due si fidarono della sua parola, ignari che fosse tutta una menzogna e che la loro guida in realtà fosse Kiora. L'inganno della planeswalker venne rivelato quando raggiunsero la città sommersa Arixmetes. Thassa apparve per affrontare la planeswalker nereide, ma prima aiutò Ajani e Elspeth ad arrivare a destinazione, augurando a entrambi buona fortuna per la loro missione. Arrivati ai confini del mondo, Krufix permise loro di entrare nel regno degli dei, però per poter proseguire uno di loro avrebbe dovuto prima affrontare una prova a sua scelta di una delle divinità. Elspeth disse che toccava a lei farlo e Ajani le consigliò di scegliere Thassa, ma all'ultimo momento lei si allontanò e scelse di affrontare la prova di Erebos. Ajani disse che era una follia, ma poté solo aspettare il suo ritorno.

Dopo che Elspeth ebbe superato la prova i due si ricongiunsero e insieme trovarono Xenagos pronti al confronto finale con il dio della dissolutezza. La battaglia fu difficile ma alla fine Elspeth riuscì a lanciare la sua arma nel petto di Xenagos, facendo esplodere la punta di freccia di Nylea, con cui la dea della caccia aveva colpito il satiro prima della sua ascensione divina, facendo a pezzi i suoi organi e mettendo fine alla sua vita.

Mentre tutto finiva, Ajani insistette con Elspeth, gravemente ferita, di andar via in quel momento e Nylea dopo aver lanciato su di loro un incantesimo d'aiuto, disse di andare prima che Erebos o Eliod li trovassero. I due raggiunsero nuovamente l'ingresso di Nyx, ma prima di riuscire a uscire vennero trovati da Eliod, che usò l'arma spezzata di Elspeth per colpirla mortalmente. Il dio del sole ignorò Ajani che prese la sua amica in fin di vita e tornò su Theros, lì si preparò a combattere gli agenti di Erebos venuti a reclamare la campionessa del sole, ma venne fermato dai guerrieri di Brimaz che gli tesero un'imboscata per salvarlo, visto che ormai non c'era più nulla che si potesse fare per salvare Elspeth.

Vendetta di Ajani[]

Risveglio[]

Ajani si svegliò leggermente dolorante in tutto il corpo. Strizzò gli occhi, annusò l'aria e sentì su di sé il profumo di qualche intruglio a base di erbe, l'opera di un guaritore che si era occupato di lui mentre dormiva. Sollevò la testa e si guardò intorno, era rimasto disteso su un lettino al centro della tenda. Vide il mantello di Elspeth su un tavolo di legno accanto a lui, ripiegato con cura vicino a una bottiglia di argilla. Era di un colore bianco limpido; tutto il sangue era stato ripulito come se non fosse successo nulla. Vicino al tavolo seduto su uno sgabello c'era Lanathos, Ajani lo vide e pronunciò il suo nome. Il vecchio sorrise e lo salutò, ma quando il leonid mantenne uno sguardo distaccato, il sorriso dell'uomo scomparve e gli disse che era tornato solo. Il volto di Ajani si rabbuiò e il cronista chiese se i suoi viaggi fossero stati così ricchi di tormento e che il guaritore che si era occupato di lui aveva detto che al mattino si sarebbe ripreso completamente. Ajani si sollevò e sedette sul lettino, torregiando sul vecchio. Sentiva la testa pulsare e rispose che non si trattava di lui e quando Lanathos lo fissò con sguardo interrogativo aggiunse che l'avventura di Elspeth era terminata e chiese se volesse sapere come era andata a finire. Il cronista rispose di si ma non in quel momento e il planeswalker gli fece notare che erano entrambi lì. Lanathos replicò che la sua memoria era ottima e che si sarebbe ricordato le sue parole per il resto della sua vita ma aggiunse se era sicuro di sapere come volesse che lui ricordasse la sua storia. Le spalle di Ajani si abbassarono e disse che non ci aveva pensato. Il cronista si girò verso il mantello ripiegato e poi di nuovo verso Ajani e disse che se desiderava raccontare una storia forse avrebbe dovuto iniziare con la sua. Ajani chiese perche avrebbe dovuto farlo e Lanathos rispose che la sua pelliccia aveva una tonalità diversa rispetto a tutte quelle che aveva visto, così come il suo accento era diverso. Gli aveva detto che proveniva da lontano e quello era il motivo per cui pensava che avesse una storia da narrare ma che purtroppo aveva smesso di raccontare. Alzò lo sguardo verso di lui e lo fissò in volto senza timore, tra due leonid quello sarebbe stato interpretato come un gesto di sfida. Continuò che era giunto da lui alla ricerca della sua amica, che si era unito a lei nella missione di uccidere una divinità, che pensava che lei fosse caduta nell'impresa dato che era tornato da solo e che quindi l'avventura di Elspeth fosse terminata. Poi chiese quando sarebbe iniziata la sua. Ajani replicò che Elspeth aveva avuto bisogno del suo aiuto. L'umano si girò di nuovo verso il mantello bianco e chiese se le fosse stato davvero di aiuto. La tensione di Ajani aumentò e disse con rabbia che anche se Brimaz lo sopportava, non sarebbe stato felice di sapere che aveva disturbato un suo ospite. Lanathos si alzò in piedi e disse che lo avrebbe lasciato riposare ma che prima doveva dirgli un messaggio da parte del re: I guerrieri di Setessa erano giunti a festeggiare una vittoria di umani e leonid insieme. Anthousa non era a conoscenza del suo ritorno, ma se lo avesse visto e avesse scoperto che era solo, avrebbe sospettato qualcosa e la verità avrebbe raffreddato la gioia dei festeggiamenti. Per tanto per quella notte sarebbe dovuto restare in quella tenda. Sollevò la mano e indicò il tavolo e disse che la bottiglia conteneva una medicina che lo avrebbe fatto dormire e alleggerire il dolore fino al mattino. Terminò che il re lo avrebbe incontrato dopo colazione nei campi di addestramento. Ajani chiese se fosse diventato il suo messaggero e Lanathos replicò con calma che il re si fidava di lui e che anche lui avrebbe dovuto fidarsi se voleva che il mondo si ricordasse della sua amica. Rimasto solo Ajani prese la bottiglia, ne bevve il contenuto, si sdraiò sul lettino e chiuse gli occhi.

Allenamento con Brimaz[]

Ajani si svegliò alla luce del sole che filtrava all'interno della tenda. Si alzò, vide il vassoio sul tavolo e fece colazione. Dopo che finì, Seza entrò e lo salutò e lui rispose al saluto e ringraziò per il pasto. Lei annuì sorridendo ma poi il suo volto si irrigidì e disse che doveva incontrare Brimaz e che lo avrebbe portato da lui. Ajani notò che sia lei che Lanathos erano molto formali. Seza si guardò intorno furtiva, poi riprese a parlare con più calma e spiegò che Brimaz lo considerava un grande amico, ma che la sua situazione era peggiorata. Avevano sconfitto l'esercito delle creature di Nyx grazie all'aiuto dei guerrieri di Setessa, ma la vittoria era costata un gran numero di soldati e non tutti avevano appoggiato la decisione del re di schierarsi al fianco degli umani. Spiegò che la fazione separatista di Pyxathor in precedenza ridotta era stata molto attiva dopo la fine della guerra e la sua influenza era cresciuta e che quella sarebbe stata la prima volta che il re lo avrebbe incontrato dopo la battaglia e quindi gli uomini di Pyxathor li avrebbero osservati. Ajani si placò e disse che capiva. Seza continuò che anche alcuni dei suoi amici avevano iniziato a dare ascolto alle parole di Pyxathor e che lei aveva fatto del suo meglio per tenerli lontano da lui, quindi doveva trattarlo con distacco o avrebbero sospettato della sua influenza. Terminò che le dispiaceva e lui rispose con un sorriso che rinunciavano tutti a qualcosa per le proprie cause. Lasciarono la tenda e raggiunsero l'area degli allenamenti, Seza si fermò all'esterno e Ajani proseguì da solo all'interno. Brimaz si trovava al centro, non indossava la sua corona, ma il portamento e lo spazio che gli veniva lasciato intorno dagli altri rendeva chiara la sua posizione. Molti altri guerrieri leonid erano presenti, tra cui Pyxathor che si trovava al bordo e gli sguardi dei presenti si alternavano tra il capo dei separatisti e il re. Ajani si diresse verso il centro e Brimaz gli fece un cenno col capo e disse che voleva ringraziarlo per il suo consiglio; il suo esercito aveva combattuto al fianco dei guerrieri di Setessa e aveva respinto l'assalto delle creature di Nyx, che la scorsa notte leonid e umani avevano festeggiato insieme la vittoria e che pensava che fossero stati fatti grandi passi verso una pace duratura. La voce del re aveva una nuova tonalità e il discorso era chiaramente diretto a un interlocutore diverso, Ajani fece un saggio gesto di assenso e disse che erano ottime notizie. Brimaz lo guardò dritto in volto e disse che gli diceva sempre di essere originario di una terra lontana. Ajani disse di si, aspettò la domanda successiva e il re gli disse di scegliere la sua arma. Il planeswalker sentì la tensione crescergli dentro e al suo stupore Brimaz rispose che lui era diverso da loro, sia per l'aspetto che per l'accento, che non aveva compreso i racconti sulla campionessa del sole, che non era uno di loro e aveva scelto di non dirgli altro ma che era un valoroso guerriero e che lui cercava un compagno di allenamento. Ajani distolse lo sguardo e disse che non aveva più intenzione di combattere e Brimaz gli indicò le armi di allenamento di legno che erano state fatte simili alle sue e rispose che aveva dovuto superare qualche difficoltà per farle realizzare. Ajani sospirò, prese un'ascia a una mano e una spada e quando fu pronto, Brimaz lo attaccò. Il re costrinse Ajani a combattere tre volte e vinse sempre con facilità. Dopo la terza vittoria Brimaz gli mise la spada di legno alla gola e disse che aveva ragione, poi allontanò l'arma gli tese la mano, lo aiutò a rialzarsi e continuò dicendo che lui non desiderava combattere ed era questo il suo problema. Ajani afferrò la mano e chiese se fosse così sbagliato, Brimaz tirò Ajani un po' più vicino in modo che nessun altro potesse sentire le sue parole e gli disse che lì tutto era un combattimento; che lui aveva combattuto per far marciare i suoi soldati a fianco degli umani, per mantenere l'ordine quando avevano affrontato le creature del regno degli dei. Ora erano tornati a casa e doveva combattere con la sua stessa gente che preferiva un'esistenza separata dalle altre civiltà. Era contento per la sua presenza ma aveva bisogno che lui combattesse per qualcosa o avrebbe solo reso le sue sfide più difficili. Ajani chiese cosa poteva fare e il re rispose che la sua gente non si fidava di lui perchè non sapevano chi fosse e che avevano bisogno di risposte prima di considerarlo uno di loro. Terminò che sarebbe stato occupato per un po' con gli umani di Setessa ma che dopo gli avrebbe chiesto quale ruolo desiderava avere nella sua città. Ajani annuì e lo chiamò sua maestà, Brimaz sorrise in modo leggero e disse che sapeva che non si curava dei titoli con gli amici. Ajani chiese se erano ancora amici e Brimaz rispose che in privato sarebbero sempre stati amici ma che in quei tempi solo una piccola parte della sua vita era rimasta privata. Ajani annuì e si allontanò dall'area di allenamento. Vagò per la città per la maggior parte della mattinata, ovviamente sarebbe potuto partire in qualsiasi momento in cerca di altri piani ricchi di meraviglie da esplorare. Pensò alle battaglie che avevano scelto di combattere Brimaz e Elspeth e si disse che forse avrebbe dovuto cercare la sua vera battaglia. Ricordò il momento in cui Eliod aveva ucciso Elspeth e un selvaggio e triste sorriso apparve sul suo volto. Ritornò alla sua tenda, raccolse i suoi averi, si fissò il mantello di Elspeth intorno alle spalle e si avviò sulla strada per Meletis.

Viaggio al Tempio di Eliod[]

Durante il viaggio Ajani si chiese quale fosse la natura delle divinità: Xenagos aveva dimostrato che chiunque poteva diventare un dio se solo fosse riuscito a convincere abbastanza creature senzienti a credere in lui. Pensò a cosa sarebbe successo se un numero sufficiente di persone avesse deciso di smettere di credere nel dio del sole. Il viaggio fu lungo ma alla fine raggiunse la sua meta e quando arrivò ai cancelli disse alle guardie che era in cerca del tempio di Eliod. Non considerandolo una minaccia, lo fecero entrare in città e dopo venti minuti Ajani trovò il più grande tempio dedicato a Eliod in tutta Theros. Salì le scale ed entrò nell'edificio e una giovane donna vestita da assistente del tempio gli si avvicinò e gli disse che raramente ricevevano ospiti leonid. Ajani le rispose che era giunto alla conclusione che solo Eliod poteva rispondere alle sue domande e che aveva vissuto esperienze uniche con gli dei. Lei chiese in che modo e Ajani a voce alta, in modo da essere sentito da tutti, rispose che era stato presente quando la divinità di quel tempio aveva ucciso la donna che era al tempo stesso la campionessa del dio del sole e una sua amica. L'assistente si irrigidì e chiese come faceva a essere sicuro che fosse stato Eliod e Ajani replicò che la sua aura dorata era impossibile da confondere. Gli occhi della donna si spalancarono per un istante e poi chiese quale domanda voleva porre alla divinità. Sempre a voce alta Ajani disse che la sua amica aveva accettato di diventare la campionessa di Eliod per obbedire al suo volere e compiere grandi gesta in suo nome, per garantire la sicurezza di coloro in grado solo di pregare per essa. Che era sicuro che lei sarebbe stata ricompensata per i suoi servizi e che il dio le avrebbe donato una ricompensa per la posizione che aveva accettato di ricoprire, e invece, Eliod l'aveva ripagata con la morte uccidendola a tradimento. Chiese cosa doveva pensare di una divinità che ricambiava la fedeltà di un suo servitore con tanta ingratitudine. Non tutti i presenti stavano osservando la scena, ma tutti stavano ascoltando. Un giovane uomo si avvicinò; aveva al massimo quattordici anni e i suoi occhi erano di un blu che si dissolveva nel bianco. Chiese ad Ajani cosa doveva pensare una divinità di una campionessa che andava oltre il proprio ruolo. La sua voce echeggiò con una profondità innaturale e coloro che erano vicini si inchinarono immediatamente di fronte all'oracolo. Ajani non inclinò neppure il capo e l'oracolo disse che era venuto a seminare zizzania nel tempio del dio del sole e quando Ajani replicò che era venuto a porre una domanda a Eliod, l'oracolo rispose che il tempio era dedicato a coloro che rispettavano il potere divino di Eliod e che se lui non era un credente non poteva restare. Ajani fece un passo avanti con coraggio e replicò che credeva che Eliod fosse un dio, che le persone all'interno del tempio lo venerassero per la sua grandezza divina, che credeva che non fosse passato troppo tempo da quando i sacerdoti di quello stesso tempio erano stati costretti a fuggire per salvare le loro vite dalla furia di Eliod e che credeva che il dio del sole avesse ucciso la sua amica a sangue freddo. Continuò che durante la strada per arrivare a Meletis aveva incontrato uno dei sacerdoti scacciati, Stelanos, un uomo cieco e devastato che aveva impedito di seppellire i cadaveri intorno a lui dicendo che dovevano servire da monito per gli altri come prova che gli dei avessero abbandonato i mortali e che poi prese del veleno per porre fine alla sua vita. Il ragazzo incrociò le braccia e disse che se avesse continuato a seminare zizzania nel tempio avrebbe fatto la stessa fine di Elspeth. Ajani replicò che allora non avrebbe seminato zizzania in quel luogo e uscì dal tempio. Scoprì che alcuni credenti lo avevano seguito si fermò ed essi gli fecero domande su quello che aveva detto. Camminò con loro e raccontò tutto quello che aveva visto su Nyx: l'atto omicida di Eliod e la vera natura degli dei. Una donna dallo sguardo scettico si fece avanti e disse che non si poteva spegnere un dio come una fiamma. Ajani la guardò con tenerezza e rispose che anche una fiamma immensa era destinata a spegnersi se non veniva alimentata. La donna lo guardò perplessa e disse che sembrava che lui pensasse che fossero stati i mortali a creare le divinità, ma in quel caso cosa avrebbero dovuto creare al loro posto? La risposta di Ajani fu quasi un ruggito; disse loro di creare qualcosa per loro stessi: una famiglia, una casa, una vita, amici, conoscenti e felicità. Qualcosa che appartenesse a loro e non sopra di loro, in grado di distruggere tutto per un semplice capriccio. Molte persone annuirono e poi la folla si allontanò. Ajani rimase in città per alcuni giorni diffondendo il suo messaggio, poi il nono giorno sentì parole contro gli dei sul fatto che avevano tradito i loro fedeli e capì che le sue parole erano state raccolte e sarebbero state diffuse da altri. Per lui era arrivato il momento di tornare dai leonid.

Il racconto[]

La strada per il ritorno fu lunga ma per Ajani non aveva importanza, aveva bisogno di tempo per costruire un monumento degno di Elspeth, una storia che venisse diffusa in ogni luogo su Theros in grado di ispirare qualsiasi mortale a guardare in alto e dire che non avrebbe donato la propria forza a divinità capricciose e indifferenti. Una storia che un giorno avrebbe scosso le fondamenta stesse di Nyx. Arrivato a Tethmos, Ajani pensò che presto ogni leonid avrebbe visto la Theriade in una luce diversa. Venne scortato nella sala del trono e quando lo vide Brimaz si alzò e tutte le conversazioni cessarono. Il re lo salutò e Ajani disse che era pronto a raccontare la sua storia: Disse che aveva viaggiato a lungo per giungere in quel luogo e che dubitava che esistesse qualcuno di loro che avesse mai sentito parlare della sua terra natale. Continuò che era giovane quando aveva iniziato il suo viaggio e che ormai non esisteva alcun posto che lui considerasse come sua origine. Aveva conosciuto Elspeth molti anni fa durante uno dei suoi viaggi ed era lei che aveva seguito. Disse che era una grande guerriera che scelse di prendere il mantello di Eliod diventando la sua campionessa e che quando Xenagos ascese le fece un gran torto e che lei decise di punirlo. Disse che lui scelse di accompagnarla e la via della sua amica li portò a Nyx dove lei affrontò e superò una prova di Erebos che permise così a entrambi di entrare nel dominio di Xenagos dove Elspeth uccise la nuova divinità con la lancia benedetta dal potere di Eliod. Tuttavia il dio del sole si infuriò per la morte di un dio, nonostante fosse uno che avesse sovvertito le leggi della natura per diventare una divinità e uccise la sua campionessa davanti ai suoi occhi. Molti dei leonid presenti sussurrarono tra loro e Ajani disse che i leonid non avevano una particolare opinione sugli dei, ma essi erano reali, creati dai mortali e il loro potere era cresciuto col passare del tempo. Tuttavia avevano bisogno della loro devozione, disse che Eliod era una creatura meschina e infantile e tuttavia era alla guida degli dei ma loro, i mortali, si meritavano di meglio. Continuò che era stato a Meletis a diffondere quel messaggio; gli dei erano creazioni dei mortali, un fuoco creato dalla scintilla della fede la cui forza dipendeva dalla devozione, ma qualsiasi fiamma se non veniva alimentata finiva per spegnersi. Ajani sorrise e disse che lui non era originario di quel luogo ma provava la loro stessa rabbia verso gli dei e che li avrebbe combattuti a modo suo. Terminò che se volevano che se ne andasse lui sarebbe partito per diffondere il suo messaggio in altre città. Nella sala l'unico rumore era il crepitio del fuoco e il mantello di Elspeth che sventolava dietro il planeswalker, mosso dalla brezza leggera. Poi Brimaz parlò e gli disse che era benvenuto a casa, Lanathos sorrise e molti altri leonid annuirono compreso Pyxathor. Ajani si sedette a cerchio insieme a loro.

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